L’investimento diretto per le tecnologie satellitari e l’economia spaziale contenuto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è pari a 1,49 miliardi di euro. Un elemento importante che dovrà essere usato per cogliere le opportunità generate dalla Space Economy anche e soprattutto da parte di attori tradizionalmente lontani da questo settore.
Ancor più significativo della specifica linea di investimento, infatti, è il potenziale che la Space Economy può esprimere nello sviluppo di importanti linee strategiche del PNRR, quali la transizione ecologica, la mobilità sostenibile e la trasformazione digitale.
Il mercato “space economy” in Italia: dove siamo e dove andremo col PNRR
La Space Economy nel PNRR
L’Italia vanta una lunga tradizione nelle attività spaziali: è stata il terzo paese al mondo, dopo Unione Sovietica e Stati Uniti, a lanciare ed operare in orbita un satellite (il San Marco 1, lanciato nel 1964) ed è anche tra i membri fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea, di cui è oggi il terzo contribuente con un budget allocato nel 2020 pari a €665,8 milioni, preceduta soltanto da Germania (€1,37 miliardi) e Francia (€981,7 milioni). Conseguenza tangibile di questa lunga avventura spaziale è la notevole dotazione nazionale in termini di centri di ricerca, infrastrutture e imprese che si articolano in una catena del valore estesa e unica nel suo genere. Al fine di favorirne lo sviluppo, il Governo ha emanato a fine 2016 un primo Piano Strategico Nazionale Space Economy, con una dotazione complessiva di €4,7 miliardi ed un focus sul programma nazionale SATCOM di €1,38 miliardi e Mirror Copernicus di €1,8 miliardi.
Il valore dello Spazio all’interno della bozza di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza[8] è pari a circa €1,49 miliardi. Come si legge nella sezione Investimento 4: Tecnologie satellitari ed economia spaziale – “Allo spazio è ormai ampiamente riconosciuto il ruolo di attività strategica per lo sviluppo economico, sia per il potenziale impulso che può dare al progresso tecnologico e ai grandi temi di transizione dei sistemi economici (ad esempio, l’anticipazione delle implicazioni del cambio climatico tramite l’osservazione satellitare), sia per la naturale scala continentale/europea che ne contraddistingue l’ambito di azione e di coordinamento degli investimenti”. Le risorse stanziate dal PNRR copriranno tuttavia solo una quota degli investimenti per alcune linee di intervento: SatCom, Osservazione della Terra, Space factory, Accesso allo Spazio, In-orbit economy e Downstream. Un segnale certamente positivo per il settore ed il Paese, ma ancora timido per visione di medio-lungo periodo.
Cos’è la Space Economy
La Space Economy è definita dall’OCSE come l’intera gamma di attività e l’uso di risorse che creano valore e benefici per gli esseri umani nel corso dell’esplorazione, ricerca, comprensione, gestione e utilizzo dello spazio.
Tale definizione, volutamente omnicomprensiva, include una duplice vista: quella rivolta verso l’accesso e l’esplorazione allo spazio, le cui attività (tra cui si annoverano ad esempio space tourism, space colonization, asteroid mining) avranno ricadute rilevanti ma nel contempo concretizzabili solo nel lungo o lunghissimo termine; e quella orientata invece verso l’utilizzo dello spazio per realizzare servizi a valore aggiunto con impatti sulla terra, apprezzabili già nel breve-medio termine.
In linea con questa seconda visione, la definizione di Space Economy elaborata dall’Osservatorio, coerentemente con la sua mission e con le definizioni comunemente adottate da istituzioni nazionali ed internazionali di riferimento quali il MISE (Ministero Innovazione e Sviluppo Economico), è la seguente:
“La Space Economy è la catena del valore che, partendo dalla ricerca, sviluppo e realizzazione delle infrastrutture spaziali abilitanti (upstream) genera prodotti e modelli di servizio innovativi basati sullo spazio (downstream) – come per esempio i servizi di telecomunicazione, di navigazione e di osservazione della terra – capaci di meglio soddisfare esigenze note ed emergenti di un ampio spettro di organizzazioni private e pubbliche, in diversi settori (end-user)”
Quali le opportunità per le imprese?
La Space Economy è un fenomeno che interessa tutti, non è appannaggio della sola tradizionale industria spaziale. La possibilità di generare valore attraverso servizi innovativi basati su infrastrutture e dati satellitari sta generando nuove opportunità imprenditoriali in diversi settori, anche lontani dai più tradizionali ambiti applicativi dei satelliti. L’elemento catalizzatore di gran parte della innovazione in ambito Space Economy è oggi certamente lo sfruttamento di sinergie con il processo di trasformazione digitale, che va dall’insuretech all’agricoltura di precisione, portando alla profonda riconfigurazione delle filiere industriali tradizionali.
Questo trend è confermato anche dal crescente numero di startup. L’Osservatorio Space Economy ha censito a livello mondiale più di 700 startup per un valore complessivo di investimenti nel 2020 pari a 4,8 miliardi di dollari.
Le opportunità sono molteplici, sia per gli attori della tradizionale industria spaziale, sia per gli end-user. Le immagini satellitari sono utili per monitorare quasi in tempo reale le reti di distribuzione energetica, spesso collocate in zone remote o poco accessibili. Il monitoraggio continuo di merci e mezzi è fondamentale anche nel settore della logistica e trasporti. Le comunicazioni satellitari potranno abilitare nuovi servizi per la telemedicina e la sanità territoriale. Le assicurazioni guardano con interesse ai servizi space-based per migliorare i modelli di stima del rischio e poter offrire ai clienti prodotti sempre più personalizzati sull’effettivo profilo di rischio.
