Google sta introducendo funzionalità basate sull’IA che generano riassunti e risposte dirette alle query degli utenti, anziché fornire semplicemente un elenco di link come avvenuto finora. La chiama AI Overviews e intende offrirla a tutti gli utenti, a partire dagli Usa, entro fine anno.
Questa trasformazione guidata dal modello di IA generativa Gemini di Google ed è in preparazione da tempo. Suscita preoccupazioni a vario titolo sulla sostenibilità del web e del giornalismo, su cui Google per ora prova a minimizzare.
Come funziona Ai Overviews
Per capire meglio di cosa stiamo parlando, facciamo un esempio: entro in una biblioteca – quella con i libri di carta, per intenderci – per fare una ricerca. Chiedo informazioni all’addetto, al quale specifico l’argomento che m’interessa. Lui, prima di spiegarmi dove andare a cercare, mi propone una sorta di tesina che preparerà lui stesso in due giorni. Ovviamente risparmierò tempo e fatica, penso, anche fisica, ma consentirò a quel tizio di scegliere le fonti in base ai suoi gusti e alle sue inclinazioni. Magari conosce o stima un autore più che un altro. Poi metterà dentro la sua tesina, insieme alle citazioni per renderla più credibile e accurata, qualche opinione personale.
A questo punto facciamo un salto dall’analogico al digitale, sostituendo il sottoscritto con un qualunque utente che deve fare una ricerca su internet e vuole usare il motore più diffuso, e il tizio della tesina con Google. Già, perché, fuor di metafora, è proprio questo che sta accadendo con AI Overviews.
I dettagli di AI Overviews
L’anno scorso Google ha creato una sezione che consentiva agli utenti di provare nuove funzionalità sperimentali, chiamata Search Generative Experience. Da allora ci si è chiesti quando tali funzionalità sarebbero entrate definitivamente nel motore di ricerca Google. Ebbene, in questi giorni le panoramiche generate col supporto di Gemini verranno rese disponibili a tutti gli utenti degli Stati Uniti. Entro la fine del 2024 in tanti altri Paesi.
Appariranno su tutte le piattaforme: sul Web e sui dispositivi mobili, e come parte dell’esperienza dei motori di ricerca nei browser, ad esempio quando le persone effettuano ricerche tramite Google su Safari. Un elemento chiave di questa nuova esperienza di ricerca è la funzione “AI Overviews“, che genera riassunti in formato di testo posizionati in cima ai risultati di ricerca. Questi riassunti tentano di rispondere direttamente alle query degli utenti, attingendo informazioni da vari siti web e sintetizzandole e offrendo link alla fonte originale.
Secondo Liz Reid, responsabile di Google Search, gli Overviews AI appariranno solo per query complesse, mentre per ricerche semplici verranno ancora mostrati i tradizionali link blu.
Un’altra novità è la funzione di pianificazione, che consente di chiedere a Google di creare piani pasto o di trovare studi di pilates nelle vicinanze con sconti per i nuovi iscritti. L’IA raccoglierà informazioni pertinenti, riassumerà le recensioni e traccerà i percorsi per raggiungerli. Inoltre, Google sta sperimentando una modalità “AI-organized” che riorganizza completamente la pagina dei risultati di ricerca, raggruppando le risposte per categorie invece di mostrare i classici link blu.
AI Overviews: l’impatto sul web
I cambiamenti apportati da Google al suo motore di ricerca avranno un impatto significativo sul web in generale. La società di ricerche di mercato Gartner prevede che entro il 2026 il volume delle ricerche tradizionali diminuirà del 25% a causa dell’avvento degli assistenti IA che generano risposte dirette. Questo potrebbe costringere le aziende a ripensare le loro strategie di marketing. Jim Yu, presidente esecutivo di BrightEdge, un’azienda di ottimizzazione dei motori di ricerca, afferma che l’avvento dell’IA rappresenta un “cambiamento nell’ordine mondiale” per il web.
Mentre in passato i motori di ricerca fornivano semplicemente link, ora generano opinioni informate basate sull’IA. Questo potrebbe favorire alcuni risultati rispetto ad altri, con conseguenze per i creatori di contenuti e gli editori web. Gli Overviews AI di Google potrebbero potenzialmente influenzare il traffico verso determinati siti web, poiché gli utenti potrebbero essere meno propensi a fare clic sui link se le loro domande vengono già soddisfatte dai riassunti generati dall’IA.
La risposta di Google ai timori
Tuttavia, Google afferma che, in base a un suo studio, gli utenti tendono a “scavare più a fondo” dopo aver letto gli Overviews AI e ad avere una dieta mediatica più variata, trovando altre fonti. Aumenta l’engagement dei lettori. I clic sulle fonti originali, sostiene, le premieranno ancora di più rispetto alla ricerca tradizionale.
