audiovisivo

Pirateria film e serie tv, Fapav: “Queste le armi migliori per combatterla”

Educazione alla legalità, attività di contrasto, accordi di autoregolamentazione. Ecco un bilancio sulla battaglia in corso contro la pirateria audiovisiva. Ora sono necessarie sanzioni più forti e un approccio integrato che consenta di intervenire sotto vari aspetti, secondo Fapav

Pubblicato il 13 Feb 2018

Federico Bagnoli Rossi

Segretario Generale FAPAV

piracy shield

Ancora oggi la pirateria rappresenta un tema cruciale per lo sviluppo e il rafforzamento del mercato audiovisivo, come fenomeno pervasivo che colpisce al cuore l’industria e la creazione di valore. Se da un lato le modalità di consumo dei contenuti audiovisivi hanno subito dei cambiamenti, è vero, d’altra parte, che i film e le serie televisive rappresentano ancora oggi una delle modalità di intrattenimento preferita. L’offerta legale rappresenta uno degli strumenti più importanti, insieme alle azioni di enforcement, alle attività di comunicazione e alle campagne di educazione, per contrastare la visione non autorizzata di film e serie sui portali illegali.

Gli ultimi dati su pirateria audiovisiva

Non a caso, l’offerta legale dei contenuti sul web è molto cresciuta negli ultimi anni, con oltre 480 piattaforme in tutto il mondo, e sono oggi disponibili nuove formule e modalità differenti per vedere legalmente contenuti online. È pur vero che il tasso di pirateria audiovisiva (il 39% degli italiani, secondo la ricerca FAPAV/Ipsos) sottolinea come la fruizione illecita dei contenuti audiovisivi sia ancora molto diffusa. I motivi principali che spingono a vedere un contenuto tramite i canali non ufficiali sono principalmente il risparmio economico (38%) e motivazioni di ordine pratico/organizzativo (23%). Purtroppo, solo 1 pirata adulto su 4 ritiene che questa pratica possa avere delle gravi conseguenze. Eppure, con oltre 680 milioni di fatturato perso a causa della pirateria audiovisiva e un danno al PIL di più di 400 milioni l’anno, la pirateria rimane ancora un problema serio da contrastare e da risolvere sotto vari aspetti.

Questi, infatti, sono i dati emersi dall’ultima indagine sulla pirateria audiovisiva in Italia. Secondo la ricerca FAPAV/Ipsos del 2016, se la percentuale di adulti che fruisce di contenuti pirata sfiora il 40% della popolazione, il dato sulla fruizione di contenuti audiovisivi illegali risulta ancora più allarmante per la fascia “under 15”. La stima dell’impatto complessivo della pirateria di film e serie tv tra gli adolescenti sale addirittura al 51% (un ragazzo under 15 su due), con un numero di 38 milioni di atti all’anno compiuti da giovani pirati. È fondamentale, pertanto, per il rafforzamento dell’intero settore, impegnarsi per la prosecuzione di azioni congiunte, da parte delle associazioni e delle industrie, per realizzare un sistema efficace di azioni sinergiche e campagne di educazione alla legalità rivolte ai consumatori, soprattutto per le nuove generazioni.

La lotta alla pirateria

A livello enforcement, il Regolamento AGCOM si è dimostrato un case history di successo, il primo intervento amministrativo a livello europeo che è diventato un modello in tutto il mondo. Sin dalla sua implementazione, il Regolamento ci ha consentito di ottenere il blocco di oltre 90 portali pirata, inoltre è risultato un forte incentivo come elemento dissuasivo e di sensibilizzazione di operatori e utenti. Oggi, con l’apertura di nuovi scenari per la tutela del Diritto d’Autore, le nuove modifiche potrebbero rafforzare uno strumento già valido e riconosciuto a livello internazionale come una vera e propria best practice.

In secondo luogo, la rimozione selettiva dei contenuti rappresenta una ulteriore e determinante attività che consente, al titolare dei diritti, di non rendere più disponibili i contenuti pirata presenti, ad esempio, sui cyberlocker. Su questo aspetto è oramai divenuta imprescindibile una collaborazione attiva da parte degli intermediari del web, poiché vi sono alcuni aspetti determinanti che vanno superati e rafforzati. Ad esempio con l’assunzione di un obbligo di “Notice and stay down” poiché non è più tollerabile che un contenuto rimosso venga reso nuovamente disponibile in un secondo momento e sempre sulle medesime piattaforme da cui era stato precedentemente rimosso.

L’inasprimento della normativa sul camcording costituisce un altro aspetto sul quale è necessario focalizzarci poiché questa pratica illegale rappresenta ancora oggi una delle fonti primarie della pirateria. Se il 52% dei film è disponibile illegalmente online entro tre giorni dalla data di uscita ufficiale, questo rappresenta un danno enorme per l’industria audiovisiva. Senza tralasciare poi il problema delle pre-release, ossia della messa a disposizione online di un contenuto prima della sua data di uscita ufficiale. Uno studio della Carnegie Mellon University, ci rivela come, in media, la pre-release pirata di un film influisca in una riduzione del box office di almeno il 19% (rispetto ad una release pirata dopo la data di uscita ufficiale). In merito alle pre-release, è particolarmente diffusa, inoltre, la realizzazione di sottotitoli non ufficiali ad opera di alcune community. Questa pratica crea un forte danno alle imprese titolari dei diritti poiché causa la diminuzione del numero dei potenziali spettatori delle serie e dei film trasmessi attraverso i canali ufficiali.

Su questo fronte, facciamo appello al prossimo Parlamento e Governo per inasprire le sanzioni su un fenomeno illecito che sta diventando davvero grave per la nostra Industria.

Dalla comunicazione all’educazione alla legalità, passando per le attività di contrasto e gli accordi di autoregolamentazione, si rende, dunque, necessario un approccio integrato che consenta di intervenire sotto vari aspetti.

Insomma, è necessario non abbassare la guardia ed aumentare gli sforzi a tutela di un settore che, oltre a rappresentare una eccellenza del Made in Italy, genera un valore per la nostra economia di 14 miliardi di euro e oltre 180.000 posti di lavoro.

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