La costante evoluzione della tecnologia sta per avere un profondo impatto anche sui display dei dispositivi che fanno ormai parte della nostra quotidianità: non solo gli smartphone ma anche gli smartwatch e gli occhiali intelligenti, che altro non sono che dei computer indossabili in grado di fornire delle informazioni necessarie quali audio, immagini, dati, grazie al semplice uso dei comandi vocali.
La tecnologia attualmente utilizzata è la LCD (Liquid Crystal Display), nata a partire dagli anni 80 e basata sulle proprietà ottiche dei cristalli liquidi inseriti tra due superfici vetrose costituite da contatti elettrici, ognuno dei quali è destinato a comandare dei pixel.
Nonostante LCD abbia subito notevoli evoluzioni al fine di garantire una maggiore risoluzione e delle immagini più nitide, risultando estremamente attraente per i consumatori, Apple, Google e altri puntano infatti su nuove tecnologie di visualizzazione dei display, come il microLED, in grado di assicurare maggiore luminosità e migliori colori e angoli di visualizzazione.
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Ma, oltre al microLED, l’attenzione è puntata anche su LCD 2.0 e display eINK.
I motivi che spingono le big tech verso il microLED
Mentre negli LCD occorre una forma di retroilluminazione al fine di produrre la luce, nel microLED invece ogni singolo pixel è in grado di emettere della luce, essendo costituito da dei LED microscopici.
Sono numerosi i motivi che spingono verso l’utilizzo di tale tecnologia tra i quali citiamo la loro efficienza, la lunga operatività nel tempo, la possibilità di realizzare LED di qualsiasi tonalità e anche la loro luminosità che li rende perfettamente utilizzabili nei settori emergenti come quelli della realtà aumentata.
I microLED producono dei neri maggiormente profondi e di conseguenza riescono a garantire delle immagini caratterizzate da uno straordinario contrasto, da non dimenticare il materiale di costruzione di tipo inorganico, lontano dalle possibili degradazioni e infine la straordinaria leggerezza e il rilevante minore consumo energetico.
Gli investimenti di Apple
Nel 2014 Apple acquisì LuxVue Technology, azienda specializzata nel microLED, con il fine di realizzare display sottili e piccoli, ma dotati di una elevata luminosità, superiore a quella garantita dai normali display LED.
Tuttavia Apple, come è solito nel suo stile, non si sbilancia, affermando solo di aver acquisito piccole società senza discutere dello scopo dell’acquisizione e dei futuri propositi.
Il colosso di Cupertino ha stanziato molti miliardi di dollari per sviluppare tale sofisticata tecnologia, trattasi nello specifico di un investimento da 330 milioni di dollari, con l’obiettivo di superare tutti i limiti tipici delle precedenti tecnologie quali OLED, LCD/LED, conservandone però alcuni aspetti positivi.
Gli analisti affermano che il primo prodotto a ricevere la tecnologia microLED saranno gli smartwatch di alta fascia della Apple, come ad esempio Apple Watch Ultra.
I vantaggi in tal caso saranno una perfetta visualizzazione anche in presenza di una illuminazione ridotta, dei rapidi tempi di risposta, dei colori perfetti, una maggiore autonomia e un ridotto consumo energetico, cosa quest’ultima molto importante per gli smartwatch, poiché il display è la parte più dispendiosa dell’intero orologio.
Apple Watch Ultra è dotato di una ingegneria estrema, una solida cassa in titanio in grado di garantire resistenza e robustezza, assicura 36 ore di batteria per un normale utilizzo e 60 ore invece per le impostazioni di risparmio energetico, inoltre la luminosità che lo caratterizza lo rende inequiparabile, garantendo una perfetta visibilità anche in presenza di poca luce grazie alla modalità notte.
La tecnologia microLED, nonostante sia molto vantaggiosa, comporta il dover affrontare degli ostacoli che rendono poco semplice la sua diffusione nel mercato, ed è per questo che Apple preferisce coniugare inizialmente il microLED ai dispositivi indossabili, essendo questi ultimi dotati di margini integrati capaci di assorbire i costi alti di tali display.
I display microLED della Samsung
Ad esempio non bisogna dimenticare che un display 4k necessita di un numero elevato di chip LED, precisamente di quasi 25 milioni di chip, rendendo i prodotti basati su tale tecnologia destinati ad una ristretta nicchia.
Anche Samsung si affida ai microLED per i televisori, che a causa dei prezzi elevati di alcuni modelli, restano riservati solo ai milionari, come ad esempio quelli che vanno dai 114 pollici ai 76 pollici, mostrati anche nelle edizioni del CES di Las Vegas.
I display microLED della Samsung sono versatili e riguardano vari settori, dal mondo dei viaggi, al lusso e così via, portando con sé dei vantaggi che superano ogni aspettativa, raggiungendo anche delle incredibili risoluzioni di 8K su 220 pollici grazie alla presenza di potenti processori.
