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Normativa RAEE: come va gestito lo smaltimento rifiuti per i negozi online



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Con la rinnovata attenzione dei governi e dell’opinione pubblica a temi come la salvaguardia dell’ambiente e il riciclaggio dei rifiuti è fondamentale conoscere, nonché rispettare, la Normativa RAEE per gli ecommerce. Tutto quello che c’è da sapere, dalle finalità alle sanzioni

Pubblicato il 16 ott 2023

Floriana Capone

Avvocato specializzato in e-commerce



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Tra i prodotti più acquistati online, gli apparecchi elettrici ed elettronici raccolgono una quota enorme del fatturato mondiale annuo: secondo il report di Casaleggio Associati, l’elettronica di consumo conquista il 10% delle spese su Internet, seconda solo al turismo.

La normativa RAEE per gli ecommerce

Ma con la rinnovata attenzione dei governi e dell’opinione pubblica a tematiche come la salvaguardia dell’ambiente e il riciclaggio dei rifiuti è fondamentale conoscere, nonché rispettare, la Normativa RAEE per gli ecommerce.

Fino a qualche decennio fa, lo smaltimento dei rifiuti era un tema totalmente sottovalutato, la cui responsabilità ricadeva soltanto sui consumatori. Dunque, i beni di consumo, una volta obsoleti, usurati o danneggiati, finivano direttamente in discarica, creando montagne di immondizia e incrementando l’inquinamento ambientale.

Dal report del Parlamento Europeo sui rifiuti elettronici nell’UE risulta che, ancora oggi, meno del 40% di tali apparecchiature viene riciclato. Quota per la maggior parte costituita da grandi elettrodomestici.

Tuttavia, questi dati non rispecchiano le intenzioni dei governanti e dei legislatori che, già da qualche anno, hanno cambiato la propria prospettiva verso la gestione dei rifiuti: l’interesse si è esteso all’intero ciclo di vita del prodotto, comprese le fasi relative allo smaltimento e all’eventuale riciclo. E ciò è dimostrato dalla normativa RAEE e dalla più recente normativa sulla Responsabilità Estesa del Produttore (normativa EPR), perfettamente allineate nel percorso verso l’economia circolare dettato dall’Agenda 2030 e dagli Obiettivi 2050 stabiliti dal Green Deal europeo.

Dunque, quali sono le regole per la corretta gestione dei rifiuti AEE e in che modalità sono coinvolti i merchant?

Vediamo cosa prevede la Normativa RAEE per gli ecommerce e quali sono gli obblighi per i negozi online, evidenziando però, che non si tratta di una guida esaustiva in grado di sostituire la necessaria consulenza di un legale specializzato in materia di e-commerce.

Finalità della Normativa RAEE

La Normativa sui RAEE nasce dall’esigenza di ridurre l’impatto ambientale delle apparecchiature elettriche ed elettroniche, intervenendo sia nelle fasi di produzione che in quelle di smaltimento.

I rifiuti derivanti dalle AEE, infatti, non sono biodegradabili e hanno un elevato potenziale di tossicità. Inoltre, con una gestione più attenta dei rifiuti derivanti dalle apparecchiature elettriche ed elettroniche è possibile ottenere materiali da inserire nuovamente nel ciclo produttivo (si pensi ai diversi metalli come argento, oro e piombo, rame, ferro).

In particolare, la Normativa RAEE è concepita con alcune finalità ben precise, ossia:

  • prevenire la produzione di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE);
  • ridurre il volume dei rifiuti AEE da smaltire, promuovendo il reimpiego, il riciclaggio e ad altre forme di recupero;
  • responsabilizzare tutti gli operatori che intervengono nel ciclo di vita delle AEE (produttori, distributori e consumatori) verso politiche di produzione e smaltimento più attente all’ambiente;
  • ridurre l’utilizzo di sostanze dannose per l’ambiente nella produzione delle AEE.

Smaltimento rifiuti: Normativa RAEE per gli ecommerce a cui fare riferimento

Le finalità della Normativa RAEE sono introdotte dalla direttiva 2002/96/CE (recepita dal D.Lgs. 151/2005) e perfezionate dalla direttiva 2012/19/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 luglio 2012, recepita in Italia attraverso il decreto legislativo n. 49 del 14 marzo 2014.

Con il decreto ministeriale 25 settembre 2007, n.185 vengono istituiti gli organi per la gestione del sistema RAEE e introdotto il Registro nazionale dei soggetti obbligati al finanziamento dei sistemi di gestione dei rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE).

