Intelligenza artificiale

Se l’IA “resuscita” la voce dei cantanti: i risvolti del caso Randy Travis



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L’intelligenza artificiale generativa sta cambiando le regole dell’industria musicale, come dimostra il caso di Randy Travis, il cui talento è stato “risvegliato” dalla tecnologia. Tra emozioni contrastanti e dibattito etico, emergono nuovi scenari e interessanti opportunità commerciali

Pubblicato il 14 mag 2024

Enzo Mazza

CEO F.I.M.I. (Federazione industria musicale italiana)



randy travis

La “resurrezione digitale“, grazie all’intelligenza artificiale, della voce di Randy Travis, famoso cantante country americano colpito da un grave ictus nel 2013 che gli ha impedito da allora di cantare, ha aperto un vivace dibattito sulla portata etica e sulle potenziali ripercussioni commerciali della Gen AI in ambito artistico. In questo contesto emergono nuovi scenari che suscitano emozioni contrastanti ma anche molte opportunità nell’ambito dell’industria musicale.

Randy Travis - Where That Came From (Official Music Video)

L’incidenza della Gen AI nell’industria musicale

L’influenza dell’AI generativa sul processo creativo si va via via definendo sempre di più nell’industria musicale, con esempi significativi che emergono dall’attività di case discografiche e artisti.

Come è noto, le opportunità legate all’innovazione, possono essere affascinanti e condurre all’esplorazione di nuove sfide, mai immaginate solo poco tempo fa.

Il precedente di Sony Music e David Gilmour

Tra gli esempi più recenti abbiamo citato in un altro articolo quello di Sony Music con David Gilmour, un progetto basato sull’intelligenza artificiale.

The Orb e David Gilmour, chitarra e voce dei Pink Floyd hanno pubblicato “Metallic Spheres” In Colour, presentato come “una reinterpretazione visionaria” del loro album ambient del 2010 Metallic Spheres. Un altro progetto che ha attratto l’attenzione è stato il biopic di Edith Piaf, realizzato da Warner Music.

In questo progetto l’animazione fornirà una visione moderna della storia dell’artista, ha spiegato la casa discografica, mentre l’inclusione di filmati d’archivio, spettacoli teatrali e televisivi, filmati personali e interviste televisive forniranno al pubblico “uno sguardo originale sui momenti significativi della vita della cantante” tutto condito con le registrazioni più famose tornate a nuova vita.

Randy Travis e il suo incontro con l’AI

Tra le opportunità dell’AI generativa rientrano anche i potenziali utilizzi a sostegno di artisti disabili o con problemi di blocco creativo.

L’ultimo esempio riguarda Randy Travis. L’artista è un cantautore e attore statunitense, attivo nel genere country e gospel. Nel 2013 fu colpito da un ictus e da allora vive su una sedia a rotelle e con una potenzialità vocale di fatto azzerata.

Negli scorsi mesi, il co-presidente di Warner Music Nashville, Cris Lacy, ha proposto a Randy Travis e alla moglie di realizzare un nuovo inedito del cantante, grazie all’ausilio dell’AI.

Creazione del brano “Where That Came From”: il processo passo dopo passo

È così nata la canzone “Where That Came From”, realizzata in uno studio di Londra.

Le potenzialità di addestramento di una piattaforma di AI sono sempre più sofisticate e i produttori si sono affidati a Kyle Lehning, produttore di lunga data di Travis.

Per prima cosa è stato creato un LLM di intelligenza artificiale proprietario per avviare il processo.

Il risultato sono stati due modelli: uno con 12 steli vocali (o campioni di brani) e un altro con 42 radici raccolte nel corso della carriera di Travis, dal 1985 al 2013

Poi Lacy e Lehning hanno scelto un di utilizzare “Where That Came From”, una canzone scritta da Scotty Emerick e John Scott Sherrill che Lehning co-produsse e mantenne per anni. L’inedito era cantato da James Dupree. I produttori pensavano che potesse articolare al meglio l’umanità dello stile vocale peculiare di Travis.

Una volta inserita la voce demo (cantata da James Dupree) nei modelli di intelligenza artificiale, “ci sono voluti circa cinque minuti per analizzarla”, ha raccontato Lehning.

Lehning, in team con l’ingegnere del suono Casey Wood, che aveva già lavorato con l’artista ha scelto gli elementi più rilevanti tra i due modelli e ha apportato modifiche ad aspetti come la velocità del vibrato o le frasi rallentanti e rilassanti. La sua performance vocale in “Where That Came From” doveva riflettere questo fatto.

“Siamo riusciti a migliorarlo”, afferma Lehning riferendosi alla registrazione AI in un’intervista all’Associated Press. “È stato emozionante, ed è ancora emozionante.”

La voce di Randy Travis “resuscitata” dalla Generative AI

La moglie di Travis, Mary Travis ha confermato che “l’elemento umano” e “le persone coinvolte” in questo progetto lo differenziano dagli usi più nefasti dell’intelligenza artificiale nella musica.

Nel pieno del dibattito intorno al voice cloning e agli abusi dell’AI, oggetto anche di un’audizione al Congresso USA dove ha preso parte proprio Robert Kyncl, CEO di Warner Music, questo esempio descrive un “volto buono” dell’AI e le immense potenzialità nel processo creativo.

Cris Lacy ha sottolineato l’importanza di questo progetto, evidenziando il desiderio di restituire qualcosa di significativo a un artista tanto amato come Randy Travis. “La motivazione che sta dietro a una registrazione musicale è specifica per ogni singolo artista” – ha affermato Lacy – “L’IA può essere stata uno strumento che ci ha aiutato, ma è stato un gruppo di persone dedicate e appassionate, tra cui Randy stesso, a dare vita a questa bellissima canzone”.

Le opportunità commerciali della Generative AI nell’industria musicale

Questo progetto sperimentale, inoltre, potrebbe anche definire una nuova strada per la casa discografica che possiede i diritti su vasti cataloghi di musica di artisti famosi e scomparsi ma che sono maturi per una vera e propria “resurrezione digitale” come ha scritto The Verge, generando anche nuove opportunità di monetizzazione per le aziende e gli eredi degli artisti.

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