Le acquisizioni di Google e Meta
Anche Google, orientandosi sulla cosiddetta realtà aumentata ha acquisito Raxium, una società che si occupa delle sviluppo della tecnologia di visualizzazione microLED a pannello singolo, basata su di un alta definizione delle immagini in headset AR e altri dispositivi per i quali l’efficienza energetica garantita dal microLED rappresenta un requisito di fondamentale importanza.
Meta nel 2020 definì un accordo con una importante startup microLED britannica denominata Plessey al fine di migliorare la tecnologia nei prodotti AR/VR, destinati alla realtà aumentata ed a quella virtuale.
Grazie al progresso derivante dall’utilizzo del microLED, i visori AR e VR garantiranno una perfetta luminosità, pannelli di altissima qualità in grado di raggiungere una rilevante densità di pixel, per vivere un’esperienza senza confini.
È importante precisare che i prodotti AR/VR rappresentano una tecnologia destinata a raggiungere gradualmente delle nuove dimensioni, grazie alla possibilità con AR di sovrapporre un’immagine 3D in un ambiente fisico grazie all’uso di una speciale fotocamera, e grazie alla creazione con AR di una sorta di ambiente alternativo in cui poter interagire, permettendo all’utente di vivere delle esperienze eccezionali, non solo nell’ambito lavorativo ma anche in quello formativo.
Anche Vuzix, un’importante azienda americana, si occupa della produzione di occhiali intelligenti capaci di garantire delle alte performance, capaci di essere utilizzati in vari ambiti lavorativi come quello industriale, ovvero nel dipartimento della difesa, in quanto in grado di incrementare la produttività e diminuire al minimo gli errori.
Non solo MicroLED: gli schermi LCD riflettenti e i display eINK
Come abbiamo detto in apertura, prima della tecnologia microLED l’attenzione è stata orientata tantissimo nei confronti della tecnologia LCD, che altro non è che uno schermo che nei primi anni di vita era retroilluminato da delle lampade fluorescenti a catodo freddo che poi furono sostituite dagli elementi più evoluti.
Occorre sapere che tra le modalità di trasmissione di un LCD vi è anche quella riflettente che si caratterizza per il fatto di utilizzare la luce dell’ambiente circostante che passa dal lato anteriore attraverso la cella LCD per essere poi riflessa, grazie ad uno specchio installato dietro lo strato di cristalli liquidi, verso l’osservatore.
Sono vari i vantaggi derivanti da tale modalità riflettente, tra i quali è doveroso citare il ridotto consumo energetico e la perfetta visibilità in presenza della luce diretta del sole che rende il display una perfetta soluzione da poter utilizzare all’aperto, mentre durante la notte oppure in presenza di una scarsa luminosità occorre una sorta di illuminazione aggiuntiva.
La società Azumo ha focalizzato molto la sua attenzione verso gli LCD riflettenti considerandoli dei punti di forza, poiché utilizzando la luce ambientale riescono a conservare la durata della batteria illuminando perfettamente il display in ogni condizione di luce.
Azumo ha presentato la tecnologia di LCD 2.0, caratterizzato non solo da delle emissioni luminose più salutari per gli occhi delle persone che trascorrono molto tempo davanti agli schermi, ma anche da delle immagini chiare non solo durante il giorno ma anche durante la notte, creando un rapporto di contrasto uniforme in tutti i tipi di luce.
Come accade per ogni prodotto tecnologico, anche in tal caso sono presenti degli svantaggi, come quello in base al quale le immagini potrebbero facilmente assumere il cast della luce ambientale caratterizzata da una molteplicità di colori, inoltre occorre aggiungere che trattasi di una tecnologia perfetta ma utilizzata soprattutto in settori specifici, come ad esempio nei tablet per uso esterno, negli ambienti educativi e così via.
I display eINK
Un ulteriore tipologia di display da dover citare, molto utilizzato negli e-reader ad esempio, è il cosiddetto display paperlike, basato sulla cosiddetta eINK, conosciuti e apprezzati dai consumatori per i loro numerosi vantaggi tra I quali citiamo la loro capacità di riuscire a risparmiare notevolmente la batteria e la sicurezza di poter fare affidamento su di un prodotto che, producendo una ridotta quantità di luce blu, non affatica gli occhi come invece accade rispetto ad un display LCD oppure OLED, evitando di andare incontro anche ai disturbi del ciclo sonno-veglia.
I display eINK si basano su di un processo definito elettroforesi, durante il quale si assiste alla composizione del testo grazie a dei campi magnetici alla presenza di una serie di piccole sfere dotate di cariche elettriche opposte.
Anche tale tecnologia con il tempo ha subito delle notevoli evoluzioni, infatti attualmente gli schermi sono dotati di maggiore risoluzione, l’angolo di visualizzazione è stato ampliato e anche il contrasto è migliorato, il tutto al fine di rendere piacevole l’esperienza visiva da parte dell’utente.
Gli schermi a inchiostro elettronico hanno subito dei cambiamenti anche per quanto riguarda i materiali utilizzati, che rendono tali schermi più duraturi nel tempo in quanto maggiormente resistenti agli urti.