Tra le Norme RAEE per ecommerce riveste particolare interesse anche il decreto ministeriale 8 marzo 2010, n. 65, con cui vengono disciplinate le modalità per la gestione dei RAEE provenienti da nuclei domestici. Esse coinvolgono nello smaltimento dei rifiuti AEE anche distributori, compresi i venditori online, installatori e gestori di centri di assistenza AEE. In particolare, per i venditori si prevedono modalità semplificate per la reimmissione dei RAEE nel sistema produttivo.

Un’ultima novità in ambito RAEE è il decreto n. 40 del 20 febbraio 2023, attraverso il quale vengono aggiornati e incrementati i precedenti raggruppamenti di rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche soggette alla normativa.

In tema di Normativa RAEE per gli ecommerce, infine, non è possibile non tenere conto della normativa sulla Responsabilità Estesa del Produttore (Normativa EPR), con la quale sono stati introdotti nuovi obblighi per i produttori (definizione che include anche merchant e, in alcuni casi, gli importatori) in tema di smaltimento dei rifiuti e gestione degli imballaggi.

Cosa sono i RAEE

Frigoriferi, condizionatori, TV, PC e telefoni, sebbene abbiano caratteristiche e funzioni essenzialmente differenti, vengono tutti classificati come RAEE.

Qual è l’esatta definizione di RAEE

Per riconoscere e applicare la Normativa RAEE per gli ecommerce è importante fare un primo riferimento alla direttiva 2002/96/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 27 gennaio 2003 (recepita in Italia con il D.Lgs. 151/2005), in cui vengono introdotte le definizioni di AEE e RAEE:

  • apparecchiature elettriche ed elettroniche (AEE): “le apparecchiature che dipendono per un corretto funzionamento da correnti elettriche o campi elettromagnetici e le apparecchiature di generazione, trasferimento e misura di queste correnti e campi appartenenti alle categorie di cui all’allegato I A e progettate per essere usate con una tensione non superiore a 1.000 volt per la corrente alternata e a 1.500 volt per la corrente continua”;
  • rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche (RAEE): “le apparecchiature elettriche ed elettroniche che sono rifiuti ai sensi dell’articolo 1, lettera a), della direttiva 75/442/CEE, inclusi tutti i componenti, sottoinsiemi e materiali di consumo che sono parte integrante del prodotto al momento in cui si decide di eliminarlo”.

Nel tempo, la Normativa RAEE è stata modificata e ampliata. Il decreto legislativo n. 49 del 14 marzo 2014 con cui l’Italia ha recepito la direttiva 2012/19/UE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 4 luglio 2012 ha sostituito il D.Lgs. 151/2005, adeguando le norme ai progressi tecnologici e alle necessità relative allo smaltimento dei rifiuti. Tuttavia, le definizioni di RAEE e AEE a cui fare riferimento rimangono essenzialmente queste.

Distinzione tra RAEE domestici e RAEE professionali

Per capire come i merchant e i produttori debbano essere coinvolti nelle operazioni di smaltimento dei rifiuti è essenziale distinguere i rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche in base alla provenienza e della destinazione d’uso in due categorie:

  • RAEE domestici: si tratta di rifiuti provenienti da nuclei domestici o che per caratteristiche e quantità utilizzate siano simili ai rifiuti elettrici ed elettronici prodotti in ambito domestico. Anche le rimanenze di magazzino, gli invenduti e i resi vengono smaltiti come RAEE di tipo domestico
  • RAEE professionali: si tratta di rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche non utilizzate in ambito domestico. Si caratterizzano per quantità elevate e impiego professionale.

Nell’ambito dei RAEE professionali c’è un’ulteriore suddivisione in RAEE professionali storici e RAEE professionali nuovi. Tra i primi rientrano le apparecchiature che sono state immesse sul mercato in data precedente al 31 dicembre 2010; i secondi, invece, comprendono le apparecchiature immesse sul mercato successivamente al 31 dicembre 2010.

Cosa cambia tra RAEE domestici e professionali

La distinzione principale riguarda gli oneri relativi alle operazioni di smaltimento dei rifiuti (raccolta, logistica e trattamento). Per la vendita di AEE professionali non è necessario pagare un eco-contributo in fase di immissione sul mercato. Il produttore deve pagare il contributo solo quando ritira un AEE e si occupa del suo smaltimento.

Per i RAEE professionali storici, in linea generale, il produttore non ha oneri di smaltimento. I costi sono a suo carico solo se ritira un rifiuto AEE storico in cambio di uno nuovo. Mentre le spese spettano sempre al produttore per i rifiuti di prodotti immessi sul mercato dopo il 31 dicembre 2010, ossia per i RAEE professionali nuovi.

