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Musica: ChatGPT non ucciderà la creatività, ma farà molto bene al marketing

Quasi sicuramente ChatGPT non ucciderà la creatività, ma sicuramente farà fare un grosso balzo in avanti al segmento del marketing degli artisti e delle etichette, sotto vari punti vista. Ecco le possibili evoluzioni

Pubblicato il 31 Gen 2023

Enzo Mazza

CEO F.I.M.I. (Federazione industria musicale italiana)

musica online

L’evoluzione della tecnologia è così rapida nell’industria musicale che spesso è difficile prevederne gli impatti e le prospettive di mercato. Dopo short form video, blockchain e NFT, negli ultimi due mesi il nuovo hype è concentrato su ChatGPT, la chatbot di intelligenza artificiale (AI) che potrebbe rivoluzionare ulteriormente il settore.

In generale, il dibattito sembra concentrarsi molto su come ChatGPT potrebbe influenzare la creazione di nuova musica: un po’ come avvenuto con i primi esperimenti di AI legati alla produzione di brani musicali, anche con ChatGPT si ritiene che le potenzialità creative siano quelle più rilevanti. Ma in realtà siamo ancora lontani da questi scenari: se è vero che l’intelligenza artificiale abbia già in seno le capacità di generare musica, per ora, nell’ambito di produzioni senza il coinvolgimento di umani, ci si è limitati a tecnologie molto basiche, spesso in grado solo di trasformare dei contenuti preesistenti o generare poco più che dei midi file.

Anche gli aspetti connessi alla generazione di testi, quindi di ausilio o in sostituzione della creatività autorale, sono ancora alle fasi iniziali anche se ovviamente la capacità di ChatGPT di comporre delle liriche è sicuramente più avanti rispetto alla composizione musicale: la macchina è effettivamente in grado di scrivere testi declinati in vari generi di tendenza. Il sistema chiaramente può essere utile nel creare metafore, nell’identificare uno stile appropriato. Ovviamente l’autore deve poi avere la capacità di adattare quello che giunge dalla macchina ai propri desiderata, ma per un autore alle prime armi sicuramente ChatGPT costituisce un utile test per valutare le proprie capacità creative.

L’intelligenza artificiale “stona” ancora: i limiti della generazione automatica di musica

ChatGPT per il marketing di artisti ed etichette

È invece interessante esplorare in questa fase altre opportunità che possono risultare utili a un artista o a una etichetta musicale. Nel settore discografico, come è noto, la comunicazione e la promozione sono profondamente cambiati con il digitale: dati e social media sono diventati elementi essenziali che caratterizzano in maniera profonda le strategie di marketing del settore. In questo contesto è evidente come le tecnologie di intelligenza artificiale di machine learning possano essere molto interessanti fornendo, ad esempio, informazioni essenziali, raccomandazioni, e strategie per la comunicazione e la promozione ad artisti e case discografiche. Nel settore musicale la comunicazione è oggi particolarmente integrata e big data e social media sono elementi strategici.

Differenziare i messaggi in base al social

In tale contesto ChatGPT già offre alcuni importanti servizi: per esempio è possibile interrogare il sistema per conoscere le caratteristiche e i profili delle piattaforme, come la differenza tra i modelli di Spotify e Apple Music, cosa non sempre semplice per un artista o una piccola label. Altre informazioni che emergono riguardano i profili dei consumatori o degli streamer. O le caratteristiche di fan di alcuni generi musicali.

Pur in un sistema ancora molto semplice, le risposte che giungono da ChatGPT consentono già di impostare un primo piano di marketing e di promozione per un artista, di sviluppare messaggi adeguati e finalizzati ai diversi media, come un tweet, un post su FB o Instagram.

Creare comunicati stampa

ChatGPT realizza anche bozze di comunicati stampa o aiuta a redigere una biografia di artista, o ancora uno script per un videoclip. Molto importante è ovviamente la capacità di creare dei prompt specifici da parte dell’utilizzatore, ma sperimentando il sistema si scoprono molte opportunità.

Esperimenti che risultano interessanti sono anche quelli che mettono in connessione le strategie già elaborate da altri artisti e questo nel caso dello stesso genere musicale possono essere utili a individuare i plus di una campagna già realizzata in passato.

Riconoscere fandom mirate su cui agire

Nel rapporto con i fan ChatGPT riesce ad essere molto naturale mentre riconosce fandom mirate sulle quali agire con comunicazioni adeguate. Una domanda tipo: “fammi arrivare alla fanbase di Blanco con un mio messaggio mirato” già riceve una risposta sufficientemente articolata e utile a definire la propria comunicazione, oppure domande su come incoraggiare i fan a generare contenuti creativi su TikTok o sui canali social.

La redazione di newsletter, di post per blog, messaggi mirati che richiedono spesso tempo e ausilio di agenzie professionali possono, per un artista alle prime armi, diventare un lusso o risultare impegnativi: ecco allora che l’intelligenza artificiale entra in gioco offrendo degli aiuti molto utili.

Protezione della proprietà intellettuale

Anche sul piano dei diritti le risposte di ChatGPT offrono ad artisti alle prime armi alcune interessanti indicazioni su come proteggere la proprietà intellettuale.

Ovviamente, i risultati avranno sempre bisogno di modifiche e ChatGPT non è così sofisticato da generare qualcosa che un dirigente o un marketing manager non potrebbe fare da solo. Ma per gli artisti che hanno bisogno di risparmiare tempo e apprendere le basi per costruire una carriera, ma non possono ancora assumere un team, una tecnologia come questa può essere un utile inizio.

Come ogni evoluzione tecnologia, ChatGPT è limitato. Spesso commette errori anche grossolani e soprattutto si fonda su una fotografia al 2021. Pertanto, va sempre preso con la dovuta attenzione, pur riconoscendo che si tratta di un’applicazione molto potente.

Conclusioni

In conclusione, ChatGPT rivoluzionerà la musica, uccidendo la creatività? Non credo: l’emotività umana è difficile da replicare ma sicuramente farà fare un grosso balzo in avanti. E tra i giudizi più recenti vale la pena di citare quello di Nick Cave di fronte a un testo sottopostogli da un fan che è stato generato da ChatGPT ha risposto così (come ripreso da La Stampa): “Una buona canzone non è imitazione, replica o pastiche, è l’opposto. È un atto di auto-omicidio che distrugge tutto ciò che si è cercato di produrre in passato. Sono quegli scatti pericolosi, da cardiopalma, che catapultano l’artista oltre i limiti di ciò che riconosce come proprio sé. Questo fa parte dell’autentica lotta creativa che precede l’invenzione di un testo unico che valga davvero qualcosa; è il confronto all’ultimo respiro con la propria vulnerabilità, il proprio pericolo, la propria piccolezza, contrapposti a un senso di scoperta improvvisa e sconvolgente; è il gesto d’arte liberatorio che scuote il cuore dell’ascoltatore, in cui l’ascoltatore riconosce nel funzionamento interiore della canzone il proprio sangue, la propria lotta, la propria sofferenza”.

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