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Streaming manipolato, royalty in pericolo: l’IA e le nuove frodi musicali



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L’industria musicale affronta nuove sfide con l’avvento dell’IA generativa. La manipolazione dello streaming mina classifiche e royalties, come nel caso di frode di Michael Smith. Le contromisure si evolvono, ma la minaccia cresce esponenzialmente, richiedendo risposte sofisticate e rapide

Pubblicato il 23 ott 2024

Enzo Mazza

CEO F.I.M.I. (Federazione industria musicale italiana)



streaming (1)

La manipolazione dello streaming con conseguenti effetti sulle classifiche e sulle royalty è da anni nel mirino dell’industria musicale. Il recente caso emerso negli Stati Uniti dove, secondo le accuse del Procuratore distrettuale di New York, che ha arrestato un cittadino americano, Michael Smith, una frode con manipolazione dello streaming avrebbe fruttato oltre dieci milioni di dollari in royalties ha rilanciato l’allarme anche per l’impiego di tecnologie di AI generativa.

Streaming manipolato con l’IA: il caso Smith

“Mediante lo schema di frode, Smith ha sottratto milioni di dollari in royalties che avrebbero dovuto essere pagate a musicisti, autori e altri aventi diritto le cui canzoni erano state legittimamente trasmesse in streaming” ha specificato il Procuratore distrettuale.

Secondo l’FBI, Michael Smith avrebbe realizzato centinaia di migliaia di canzoni con intelligenza artificiale, e utilizzato funzioni automatiche per riprodurre ripetutamente la musica in streaming e generare così royalties illecite. Lo schema messo a punto dall’imputato ha giocato sull’integrità dell’industria musicale con un tentativo concertato di aggirare le politiche delle piattaforme di streaming.

Smith aveva anche creato falsi account attivi con sistemi automatizzati in grando di generare oltre 660mila stream al giorno, arrivando ad incassare oltre 1 milione e 200mila dollari in royalties. L’imputato ha scientemente diluito le richieste di ascolto falsificate su migliaia di brani, in modo da non destare sospetti ed evitare i controlli delle piattaforme.

Manipolazione dello streaming con ascolti fake: i precedenti

Le attività di contrasto poste in essere dall’industria avevano già visto iniziative in Brasile, con il blocco e la chiusura di oltre 20 siti di streaming manipulation oltre a recenti attività in Germania e Canada.

In Francia, uno studio sulla manipolazione dello streaming con ascolti fake, realizzato dal CNM, aveva evidenziato già nel 2021 come oltre un miliardo di stream fossero oggetto di frodi.

Il rischio che, con l’avvento delle tecnologie di AI, questi numeri crescano in maniera esponenziale è concreto e tutta la filiera è in allarme.

I numeri del fenomeno

Secondo i dati pubblicati di recente da Spotity, solo il 19% degli artisti sulla piattaforma ha generato oltre mille stream nel 2023. 158 milioni di brani hanno generato mille o meno di mille sulle piattaforme streaming. 45 milioni non hanno generato alcun ascolto. Oltre un miliardo sono le playlist generate dagli utenti. A titolo di confronto, un gruppo come Vampire Weekend ha oltre 5,2 milioni di ascoltatori con ascolti dei singoli brani che vanno da 150 a 500 milioni.

In questo contesto, un’operazione di manipolazione streaming con sistemi di AI generativa potrebbe generare miliardi di stream sottraendo centinaia di milioni di dollari.

Le capacità di creazione di false canzoni e l’utilizzo di BOT emersi nel caso americano richiedono una risposta sempre più sofisticata.

Le prime contromisure delle case discografiche

In Germania, l’associazione discografica tedesca BMVI, in collaborazione con GfK e l’Università di Vienna, ha lanciato un primo servizio di identificazione delle anomalie.

Lo “Streaming Anomaly Detection” (SAD)

Lo “Streaming Anomaly Detection” (SAD) è il primo approccio per identificare in modo coerente le anomalie valutando gli indicatori centrali dei dati relativi all’artista o al brano. Ad esempio, se una canzone è stata ascoltata in streaming milioni di volte, ma l’artista ha solo una manciata di follower sui suoi profili di social media, pochissimi ascoltatori mensili e la canzone è difficilmente rappresentata nelle playlist pertinenti, il sistema considera improbabile che ciò accada. Il sistema opera soprattutto a livello di long tail perché, se le preoccupazioni delle case discografiche e degli artisti spesso si rivolgono soprattutto ai tentativi di frode nelle classifiche, in realtà come si è visto, il danno più rilevante è costituito dai milioni di royalty sottratte dal totale degli ascolti e che finiscono nelle mani dei criminali che hanno architettato le truffe. I sistemi di detection, come quello tedesco, si vanno diffondendo sempre di più e la percezione delle piattaforme in merito ad un’esplosione incontrollata grazie all’AI, sta crescendo.

Ogni settimana, anche in Italia, milioni di stream risultati sospetti sono rimossi dopo i controlli ma questo riguarda solo la punta dell’iceberg come abbiamo visto.

Il citato studio francese aveva rilevato come almeno tra 1 e 3 miliardi di stream sono falsi, ovvero tra l’1 e il 3% del volume totale di ascolto. Oggi, con l’AI generativa, questi numeri potrebbero moltiplicarsi e le misure da intraprendere sono necessarie e repentine.

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