I raggruppamenti RAEE

Per il corretto conferimento dei rifiuti AEE sono stati creati dei raggruppamenti specifici in cui far confluire i rifiuti da apparecchiature elettriche ed elettroniche. A differenza del passato, in cui si faceva riferimento a un sistema chiuso, a partire dal 2018, con l’entrata dell’OPEN SCOPE, le categorie AEE sono state incrementate per comprendere un maggior numero di rifiuti. Fino a quel momento, infatti, risultava difficoltoso differenziare alcune tipologie di rifiuti che, spesso, rimanevano escluse dalla raccolta, finendo tra i rifiuti misti urbani.

In particolare, per i raggruppamenti RAEE più recenti si fa riferimento al decreto 20 febbraio 2023, n. 40, in cui sono previsti cinque raggruppamenti.

Raggruppamento 1: Apparecchiature per lo scambio di temperatura con fluidi

A questo gruppo, originariamente destinato a frigoriferi, congelatori, distributori automatici di prodotti freddi, condizionatori e deumidificatori sono stati aggiunti altri tipi di prodotti: pompe di calore, radiatori a olio e asciugatrici.

Raggruppamento 2: Altri grandi bianchi

Il secondo raggruppamento include: lavatrici; lavastoviglie; apparecchi di cottura; stufe elettriche; piastre riscaldanti elettriche.

Raggruppamento 3: TV e Monitor

Nel raggruppamento numero tre vanno conferiti gli schermi, i monitor e le apparecchiature dotate di schermi, come cornici digitali, laptop e notebook.

Raggruppamento 4: IT e Consumer electronics, apparecchi di illuminazione, PED e altro

Il quarto raggruppamento è certamente quello più cospicuo, in cui rientrano: apparecchiature di illuminazione; apparecchiature per riprodurre suoni o immagini, apparecchiature musicali; macchine per cucire, macchine per maglieria; grandi stampanti; grandi copiatrici; ventilatori elettrici; ferri da stiro; tostapane; coltelli elettrici; sveglie e orologi; apparecchi tagliacapelli e apparecchi per la cura del corpo; videocamere, videoregistratori; giocattoli elettrici ed elettronici; apparecchiature sportive.

Con l’aggiornamento della Normativa RAEE, a questo raggruppamento sono stati aggiunti anche forni a microonde, stufe elettriche, apparecchi elettrici di riscaldamento e pannelli fotovoltaici.

Raggruppamento 5: Sorgenti luminose

Tra le sorgenti luminose sono inclusi: tubi fluorescenti; lampade fluorescenti; lampade a scarica e LED.

Prodotti esclusi dalla Normativa RAEE per ecommerce

Nonostante l’ambito di applicazione della Normativa RAEE sia stato notevolmente ampliato per garantire lo smaltimento corretto di un gran numero di apparecchiature elettriche ed elettroniche, rimangono ancora dei prodotti esclusi.

La normativa sullo smaltimento dei rifiuti attualmente non riguarda:

  • armi, munizioni, materiale bellico;
  • parti di apparecchiature non trattate dalla normativa;
  • lampade a incandescenza;
  • apparecchiature destinate ad essere inviate nello spazio;
  • mezzi di trasporto di persone o di merci, esclusi i veicoli elettrici a due ruote non omologati;
  • dispositivi medici e dispositivi medico-diagnostici potenzialmente infetti.

Come si distingue un rifiuto AEE: il marchio RAEE

Tutti i rifiuti provenienti da apparecchiature elettriche ed elettroniche devono essere contraddistinti dalla marcatura RAEE. Il marchio RAEE è costituito dal simbolo del bidone dell’immondizia su ruote con una croce sopra e serve per indicare che il prodotto non può essere gettato nella spazzatura insieme agli altri rifiuti ma va smaltito in apposite strutture.

Il simbolo deve essere visibile e stampato in modo permanente sull’apparecchiatura. Per quanto riguarda le apparecchiature di piccole dimensioni, il marchio RAEE va apposto sull’imballaggio, sul foglio di garanzia o sul libretto di istruzioni.

Cosa prevede la Normativa RAEE per gli e-commerce

Per essere in regola con la normativa italiana sui rifiuti bisogna rispettare alcuni obblighi sia di tipo informativo che relativi alla gestione dei rifiuti. Il mancato rispetto delle norme a riguardo può essere estremamente controproducente per i venditori poiché implica la nullità del contratto oltreché sanzioni pecuniarie.

