non solo roblox

Come creare una metaverse strategy vincente: così i brand conquistano il pubblico di domani

La presenza nel metaverso per un’azienda è sempre più attrattiva e rientra nella strategia di coinvolgimento dei clienti. I brand sono quindi chiamati alla sfida di costruire una metaverse strategy coerente tra il proprio messaggio e il pubblico al quale vogliono rivolgersi

Pubblicato il 17 Gen 2023

Alessio Pecoraro

coordinatore PAsocial Emilia-Romagna, marketing & communication manager

metaverso

Greg Robleto, web designer di Rockville in Delaware, con un post sul suo profilo Medium, ripreso poi dal Wall Street Journal, ha raccontato che le sue due figlie Kaylee, 12 anni, e Ginelle, 10, hanno chiesto di ricevere la loro paghetta non in soldi veri ma in Robux.

I Robux sono la valuta virtuale di Roblox una sorta di metaverso in cui è possibile partecipare a tutti i tipi di attività virtuali, tra cui i videogame, tramite avatar. Kaylee Robleto ha acquistato, per il suo avatar, una borsa virtuale da Louis Vuitton, mentre sua sorella ha optato per una giacca Gucci. Ognuno dei due articoli è costato, al cambio, meno di cinque dollari.

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Il caso Roblox

Roblox e altre economie virtuali stanno aiutando a risolvere l’eterno problema genitoriale di controllare come i loro figli spendono online. La maggior parte degli oggetti virtuali costa meno dell’equivalente di 10 dollari e i parental control implementati rendono molto meno preoccupanti spese fuori controllo da parte dei bambini. Ricaricando i portafogli virtuali, i genitori risparmiano tempo e denaro.

Circa la metà dei 60 milioni di utenti giornalieri di Roblox ha meno di 13 anni e negli ultimi tre anni, riporta il WSJ, le entrate di Roblox sono aumentate di sei volte, questo è stato possibile quasi interamente grazie alla vendita di Robux all’interno della piattaforma. Ma dopo il boom del periodo pandemico si sta registrando un rallentamento dal punto di vista finanziario con il titolo azionario in calo, le perdite nette che si stanno ampliando e un business plan ancora lontano – secondo alcuni analisti – dalla sostenibilità.

The Motley Fool una delle più autorevoli società private di consulenza finanziaria e di investimento statunitensi non ha inserito Roblox tra i migliori investimenti consigliati. Se per i trader questo è un aspetto primario per decidere se investire in azioni Roblox, per i marketing manager dei brand questo aspetto non è (e non deve essere) vincolante per decidere e investire nella piattaforma.

L’azienda, che continua a registrare un aumento di utenti e che si sta espandendo oltre il suo pubblico di riferimento, vuole aumentare le entrate e per farlo è pronta a puntare sul business pubblicitario con il roll-out previsto per il 2023.

L’azienda, secondo Manuel Bronstein, Chief Product Officer, ha già provato con successo alcuni annunci online. Con Warner Bros. o Vans, ha testato un formato pubblicitario chiamato “Portali” trasportando i giocatori direttamente alle community Roblox dei brand. Bronstein ha ipotizzato anche che gli annunci nel Metaverso potrebbero essere cartelloni pubblicitari digitali, attraverso i quali gli utenti potrebbero acquistare beni.

Intanto un colosso come Nike, proprio su Roblox, ha creato Nikeland, una delle prime esperienze di un brand sulla piattaforma. In esso, gli utenti possono guadagnare crediti giocando a basket e altri giochi, che possono poi spendere in scarpe da ginnastica virtuali e altri oggetti griffati con l’iconico swoosh dell’azienda di Beaverton in Oregon.

Su Roblox si trovano anche alcuni progetti italiani, tra cui la Lavazza Arena, lo spazio virtuale della storica azienda torinese, nel quale è possibile giocare ad un videogame che ha come obiettivo quello di sensibilizzare i giovanissimi su un tema decisivo per il futuro del Pianeta.

