Bitcoin ed Ether sono stati definiti criptovalute “non garantite“, durante l’ultimo intervento del governatore Fabio Panetta a margine dell’assemblea annuale dell’ABI aggiungendo che la banca centrale condividerà presto le linee guida per l’applicazione del MiCA.
Il regolamento MiCA e le nuove categorie di token
Il regolamento sui Mercati delle Cripto-Attività (MiCA), in fase di implementazione, rappresenta un quadro normativo ambizioso dell’Unione Europea per disciplinare il mercato dei crypto-assets. MiCA introduce due categorie principali di token che soddisfano i requisiti per essere utilizzati nei pagamenti, a partire dal 30 giugno 2024 in cui è entrata in vigore la I parte del Regolamento, quali:
- Asset-Reference Token (ART). Questi token sono collegati al valore di più valute legali, merci o una combinazione di entrambe, rendendoli più stabili e utilizzabili come mezzo di pagamento.
- Electronic Money Token (EMT). Questi token sono direttamente collegati al valore di una singola valuta legale, come l’euro o il dollaro, e sono pensati per funzionare come una forma di moneta elettronica.
Le crisi di fiducia e la necessità di regolamentazione
Le recenti crisi di fiducia causate dai fallimenti di importanti exchange di criptovalute, come FTX, hanno sottolineato l’urgenza di regolamentare questo settore.
Fallimenti di exchange e vulnerabilità degli asset crypto
Tali fallimenti hanno evidenziato le vulnerabilità intrinseche degli exchange centralizzati, spingendo le autorità di regolamentazione in varie giurisdizioni a considerare misure per proteggere gli investitori e garantire la stabilità finanziaria.
Sfide per i regolatori a causa della natura decentralizzata
Tuttavia, la natura a-territoriale dei “crypto-assets” rappresenta una sfida unica per i regolatori. Questi non sono limitati dai confini geografici e operano su una rete globale decentralizzata, rendendo difficile l’applicazione delle normative tradizionali basate su confini nazionali. Questo ha portato al fenomeno del cosiddetto “jurisdictions shopping”, dove gli operatori di crypto-assets scelgono di stabilirsi in giurisdizioni con regolamentazioni più favorevoli o meno stringenti. Per affrontare queste sfide, sarà necessaria una cooperazione normativa internazionale. Solo attraverso uno sforzo coordinato tra diverse nazioni sarà possibile creare un quadro normativo efficace e uniforme che possa gestire le peculiarità dei crypto-assets, proteggere gli investitori e prevenire l’arbitraggio regolamentare.
Risposte normative a livello internazionale
Ecco alcuni importanti sviluppi normativi e le risposte di varie giurisdizioni (Tabella 1).
Tabella 1.
Paese | Organismo | Descrizione | Note |
Stati Uniti | Securities and Exchange Commission (SEC) | La SEC ha intensificato l’esame degli scambi e degli asset di criptovalute. Il presidente Gary Gensler ha sottolineato che molti token crypto sono “securities” e devono essere conformi alle leggi vigenti. | |
Commodity Futures Trading Commission (CFTC). | Anche la CFTC sta svolgendo un ruolo, in particolare nella regolamentazione dei derivati crittografici. Si chiede di chiarire i confini giurisdizionali tra la SEC e la CFTC. | ||
Unione Europea | Regolamento sui mercati dei crypto-asset (MiCA). | L’UE è stata proattiva con il quadro MiCA, che cerca di creare un ambiente normativo armonizzato per i crypto-asset in tutti gli Stati membri. Il MiCA copre un’ampia gamma di attività, tra cui l’emissione di crypto-asset e la gestione di piattaforme di trading. | |
Antiriciclaggio (AML) | L’UE ha proposto anche norme antiriciclaggio più severe per le transazioni in criptovalute, tra cui l’obbligo per i fornitori di servizi di criptovaluta di registrarsi e di condurre una due diligence sui clienti. | ||
Regno Unito | Autorità di condotta finanziaria (FCA) | La FCA ha implementato requisiti rigorosi per le attività di criptovaluta, tra cui la registrazione e la conformità alle norme antiriciclaggio. La FCA ha anche lanciato avvertimenti sui rischi degli investimenti in crypto-asset. | |
Asia. (Singapore) | L’Autorità monetaria di Singapore (MAS) | L’Autorità monetaria di Singapore (MAS) ha istituito un regime di licenze per i fornitori di servizi di criptovaluta, concentrandosi sulle misure antiriciclaggio e contro il finanziamento del terrorismo (CTF). La MAS sta inoltre valutando ulteriori regolamenti per affrontare la condotta del mercato e la protezione dei consumatori. | |
