I CIO (Chief Information Officer) delle grandi aziende devono stabilire le priorità tecnologiche su cui investire nel 2023, anno che si preannuncia difficile, anche se forse meglio del previsto, per l’economia, comunque dominato da volatilità e incertezza.
I tech leader dovranno dimostrare di saper tenere i costi sotto controllo, mentre introducono strumenti digitali, spaziando dall’intelligenza artificiale (AI) al cloud, dall’analytics all’automazione, per ridurre le inefficienze ed aumentare le vendite.
Risulta questo da una nostra inchiesta-sondaggio su alcuni dei CIO italiani più importanti di diversi settori.
- Brembo
- Edison
- Ferrovie delle Stato
- Generali
- Intesa Sanpaolo
- Marchesini
“Viviamo un periodo storico caratterizzato da molteplici fenomeni”, conferma Sergio Patano, Associate Director, Consulting and Custom Solution, IDC Italia, “che hanno un forte impatto sulla vita di ciascuno di noi. Da un lato la trasformazione digitale con la promessa di un mondo più smart, intelligente ed ecosostenibile grazie all’utilizzo della tecnologia, dall’altro i conflitti geopolitici, le interruzioni della supply chain, la carenza di forza lavoro altamente qualificata e l’inflazione, che hanno portato alla prima recessione dell’economia as-a-service”.
Tecnologie digitali del 2023: le sfide strategiche per le aziende
Ecco come i tech leader internazionali e i CIO di grandi aziende italiane stanno affrontando l’anno appena iniziato. Un anno in cui la maggiore criticità per le imprese consiste nella mancanza di competenze digitali. Ma per molti le difficoltà equivalgono a “opportunità da cogliere”, come ha affermato Massimo Pernigotti, CIO di Edison.
L’agenda dei CIO in uno scenario in continua evoluzione
Secondo la Presidente della Bce, Christine Lagarde, l’attesa recessione in Eurozona nel 2023 potrebbe essere più timida del previsto. Ma, al di là delle previsione, quest’anno si preannuncia un anno difficile, in cui molti navigano a vista. “Lo scenario di mercato è in continua evoluzione con il rialzo dei tassi ed uno contesto economico incerto”, conferma Massimo Proverbio, Chief IT Digital Innovation Officer di Intesa Sanpaolo.
I tech leader sono dunque sotto pressione per bilanciare le necessarie misure di taglio dei costi con gli sforzi indispensabili per adottare strumenti digitali con cui orientare le vendite anche nei momenti difficili. “Il mondo digitale”, infatti, osserva Roberto Tundo, Chief Technology, Innovation & Digital Officer del Gruppo Ferrovie dello Stato, “ha vissuto nel 2022 un anno complesso dopo quelli, già molto difficili, del 2020 e 2021”.
Tuttavia, data analytics avanzati, intelligenza artificiale e automazione promettono di aumentare l’efficienza in azienda e generare nuovi flussi di entrate. Ma sono priorità tech che i CIO sanno che richiedono ingenti investimenti iniziali, il cui impatto potrebbe avere effetto sui guadagni.
“I CIO devono cavarsela con meno”, dichiara al Wall Street Journal Bonnie Titone, chief information officer alla Duke Energy, “ma senza ridurre la produzione o compromettere i risultati positivi. “La domanda da porsi è: come ottenere gli stessi o migliori risultati senza spendere più soldi e consumare più energia”.
L’incertezza sarà il filo conduttore dell’anno
John-David Lovelock, chief forecaster all’IT research and consulting di Gartner, afferma che chi tiene la spesa IT sotto controllo, esprime al contempo l’esigenza di migliorare i servizi esistenti o crearne di nuovi. “Le priorità tech 2023 CIO sono complesse: progetti con time-to-value a breve termine hanno la priorità sui progetti a lungo termine”, teme Lovelock. Gartner stima che le aziende globali stiano decidendo perfino se congelare, tagliare o aumentare i budget IT nel 2023.
