PNRR

Space Economy al servizio dello sviluppo sostenibile? Le opportunità per Europa e Italia

Le infrastrutture spaziali possono giocare un importante ruolo di “piattaforma” abilitante all’interno delle articolazioni progettuali strategiche del PNRR: dalla transizione ecologica alla digitalizzazione, dalla mobilità sostenibile alla salute, fino alla inclusione sociale e al superamento del digital divide. Le sfide

Pubblicato il 20 Mag 2021

Alessandro Paravano

Ricercatore Osservatorio Space Economy

Antonio Ghezzi

Direttore Osservatorio Space Economy

Paolo Trucco

Responsabile Scientifico Osservatorio Space Economy

Space economy: è l’ora di legiferare sull’economia aerospaziale

L’investimento diretto per le tecnologie satellitari e l’economia spaziale contenuto nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) è pari a 1,49 miliardi di euro. Un elemento importante che dovrà essere usato per cogliere le opportunità generate dalla Space Economy anche e soprattutto da parte di attori tradizionalmente lontani da questo settore.

Ancor più significativo della specifica linea di investimento, infatti, è il potenziale che la Space Economy può esprimere nello sviluppo di importanti linee strategiche del PNRR, quali la transizione ecologica, la mobilità sostenibile e la trasformazione digitale.

Il mercato “space economy” in Italia: dove siamo e dove andremo col PNRR

La Space Economy nel PNRR

L’Italia vanta una lunga tradizione nelle attività spaziali: è stata il terzo paese al mondo, dopo Unione Sovietica e Stati Uniti, a lanciare ed operare in orbita un satellite (il San Marco 1, lanciato nel 1964) ed è anche tra i membri fondatori dell’Agenzia Spaziale Europea, di cui è oggi il terzo contribuente con un budget allocato nel 2020 pari a €665,8 milioni, preceduta soltanto da Germania (€1,37 miliardi) e Francia (€981,7 milioni). Conseguenza tangibile di questa lunga avventura spaziale è la notevole dotazione nazionale in termini di centri di ricerca, infrastrutture e imprese che si articolano in una catena del valore estesa e unica nel suo genere. Al fine di favorirne lo sviluppo, il Governo ha emanato a fine 2016 un primo Piano Strategico Nazionale Space Economy, con una dotazione complessiva di €4,7 miliardi ed un focus sul programma nazionale SATCOM di €1,38 miliardi e Mirror Copernicus di €1,8 miliardi.

Il valore dello Spazio all’interno della bozza di Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza[8] è pari a circa €1,49 miliardi. Come si legge nella sezione Investimento 4: Tecnologie satellitari ed economia spaziale – “Allo spazio è ormai ampiamente riconosciuto il ruolo di attività strategica per lo sviluppo economico, sia per il potenziale impulso che può dare al progresso tecnologico e ai grandi temi di transizione dei sistemi economici (ad esempio, l’anticipazione delle implicazioni del cambio climatico tramite l’osservazione satellitare), sia per la naturale scala continentale/europea che ne contraddistingue l’ambito di azione e di coordinamento degli investimenti”. Le risorse stanziate dal PNRR copriranno tuttavia solo una quota degli investimenti per alcune linee di intervento: SatCom, Osservazione della Terra, Space factory, Accesso allo Spazio, In-orbit economy e Downstream. Un segnale certamente positivo per il settore ed il Paese, ma ancora timido per visione di medio-lungo periodo.

Quali le opportunità per le imprese?

La Space Economy è un fenomeno che interessa tutti, non è appannaggio della sola tradizionale industria spaziale. La possibilità di generare valore attraverso servizi innovativi basati su infrastrutture e dati satellitari sta generando nuove opportunità imprenditoriali in diversi settori, anche lontani dai più tradizionali ambiti applicativi dei satelliti. L’elemento catalizzatore di gran parte della innovazione in ambito Space Economy è oggi certamente lo sfruttamento di sinergie con il processo di trasformazione digitale, che va dall’insuretech all’agricoltura di precisione, portando alla profonda riconfigurazione delle filiere industriali tradizionali.

Questo trend è confermato anche dal crescente numero di startup. L’Osservatorio Space Economy ha censito a livello mondiale più di 700 startup per un valore complessivo di investimenti nel 2020 pari a 4,8 miliardi di dollari.