“Non volevamo solo far interagire le persone e i nuovi stakeholders attraverso un linguaggio coinvolgente e diretto con l’utilizzo di un videogioco divertente e appassionante come quello del calcio, ma farlo anche sensibilizzandoli su temi attuali e importanti” ha spiegato Elisabetta Barbieri, Global Digital Content & Partnership Manager di Lavazza Group.

Non solo metaverso

Per un brand può bastare la sola presenza nel metaverso? No, benché si offrano soluzioni pubblicitarie tradizionali, le campagne che le aziende conducono nascono dalla collaborazione con società di sviluppo che le aiutano a creare esperienze coinvolgenti per un pubblico, soprattutto, giovane: giochi, eventi online, ambienti di incontro e di collaborazione, collezioni di digital items con i quali i partecipanti possono arricchire i propri avatar.

Progettare una campagna tradizionale nel Metaverso può rivelarsi, quasi certamente, un boomerang.

Per le aziende, l’estensione della realtà deve essere una parte dell’omnicanalità della strategia di coinvolgimento dei clienti. I brand sono quindi chiamati alla sfida di costruire una metaverse strategy coerente tra il proprio messaggio e il pubblico al quale vogliono rivolgersi.

Se pensiamo alla fascia di età più giovane, lo shopping on-line per i ragazzini è quasi esclusivamente dedicato alle skin, l’aspetto del proprio avatar dentro al gioco e i vari oggetti collegati.

I costi sostenuti per migliorare il proprio personaggio, esteticamente e “fisicamente”, aumentano proporzionalmente il valore dell’account, con relativo prezzo di mercato. Si registrano infatti vere e proprie compravendite di account con transazioni che possono arrivare fino a 6500 euro. Gli sviluppatori cercano di disincentivare queste pratiche, la EpicGames, titolare del celebre gioco Fortnite, ha trascinato in tribunale due youtuber per aver violato i diritti della piattaforma.

Piattaforme come Roblox (o Fortnite) fondano le proprie radici nel mondo del gaming, ma per la generazione Z hanno assunto una dimensione da social a tutti gli effetti. Un nuovo ambiente di incontro nel quale replicare anche dinamiche di business tradizionale.

Per i brand, l’occasione più interessante è quella di creare il proprio mondo, come, ad esempio le land su Roblox. La già citata Nike, oppure Vans, Gucci, Tommy Hilfiger e Ralph Lauren, le cui land sono diventate veri e propri luoghi di ritrovo delle rispettive community. Ma c’è la possibilità di lasciare anche spazi a disposizione di aziende partner, generando – dopo la formalizzazione con contratti extra rispetto all’economia interna della piattaforma – interessanti forme di guadagno.

La natura ibrida di queste piattaforme, a metà tra gaming e social, le rendono lo spazio prediletto dei consumatori di domani. Per cui le aziende che investono oggi, fanno ciò soprattutto per essere i protagonisti di domani.

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Conclusioni

Il metaverso di certo non sostituirà altri tipi di tecnologie o di spazi digitali, ma metterà a disposizione nuovi strumenti. I tempi? Difficile stimarli ma alcuni sensibili cambiamenti si potrebbero vedere già nei prossimi 24 mesi.

I costi, dal punto di vista tecnico sono vicini a quelli per la realizzazione di un sito web professionale, quindi in teoria alla portata di tutte le aziende. I prezzi per gestire una campagna sono piuttosto bassi. La cosa importante è che lo sbarco nel metaverso sia inserito all’interno di una più generale strategia di digital marketing il cui investimento, per un’azienda, deve aggirarsi intorno al 20% del fatturato annuo.

Se per i brand legati al mondo della moda un ambiente come quello di Roblox è un’occasione di guadagno diretto, per altri brand la presenza nella nuova dimensione del web, direttamente o con annunci pubblicitari, oltre che per la riconoscibilità del brand è utile anche nella misurazione di KPI quali la brand equity, cioè il valore di un marchio, la percezione del brand, l’ad recall, un indicatore di un ricordo pubblicitario che viene utilizzato nelle ricerche per valutare quanto il pubblico obiettivo si ricorda di un determinato annuncio e la brand lift, l’aumento delle interazioni come risultato di una campagna pubblicitaria. Il percorso per guidare i trend nel metaverso di domani è già cominciato.

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