I dubbi dei CIO globali nel 2023: il confronto con i protagonisti italiani
I CIO devono delineare in maniera chiara le priorità per poter identificare i progetti di tecnologie di business che dovrebbero portare l’impatto più benefico, mentre abbandonano altre. “Bisogna saper dire di no o ‘non è il momento’”, dichiara Bonnie Titone.
Investire in strumenti per risparmiare come l’automazione conviene, ma il Chief Technology Officer di Tyson Food ammette che “dobbiamo risparmiare in alcune altre aree. Potrebbe voler dire aspettare un anno in più per sostituire i computer del personale o ridimensionare i budget IT”.
Alessandro Ventura, CIO e vice presidente dell’analytics e dei servizi business alla Unilever del Nord America, ha detto che l’economia in crisi, lo obbliga ad adattare le priorità IT e a focalizzarsi sul supporto ai mercati in evoluzione.
“Vediamo enfasi sulla predictive analytics, usata per impostare I prezzi dei prodotti in portafoglio,” spiega Ventura: “Abbiamo necessità di trovare un equilibrio ottimale fra costi e benefici, fra assicurare la competitività dei prezzi e la capacità di adattare i costi agli input esterni in aumento”.
Il CIO di Target, Brett Craig, ha affermato che il colosso del retail sta aumentando la mole dei dati per massimizzare l’impatto dell’AI e del machine-learning nelle operazioni: “Continuiamo a sfruttare sorgenti di advanced data per conoscere in maniera più approfondita la nostra clientela e rendere prioritarie le soluzioni tecnologiche più rilevanti”, dichiara Craig.
CIO di Intesa Sanpaolo: come affrontare le incertezze del 2023
Intesa Sanpaolo con il Piano Industriale 22-25, “ha già posto le basi per una trasformazione strutturale in risposta all’evoluzione del contesto di mercato”, illustra l’ingegner Massimo Proverbio: “Il progetto ISYBank parte dal lancio di una nuova banca digitale per abilitare una trasformazione profonda del modello operativo di tutta la banca”.
“Intesa Sanpaolo in questo modo riuscirà a coniugare la semplicità, la dinamicità dell’offerta e di utilizzo di una fintech con la solidità, l’ampia gamma di offerta, la sicurezza e la rispondenza ai requisiti di protezione della clientela di un grande Gruppo”, sottolinea il Chief IT Digital Innovation Officer di Intesa Sanpaolo: “In particolare, ISYBank avrà un costo del servizio ed una offerta adeguata alle esigenze digitali della sua clientela.
Una offerta completa e digitale insieme ad un modello di costi scalabile sono quanto serve per indirizzare l’attuale contesto di mercato che forse creerà più difficoltà a chi ha creato modelli di business troppo focalizzati e che l’aumento dei tassi rischia di compromettere o a chi non ha ancora avviato un chiaro percorso di trasformazione del modello operativo”.
Veduta lunga
Molti CIO rispondono alle difficoltà, investendo sul cloud e sull’IT governance, scegliendo le aree di investimento a maggior produttività e scommettendo sulla resilienza. “Gli investimenti sul cloud, per non essere parziali o solamente tattici, richiedono di essere adeguatamente pianificati nel medio/lungo periodo. Ricordo che Intesa Sanpaolo ha siglato più di due anni fa un accordo con TIM e Google per la creazione di due region cloud: una a Milano (già disponibile) e un’altra Torino (operativa nei prossimi mesi) che sono state realizzate secondo specifiche indicazioni della Banca anche per essere pronte a recepire il Regolamento DORA sulla “resilienza operativa” nel settore finanziario in UE. Siamo quindi in grado di proseguire il nostro percorso verso il cloud in modo strategico e senza limitazioni: ISY Bank sarà un buon esempio di applicazione di questa strategia”, continua Massimo Proverbio.
“La strategia di investire di anno in anno in modo focalizzato su alcune tecnologie, mantenendosi comunque all’interno di un percorso di lungo termine ben definito, ci consente inoltre di riusare ed ottimizzare gli investenti fatti. L’essere già avanti, rispetto anche ai nostri competitor europei, nell’adozione del cloud faciliterà infatti anche lo sviluppo e l’industrializzazione a livello di Gruppo di soluzioni di Intelligenza Artificiale”, conclude il Chief IT Digital Innovation Officer di Intesa Sanpaolo.
