fashion

Modelle replicate con l’IA: la nuova frontiera del marketing nella moda



Indirizzo copiato

L’intelligenza artificiale sta trasformando il settore della moda, creando modelli virtuali e offrendo nuove opportunità di marketing. Modelle come Alexsandrah Gondora creano versioni AI di sé stesse. Nonostante i vantaggi, emergono preoccupazioni etiche sulla diversità e l’autenticità e interrogativi sull’equilibrio tra umano e digitale

Pubblicato il 23 mag 2024

Alessio Pecoraro

coordinatore PAsocial Emilia-Romagna, marketing & communication manager



ai model

La moda è sempre stata in prima linea nel campo dell’innovazione, anche tecnologica. A dimostrazione di questo basta vedere con quanta rapidità brand come Gucci, Nike o Louis Vuitton hanno abbracciato tendenze tecnologiche come gli NFT. Anche con l’avvento dell’intelligenza artificiale generativa si può dire, quasi con certezza, che il connubio tra tradizione e innovazione nella moda è destinato a durare.

Con il mercato degli influencer in crisi, già nel 2021 Seth Godin, scrittore ed esperto di marketing, sentenziava “gli influencer sono il passato” e il crescente fenomeno del de-influencing è sbagliato pensare all’intelligenza artificiale generativa solo come supporto alle aziende e ai loro brand nella creazione di influencer virtuali.

Certo gli esempi di successo non mancano: la modella Aitana Lopez creata, grazie all’AI, dall’agenzia di modelle The Clueless o Emily Pellegrini o la IA model italiana Rebecca Galani, ma a farsi largo nel mondo – in rapido e costante aggiornamento – dell’IA applicata al mondo della moda sono i gemelli virtuali delle modelle, creati con l’intelligenza artificiale.

Alexsandrah Gondora: la prima modella con una versione virtuale

Alexsandrah Gondora, modella londinese, ha deciso di creare una versione virtuale di se stessa generata dall’intelligenza artificiale.

Alexsandrah afferma di essere una delle prime modelle a commercializzare una versione virtuale di se stessa ai clienti.

“Ne trarrò beneficio perché è letteralmente una versione AI di me, non sono tagliata fuori da nulla. Tutti i ricavi, se verranno realizzati, arriveranno a me” ha spiegato la modella che ha aggiunto “Non devi viaggiare, non devi fare corse in aeroporto, non devi fare nulla. Grazie all’intelligenza artificiale ho l’opportunità di vivere la mia vita e fare altre cose, ed essere in due posti nello stesso momento” aggiunge.

Dietro la versione virtuale di Alexsandrah c’è Cameron Wilson, trentacinquenne, fondatore e amministratore delegato dell’agenzia di modelle 3D e IA model The Diigitals con sede nel Dorset, sud-ovest dell’Inghilterra.

L’agenzia ha trovato il suo primo assaggio di successo globale con il lancio nel 2017 di Shudu, presentata come la prima top model digitale al mondo. Attualmente la modella virtuale conta 240.000 followers su Instagram ed è stata testimonial per le campagne di Balenciaga, Fila e Balmain.

“Stiamo cercando di dimostrare alle aziende ed ai loro brand, ma anche all’industria dei mass media che è possibile, e redditizio, utilizzare insieme l’intelligenza artificiale e modelli reali, per incoraggiare l’uso corretto dell’intelligenza artificiale piuttosto che vederla come la rovina dei posti di lavoro” ha spiegato Wilson.

Seppur, come abbiamo visto, i modelli virtuali, interamente costruiti dall’intelligenza artificiale, possono riscuotere successo è evidente che, per le aziende e loro brand, affidarsi a volti reali, anche se nella loro versione IA, rappresenta una soluzione nettamente migliore e con molti vantaggi.

I vantaggi dell’utilizzo di AI model nel marketing della moda

Uno dei principali vantaggi per le aziende e i loro brand nell’ adottare questa strategia è la flessibilità offerta dalle versioni IA dei modelli o delle modelle reali. Questi sono essenzialmente avatar digitali dei modelli e delle modelle esistenti, ma con la possibilità di essere personalizzati e adattati per rispecchiare al meglio l’immagine e i valori del brand. Questo permette alle aziende di creare testimonial che sono perfettamente in linea con la propria identità aziendale, garantendo una maggiore coerenza nel messaggio di marketing.

