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New media, il nuovo regno dell’informazione: i dati Agcom



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Internet è la principale fonte informativa per gli italiani. I new media offrono maggiore varietà, interattività e rapidità, cambiando radicalmente il panorama dell’informazione secondo l’Osservatorio Agcom

Pubblicato il 9 apr 2025

Stefano Gazzella

Responsabile Comitato Scientifico, Privacy Officer Associazione Italiana Influencer



new media (1)

Secondo i dati dell’Osservatorio Agcom sul sistema di informazione, Internet supera i media tradizionali come fonte di informazione per gli italiani. I new media sono irreversibilmente destinati a essere il principale teatro dell’informazione e dell’infotainment?

Il bilancio dall’Osservatorio sul sistema di informazione di Agcom

L’Osservatorio annuale sul sistema di informazione di Agcom ha presentato il primo bilancio della propria attività[1], analizzando principalmente le modalità di generazione e fruizione delle notizie e, di conseguenza, l’incrocio fra domanda e offerta di informazione nel periodo di trasformazione digitale che stiamo vivendo in Italia. Le tematiche su cui l’Osservatorio si è concentrato hanno riguardato sia l’offerta informativa da parte della televisione generalista sia, lato utente, il consumo delle informazioni, nonché la fiducia e l’affidabilità nei media.

Il costante monitoraggio del sistema di informazione può essere particolarmente utile per comprendere le dinamiche e l’evoluzione della società e del pensiero, dal momento che i mezzi di informazione al contempo esprimono e influenzano lo Zeitgeist. Considerato che lo spirito dei tempi è strettamente correlato all’impatto che un sistema informativo ha nei confronti del substrato culturale del Paese, diventa inevitabile che anche l’evoluzione tecnologica è in grado di modificare sensibilmente la velocità e le modalità di diffusione e consumo delle informazioni. Avere contezza di questa complessità è fondamentale non soltanto per editori, giornalisti ed istituzioni, ma anche per tutti i cittadini sia che intendano porsi come utenti attivi – e dunque, ad esempio: divulgatori, creatori di contenuti, imprenditori – sia che vogliano limitarsi a esserne meri fruitori.

I new media come principale fonte informativa

Nel 2023, Internet – inteso come comprensivo di social media, motori di ricerca, siti e app online di quotidiani e periodici – ha superato la televisione attestandosi come principale strumento informativo e la tendenza è confermata per il 2024 senza presentare alcun indizio circa la sua inversione. Solo gli ultrasessantacinquenni proseguono a preferire Internet alla televisione come mezzo principale di informazione, ma questa fascia d’età è comunque la parte maggiormente attiva all’interno delle discussioni online. Per i nativi digitali (14-24 anni), invece, la preferenza per Internet è netta e il più delle volte costituisce l’unico mezzo di informazione.

L’ecosistema dei new media nell’informazione

L’evoluzione del sistema dell’informazione online è una reazione alla crisi dei media tradizionali e a una diffusa sfiducia, ma anche per l’offerta informativa dei new media che è naturalmente caratterizzata da una maggiore varietà. Infatti, si è realizzata sia una digitalizzazione dei media tradizionali (ad es. quotidiani e periodici) con siti ed app, sia un’edizione nativa digitale di siti di informazione, blog e podcast, nonché la partecipazione ai social network e l’impiego dei motori di ricerca e la consultazione dei trend che gli stessi presentano agli utenti.

A ogni modo, i social network sono impiegati soprattutto come principale strumento di ricerca, comparazione e consultazione delle notizie online. Per questo motivo, si sono formati e consolidati dei canali che, per capacità di engagement e per la forza della community cui fanno riferimento, sono fenomeni emergenti che si sono posti come un’alternativa rispetto alla televisione generalista. Ad esempio, all’interno di Facebook, YouTube o Twitch, sono sempre più presenti dei format di divulgazione e informazione, che spaziano dalla divulgazione scientifica, al talk e finanche a veri e propri telegiornali online.

Purtroppo, l’analisi condotta dall’Osservatorio si è limitata a riscontrare una bassa disponibilità a pagare per un abbonamento ai quotidiani online senza andare ad approfondire l’aspetto degli abbonamenti a canali Twitch o YouTube, o le differenti modalità di crowdfunding per creatori di contenuti e divulgatori come può ad esempio essere quella offerta da Patreon. Aspetto tutt’altro che irrilevante per comprendere l’evoluzione del settore.