Il CIO di Edison: le priorità nel 2023
“Le criticità del 2023 possono diventare opportunità”, commenta Massimo Pernigotti, CIO di Edison impegnato in un’autentica digital transformation: “La nostra azienda è in crescita. Da anni investiamo nella trasformazione digitale, attraverso la trasformazione e l’ingegnerizzazione dei processi. Con una metafora mutuata dal ciclismo, possiamo dire che è in salita che si fa la differenza, non nelle tappe di pianura”.
Cloud e manutenzione predittiva
Edison continua a puntare sulla nuvola. “Nel cloud stiamo investendo tantissimo”, conferma Pernigotti, “tanto che nel 2023 porteremo a termine – con la chiusura del data center on-premise – il progetto che porta tutto in cloud, un cloud quasi ‘puro’, appoggiato ad AWS come cloud provider principale e ad una serie di software SaaS (software-as-a-service), con una pletora di applicazioni sparse nella galassia del mondo cloud”.
“Stiamo inoltre completando progetti prodromici al passaggio in cloud”, sottolinea il CIO di Edison: “Per esempio, stiamo anticipando l’installazione di Sap4Hana: avremmo avuto tempo per installarlo fino al 2027, ma abbiamo deciso di sfruttare il passaggio al cloud e farlo adesso”, proprio perché le criticità del 2023 devono diventare opportunità. “Analogamente stiamo rinnovando i processi del commerciale, sfruttando l’implementazione del cloud computing. L’obiettivo non è, infatti , una pura migrazione ‘lift&shift’ , ma una completa
reingegnerizzazione in senso digitale dei processi e degli applicativi, sfruttando il passaggio al mondo cloud”.
Altro campo in cui sta investendo l’azienda, specializzata nei settori dell’approvvigionamento, produzione e vendita di energia elettrica e gas, è la predictive maintenance. “Stiamo sviluppando da tempo nel mondo power asset dei progetti dedicati alla manutenzione predittiva”, spiega Massimo Pernigotti, “nel 2023 il progetto sarà completato e necessiterà solo di roll-out, estendendo la predictive maintenance agli impianti non ancora coinvolti: idroelettrici e anche ad alcuni termoelettrici”.
La mancanza di skills digitali
La vera criticità delle aziende oggi è la difficoltà di trovare talenti e competenze, “il collo di bottiglia vero dello sviluppo”, conclude il CIO di Edison, “Non mancano le idee da sviluppare per investire in tecnologia, non mancano i fornitori per la scrittura del codice,
invece, in generale, mancano i talenti per seguire i progetti. Per fortuna Edison è un brand che attrae talenti e abbiamo procedure di selezione e recruiting tali da attirare competenze, ma rimane il fatto che la mancanza di skills digitali è la più grande criticità per le aziende”.
Gruppo Generali: approccio omnicanale, automazione e AI
Assicurazioni Generali conferma la validità del piano strategico 2022-2024. “Gli investimenti in tecnologia e digitalizzazione previsti dal piano ammontano a 1,1 miliardi di euro”, afferma Gruppo Generali, “con un aumento del 60% rispetto all’ultimo ciclo strategico e comprendono ulteriori investimenti per aumentare il valore del cliente attraverso il modello di consulenza ‘Partner di Vita’, ampliando le capacità di consulenza digitale e stabilendo un approccio omnicanale attraverso tutti i canali di distribuzione”.
L’omnichannel, automazione e AI sono le direttrici degli investimenti di Assicurazioni Generali.
“Il Gruppo investirà inoltre nello sviluppo di piattaforme condivise, in nuove competenze nell’utilizzo dei dati e in una maggiore adozione di tecnologie di smart automation e di intelligenza artificiale. Si ridurranno quindi i costi e si realizzerà ulteriore efficienza
operativa, con un beneficio di 2,5-3,0 p.p. nel cost/income ratio di Gruppo”.
