L’arrivo dell’intelligenza artificiale generativa e la sua rapidissima diffusione sta avendo un impatto molto significativo sul presente e sul futuro della creazione di contenuti.
Grazie all’ ampia diffusione di software e tool che sfruttano le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa le narrazioni delle aziende e dei loro brand si stanno sviluppando in storytelling multimediali impensabili rispetto, solo, a pochi anni fa.
I mercati sono conversazioni: il ruolo dei contenuti
Lo storytelling, quindi, è sempre più centrale nelle strategie di marketing e comunicazione delle aziende e dei loro brand, al pari di altre strategie diventate però, quasi, secondarie. Già venticinque anni fa, con la pubblicazione del Cluetrain Manifesto, l’insieme delle 95 tesi per tutte le imprese che operano all’interno del nuovo mercato interconnesso, veniva diffuso il concetto che i mercati sono conversazioni. Questa tesi, oggi, è vera più che mai.
Perché i mercati sono conversazioni? Le conversazioni sono di fatto rapporti, e ciò che lega realmente il cliente e/o il pubblico e lo fidelizza è il rapporto diretto che si crea con le aziende e i loro brand tanto che sono sempre più le aziende ad andare nella direzione della media company.
Il perché lo spiega, in modo chiaro, Beat John Kim, co-fondatore e CEO di SendBird, chat aziendale di ultima generazione adottata da oltre 250 milioni di lavoratori.
“Quando non possiedi una piattaforma, non puoi controllare veramente le interazioni con il tuo pubblico”, ecco perché sono sempre di più le aziende e i loro brand che decidono di investire in piattaforme di proprietà, ma torniamo ai contenti.
Al giorno d’oggi, infatti, non è più sufficiente presentare un prodotto o un servizio, è sempre più importante raccontarlo e, soprattutto, farlo raccontare comunicando valori, idee e impegni che l’azienda (o il brand) assume nei confronti del contesto nella quale opera.
Dagli user generated content (UGC) agli artificial intelligence generated content (AIGC)
In quest’ottica al centro di tutto ci sono i contenuti e in quella che è stata definita “la seconda vita del social media”, sempre meno social e sempre più media, soprattutto quelli generati dagli utenti, noti nel mondo del marketing e della comunicazione con l’acronimo UGC (user generated content), cioè l’insieme delle voci di clienti e, più in generale, del pubblico di un’azienda e dei suoi brand.
L’evoluzione degli UGC, realizzati con l’ausilio di strumenti di intelligenza artificiale, soprattutto generativa, sono gli AIGC, artificial intelligence generated content.
Uno dei principali vantaggi dell’utilizzo dell’AIGC è la creazione automatizzata di contenuti. Con gli AIGC, le aziende possono generare articoli su prodotti o servizi, post di blog, campagne pubblicitarie, video, mini-serie, paper, podcast e recensioni di alta qualità senza intervento umano.
Come riportato da ilSole24Ore i consumatori trascorrono 5,4 ore al giorno sui contenuti autoprodotti, ritenuti per il 75% dei marketer preziosi perché rendono un brand più autentico quando vengono intercettati.
Ed in un periodo di information overload dovuto all’ abbondanza di informazioni su internet l’autenticità diviene un driver strategico per le aziende e i loro brand.
Inoltre, in questo momento storico, i confini che tradizionalmente delineavano i ruoli dei consumatori e delle aziende e i loro brand si stanno sfumando man mano che gli utenti assumono ruoli sempre più creativi che in precedenza erano gestiti esclusivamente dalle aziende stesse oppure da professionisti del settore (agenzie di pubblicità e comunicazione).
In un’epoca in cui i consumatori, come detto, richiedono brand e comunicazioni sempre più autentiche, i contenuti generati dagli utenti diventeranno un elemento via via sempre più importante per la maggioranza degli esperti di marketing online.
Secondo l’edizione americana di Forbes la creazione di contenuti altamente personalizzati è una risposta strategica ai cambiamenti del mercato e delle preferenze dei consumatori da parte delle aziende e i loro brand. I marketer che adottando questo approccio possono dimostrare di comprendere e soddisfare le esigenze dei propri clienti e attrarne dei nuovi.
Gli strumenti IA per la creazione dei contenuti
La tecnologia a disposizione, e facilmente accessibile, offre un enorme potenziale per andare nella direzione giusta e creare contenuti unici e personalizzati. È chiaro che non esiste un solo strumento per gesitre tutti i processi utili per la creazione di uno o più contenuti di qualità.
Sono molti i sistemi di IA generativa a disposizione, su larga scala per la creazione di contenuti. Dal notissimo ChatGPT (il cui ultimissimo aggiornamento è stato rilasciato lo scorso 13 maggio) che ha già mostrato notevoli capacità nel generare testo simile a quello prodotto dagli esseri umani a DALL-E 3 e MidJourney, ad esempio, che sono tra i tool legati all’intelligenza artificiale più noti al mondo e permettono, a qualsiasi utente, di generare immagini a partire da una descrizione testuale.
