Quando l’anno giunge al termine, tutti i videogiocatori sanno che è tempo di premiazioni. The Game Awards è divenuto il punto di riferimento per moltissimi, con numeri sempre crescenti di visualizzazioni in tempo reale. Nel 2022, quando ho avuto modo di parlare dello show e dei premi assegnati ai migliori giochi dell’anno, si parlava di ben 100 milioni di visualizzazioni.
Ebbene, il numero è cresciuto ulteriormente nel 2023, facendo registrare come riportato sull’account X ufficiale, ben 118 milioni di livestreams. Un incremento del 15% rispetto all’anno precedente, rendendo quello del 2023 il The Game Awards più guardato di sempre. Una gran bella soddisfazione per Geoff Keighley, che può quindi vantare il titolo di presentatore più influente nel mondo del gaming, con una piattaforma costantemente in crescita anno dopo anno.
Ma, con le luci, ci sono inevitabilmente anche tante ombre. Nel corso degli anni, analizzando i trend in questo medium, è stato possibile vedere una trasformazione. Sintomo anch’esso di un’industria crescente che ingloba tante tipologie di videogiocatori differenti. L’ormai ingenua divisione tra “casual” e “hardcore” gamer è una reliquia del passato, soppiantata da una più specifica suddivisione dei gamer in base ai generi di appartenenza.
C’è chi preferisce i videogiochi multiplayer, chi vuole esclusivamente esperienze in cooperativa, chi punta agli FPS, chi solo agli RPG e così via. Riuscire a soddisfare con uno show annuale questa vasta platea non è facile e non si può quindi imputare la buona o cattiva riuscita di The Game Awards al solo Geoff Keighley che, sicuramente, fa del suo meglio per promuovere il medium. Ciononostante, sembra che il 2023 abbia segnato una sorta di frattura tra l’industria e questa crescente, passatemi il termine, glamourizzazione, in pieno stile Hollywood.
Gli Oscar del gaming
Che Keighley puntasse lentamente a rendere i The Game Awards una “notte degli Oscar” per il gaming, era ormai chiaro da tempo. La presenza di artisti più o meno indovinati che cantano sul palco dal vivo, celebrità che conferiscono i premi e una platea di incravatatti rispecchiano a pieno l’idea di successo e legittimità che molti nel settore auspicavano.
Tuttavia, l’ingenuità e forse un pizzico di inesperienza nella gestione dell’evento, si sono manifestate sia nel 2022, sia nel 2023. L’anno scorso sotto forma di intrusione di un ragazzo sul palco della premiazione, il quale farneticando in merito a rabbini e l’ex presidente degli Stati Uniti Bill Clinton, ha colto alla sprovvista la security, suscitando certamente l’ira di Keighley. Ma anche l’eccessivamente lungo discorso di Christoper Judge durante la sua premiazione come miglior doppiatore per la sua interpretazione di Kratos (God of War), ha generato malcontento e meme.
Basti pensare che il discorso più lungo nella storia delle premiazioni era quello dell’attrice Greer Garson. Premiata agli Oscar del 1942, parlò per ben 5 minuti e 30 secondi. Christopher Judge ha infranto clamorosamente quel record, parlando sul palco per 7 minuti e 59 secondi. Memore di quanto accaduto, l’organizzazione di The Game Awards 2023 ha previsto una politica che ha suscitato ancor più malcontento. L’ormai nota questione del “Please wrap it up”.
Please wrap it up
Nuovamente sul palco nel 2023, Christopher Judge ha scherzato su quanto accaduto nel 2022, in maniera autoironica e senza lesinare frecciatine ad alcuni segmenti dell’industria. Entrando nel ritmo delle premiazioni, però, si è avvertita immediatamente una certa fretta.
A quanto pare a tutti gli sviluppatori premiati sul palco è stato assegnato un tempo massimo di 30 secondi per parlare. Allo scadere di questi la frase “Please wrap it up”, sostanzialmente “taglia corto per favore”, appariva sullo schermo e la musica di sottofondo li invitava a sgomberare il palco. Un trattamento decisamente poco rispettoso nei confronti di persone che hanno lavorato sodo per offrire un prodotto di qualità, spesso anche artisticamente valido.
