Nei mesi scorsi, molte delle maggiori aziende internazionali (Meta, Nike, Microsoft, Alibaba, Roblox, McDonald’s, etc) hanno iniziato ad investire nel Metaverso, che possiamo definire uno spazio di ibridazione tra realtà digitale e fisica dove un numero illimitato di individui possono accedere svolgendo azioni (che siano di svago, commerciali, o di lavoro) tra diverse piattaforme e tecnologie.
Quello che è emerso dagli ultimi eventi e sviluppi è che in numerosi settori si sono venute a creare nuove opportunità di mercato: dal fashion con Balenciaga, Dolce&Gabbana, e H&M, al mondo dello sport con Nike e Adidas, al banking con la Kookmin Bank, al retail con il Gucci Garden, in tantissime aziende hanno iniziato a investire nell’esperienza virtuale per i propri clienti.
Sarà metaverso in mille settori: ecco tutte le possibilità di business
In tutto questo, come si possono posizionare le PMI?
Le PMI nel contesto italiano
Le PMI nel contesto italiano sono realtà trainanti, tant’è che sono responsabili, da sole, del 41% dell’intero fatturato generato in Italia e soprattutto per questo motivo è necessaria un’accelerazione digitale: attraverso la trasformazione digitale potrebbero dare uno slancio economico al Paese.
Proprio per questo, uno dei tre assi strategici condivisi a livello europeo attorno al quale si sviluppa il PNRR e lo sforzo di rilancio dell’Italia è proprio il macro-tema della digitalizzazione e dell’innovazione. Una delle ultimissime iniziative, per fare un esempio, è il Piano voucher per le imprese che punta a favorire la connettività a internet ultraveloce e la digitalizzazione del sistema produttivo su tutto il territorio nazionale.
Le opportunità per le PMI nel metaverso
Ma se la maggior parte delle PMI punta alla digitalizzazione, alcune aziende anticipano l’innovazione.
Un primo esempio è Velvet Media, agenzia di marketing e vendita online da sempre attenta alle evoluzioni della comunicazione e della tecnologia e in prima linea sul fronte della blockchain, che ha deciso di investire nel Metaverso e di siglare una partnership con Anothereality, la società che per prima in Italia ha iniziato a sviluppare tecnologie in 3D e realtà virtuale.
Ma non solo: Coderblock, PMI siciliana nata del 2015 dedicata alle esperienze di realtà virtuale, sta investendo quest’anno proprio sul Metaverso e sulla resa sempre più immersiva a 360 gradi dell’esperienza nella realtà virtuale da loro creata.
Il Metaverso, quindi, offre delle opportunità, anche a livello di digitalizzazione, che le PMI dovrebbero prepararsi a cogliere? Potrebbe.
I pro e i contro
Bisogna considerare pro e contro della sua applicazione ad un contesto come quello delle piccole medie imprese italiane, che probabilmente ancora non sono tutte pronte per intraprendere una scelta di questo tipo.
I pro
- Le nuove generazioni: nelle aziende oramai stanno entrando ed entreranno sempre di più giovani della cosiddetta Generazione Z ed oltre. Uno strumento come il Metaverso potrebbe attrarre sempre più talenti abituati ad un approccio quotidiano al digitale e con l’obiettivo di una digitalizzazione sempre maggiore.
- Accelerazione del business: il metaverso, grazie alla blockchain, può diventare un efficace acceleratore di business e abilitare le attività di business all’interno della realtà virtuale (attività che sarebbero interconnesse con le altre e sviluppate a 360 gradi come nella realtà fisica).
- Riduzione dei costi: sfruttare uno strumento come il Metaverso potrebbe diminuire i costi per attività come:
- Trasferte: non ci sarebbe più bisogno di spendere le proprie risorse economiche per viaggi di lavoro, quando attraverso la realtà virtuale si potrebbe arrivare in ogni luogo.
- Eventi: soprattutto per quanto riguarda gli eventi a cui non avrebbero accesso o non potrebbero accedere: con la realtà virtuale del Metaverso gli eventi sarebbero più aperti e più accessibili a qualsiasi tipo di realtà imprenditoriale.
- Apertura dei confini: le PMI italiane potrebbero approfittare della realtà virtuale del Metaverso andare oltre i confini nazionali e avere una visione internazionale del proprio settore e delle progettualità in campo negli altri Paesi.
I contro
- La tipologia di Metaverso: se consideriamo il Metaverso come uno spazio virtuale interconnesso tra le varie aziende, anche a livello internazionale, e tra i vari settori, sicuramente i pro che sono stati illustrati precedentemente potrebbero realizzarsi. Ma considerando che, per adesso, il Metaverso non è uno spazio interconnesso ma è caratterizzato dai singoli Metaversi delle singole organizzazioni o comunque di piccoli agglomerati aziendali, tutto ciò sarebbe molto complicato.
- La situazione di partenza: dobbiamo inoltre considerare lo stato attuale delle PMI italiane per quanto riguarda digitalizzazione ed innovazione.
Dal punto di vista dell’innovazione, infatti, soltanto il 26% delle PMI può essere considerata realmente matura e pronta e sono poche le PMI che possono competere sul mercato facendo forza sulla digital transformation.
Puntare al Metaverso quando ancora, per una quantità moderata di PMI, i temi da affrontare sono smart working, big data, cloud computing, Industrial IoT, sarebbe controproducente.
In più, un altro punto da considerare è sicuramente come portarsi dietro le persone e tenerle ingaggiate. La popolazione aziendale in questi ultimi anni ha sofferto per la digitalizzazione veloce e forzata data dalla pandemia di Covid-19 e si sta lavorando per farla adattare con formazione e comunicazione; un passo più lungo della gamba in questo momento non porterebbe alcun beneficio. Senza poi considerare la disponibilità economica per creare la propria realtà virtuale.
Conclusioni
Per concludere quindi, le PMI possono osservare il fenomeno del Metaverso e controllarne gli sviluppi nei prossimi anni, perché sarà un tema su cui si concentrerà – e già si sta concentrando – una parte del mercato.
Pensare adesso di svilupparlo, invece, deve essere una scelta ben consapevole, non soltanto in termini di costi ma in termini anche di stato attuale della digitalizzazione degli strumenti e delle proprie persone: probabilmente per la maggior parte delle PMI è prematuro e potrebbe rivelarsi una mossa azzardata e dispendiosa in termini di capitale economico e capitale umano.