Descript, una piattaforma all-in-one per la creazione di contenuti che combina funzionalità di trascrizione, editing audio e editing video in un flusso di lavoro fluido e intuitivo. Offre una gamma di potenti funzionalità basate sull’intelligenza artificiale (AI) per semplificare il processo di creazione di contenuti per podcaster, creatori di video e altri creatori di contenuti.
Con Soundraw, già noto ai creator professionisti, adesso anche i non addetti ai lavori possono inventare da zero colonne sonore per spot e/o video.
Copy.ai, invece, non può mancare per generare contenuti accattivanti sui social media.
Looka.com invece consente di creare, da zero, una brand identity completa.
Con questo stack martech per creator anche gli utenti meno esperti e senza l’ausilio di altre risorse possono entrare, da protagonisti, in quella che è una vera e propria arena dei contenuti.
Coca-Cola e Mercedes EQ: i colossi che investono nell’IA generativa
Secondo Global webindex il 18,1% degli utenti usa almeno uno degli strumenti di IA a disposizione circa una volta alla settimana, ma il trend è in rapida crescita. Ed anche le aziende, intanto, iniziano a sperimentare contenuti generati dagli utenti grazie all’IA.
Coca-Cola è uno dei primi colossi globali a tuffarsi a capofitto nell’intelligenza artificiale generativa, l’azienda punta a fondere l’intelligenza artificiale con la creatività umana per migliorare sia la brand identity che la comunicazione.
Coca-Cola, in collaborazione con OpenAI, ha lanciato una campagna realizzata dall’intelligenza artificiale intitolata “Masterpiece”, fondendo magistralmente elementi artistici ed elementi live-action per un’esperienza visiva senza precedenti.
Molte delle opere d’arte che si vedono nello spot (e visibili anche in una gallery on-line) sono state realizzate, grazie all’IA, dagli utenti.
L’azienda di Atlanta ha lanciato anche Coke SoundZ, una piattaforma gratuita per permettere agli utenti di trasformare i suoni delle famose lattine rosse in musica tramite intelligenza artificiale.
“Coke SoundZ è l’esempio perfetto di come stiamo utilizzando l’intelligenza artificiale per creare esperienze migliorate e personalizzate per i fan”, ha dichiarato in un comunicato Pratik Thakar, Vice President and Global Head of Generative AI at The Coca-Cola Company.
Mercedes EQ, il brand full electric di Mercedes Benz, la casa automobilistica di Stoccarda, ha chiesto agli utenti di disegnare l’auto del futuro grazie ad un sistema di intelligenza artificiale text-to-image.
“Siamo particolarmente orgogliosi di questa campagna, la prima in assoluto nel mondo dell’automotive italiano che sfrutta un’Intelligenza Artificiale, invitando gli utenti ad immaginare il futuro e a renderlo tangibile attraverso un’immagine spettacolare generata da un algoritmo. Questo progetto ci permetterà non soltanto di condividere i nostri obiettivi e valori, ma anche acquisire nuovi spunti e una maggiore consapevolezza sulla percezione ed i desiderata degli utenti verso la mobilità del futuro” ha spiegato Mirco Scarchilli Responsabile Marketing Communication Experience di Mercedes-Benz Italia.
La centralità del contenuto nelle strategie di marketing
Grazie a strumenti sempre più semplici da utilizzare ed in grado di generare risultati di altissima qualità e stack sempre più completi chiunque può essere un creator. Sarà la capacità di ideare ad essere man mano maggiormente determinante per il successo di una strategia.
“Se inizialmente veniva vista come la novità esotica, oggi i marketer stanno comprendendo le reali potenzialità del mezzo e le sue ricadute pratiche. Un cambio di percezione che ha tramutato l’Ai da eccezione a supporto quotidiano, andando a contaminare quasi tutte le attività dei team” ha spiegato a ilSole24Ore Matteo Pogliani fondartore dell’Osservatorio Nazionale Influencer Marketing e autore del libro “Professione influencer”.
Se l’era dell’influencer puro pare essere alla fine il futuro, grazie all’intelligenza artificiale generativa, potrebbe essere dei creator con il contenuto (e il formato) a prendere la centralità nelle strategie di marketing e comunicazione delle aziende e i loro brand. Forse è presto per dirlo ma i segnali non mancano. Secondo StartUp Italia il mercato globale della creator economy vale ben più di quattro volte il mercato dell’influencer marketing.
Conclusioni
In conclusione, l’era dei contenuti generati dagli utenti è qui per restare. In un mondo sempre più digitale e interconnesso, i consumatori non sono più solo spettatori passivi, ma attori principali nella creazione e condivisione dei contenuti. E per i brand, abbracciare questa realtà significa abbracciare l’autenticità e la fiducia, ingredienti essenziali per il successo nel moderno panorama del marketing.