Quali le implicazioni per l’informazione e la veridicità
L’introduzione dell’IA nei risultati di ricerca di Google solleva anche interrogativi sulla veridicità e l’accuratezza delle informazioni fornite. I modelli di linguaggio come quelli utilizzati da Google sono noti per “allucinare”, ovvero inventare informazioni e presentarle come fatti. Questo potrebbe portare a errori e disinformazione nei risultati di ricerca basati sull’IA. Margaret Mitchell, ricercatrice dell’IA presso l’azienda Hugging Face, afferma che anche se Google e Microsoft cercano di rendere le risposte generate dall’IA più accurate fornendo citazioni, molti utenti non verificano le fonti citate. Ciò potrebbe dare un’aria di correttezza a informazioni potenzialmente errate.
Google ha già commesso errori imbarazzanti con le sue dimostrazioni di IA, come quando il suo chatbot Bard ha fornito informazioni sbagliate in un annuncio pubblicitario, cancellando 100 miliardi di dollari dal valore di mercato dell’azienda. Cosa accaduta anche a Microsoft. Quando ha messo in campo il suo nuovo motore di ricerca Bing basato su ChatGPT, le persone hanno iniziato a scoprire che replicava ad alcune domande con risposte errate o prive di senso, come le teorie del complotto. Wired ha effettuato dei test, ecco il risultato di uno di questi. La domanda era: “Dov’è il posto migliore per vedere l’aurora boreale?” Google, invece di elencare le pagine web, come succedeva prima, fornisce una risposta elaborata: i posti migliori per vedere l’aurora boreale si trovano nel circolo polare artico in luoghi con un inquinamento luminoso minimo. Offre anche un collegamento a NordicVisitor.com per guardare delle immagini. Ma poi l’intelligenza artificiale continua: “Altri posti per vedere l’aurora boreale includono la Russia e i territori nordoccidentali del Canada”. Il problema è che la tecnologia semplicemente non è pronta per essere utilizzata in questo modo e su questa scala.
Occhio alle falsità presentate come fatti
I modelli linguistici dell’intelligenza artificiale spesso presentano falsità come fatti. Sono eccellenti nel prevedere la parola successiva in una frase, ma non hanno alcuna conoscenza del vero significato della stessa. Ciò rende pericoloso combinarli con la ricerca, dove è fondamentale chiarire i fatti. D’altronde OpenAI, creatrice di ChatGPT, ha sempre sottolineato che si tratta ancora solo di un progetto di ricerca e che è in costante miglioramento man mano che riceve il feedback delle persone.
Google utilizza da anni l’elaborazione del linguaggio naturale per aiutare le persone a effettuare ricerche su Internet utilizzando frasi intere anziché parole chiave. Tuttavia, fino ad ora l’azienda è stata riluttante a integrare la propria tecnologia chatbot AI nel suo motore di ricerca – secondo Chirag Shah, professore dell’Università di Washington – preoccupata dai danni alla propria reputazione che potrebbero scaturire dal lancio affrettato di uno strumento simile a ChatGPT. I recenti errori di Big Tech non significano che la ricerca basata sull’intelligenza artificiale sia una causa persa. Un modo in cui Google e Microsoft hanno cercato di rendere più accurati i riepiloghi di ricerca generati dall’intelligenza artificiale è offrendo citazioni, ma ciò può non essere, anzi non è certamente, sufficiente.
Le potenziali conseguenze per il giornalismo online
Anche il giornalismo online potrebbe essere toccato dai cambiamenti apportati da Google in termini di sostenibilità economica. Come riportato da Wired, gli Overviews AI di Google potrebbero ridurre le opportunità di mostrare annunci pubblicitari, poiché gli utenti potrebbero trascorrere meno tempo a effettuare ricerche aggiuntive e più mirate. Inoltre, secondo quanto riportato da The Atlantic, gli Overviews AI potrebbero potenzialmente ridurre il traffico verso i siti web di notizie e informazioni, poiché gli utenti potrebbero essere soddisfatti dalle risposte generate dall’IA e non sentire la necessità di approfondire ulteriormente. Ciò potrebbe minare il modello di business basato sulla pubblicità online per molte testate giornalistiche. Ovviamente, Google non ha nessuna intenzione di rinunciare a monetizzare la sua nuova versione del motore di ricerca supportata dall’IA, il che non va certo a vantaggio del giornalismo on line. Ancora non è dato sapere quando e con quale ampiezza gli annunci cominceranno ad affiancare le panoramiche.
Gli screenshot rilasciati da Google mostrano come un utente che chiede come eliminare le pieghe dai vestiti potrebbe ottenere un riepilogo di suggerimenti provenienti dal Web, con annunci sottostanti per spray che dovrebbero aiutare a ravvivare il guardaroba. Le panoramiche AI di Google nascono per scoraggiare il passaggio degli utenti ad alternative come Bing di Microsoft, ChatGPT (sempre più interessata a riassumere risultati della ricerca web) o Perplexity, che utilizzano testo generato dall’intelligenza artificiale per rispondere a molte domande tradizionalmente rivolte a Google. Come e quando Google integrerà gli annunci nelle panoramiche AI è stata una questione importante sulla strategia per integrare ChatGPT nel suo motore di ricerca. Gli annunci di ricerca sono il maggiore generatore di entrate dell’azienda e anche piccoli cambiamenti nel posizionamento o nel design degli stessi possono stimolare grandi oscillazioni nelle sue entrate.