Generali punta a rafforzare “la propria leadership tecnica con un motore di innovazione che unisca progetti interni con iniziative guidate da partnership. Un nuovo fondo di venture capital da 250 milioni euro focalizzato sull’insurtech” che consentirà a Generali di “cogliere sul mercato opportunità ad alto potenziale”.
Assicurazioni Generali prevede inoltre il debutto di “una nuova piattaforma digitale diretta per intercettare una parte più ampia del bacino di profitti digitali in Europa”, conclude il Gruppo.
Secondo l’Italian Insurtech Association (Iia), l’Italia prevede di investire un miliardo di euro nell’Insurtech 2023, dopo 450 milioni complessivi investiti l’anno scorso (contro i 3 miliardi di Germania e Uk e 2 miliardi della Francia).
Il CIO della Liberty Mutual Insurance, Monica Caldas, conferma che la capacità “di saper adattarsi diventa importante per rispondere alle mutevoli condizioni di mercato”. “Stiamo investendo sempre più in agilità, sia nel modo in cui lavoriamo che negli strumenti digitali che usiamo”.
La CIO di Marchesini: l’agenda 2023 punta sulla conservazione delle competenze
“Il nostro business, quello delle tecnologie meccaniche e robotiche avanzate per il confezionamento dei prodotti farmaceutici e cosmetici“, afferma Marinella Alberghini, CIO di Marchesini, “è di solito anelastico rispetto alle numerose dinamiche che influenzano i mercati nazionali e internazionali”.
Però “anche noi siamo lambiti da tematiche quali la crisi energetica e la perdita delle competenze interne e dei clienti”, avverte Alberghini: “Riguardo al primo punto, fortunatamente non siamo un business energivoro. Più significativo per noi è il secondo aspetto, la conservazione umana delle competenze. Anche in Marchesini Group stiamo pensando a come modificare in parte questo paradigma, scelta dettata esternamente da un mercato del lavoro sempre più veloce e internamente da un cambio generazionale legato al prossimo compimento dei 50 anni dell’azienda”.
Il talento è la risorsa da tenere sempre a mente, afferma Brad Peterson, chief technology e chief information officer del Nasdaq. Spiega che i rallentamenti economici possono offrire opportunità per rivalutare lo sviluppo del talento e le carriere interne. “Questa è un’opportunità per le aziende per promuovere dall’interno gli impiegati che non hanno necessariamente tutte le competenze, ma che hanno voglia di imparare e fare carriera”, sostiene Peterson.
La tecnologia Romeo AR
“Stiamo lavorando, ad esempio, a una tecnologia che abbiamo chiamato Romeo AR”, spiega la CIO di Marchesini: “Si tratta di uno strumento nato per aiutare i tecnici dei clienti durante le attività di cambio formato e che viene acquistato come se fosse un pacchetto di assistenza virtuale. Questa tecnologia funziona anche come piattaforma di learning e formazione: i nostri tecnici stanno creando una sorta di repository virtuale posta all’interno del portale cliente, così da andargli incontro e fornire il training necessario al momento giusto. La messa a regime richiederà tempo ma così, se un nostro collaboratore storico va via, sappiamo che la sua competenza – e indirettamente il know-how che serve al cliente – non andranno perduti”.
Algoritmi dell’AI
La digitalizzazione di Marchesini interessa poi altre aree interne. “Nel tempo presente ricorriamo agli algoritmi dell’AI per la manutenzione predittiva”, illustra Marinella Alberghini: “Nel futuro, che però è già iniziato, la stessa AI verrà utilizzata per migliorare i sistemi di visione e ispezione utilizzati durante i cicli di confezionamento dei prodotti farmaceutici e per rendere più intelligente la robotica necessaria a movimentare i prodotti sulle nostre linee. Ulteriori evoluzioni investono la tematica della sostenibilità: sono già in atto nel nostro polo della termoformatura di Carpi esperimenti che, partendo dallo studio in real time del funzionamento dei macchinari che lavorano i blister farmaceutici, aiuteranno a trarre conclusioni legate all’efficientamento energetico. Ad esempio, essi ci diranno se possiamo utilizzare meno materiale plastico, quanto accoppiarlo con materiali di riciclo, di quanto possiamo abbassare le temperature necessarie per la saldatura dei blister”.