Asia. (Giappone) | L’Agenzia giapponese per i servizi finanziari (FSA) | L’Agenzia giapponese per i servizi finanziari (FSA) ha uno dei quadri normativi più sviluppati per i crypto-asset, richiedendo alle borse di registrarsi e di rispettare rigorosi standard di sicurezza e operativi. | |
Asia. (Cina) | La Cina ha adottato un approccio rigido, vietando la maggior parte delle attività legate alle criptovalute, tra cui il trading e il mining. Tuttavia, il Paese sta sviluppando attivamente una propria valuta digitale della banca centrale (CBDC). | ||
Cooperazione globale. | Financial Action Task Force (FATF). | Il FATF ha aggiornato le sue linee guida sulla regolamentazione degli asset virtuali e dei fornitori di servizi di asset virtuali, sottolineando la necessità per i Paesi di implementare la “regola del viaggio” (travel rule) per le transazioni crypto. | Il TFR introduce sostanzialmente l’obbligo in capo ai CASP di raccogliere e rendere accessibili alle autorità di controllo i dati informativi relativi ai cedenti e ai cessionari dei trasferimenti di crypto-assets di cui sono parte. Questo si applicherà interamente a decorrere dal 30 dicembre 2024. A tal proposito l’ESMA ha pubblicato: “Guidelines on information requirements in relation to transfers of funds and certain crypto-assets transfers under Regulation (EU) 2023/1113” disponibile al seguente link |
Organizzazione internazionale delle commissioni sui valori mobiliari (IOSCO). | La IOSCO sta lavorando allo sviluppo di standard internazionali per la regolamentazione dei crypto-asset per migliorare la cooperazione e la coerenza transfrontaliera. |
Il ruolo della crittografia nei crypto-asset
La narrazione attorno ai crypto-assets spesso enfatizza la loro presunta unicità e superiorità, principalmente a causa dell’uso della crittografia moderna. Tuttavia, questa prospettiva può essere fuorviante e basata su una comprensione incompleta di cosa siano effettivamente i crypto-assets e come funzionano.
La crittografia moderna, che comprende algoritmi complessi e tecniche avanzate per garantire la sicurezza e la privacy, è un elemento cruciale del funzionamento dei crypto-assets. Essa viene utilizzata per garantire l’integrità delle transazioni, la sicurezza delle chiavi private e l’autenticità dei blocchi nelle blockchain.
Tuttavia, è importante riconoscere che la crittografia moderna è già ampiamente utilizzata in molti altri settori finanziari e commerciali per proteggere le transazioni elettroniche, le comunicazioni e i dati sensibili.
Caratteristiche distintive dei crypto-asset: decentralizzazione, immutabilità, pseudonimato
La differenza principale tra i crypto-assets e altri asset finanziari non risiede nella crittografia stessa, ma nell’architettura decentralizzata delle blockchain e nella mancanza di un’autorità centrale che regoli e garantisca tali asset. Proviamo pertanto a elencare alcune differenze sostanziali quali ad esempio:
- A differenza dei sistemi finanziari tradizionali che dipendono da istituzioni centrali come banche e governi, i crypto-assets operano su reti decentralizzate di nodi che verificano e registrano le transazioni. Si definisce decentralizzazione.
- Una volta registrata una transazione su una blockchain, essa non può essere modificata o cancellata, garantendo un alto livello di integrità dei dati. Si definisce immutabilità.
- Le transazioni in criptovalute possono essere effettuate senza rivelare l’identità delle parti coinvolte, anche se tutte le transazioni sono pubblicamente visibili sulla blockchain. Si definisce pseudonimato.
Inoltre, per evitare l’arbitraggio normativo e creare un quadro regolatorio efficace, è cruciale che le autorità regolatrici definiscano chiaramente cosa costituisce un crypto-asset. Questa definizione dovrebbe essere uniforme e adottata a livello internazionale per ridurre le discrepanze tra diverse giurisdizioni.
Confronto tra definizioni di crypto-asset in diverse giurisdizioni
Nella seguente tabella (Tabella 2) si riportano le principali differenze, tuttora presenti e in vigore, in diverse giurisdizioni:
Tabella 2.
