L’open banking è ben più di una semplice tendenza: è una forza tangibile che sta ridisegnando il panorama finanziario, dando potere ai consumatori e promuovendo una maggiore inclusione finanziaria. Guidato dalla direttiva europea PSD2, questo modello innovativo facilita la condivisione sicura e trasparente dei dati tra banche tradizionali e fornitori terzi autorizzati, dando vita di fatto a un ecosistema interconnesso a beneficio dei consumatori e rimodellando radicalmente il loro rapporto con i mezzi finanziari.
Open banking: i dati della Banca d’Italia
Sebbene alcuni possano percepire l’open banking come un trend ancora in fase iniziale, i dati della Banca d’Italia dipingono un quadro diverso. In effetti, il mercato italiano dell’open banking comprende già 377 istituzioni finanziarie e 85 provider terzi attivi, di cui 39 nostrani.
L’indagine Fintech 2023 rivela che un significativo 80% delle istituzioni finanziarie del nostro Paese sta utilizzando o sviluppando attivamente soluzioni di open banking per migliorare le proprie procedure antiriciclaggio. Ciò dimostra sia un impegno attivo all’innovazione dei servizi finanziari che una chiara attenzione per garantire al consumatore sicurezza ed efficienza “by design”.
I quattro vantaggi principali dell’Open banking per i consumatori
I vantaggi tangibili per i consumatori sono numerosi e significativi, ma possono essere riassunti in quattro benefici fondamentali:
- Servizi personalizzati e inclusivi: analizzando i dati, i fornitori possono offrire prodotti e servizi finanziari personalizzati, in grado di soddisfare esigenze e circostanze individuali. L’open banking facilita inoltre la consulenza finanziaria su misura, consentendo ai singoli di prendere decisioni informate su budget, risparmio e gestione del debito. Fornendo poi fonti di dati alternative per il credit scoring, l’open banking rende il gioco finanziario più equo a vantaggio di individui con una storia creditizia limitata, come i giovani e i nuovi arrivati in un Paese, garantendo una valutazione più completa del profilo finanziario di un individuo, che va oltre i tradizionali metodi di credit scoring e decisioni di prestito più eque che tengono conto di una gamma più ampia di fonti di reddito e modelli di spesa.
- Efficienza e convenienza: l’analisi automatizzata dei dati snellisce i processi finanziari, riducendo significativamente i tempi di approvazione dei prestiti e di erogazione di altri servizi. L’open banking elimina la necessità di documentazione cartacea ingombrante, rendendo la richiesta di prodotti finanziari più rapida ed efficiente. In definitiva, l’open banking semplifica le transazioni finanziarie, compresi i pagamenti e i trasferimenti di denaro, rendendo le operazioni bancarie quotidiane più immediate e senza interruzioni. La crescente adozione di pagamenti istantanei e portafogli digitali, come evidenziato nel rapporto della Banca d’Italia, sottolinea questa tendenza. Ciò è ulteriormente rilevato dal miglioramento dei tempi di risposta delle API, che si sono praticamente dimezzati dal lancio dell’open banking in Italia, passando da 1056 millisecondi a 578 millisecondi.
- Sicurezza e controllo: la condivisione dei dati nell’ambito dell’open banking è conforme alle severe normative europee e utilizza tecnologie avanzate di autenticazione e crittografia per ridurre le frodi e gli accessi non autorizzati. L’accesso ai dati finanziari aggregati attraverso le piattaforme di open banking consente ai consumatori di monitorare le spese, analizzare le proprie abitudini finanziarie e prendere decisioni finanziarie informate.
- Accelerazione dell’innovazione finanziaria: l’ecosistema bancario aperto promuove la concorrenza e la collaborazione, favorendo lo sviluppo di prodotti e servizi finanziari innovativi a vantaggio dei consumatori. L’indagine della Banca d’Italia mostra un aumento significativo degli investimenti in progetti Fintech, con una spesa prevista di 901 milioni di euro nel 2023-2024, a testimonianza del dinamismo di questo settore.
I passi concreti per gli istituti finanziari
La domanda che sorge spontanea è: come possono le istituzioni finanziarie sfruttare efficacemente la potenza dell’open banking per offrire questi vantaggi ai consumatori? La risposta sta in un approccio su più fronti:
- Investire in un’infrastruttura API solida: dare priorità allo sviluppo di API sicure e affidabili che facilitino la condivisione dei dati, nel rispetto dei requisiti normativi. La proposta del PSR della Commissione Europea include linee guida chiare sulle prestazioni delle API che, una volta applicate, porteranno a una maggiore standardizzazione tra gli standard API, a tempi di inattività ridotti e a un maggiore accesso al supporto
- Abbracciare la data analytics e gli insight guidati dai dati: sfruttare l’analisi avanzata per ottenere una comprensione più approfondita delle esigenze e delle preferenze dei consumatori, favorendo lo sviluppo di prodotti e servizi finanziari personalizzati.
- Promuovere la collaborazione e le partnership: impegnarsi in collaborazioni strategiche e di ampio respiro per estendere l’offerta di servizi e migliorare l’esperienza del cliente.
- Dare priorità all’educazione dei consumatori e alla creazione di fiducia: formare attivamente i consumatori sui vantaggi e sulle misure di sicurezza dell’open banking per promuovere la fiducia e incoraggiare l’adozione.
Open finance: il prossimo capitolo dell’empowerment finanziario
L’open banking sta gettando le basi per una rivoluzione finanziaria e il suo impatto si sta già facendo sentire in Italia. Man mano che i consumatori sperimentano i vantaggi della condivisione dei dati e dei servizi personalizzati, l’open banking sta rapidamente passando da uno strumento di nicchia a un servizio finanziario mainstream. Questo successo, però, è solo l’inizio, con il prossimo salto evolutivo rappresentato dall’open finance.
Mentre l’open banking, spinto dalla PSD2, si è concentrato principalmente sui dati di pagamento, l’open finance cerca di affrontare altre sfide tenendo sempre al centro il valore del consumatore e promuovendo un ecosistema più collaborativo. L’obiettivo è quello di andare oltre i dati di pagamento per includere tutti gli aspetti della vita finanziaria di un individuo, compresi gli investimenti, le assicurazioni, le pensioni e persino le criptovalute. Questo passaggio a un approccio realmente olistico e integrato alla condivisione dei dati finanziari, facilitato dall’imminente regolamento europeo sull’accesso ai dati finanziari (FIDA), promette di liberare un potenziale ancora maggiore per l’empowerment dei consumatori e l’inclusione finanziaria.