La cybersecurity
Infine, la CIO di Marchesini pone l’accento nel 2023 sulle “nuove sfide lato cybersecurity”, dal momento che “digitalizzazione significa macchinari connessi, dunque cloud”: “Stiamo sviluppando nuovi strumenti di protezione sia lato macchina che lato protezione dei dati del cliente; questo lavoro ci condurrà alla creazione di una nuova architettura hardware e software delle macchine che sarà in grado di garantire la sempre più importante sicurezza dei dati”.
In conclusione, “anche noi abbiamo individuato una serie di aree che vanno digitalizzate quanto prima. Per il resto, ci affidiamo come sempre alla nostra creatività di costruttori italiani ed emiliano-romagnoli”, conclude Marinella Alberghini.
Chief Technology, Innovation & Digital Officer di FS: i progressi
“Sebbene la carenza di elementi primari per le infrastrutture digitali abbia mostrato segni di progressivo miglioramento da parte della supply chain nella prima parte dell’anno, ulteriori elementi di perturbazione indotti dalla crisi Russia-Ucraina e le relative ricadute sul mondo finanziario, dei materiali, dei combustibili e del costo dell’energia hanno nuovamente reso molto fluido e instabile il contesto generale di riferimento”, mette in evidenza Roberto Tundo, Chief Technology, Innovation & Digital Officer del Gruppo Ferrovie dello Stato.
“È emersa, con ancora maggiore evidenza del passato, l’assoluta necessità di privilegiare la diversificazione della supply chain e di assumere posture di generale resilienza del Business attraverso un’agilità del supporto digitale che deve integrare ‘by design’ tale tema lungo l’intero ciclo di vita delle soluzioni proposte e porsi, in ragione dei sempre più frequenti attacchi hacker, in una posizione attiva e non soltanto difensiva in termini di cybersecurity”, spiega Roberto Tundo: “Tali elementi si sommano, infine, a un ulteriore elemento di complessità: la carenza di talenti nell’ambito delle discipline STEM e il rischio, sempre più ampio per questo, di generare una bolla del mercato del lavoro dagli effetti impredicibili”.
I pillar di base a supporto dei processi di business
Per rispondere a tale scenario, “non esiste una linea di condotta unica”, sottolinea il Chief Technology, Innovation & Digital Officer del Gruppo Ferrovie dello Stato, “ogni settore di business ha le sue peculiarità ma alcuni elementi costituiscono pillar di base:
- consolidare il ruolo del Chief Technology & Digital Officer nelle decisioni strategiche aziendali affinché le soluzioni digitali a supporto dei processi di business siano nativamente in linea con essi;
- disporre di soluzioni ‘platform based’ per garantire rapidità di soluzione e costi ridotti di sviluppo;
- garantire che le soluzioni tecniche (automazione dei processi industriali, controllo, monitoraggio) siano facilmente integrabili nei processi di business complessivi dell’azienda;
- operare quanto necessario a rafforzare il governo delle decisioni in ambito aziendale (da cui, ancora una volta, il tema dell’importanza delle competenze);
- avere consapevolezza in prima persona del potenziale e delle capabilities della frontiera tecnologica e digitale”.
Le commodities
“Il mondo del digitale, così come il mondo delle tecnologie nel suo complesso, amplia sempre di più quegli elementi che – raggiungendo la fase di maturità del ciclo di vita – entrano a far parte delle cosiddette ‘commodities’”, spiega Roberto Tundo: “Elementi costitutivi dello stack di soluzioni digitale che, sino a pochi anni fa, erano soluzioni sulla frontiera tecnologica e digitale adesso sono divenuti strumenti di uso comune di semplice accesso e altrettanto semplice capacità di governo a patto, ancora una volta, di disporre delle adeguate competenze in logica di governo”.