Quanto vale la Space Economy?
La Space Economy è un fenomeno in continua crescita, che secondo stime di Morgan Stanley raggiungerà il trilione di dollari entro il 2040.
Secondo la Satellite Industry Association[1], i ricavi generati nel 2019 dalla Space Economy sono pari a circa $366 miliardi. Di cui quasi il 34% (pari a $123 miliardi) è riconducibile all’erogazione dei servizi satellitari di telecomunicazione, navigazione e osservazione della Terra. Il 36% ($130,3 miliardi) è legato ai prodotti relativi all’equipaggiamento a Terra per la gestione e l’erogazione dei servizi satellitari, come infrastrutture di rete a Terra, o sensori e antenne, quali ad esempio il GPS installato sui dispositivi mobili.
Si osserva, inoltre, un volume crescente degli investimenti privati. Nel 2018, quelli in società spaziali sono stati circa $3,2 miliardi e nel 2019 è stato battuto ogni record con stime che si assestano tra i $4,1 miliardi (Seraphim Capital[2]) e i $5,7-5,8 miliardi (Bryce[3], Space Angels[4], 2019). Considerando quest’ultimo dato, gli investimenti privati a livello globale sono quasi raddoppiati nel giro di un anno.
Lo stesso fenomeno sta accadendo pure in Europa, anche se a ritmi e volumi più contenuti. In Italia è nato il fondo PrimoSpace, primo fondo VC nazionale dedicato specificamente allo spazio. L’industria italiana dello spazio rappresenta peraltro un player di rilevanza mondiale, con circa 200 aziende, un giro d’affari annuo di €2 miliardi e con circa 7.000 addetti (+15% negli ultimi 5 anni) (MISE, 2020[5]). Analisi recenti confermano l’immagine di un settore in netta crescita nonostante l’impatto della pandemia sulla filiera.
Il ruolo strategico dello Spazio per l’Europa
Lo spazio e i servizi abilitati da esso sono e saranno sempre una priorità strategica per l’Europa. Nell’area europea, unica nel suo genere, la spesa complessiva per il settore spaziale è composta da due principali fonti di finanziamento pubblico:
- i bilanci nazionali, che a loro volta comprendono il contributo all’ESA, il contributo al bilancio EUMETSAT e il contributo alle agenzie nazionali per la gestione dei programmi spaziali nazionali e di altri progetti spaziali al di fuori di ESA e EUMETSAT;
- il bilancio spaziale dell’Unione Europea, finanziato attraverso contributi degli Stati membri al bilancio dell’Unione, ma gestito come un bilancio sovranazionale che integra i bilanci nazionali.
Complessivamente il bilancio spaziale europeo è stato stimato attorno ai €10,2 miliardi nel 2018, di cui €8,4 miliardi dai bilanci nazionali e €1,8 miliardi dal bilancio dell’Unione Europea[6]. Tra il 2014 e il 2020, la sola Unione Europea ha investito circa €12 miliardi in attività spaziali, e anche grazie a tali investimenti infrastrutturali possiede sistemi spaziali di livello mondiale con Copernicus EGNOS e Galileo. Con più di 30 satelliti attualmente in orbita e l’intenzione di raddoppiarne il numero nei prossimi 10-15 anni, l’Europa è il più grande cliente istituzionale per i servizi di lancio. Da ultimo, il bilancio dell’ESA ha registrato un significativo aumento, dai €5,6 miliardi nel 2018 ai €6,68 miliardi del 2020.
Nell’aprile scorso il Parlamento Europeo ha inoltre dato il via libera definitivo al nuovo programma spaziale, con una dotazione di €14.8 miliardi nel prossimo bilancio 2021/2027. Le politiche per lo Spazio potranno inoltre beneficiare di porzioni importanti dei fondi per l’innovazione e la ricerca previsti nel programma quadro Horizon Europe[7].
Conclusioni
La vera sfida che l’intero ecosistema della Space Economy deve affrontare in questo frangente storico è infatti quello di convincere ampi settori dell’economia e i Governi del ruolo di piattaforma che le infrastrutture spaziali possono giocare, come è oggi riconosciuto alle TLC e alle tecnologie IT. Un primo e fondamentale test sarà allora osservare quanto le soluzioni space-based saranno rilevanti, se non centrali, all’interno delle articolazioni progettuali di altre linee strategiche del PNRR: dalla transizione ecologica alla digitalizzazione, dalla mobilità sostenibile alla salute, fino alla inclusione sociale e al superamento del digital divide.
Note
- https://sia.org/news-resources/state-of-the-satellite-industry-report/ ↑
- https://seraphim.vc/ ↑
- https://brycetech.com/ ↑
- https://www.spaceangels.com/ ↑
- https://www.mise.gov.it/index.php/it/198-notizie-stampa/2041625-presentata-pubblicazione-sull-industria-italiana-dello-spazio ↑
- https://espi.or.at/publications/espi-yearbook ↑
- https://www.consilium.europa.eu/it/policies/eu-space-programme/#:~:text=Dando%20seguito%20a%20questa%20strategia,per%20il%20periodo%202021%2D2027.&text=Il%2016%20dicembre%202020%20il,per%20il%20periodo%202021%2D2027. ↑
- https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR_3.pdf ↑