Semiconduttori

Futuro dei chip: geopolitica, innovazione e squilibri da arginare



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L’industria dei semiconduttori si trova in un punto di svolta: tra innovazione, sfide geografiche e squilibrio tra offerta e domanda, la situazione è sempre più complessa. L’interesse dei governi e le politiche di sovvenzione complicano ulteriormente il gioco, spingendo le aziende a rivedere le proprie strategie

Pubblicato il 21 feb 2024

Mauro Colopi

Partner Bain & Company



reti chip ia

All’indomani della carenza di chip (registrata soprattutto nel 2021 e nel 2022), l’industria dei semiconduttori ha potenziato la propria capacità produttiva. Tuttavia, la domanda di PC, smartphone e dispositivi si è nel frattempo contratta.

Il contesto attuale dell’industria dei semiconduttori

Siamo quindi passati di fatto a una situazione di sottoutilizzo delle capacità di alcuni segmenti della catena del valore dei semiconduttori, che si riflette sulle previsioni di alcuni esperti: se da una parte ritengono oggi non più necessarie le preoccupazioni sulla sicurezza della catena di approvvigionamento del comparto, dall’altra prevedono anche un eccesso di offerta nel breve periodo.

Questa prospettiva, tuttavia, non è pienamente condivisibile e necessita una riflessione più ampia e profonda: lo squilibrio tra offerta e domanda nel mercato dei chip si combina, infatti, con un’altra grande questione.

Il mercato dei semiconduttori rimarrà legato a un unico pool di domanda globale? O piuttosto si frammenterà in blocchi in competizione fra loro?

Le sfide geografiche nell’industria dei semiconduttori

Un indicatore cruciale arriverà dalle Istituzioni: è necessario comprendere infatti se i Governi inizieranno ad imporre il luogo di produzione per alcune tipologie di chip (a livello domestico, o attraverso un partner commerciale). Ciò accelererebbe la frammentazione degli ecosistemi dei semiconduttori e avrebbe un effetto maggiore dei sussidi sul mercato globale dei semiconduttori.

E la sfida geografica potrebbe assumere caratteri specifici in base alle diverse componenti tecnologiche offerte: da una parte la capacità all’avanguardia che TSMC, Intel e Samsung stanno sviluppando negli Stati Uniti e in Europa, e dall’altra le tecnologie più vecchie che vengono costruite in gran parte in Cina e a Taiwan.

L’equilibrio tra offerta e accesso geografico alle risorse strategiche della catena dell’approvvigionamento riguarda non solo i semiconduttori, ma anche alcune altre componenti chiave per assicurare cicli produttivi stabili. E l’instabilità del contesto geopolitico interazionale sta acuendo ulteriormente l’attenzione su questa riflessione strategica.

L’analisi dello squilibrio tra offerta e domanda

Analizzando lo squilibrio tra domanda e offerta, è probabile che la ciclicità del settore rimanga – ciclicità e i brevi periodi di sottoutilizzo sono caratteristiche normali del ciclo economico dei semiconduttori – ma è improbabile che si verifichi una sovracapacità strutturale o a lungo termine. Soprattutto alla luce della crescita secolare che ha caratterizzato l’industria, combinata con la natura pragmatica dei produttori di semiconduttori quando si tratta di sviluppare la capacità produttiva.

Le fabbriche all’avanguardia (nodi a 7 nanometri e inferiori) non sono economiche, costano circa 2 miliardi di dollari e richiedono oltre due anni per essere costruite. Una spesa ancora maggiore è rappresentata dalle attrezzature, che possono raggiungere i 9 miliardi di dollari e richiedere fino a 18 mesi per essere qualificate e messe in funzione.

Quando i periodi di flessione riducono le aspettative di riempimento della capacità, i produttori spesso si fermano prima di aggiungere macchinari, per evitare periodi di sovracapacità. Questo crea importanti oscillazioni in termini di ciclicità nel mercato delle apparecchiature per semiconduttori, dal momento che i progetti vengono avviati e poi interrotti bruscamente. Quando il mercato dell’elettronica torna sulla sua traiettoria di crescita storica, la domanda di semiconduttori aumenta, consumando rapidamente qualsiasi sovracapacità, motivo per cui raramente si assiste a cicli negativi dei semiconduttori che durano più di due anni.

Un altro fattore in grado di assorbire eventuali sovracapacità è che i chip possono essere progettati su un’ampia gamma di tecnologie, e i prodotti possono essere adattati per sfruttare l’offerta disponibile, riequilibrando così la domanda. Questo processo di riprogettazione richiede dai 12 a 18 mesi. Quindi, sebbene non abbia contribuito ad alleviare l’impatto della recente carenza, aiuta a prevenire una sovracapacità strutturale o a lungo termine.

L’impatto delle sovvenzioni governative sull’industria dei semiconduttori

Allo stesso modo, le grandi sovvenzioni governative non cambiano questo equilibrio. Sebbene gli Stati Uniti e l’Unione Europea offrano circa 100 miliardi di dollari di sussidi fino alla fine del decennio, si tratta solo di una frazione dei mille miliardi di dollari di investimenti che l’industria dei semiconduttori intende effettuare. Gli incentivi governativi possono influenzare la localizzazione delle fabbriche, ma è improbabile che si traducano in una sovraccapacità strutturale.

Poiché il mercato è in crescita, la capacità in eccesso viene generalmente assorbita dalla crescita del mercato entro uno o due anni, come la storia ci insegna.

Strategie per le industrie nel contesto attuale dei semiconduttori

Come possono, le industrie che utilizzano i chip, rispondere a queste molteplici sfide?

Innanzitutto, devono continuare a monitorare attentamente la catena di fornitura dei semiconduttori: il mercato rimane infatti complesso, e le aziende devono continuare ad investire sulla propria resilienza, tracciabilità e programmazione strategica.

Le realtà attive nel comparto devono inoltre sfruttare i momenti di eccesso di offerta. Un attento monitoraggio da questo punto di vista può aiutare a identificare i periodi di sovrabbondanza per sfruttare le opportunità legate a prezzi più favorevoli e incrementare la garanzia di accesso alla capacità necessaria nel tempo.

È importante sviluppare poi strategie specifiche per i chip. Ad esempio, nei chip di fascia bassa, un’area in cui si possono qualificare più fornitori, le aziende dovrebbero monitorare l’intero mercato. Per i semiconduttori mission-critical, come le unità di micro-controllo, le aziende dovrebbero collaborare con i fornitori di silicio per consolidare l’architettura su un singolo chip e assicurarsi la fornitura per lunghi periodi di tempo, monitorando attentamente quello specifico fornitore.

Conclusioni

Infine, i leader del settore dovranno imparare a guardare ben oltre i semiconduttori, lavorando sulla resilienza di tutti i componenti dei propri dispositivi e assicurando la fornitura di altri pezzi per loro indispensabili (pensiamo ad esempio alle schede madri e le batterie), che potrebbero essere inaspettatamente interrotti da un’altra crisi di approvvigionamento.

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