Cio Gruppo FS: nel 2023 il modello hub & spoke
Il Gruppo FS ha deciso, “in considerazione del ruolo che tecnologia, digitalizzazione e innovazione assumono per rendere concretamente attuato il nuovo Piano Industriale, di creare una famiglia professionale specificamente dedicata, di allocare in ambito alla Holding di Gruppo le decisioni strategiche e il generale coordinamento per tali tematiche e adottare un modello operativo e di relazione di tipo ‘hub & spoke’ tra l’Hub della famiglia professionale Technology, Innovation & Digital e gli Spoke societari definiti nell’ambito di ciascuna delle società del Gruppo”, illustra il Chief Technology, Innovation & Digital Officer del Gruppo Ferrovie dello Stato.
“Sono stati quindi identificati gli assi tech & digital di maggior rilievo per l’attuazione del Piano Industriale di Gruppo e attivato un Programma multistream di Gruppo (c.d. ‘Refoundation’) all’interno del quale coordinare complessivamente l’insieme delle iniziative tecnologiche e digitali occorrenti unitamente a un generale piano di Change Management. Si è, inoltre, passati da un puro rapporto Cliente-Fornitore con i principali player del Gruppo a un ruolo di partnership stante la comune responsabilità di raggiungimento degli obiettivi. Energia, Connettività, Automazione, ‘cybersec by design’, impiego dell’augmented intelligence e competenze costituiscono gli assi portanti del Gruppo nei prossimi anni”, conclude il il Chief Technology, Innovation & Digital Officer del Gruppo Ferrovie dello Stato.
CIO di Brembo: nel 2023 preoccupa l’incertezza nella supply chain
“L’industria automotive ha di fronte a sé la sfida di dover adottare rapidamente nuove tecnologie in un periodo storico che vede l’ingresso nel mercato di nuovi player che stanno cambiando i paradigmi del settore”, commenta Edward Mandic, Chief Information Officer di Brembo.
L’incertezza è aumentata in modo significativo lungo l’intera catena di fornitura. “Per questa ragione”, prosegue il CIO di Brembo, “all’IT viene chiesto di supportare i CEO e i team esecutivi con analisi dei dati in tempo reale per favorire processi decisionali migliori, accelerando l’applicazione di intelligenza artificiale e di prodotti e servizi smart, bilanciando al contempo gli investimenti”.
Per favorire lo sviluppo del business, “l’IT deve sfruttare soluzioni di Industria 4.0, il cloud, modelli SaaS e approvvigionamenti multi-fornitore”, solo per citarne alcuni. “Ciò richiede un modello operativo IT molto diverso da quelli che esistono ancora oggi in diverse aziende nazionali e internazionali. Un aspetto che mette molta pressione sulla formazione dei dipendenti, sulla loro fidelizzazione e soprattutto sull’acquisizione di nuovi talenti”, mette in evidenza Edward Mandic.
“Dal 2021 Brembo ha accelerato la sua trasformazione digitale a sostegno della missione di diventare un autorevole Solution Provider per i propri clienti, racchiudendo tutte le attività necessarie a questa trasformazione in un unico programma”, conclude il CIO di Brembo: “Ciò garantisce che tutti i progetti siano focalizzati sul raggiungimento dei rispettivi obiettivi, assicurando al tempo stesso che sia soddisfatta la strategia aziendale. Senza l’IT a guidare questo processo, tutto ciò non sarebbe possibile”.
Le prospettive di mercato per i CIO nel 2023
Le aziende investono nella tecnologia per battere la recessione. Gartner stima che la spesa IT crescerà del 5.1% nel 2023 a quota 4.6 miliardi di dollari, in salita rispetto alla crescita della spesa inferiore dell’1% quest’anno, ma ancora solo la metà del tasso del 2020.
“Sappiamo che dobbiamo essere pronti ad ogni ecosistema economico, ed abbiamo cambiato le IT operation in maniera tale da migliorare l’agilità delle organizzazioni, anticipando bisogni e capacità di adeguarsi”, afferma il CIO di Chevron, Bill Braun. Per dedicarsi alle incertezze, il suo team abbraccia cicli di pianificazione trimestrali, poiché “è impossibile prevedere cosa accadrà fra un anno”.