Assicurare il ritiro 1:1 del RAEE domestico

Questo è uno degli aspetti più importanti della normativa sullo smaltimento rifiuti: i negozi ecommerce hanno l’obbligo di ritirare il RAEE domestico in seguito all’acquisto di un’apparecchiatura elettrica o elettronica nuova.

Va precisato, tuttavia, che l’obbligo di ritiro si applica esclusivamente se il ritiro viene richiesto dal cliente durante l’acquisto e per prodotti equivalenti, ossia apparecchi della stessa classe merceologica.

La gestione del ritiro del RAEE: raccolta, trasporto, deposito

In materia di RAEE i negozi online hanno l’opportunità di affidare la gestione del ritiro ad aziende specializzate oppure di provvedere direttamente alle fasi di raccolta, trasporto e deposito.

Per farsi carico totalmente del ritiro e dello smaltimento è necessario che abbiano automezzi propri, iscritti all’Albo Nazionale Gestori Ambientali, categoria 3 bis per raggiungere i luoghi di raggruppamento (LdR).

Iscriversi all’Albo Nazionale Gestori Ambientali

Per prima cosa, l’impresa deve effettuare l’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali nella Categoria 3 bis. Nell’eventualità in cui vi siano i trasportatori ad agire a nome dell’impresa, anche questi dovranno iscriversi all’albo.

In fase di iscrizione è necessario precisare la sede dell’impresa, le categorie dei rifiuti da smaltire, il luogo di raccolta prescelto e il mezzo di trasporto con cui vengono conferiti i rifiuti.

Registrarsi presso le autorità nazionali RAEE e inviare una relazione

La Normativa RAEE per gli ecommerce che vendono all’estero prevede l’iscrizione dell’azienda presso le autorità del paese che si occupano di gestione e smaltimento dei rifiuti elettrici ed elettronici.

In seguito all’iscrizione, va inviato un rapporto alle autorità nazionali in cui vengono indicate le tipologie e le quantità di apparecchiature vendute.

Gestire e organizzare il trasporto dei RAEE

In seguito all’iscrizione all’Albo Nazionale Gestori Ambientali è necessario indicare un luogo di raggruppamento (LdR) in cui depositare in via temporanea i RAEE ritirati.

Questo può essere interno o esterno nel caso in cui l’azienda abbia anche negozi fisici; mentre, deve essere esterno per i negozi che vendono esclusivamente online.

Per trasportare i rifiuti dai luoghi di raggruppamento ai centri di raccolta comunale è necessario accreditarsi presso il portale del Centro di Coordinamento (CDC) RAEE.

Le aziende hanno l’obbligo di rispettare le tempistiche per il conferimento stabilite dalla legge. Inoltre, bisogna monitorare costantemente le consegne dei RAEE ai Centri di Raccolta comunali o agli impianti autorizzati al trattamento, e non oltrepassare le quantità di rifiuti previste dalla normativa RAEE.

Fornire l’informativa RAEE ai consumatori

Per gli ecommerce vige l’obbligo di informare gli acquirenti sulla possibilità di riconsegnare i RAEE in modo gratuito direttamente nel luogo stabilito per la consegna. Questo tipo di comunicazione si fornisce attraverso l’informativa RAEE, prima che il contratto di vendita venga concluso.

L’informativa RAEE ha lo scopo di incoraggiare i consumatori a riconsegnare gli AEE dismessi o a fine vita, pertanto deve essere ben visibile e semplice da comprendere. È consigliabile inserire l’informativa RAEE nel carrello, in modo che sia visibile in fase di acquisto, nelle Condizioni Generali di Vendita e nel footer del sito ecommerce.

Trascurare questo aspetto può avere conseguenze negative sullo shop online: può portare alla nullità del contratto di vendita e dà al cliente la facoltà di richiedere il rimborso completo della somma pagata.

Compilare e conservare la documentazione di trasporto

Per essere in regola con le norme RAEE, bisogna registrare i dati del consumatore e del rifiuto ritirato sullo schedario numerato e compilare il documento di trasporto (DDT).

I documenti di trasporto vanno archiviati e conservati per almeno tre anni, tenendo presente le attuali norme sulla gestione dei dati personali.

Le sanzioni previste dalla normativa RAEE per gli ecommerce

Come abbiamo accennato, il mancato rispetto della Normativa sui rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche comporta innanzitutto la nullità del contratto di vendita. Inoltre, sono previste sanzioni amministrative pecuniarie sia per l’omissione dell’informativa RAEE che per la mancata tenuta della documentazione di trasporto.

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