l’analisi giuridica

Scarlett Johansson contro OpenAI: ecco i diritti in gioco



Indirizzo copiato

Non solamente i diritti alla tutela dei dati personali di Scarlett Johansson entrano in gioco in questa vicenda: la voce dell’attrice, infatti è portatrice di un valore economico. Lo scontro tra AI e creativi e detentori di copyright diventa più forte

Pubblicato il 23 mag 2024

Luciano Daffarra

C-Lex Studio Legale



Scarlett Johansson openai

La notizia che la diva statunitense Scarlett Johansson è in procinto di avviare un’azione legale nei confronti di Open AI va guardata con attenzione.

E non solo per il valore simbolico della notizia – l’attrice aveva dato voce a una intelligenza artificiale nel film Her di Spike Jonze (2013).

Quella storia – che non finisce bene per gli umani al confronto con l’AI – ora trova specchio nella polemica legale, che si aggiunge alle tante e crescenti intorno a diritti presumibilmente violati dall’AI.

L’attrice accusa OpenAI di avere usato la sua voce dentro il nuovo modello Gpt-4o che permette conversazioni realistiche. Lo stesso fondatore di OpenAI Sam Altman in un tweet aveva evocato il film Her, subito dopo il lancio di Gpt-4o.

HER | Are These Feelings Real?

Lo scontro tra Scarlett Johansonn e OpenAI

La circostanza è aggravata dal fatto che l’azienda che ha sviluppato il programma di “Conversational AI” aveva in precedenza chiesto all’attrice di potere utilizzare la sua voce inserendola nelle opzioni di voce dei propri programmi, tanto che Scarlett Johansson avrebbe deciso di revocare il consenso dopo avere ascoltato con gli amici la voce riprodotta dai computer, tanto da rimanerne scioccata.

Successivamente, alcuni giorni or sono, in assenza di qualsivoglia consenso dell’attrice, la sua voce sarebbe stata messa a disposizione degli utenti di Open AI fra le “modalità vocali” di un sistema di intelligenza artificiale emotiva che risponde alle domande, quella denominata “Sky“, derivata dalla voce dell’attrice americana, appunto.


Anche se OpenAI ha dichiarato che non si tratterebbe della voce di Scarlett Johansson e che la società non intenderebbe renderla ulteriormente pubblicamente disponibile, il problema, già da tempo sollevato[1] si pone come un inevitabile scontro frontale fra i diritti personalissimi della persona, i quali comprendono oltre al diritto al nome e all’immagine, anche il diritto alla riservatezza dei dati che “identificano o rendono identificabile, direttamente o indirettamente, una persona fisica” e i “dati biometrici”, fra i quali sono compresi, fra gli altri, “il timbro e la tonalità della voce”.

I diritti in gioco

Nel caso di specie, non solamente i diritti alla tutela dei dati personali entrano in gioco in questa vicenda.

La voce dell’attrice, infatti, oltre del suo indubbio fascino femminile, è portatrice di un valore economico che è legato ai c.d. “publicity rights”, cioè al diritto esclusivo che fa capo a ciascuna persona che gode di notorietà di disporre delle caratteristiche legate al proprio nome, voce, lineamenti, in ciò incluso financo l’abbigliamento che con essa si identifica e che la rende unica e allo stesso tempo identificabile.

In tal senso l’utilizzazione della voce di Scarlett Johansson da parte di Open AI, senza il suo consenso espresso, violerebbe anche questo ulteriore diritto personalissimo dell’attrice [2].

Tale rivendicazione sta alla base dell’azione legale avviata lo scorso anno da un partecipante del popolare reality show “Il Grande Fratello”, Kyland Young il quale nell’aprile 2023 ha rivendicato i suoi publicity rights in una causa intentata nei confronti della NeoCortext, Inc., la quale aveva sviluppato un software c.d. “deepfake” denominato “Reface”. Negli atti del giudizio Young ha affermato che tale applicazione utilizzava un algoritmo di intelligenza artificiale per consentire agli utenti di scambiare i volti abbinandoli a quelli di attori, musicisti, atleti, celebrità[3].

Il caso Lovo

Proprio in questi giorni, il 16 maggio 2024, un noto doppiatore statunitense Paul Lehrman, assieme ad altri colleghi che svolgono la stessa professione, fra cui l’interprete-esecutrice Linnea Sage, ha avviato una class-action di fronte alla Corte del Northern District di New York nei confronti della LOVO Inc., un’impresa che fornisce un servizio on-line attraverso il quale i suoi clienti sono in grado di generare una lettura vocale di un testo, connotata da determinate caratteristiche volute dall’utente, a un costo assai inferiore rispetto a quello praticato dai doppiatori che sono associati ai sindacati del settore (SAG-AFTRA, e altri).

La causa verte sull’appropriazione da parte della LOVO della voce dei doppiatori, i quali portano in giudizio alcune evidenze a sostegno delle loro tesi. Le domande svolte dagli attori sono rivolte a ottenere l’accertamento di numerose violazioni che includono: l’appropriazione della voce degli interpreti-esecutori per finalità pubblicitarie; le pratiche ingannevoli per avere taciuto le finalità per cui sarebbe stata registrata ed usata abusivamente la loro voce; l’attività ingannevole commessa nei confronti dei consumatori che ritenevano di avere acquisito un servizio lecito e legittimo da parte del loro fornitore; gli atti di concorrenza sleale per avere la LOVO generato un collegamento inesistente fra i ricorrenti e la stessa convenuta; l’indebito arricchimento; la frode commerciale e altre violazioni connesse agli addebiti di cui sopra.

A tale stregua, anche l’uso della voce riconoscibile di Scarlett Johansson per identificare abusivamente un servizio di risposte ai “prompts” di un sistema di intelligenza artificiale potrebbe essere letto come l’appropriazione di un diritto esclusivo di publicity che compete alla sola attrice, connotandone l’intera fisicità.

Vedremo cosa deciderà l’attrice e se dalle capienti tasche di Open AI la cosa troverà un componimento da cachet stellare per il danno causato.

Note


[1] Si può leggere questo articolo sul tema: https://www.agendadigitale.eu/cultura-digitale/robot-doppiatori-e-voce-come-dato-personale-quali-tutele-nel-nuovo-scenario-audiovisivo/

[2] Ai sensi del Lanham Act, i “publicity rights” rappresentano un diritto distinto da quelli che riguardano la persona ai sensi delle norme sulla privacy, come affermato in un caso che risale al lontano 1953, Haelan Laboratories, Inc. v. Topps Chewing Gum, Inc, 202 F.2d 866 (2d Cir. 1953).

[3] Causa: Young c. NeoCortext, Inc., 2:23-cv-02486 19 -United States District Court , Central District of California—Western Division.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Iniziative
Social
Analisi
Video
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Finanza sostenibile
BEI e E-Distribuzione: investimenti per la sostenibilità energetica
Professioni
Servono competenze adeguate per gestire al meglio i fondi europei
Master
Come formare nuove professionalità per governare e gestire al meglio i fondi europei?
Programmazione UE
Assunzioni per le politiche di coesione: prossimi passi e aspettative dal concorso nazionale. Il podcast “CapCoe. La coesione riparte dalle persone”
innovazione sociale
Rigenerazione urbana: il quartiere diventa un hub dell’innovazione. La best practice di San Giovanni a Teduccio
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati

Articolo 1 di 2