Il ruolo della resilienza
Il trucco di fare più con meno, secondo John Roese, chief technology officer di Dell, consiste nel vagliare l’uso del cloud per i tech leader. Roese ha spiegato al Wall Street Journal che oggi i CIO possono trarre vantaggio dalle opzioni offerte dal cloud (pubblico, privato, edge e collocated cloud services), quando le condizioni di mercato diventano più dure.
“A causa delle sfide economiche che il mondo affronta, dobbiamo guardare ad ogni decisione cloud da un punto di vista business, tecnologico ed economico a lungo termine”, precisa Roese.
Invece di “digitalizzare ogni cosa”, una tentazione nei tempi di crescita economica, gli enterprise technology chief devono raddoppiare la buona governance IT, secondo Ron Guerrier, CIO di Hp. Significa che bisogna identificare le aree che offrono maggior valore, in termini di produttività, ed offrire resilienza a lungo termine. “Dobbiamo deliberare su come usiamo le risorse nel nostro ruolo di CIO, ma soprattutto su come fronteggiamo un’economia impegnativa nel 2023”, sostiene Guerrier.
Altri technology leader aziendali hanno illustrano che i fisiologici cicli economici, segno più e segno meno, non dovrebbero alterare la missione complessiva dei dipartimenti IT o costringerli a cambiare corso. “L’economia non ha cambiato i miei piani”, conferma Diogo Rau, chief information and digital officer della Eli Lilly: “Non coprirò il mio budget tecnologico con bitcoin”.
I cinque imperativi di IDC per i CIO
“CIO e leader IT nel 2023 devono ripensare il proprio ruolo e quello dell’organizzazione IT in un contesto di business che non solo è sempre più incerto dal punto di vista economico, ma è ormai anche digital-first. Per compiere questa trasformazione, si stanno facendo orientare dai seguenti cinque imperativi”, conclude Sergio Patano (Idc). “Bisogna:
- affrontare nuove responsabilità che porteranno i CIO a essere ‘sfidati’ dai responsabili
delle LOB e a necessitare di un gruppo IT efficace per la gestione di un IT pervasivo; - orientare lo sviluppo dei modelli operativi all’adozione di soluzioni per ottimizzare il
value stream, l’architettura agile e la gestione del rischio, e a sfruttare la resilienza come un vantaggio; - fornire un’automazione approfondita e multi-dipartimentale che incrementi l’adozione di soluzioni di AI/ML anche per rispondere allo skill gap;
- accelerare la capacità di generare valore di ogni singolo dipendente anche grazie all’adozione dell’AI per migliorare l’Employee Experience;
- adottare un IT playbook con nuovi approcci per la definizione del budget e dell’approccio alla sostenibilità”.
Conclusioni
Per scongiurare uno scenario di rallentamento economico o moderata recessione (sia in termini di Pil che di durata, grazie al calo del costo dell’energia di 3/4 rispetto ai massimi di agosto), abbinato a un’inflazione fra il 7 e l’8 per cento, l’Italia deve fare di più, soprattutto per rafforzare le competenze digitali e confermare gli obiettivi del Pnrr. Il nostr Paese deve scongiurare il rischio stagflazione. Le aziende italiane devono sostenere la crescita, imboccando la strada degli investimenti. I CIO hanno dunque in mano le chiavi nel 2023 per rispondere alle sfide attuali, delineate anche al World Econimic Forum di Davos. La priorità è investire in trasformazione digitale, cloud (SaaS), analytics, sostenibilità, customer experience e smart working.
In epoca di incertezze e imprevedibilità, i CIO si muoveranno fra budget IT e Pnrr, sapendo che il loro ruolo sarà sempre più proattivo, un innovatore digitale impegnato a consolidare la confluenza tra IT e business, a diffondere cultura digitale e a ridefinire le innovazioni nel business in un’economia di scarsità e crescita soggetta a interventi di politiche pubbliche sull’economia, in era di cicli economici non più lineari ed accorciamento delle supply chain globali.