A ogni modo, l’informazione e l’infotainment non sono più appannaggio della sola televisione e sono anzi destinati a evolversi all’interno dei nuovi ecosistemi social.

Luci e ombre dell’informazione nei new media

Mentre i media tradizionali riscuotono maggiore fiducia e affidabilità, la propensione al consumo delle informazioni online è comunque prevalente. Il cittadino, pur preferendo i social network non ripone un’elevata fiducia negli stessi favorendo piuttosto le fonti editoriali ritenendole maggiormente capaci di selezionare le notizie. Analogo discorso vale per l’affidabilità, per cui le fonti editoriali sono valutate in modo nettamente maggiore (84,1%) rispetto alle fonti algoritmiche o prodotte da autori singoli (15,9%). Questo dato è solo apparentemente contraddittorio, considerato il maggiore volume di notizie e contenuti, può essere l’espressione di un approccio di maggiore prudenza. Un ulteriore aspetto meritevole di approfondimento e correlato all’educazione e alla cultura digitale dei cittadini.

L’affidabilità degli influencer, ad esempio, deriva infine dalla capacità di questi ultimi di fidelizzare la community di riferimento presentando contenuti di valore senza tradire la propria genuinità. Solo in questo modo il content creator può fare informazione o divulgazione di tipo generalista o in ambiti specifici senza perdere credibilità, reputazione e autenticità.

La particolare attrattività del consumo delle informazioni all’interno dei new media deriva innanzitutto dalla maggiore rapidità di accesso alle notizie e dalla celerità di distribuzione delle stesse in tempo reale, ma questi non sono gli unici fattori critici di successo. Un elemento particolarmente importante è dato dalla possibilità degli utenti di interagire con la notizia, con chi la presenta e la community, grazie alle azioni di condivisione, commenti e partecipazione alle discussioni. Questo coinvolgimento degli utenti comporta anche ulteriori filoni di approfondimento, facendo forza sulla naturale reattività dei social network ma il prezzo da pagare è quell’effetto distorsivo del targeting e della profilazione. Infatti, il rischio è quello di generare nel tempo quelle social bubbles che pur aumentando le possibilità di interazione fra ciò che è simile restringono però l’accesso a tutto ciò che è diverso.

Di fatto, la disponibilità delle informazioni è compressa per effetto del favorire la promozione dei soli contenuti in accordo con le preferenze dell’utente. Ciò comporta inevitabilmente che le logiche degli algoritmi impostati dal gestore della piattaforma impatta sull’evoluzione del pensiero. Con tutte le considerazioni del caso circa gli interventi da attuare per trovare quel punto di equilibrio fra generazione di valore, responsabilità e libertà d’impresa e che impatta su utenti attivi, gestori e fruitori dei servizi della piattaforma.

Quale futuro per l’informazione?

Ragionare sul futuro dell’informazione è un esercizio fondamentale in considerazione dell’importanza che il sistema dell’informazione ha nell’evoluzione della conoscenza, dovendo tenere conto però delle distorsioni intrinseche che ciascuno dei media può avere e avrà inevitabilmente soprattutto alla luce delle trasformazioni tecnologiche e sociali. Occorre pertanto fissare dei principi fondamentali che sappiano orientare ogni trasformazione verso i desiderata, dovendone inoltre definire un ordine di priorità, quali ad esempio possono essere qualità, disponibilità, accessibilità. L’attuazione di detti principi, inoltre, può avvenire attraverso norme cogenti, di indirizzo, interventi di soft law o altrimenti la promozione di una cultura dell’informazione al fine di generare quella domanda cui qualsiasi offerta dovrà andare a rispondere.

Un’opera complessa, che richiede non solo un attento monitoraggio ma anche l’applicazione di correttivi e, se del caso, cambi di strategia. Senza dimenticare però che l’incertezza tanto connaturata quanto percepita di un sistema di informazione intacca l’evoluzione del pensiero e dei cittadini.


[1] https://www.agcom.it/pubblicazioni/osservatori/osservatorio-annuale-sul-sistema-dellinformazione.

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