Le opportunità sono molteplici, sia per gli attori della tradizionale industria spaziale, sia per gli end-user. Le immagini satellitari sono utili per monitorare quasi in tempo reale le reti di distribuzione energetica, spesso collocate in zone remote o poco accessibili. Il monitoraggio continuo di merci e mezzi è fondamentale anche nel settore della logistica e trasporti. Le comunicazioni satellitari potranno abilitare nuovi servizi per la telemedicina e la sanità territoriale. Le assicurazioni guardano con interesse ai servizi space-based per migliorare i modelli di stima del rischio e poter offrire ai clienti prodotti sempre più personalizzati sull’effettivo profilo di rischio.

Il ruolo strategico dello Spazio per l’Europa

Lo spazio e i servizi abilitati da esso sono e saranno sempre una priorità strategica per l’Europa. Nell’area europea, unica nel suo genere, la spesa complessiva per il settore spaziale è composta da due principali fonti di finanziamento pubblico:

  • i bilanci nazionali, che a loro volta comprendo­no il contributo all’ESA, il contributo al bilancio EUMETSAT e il contributo alle agenzie nazionali per la gestione dei programmi spaziali nazionali e di altri progetti spaziali al di fuori di ESA e EUMETSAT;
  • il bilancio spaziale dell’Unione Europea, finanziato attraverso contributi degli Stati membri al bilancio dell’Unione, ma gestito come un bilancio sovranazionale che integra i bilanci nazionali.

Complessivamente il bilancio spaziale europeo è stato stimato attorno ai €10,2 miliardi nel 2018, di cui €8,4 miliardi dai bilanci nazionali e €1,8 miliardi dal bilancio dell’Unione Europea[6]. Tra il 2014 e il 2020, la sola Unione Europea ha investito circa €12 miliardi in attività spaziali, e anche grazie a tali investimenti infrastrutturali possiede sistemi spaziali di livello mondiale con Copernicus EGNOS e Galileo. Con più di 30 satelliti attualmente in orbita e l’intenzione di raddoppiarne il numero nei prossimi 10-15 anni, l’Europa è il più grande cliente istituzionale per i servizi di lancio. Da ultimo, il bilancio dell’ESA ha registrato un significativo aumento, dai €5,6 miliardi nel 2018 ai €6,68 miliardi del 2020.

Nell’aprile scorso il Parlamento Europeo ha inoltre dato il via libera definitivo al nuovo programma spaziale, con una dotazione di €14.8 miliardi nel prossimo bilancio 2021/2027. Le politiche per lo Spazio potranno inoltre beneficiare di porzioni importanti dei fondi per l’innovazione e la ricerca previsti nel programma quadro Horizon Europe[7].

Conclusioni

La vera sfida che l’intero ecosistema della Space Economy deve affrontare in questo frangente storico è infatti quello di convincere ampi settori dell’economia e i Governi del ruolo di piattaforma che le infrastrutture spaziali possono giocare, come è oggi riconosciuto alle TLC e alle tecnologie IT. Un primo e fondamentale test sarà allora osservare quanto le soluzioni space-based saranno rilevanti, se non centrali, all’interno delle articolazioni progettuali di altre linee strategiche del PNRR: dalla transizione ecologica alla digitalizzazione, dalla mobilità sostenibile alla salute, fino alla inclusione sociale e al superamento del digital divide.

Note

  1. https://sia.org/news-resources/state-of-the-satellite-industry-report/
  2. https://seraphim.vc/
  3. https://brycetech.com/
  4. https://www.spaceangels.com/
  5. https://www.mise.gov.it/index.php/it/198-notizie-stampa/2041625-presentata-pubblicazione-sull-industria-italiana-dello-spazio
  6. https://espi.or.at/publications/espi-yearbook
  7. https://www.consilium.europa.eu/it/policies/eu-space-programme/#:~:text=Dando%20seguito%20a%20questa%20strategia,per%20il%20periodo%202021%2D2027.&text=Il%2016%20dicembre%202020%20il,per%20il%20periodo%202021%2D2027.
  8. https://www.governo.it/sites/governo.it/files/PNRR_3.pdf

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