Bisogna infatti ricordare che la premiazione di un gioco non è una semplice medaglietta che permette di vendere più copie ma, sostanzialmente, un riconoscimento alle persone che sono dietro quella produzione. Dal team che si occupa dell’aspetto visivo a quello che scrive la storia, passando per musica, programmazione e tanti aspetti diversi. Sicuramente esiste una via di mezzo tra i quasi 8 minuti di Judge e i 30 secondi assegnati alla maggior parte dei premiati del 2023.
E la questione diventa ancor più imbarazzante se si analizzano in dettaglio i tempi per ogni segmento della premiazione. Delle circa 3 ore totali, solo 10 minuti sono stati dedicati ai discorsi dei premiati, mentre i presentatori tra cui figurano personaggi dello showbiz come Timothee Chalamet hanno avuto ben 26,5 minuti di tempo. Più del doppio del tempo di chi ha ricevuto i premi. E la maggior parte del tempo, quindi, a cosa è stata dedicata? Come è facile immaginare, un’ora e mezza è stata dedicata a pubblicità e trailer di nuovi giochi.
Persino Hideo Kojima ha avuto più tempo sul palco, per presentare il suo nuovo gioco, OD, in esclusiva per Microsoft.
L’insoddisfazione degli sviluppatori
Non tutti hanno tenuto per sé l’insoddisfazione per la gestione dell’evento. Molti sono gli sviluppatori che hanno lamentato su X una cattiva gestione dei tempi e una mancanza di rispetto per il loro lavoro. Keighley sembra quindi molto più interessato a ricevere una convalida del medium da parte del grande pubblico piuttosto che dare effettivamente spazio a chi lavora nell’industria. Un approccio confermato dalla continua ricerca di personaggi importanti da invitare che, spesso, nulla hanno a che vedere con questo medium.
Timothee Chalamet è senz’altro un giovane attore emergente di talento, ma in questo contesto si inserisce comunque come una figura pensata per far parlare il pubblico generalista dell’evento. Così come Sting, invitato a cantare sul palco di TGA nel 2021 e la presenza dell’attore Simu Liu nello stesso anno.
L’intento è lodevole, l’esecuzione un po’ meno. La presenza di queste figure può senz’altro valorizzare la kermesse, rendendola di più ampio respiro, ma il prezzo da pagare non può essere meno spazio per le vere star dell’industria. Prendiamo per esempio il vincitore della categoria gioco dell’anno, Larian Studios con il suo Baldur’s Gate 3. Durante il discorso di accettazione del premio, il CEO della software house, Swen Vincke ha sottolineato come il duro lavoro di sei anni sia stato ripagato grazie anche ai giocatori, dedicando il premio ai tanti dipendenti che non hanno potuto vedere questo traguardo, come Jim Southworth, scomparso all’età di 56 anni.
Un discorso appassionato e commovente, ma che ha comunque visto l’apparizione sullo schermo del nefasto messaggio “Please wrap it up”, poiché ha sforato i 30 secondi dedicati al segmento. La mancanza di rispetto e sensibilità ha causato un effetto a catena, con malcontento crescente anche tramite le piattaforme social, portando alla fine anche lo stesso Keighley ad ammettere in un post su X che la musica (per spronare le persone ad abbandonare il palco) fosse stata suonata un po’ troppo in fretta. Sostenendo infine di rivedere questo aspetto in futuro. Tutto è bene quel che finisce bene? Non proprio.
Conclusioni
The Game Awards vuole costruire un’aura di legittimità e senso di appartenenza, tuttavia lo fa in modo goffo, esagerato e forse con occhio un po’ troppo attento a sponsor e pubblicità. La caduta definitiva dell’E3 di Los Angeles ha creato un vuoto difficile da colmare. Se The Game Awards riuscirà a sostituire l’evento che per 24 anni ha catalizzato l’attenzione dei videogiocatori, creando una propria identità, è ancora tutto da vedere.