Paese | Crypto-Asset | Descrizione | Note |
Australia | Network crypto | Un token crittografico è un’unità di informazione digitale che può essere “utilizzata o controllata in modo esclusivo da una persona, anche se questa non controlla l’hardware ospitante in cui è registrato il token.” | Il passaggio chiave in questa definizione è il seguente: “usato o controllato esclusivamente”, che riflette il pensiero predominante nell’ecosistema delle cripto-attività ovvero quello di una “proprietà” individuale. |
Regno Unito | crypto-asset | “si intende qualsiasi rappresentazione digitale crittograficamente protetta di un valore o di diritti contrattuali che: a) possono essere trasferiti, memorizzati o scambiati elettronicamente, e b) che utilizza una tecnologia che supporta la registrazione o l’archiviazione dei dati (che può includere la tecnologia del libro mastro distribuito)”. | Il passaggio chiave di questa definizione è che comprende qualsiasi rappresentazione di valore che sia “protetta crittograficamente”. |
Europa | crypto-asset – MiCAR | “per crypto-asset si intende una rappresentazione digitale di valore o di diritti che può essere trasferita e conservata elettronicamente, utilizzando la tecnologia del libro mastro distribuito o una tecnologia simile”; | La presente definizione è quanto meno interessante poiché copre la rappresentazione digitale di valore o diritti “solo” se memorizzata su Distributed Ledger Technology (DLT) o tecnologia simile. Ne deriva pertanto che se un crypto-asset fosse memorizzato, ad esempio, su un archivio centralizzato, non sarebbe regolamentato, anche se potrebbe avere tutte le proprietà appena enunciate di un crypto-asset ospitato da una DLT appunto. |
Stati Uniti d’America | crypto-asset | “un qualsiasi asset digitale implementato utilizzando tecniche crittografiche”. | Pertanto, trattasi di una definizione di crypto-asset molto ampia che riguarda pertanto qualsiasi asset digitale utilizzando tecniche crittografiche. |
Il processo di crittografia è relativamente semplice ovvero un mittente fornisce a un computer un messaggio (che può essere qualsiasi cosa) da inviare insieme a una chiave per crittografare il messaggio in modo che sembri un linguaggio incomprensibile a un lettore. Quando il messaggio viene ricevuto, il destinatario lo presenta a un altro computer insieme a una chiave, se entrambi le chiavi coincidono allora il destinatario riuscirà a decifrare il messaggio iniziale. Nella maggior parte degli schemi, la stessa chiave viene utilizzata sia dal mittente che dal destinatario in quello che viene chiamato lo scambio di chiavi “simmetriche”. A metà degli anni ’70 è stato ideato un nuovo meccanismo di carattere questa volta “asimmetrico” che utilizza una matematica più sofisticata e che prevede l’uso di due chiavi diverse, la cosiddetta chiave privata e la chiave pubblica, per criptare e decriptare un messaggio segreto. Facciamo un esempio pratico. Nelle transazioni quotidiane, se si inserisce una carta di debito/credito standard in un terminale di un commerciante per effettuare un pagamento, la comunicazione con il fornitore del pagamento sarà crittografata utilizzando appunto la crittografia moderna e avanzata. Supponiamo, ad esempio, che io utilizzi la mia carta di debito contactless per acquistare del pane e che il denaro venga immediatamente detratto dal mio conto bancario. Si può affermare che il mio denaro sia un crypto-asset? Sulla base di quanto indicato nella Tabella 1, nel Regno Unito, la risposta è affermativa, poiché´ trattasi di una “qualsiasi rappresentazione digitale crittograficamente protetta di un valore o di diritti contrattuali”. Secondo la definizione presente negli Stati Uniti, è altrettanto affermativa, poiché´ trattasi di un bene digitale implementato con tecniche crittografiche. Alla stessa maniera in Australia, poiché trattasi di un token crittografico, ovvero un’unità di informazione digitale che può essere usata o controllata esclusivamente da una persona.
Necessità di un approccio normativo globale e coordinato
In conclusione, le autorità di regolamentazione dovrebbero piuttosto comprendere appieno il modo in cui la crittografia moderna potrà essere utilizzata in futuro nei mercati finanziari e affrontare le eventuali carenze normative che ne derivano. In sostanza piuttosto che adottare un approccio di carattere frammentario, giurisdizione per giurisdizione, alla regolamentazione dei crypto-assets in costante evoluzione, le autorità di regolamentazione dovrebbero riunirsi per considerare il problema molto più ampio e importante della nuova finanza, vedi ad esempio la Finanza Decentralizzata meglio conosciuta come De.Fi. , abilitata dalla crittografia e proporre un approccio più omogeneo e coordinato a ciò che questo significherà per i cittadini (più inclusione) e l’intero sistema economico (stabilità). Un approccio coordinato e omogeneo alla regolamentazione dei crypto-assets e della finanza decentralizzata è essenziale per affrontare le sfide poste da queste innovazioni tecnologiche.
Sfruttare i benefici della finanza abilitata dalla crittografia
Le autorità di regolamentazione devono lavorare insieme per comprendere appieno l’uso della crittografia nei mercati finanziari, sviluppare normative che proteggano gli investitori e promuovano l’innovazione responsabile, e considerare l’impatto più ampio sul sistema economico e sui cittadini. Solo attraverso una cooperazione internazionale e un approccio integrato sarà possibile sfruttare appieno i benefici della nuova finanza abilitata dalla crittografia. L’adozione della tecnologia blockchain presenta molte sfide legali e normative, come la protezione dei consumatori e la lotta alle attività criminali. Tuttavia, nel contesto globale è necessario un sistema finanziario e fiscale più accessibile e innovativo, in grado di migliorare la tassazione delle transazioni, automatizzare la maggior parte dei processi fiscali e semplificare gli onerosi requisiti amministrativi. È possibile trovare 𝙏𝙧𝙞𝙗𝙪𝙩𝙞 𝙚 𝙙𝙞𝙧𝙞𝙩𝙩𝙤 𝙣𝙚𝙡𝙡’𝙚𝙘𝙤𝙣𝙤𝙢𝙞𝙖 𝙙𝙞𝙜𝙞𝙩𝙖𝙡𝙚 (2024, ed. Gruppo 24Ore) in formato cartaceo o digitale (PDF)