Gli accordi editori-Openai
Fioccano gli accordi economici tra OpenAI e vari editori per l’uso del loro materiale allo scopo di training o (con l’eccezione di AP) anche per offrire le loro notizie direttamente in ChatGpt.
- News Corp (Wsj, Ny Post e altri): Accordo del valore di oltre 250 milioni di dollari in cinque anni. Include pagamenti in contanti e crediti per l’uso della tecnologia OpenAI.
- Axel Springer: Accordo triennale del valore di 25-30 milioni di dollari.
- Financial Times: Accordo annuale del valore di 5-10 milioni di dollari.
- Associated Press: Accordo annuale nelle cifre di pochi milioni per l’uso di archivi di testo.
OpenAI l’anno scorso ha stretto un accordo due anni con l’American Journalism Project (AJP) per contribuire a finanziare gli sforzi delle testate locali di sperimentare la tecnologia dell’intelligenza artificiale. OpenAI stanzierà 5 milioni di dollari per iniziative di informazione locale attraverso l’AJP, che sostiene le testate giornalistiche locali senza scopo di lucro attraverso sovvenzioni e altre iniziative di supporto.
L’AJP distribuirà i fondi tramite sovvenzioni a dieci delle sue 41 organizzazioni in portafoglio. Queste organizzazioni sperimenteranno le migliori pratiche per le modalità con cui le testate giornalistiche locali possono sfruttare l’IA in modo responsabile nelle loro redazioni, nei loro prodotti e nei loro team di vendita.
Il finanziamento sosterrà anche la creazione di un nuovo studio di prodotto all’interno di AJP che supporterà le testate giornalistiche locali nella sperimentazione della tecnologia di OpenAI. Oltre ai 5 milioni di dollari di sovvenzione, OpenAI fornirà anche fino a 5 milioni di dollari di crediti che potranno essere utilizzati dalle aziende del portafoglio di AJP per accedere ai suoi prodotti tecnologici
La monetizzazione delle panoramiche AI di Google
Vidhya Srinivasan, Vicepresidente e Direttore generale per gli annunci di Google, ha reso noto che essi appariranno nella Panoramica AI in una sezione chiaramente etichettata come ‘sponsorizzata’ quando sono pertinenti sia alla query che alle informazioni nella Panoramica AI. AI Overview si baserà sugli annunci delle campagne esistenti degli inserzionisti, il che significa che questi non potranno disattivare completamente l’esperimento né dovranno adattare le impostazioni e il design dei loro annunci per apparire nella funzionalità.
L’anno scorso, quando ha iniziato a sperimentare le risposte generate dall’intelligenza artificiale nella ricerca, Google ha fatto sapere che gli annunci per prodotti specifici sarebbero stati integrati nella funzionalità. In un esempio è stata mostrata un’opzione sponsorizzata in cima a un elenco generato dall’intelligenza artificiale di zaini da trekking per bambini. Secondo Google, e certo c’era da aspettarselo, i primi test hanno dimostrato che gli utenti hanno trovato utili gli annunci sopra e sotto i riepiloghi generati dal motore di ricerca con l’assistenza dell’IA.
Le cause in corso editori-AI
Altri editori, tra cui il New York Times, hanno scelto di combattere OpenAI e il suo sostenitore Microsoft in tribunale. Sostengono che i loro contenuti sono stati utilizzati senza autorizzazione per addestrare gli strumenti di intelligenza artificiale e creare risposte per gli utenti. OpenAI ha dichiarato che la causa è priva di fondamento.
A marzo otto giornali americani hanno denunciato OpenAi per gli stessi motivi: il New York Daily News, il Chicago Tribune, l’Orlando Sentinel, il Sun Sentinel in Florida, il Mercury News in California, il Denver Post, l’Orange County Register in California e il Pioneer Press in Minnesota. Tutti fanno capo all’hedge fund Alden Global Capital.
E’ possibile che anche la nuova ricerca generativa di Google susciterà azioni legali.
Ricerca video: la nuova frontiera di Google
Per chiudere, un’altra sorpresa davvero futuristica dall’azienda di proprietà Alphabeth: un’opzione di ricerca video, in cui puoi puntare la fotocamera del tuo telefono su un oggetto come un giradischi rotto e chiedere come ripararlo. Non c’è che dire, la ricerca per incrementare gli affari non dorme mai. Sarà un bene anche per gli utenti? In questo campo il punto di domanda è obbligatorio.