Oltre alla flessibilità, gli avatar virtuali offrono anche una maggiore scalabilità rispetto ai modelli e alle modelle reali. Mentre l’ingaggio di persone reali può essere costoso e limitato dalla disponibilità e dai vincoli logistici, gli avatar possono essere replicati e distribuiti in modo illimitato, consentendo alle aziende di raggiungere un pubblico più ampio senza i costi aggiuntivi associati all’ingaggio di personale umano.

Un altro vantaggio significativo è la possibilità di sfruttare la notorietà e la reputazione dei modelli e delle modelle esistenti. Utilizzando gli avatar virtuali basati su figure già conosciute nel mondo della moda, le aziende possono capitalizzare sull’affetto e sull’interesse del pubblico verso queste personalità, aumentando così l’engagement e l’efficacia delle proprie campagne di marketing.

Le sfide etiche e sociali dell’intelligenza artificiale nella moda

Tuttavia, l’uso di AI model (seppur di persone reali) nel marketing della moda solleva alcune questioni e sfide. Una delle principali è la trasparenza nei confronti del pubblico. È importante che le aziende e i loro brand siano trasparenti riguardo all’uso di avatar virtuali nei loro materiali di marketing e comunicazione, in modo che i consumatori siano consapevoli che si tratta di rappresentazioni digitali e non reali. Inoltre, è fondamentale mantenere un equilibrio tra l’innovazione digitale e l’autenticità umana per garantire che le campagne di marketing e i prodotti editoriali siano coinvolgenti e credibili agli occhi del pubblico.

Ma come si crea un versione AI di un modello o una modella esistente? A spiegarlo è Cameron Wilson, una delle voci più autorevoli sull’argomento “Tutto ciò che serve sono 40-60 immagini ad altissima definizione della modella. Poi noi le prendiamo e le sovrapponiamo con sfondi e vestiti diversi”.

Nel frattempo, la British Fashion Model Agents Association invita alla cautela rispetto alla crescita dell’intelligenza artificiale.

L’ex modella, oggi a capo di un’agenzia, Josephine Markham Webster si è dichiarata molto preoccupata circa lo sviluppo dell’IA applicata alle modelle. “Minaccia di annullare tutto il lavoro che è stato fatto per valorizzare la diversity negli ultimi anni”.

C’è il rischio che l’elaborazione delle immagini delle modelle tramite l’IA possa contribuire alla promozione di standard irrealistici di bellezza e corpo, alimentando insicurezze e disturbi legati all’immagine corporea e creando tensioni etiche e sociali nell’industria della moda.

Si teme, quindi, che l’omogeneizzazione delle immagini delle modelle tramite l’IA possa ridurre la rappresentazione della diversità e dell’inclusione nel settore della moda. Questo solleva importanti interrogativi etici riguardanti la perpetuazione di stereotipi di genere, razza e corpo nell’industria della moda e sottolinea la necessità di un approccio più inclusivo e rispettoso della diversità.

Un approccio – quello che guarda alla diversity – che è già inserito in molte strategie di marketing e comunicazione di diverse aziende e brand. Un approccio che si concentra sull’inclusione di tutti i clienti o potenziali clienti indipendentemente dalla loro razza, identità di genere, orientamento sessuale o qualsiasi altro fattore non correlato alla loro capacità di acquistare il tuo prodotto.

Conclusioni

Grazie alle versioni AI di modelli e modelle certamente più accessibili per gli uffici marketing e comunicazione si rischia di perdere di vista la coerenza del messaggio aziendale e/o del brand con il testimonial o la testimonial scelta. Un’ opportunità, quindi, quella di ricorrere agli avatar virtuali per le aziende e i loro brand che potrebbe, però, trasformarsi in un clamoroso errore strategico.

Stiamo parlando di nuove opportunità per i modelli e le modelle, di nuovi guadagni e di carriera che si allunga (potenzialmente all’infinito), ma anche per le aziende e i brand che possono così pensare a strategie e campagne mai viste prima spingendo i confini della creatività.

Tuttavia, come in ogni rivoluzione tecnologica, è bene trovare il punto d’equilibrio tra il valore dell’essere umano e lo sviluppo delle macchine. In questo caso, grazie alle potenzialità dell’IA generativa, anche per generare versioni “digital” di modelli e modelle per gli uffici marketing e comunicazioni delle aziende e i loro brand sarà quanto mai importante investire – tempo e risorse – sulla costruzione di una solida identità e riconoscibilità.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 4