mixer e riciclaggio

Tornado Cash bandito negli Usa, perché così le cripto sono a una svolta

Il Governo Usa ha proibito l’uso di Tornado Crash, servizio mixer di criptovalute, accusandolo di complicità in riciclaggio di denaro sporco. Segno che il Governo vuole spingere le criptovalute verso sistemi e piattaforme più centralizzati e più facili da regolamentare

Pubblicato il 19 Ago 2022

Roberto Culicchi

Of Counsel DWF (Italy)

La recente vicenda di Tornado Cash segna il punto fino ad oggi più alto della battaglia in atto tra la comunità delle criptovalute e il governo degli Stati Uniti sul tema della privacy finanziaria.

Il caso Tornado Cash

Tornado Cash è un servizio cosiddetto mixer che consente ai proprietari di criptovalute di proteggere il loro anonimato mescolando le tracce consequenziali di informazioni sulle singole operazioni registrate grazie alla tecnologia blockchain. Lo scorso 8 agosto, il Dipartimento del Tesoro statunitense ha proibito agli americani di utilizzare il servizio, sostenendo che Tornado Cash abbia svolto un ruolo centrale nel riciclaggio di oltre 7 miliardi di dollari.

Le criptovalute come leva di attività illecite: servono nuove leggi

Le accuse mosse nei confronti di Tornado Cash sono pesanti. In una dichiarazione ufficiale, l’Office of Foreign Assets Control (OFAC), un’agenzia del Dipartimento del Tesoro, ha definito Tornado Cash “una minaccia significativa per la sicurezza nazionale” degli Stati Uniti e ha affermato che il servizio di mixer è stato utilizzato ripetutamente dagli hacker nordcoreani per riciclare denaro proveniente da diversi furti da milioni di dollari.

La decisione ha immediatamente suscitato la violenta reazione da parte di molti operatori della comunità delle criptovalute, che nella mossa del Dipartimento del Tesoro hanno intravisto il tentativo da parte del governo statunitense di minare in maniera sostanziale valori fondamentali costituzionalmente riconosciuti quali quelli della privacy e di autonomia. Stante la portata dell’iniziativa intrapresa dal Dipartimento del Tesoro, probabilmente l’azione legale più significativa che si sia verificata nel settore delle criptovalute fino ad oggi, è facile prevedere che la decisione possa generare effetti a catena significativi, che potrebbero anche tradursi in una serie di feroci battaglie legali tra l’industria delle criptovalute e il governo degli Stati Uniti.

I servizi di mixer criptovalute

La vicenda di Tornado Cash è strettamente legata all’operatività che caratterizza tutte le applicazioni basate su tecnologia blockchain. Quando un utente invia una criptovaluta da un account all’altro, un record della singola transazione viene inciso per sempre nella blockchain. È chiaro che in questo modo gli inquirenti possono quindi utilizzare queste informazioni pubbliche per monitorare i flussi di denaro e conoscere l’attività finanziaria di una persona o di una società.

Questa trasparenza ha dato origine alla creazione di servizi di cosiddetta “miscelazione”, che hanno lo scopo di occultare le attività finanziarie compiute utilizzando la tecnologia blockchain. Di fatto, un utente può depositare criptovaluta in un mixer, che utilizza una tecnica crittografica complessa per offuscare la traccia e la provenienza del denaro e quindi inviarlo a un indirizzo di portafoglio nuovo di zecca. Da lì, l’utente può recuperare i fondi ed eventualmente incassarli in modo anonimo.

In concomitanza con il diffondersi dell’uso delle criptovalute, purtroppo sia per fini leciti che illeciti, i mixer hanno finito per rappresentare uno strumento di riferimento anche per i criminali informatici. In altre parole, pur rappresentando solamente una piccola parte dell’ecosistema complessivo delle criptovalute, i mixer hanno finito con il rivestire un ruolo significativo nelle attività illecite.

Lazarus Group della Corea del Nord

Ad aprile, i funzionari del Tesoro degli Stati Uniti hanno accusato Lazarus Group, un’organizzazione di hacking presumibilmente sponsorizzata dal governo della Corea del Nord, di aver guidato l’hacking da 600 milioni di dollari del popolare gioco crittografico Axie Infinity’s Ronin network. E secondo le accuse mosse dai funzionari del Tesoro, gli autori dell’hack hanno utilizzato Tornado Cash per riciclare il denaro. Per dare un’idea della portata della vicenda, basti pensare che si stima che un miliardo di dollari di fondi riciclati legati alla Corea del Nord sia passato attraverso Tornado Cash e che i dieci più grandi hack perpetrati dagli hacker nordcoreani abbiano impiegato Tornado Cash per riciclare quei fondi.

Paventando quindi non più solamente la necessità di reprimere un crimine finanziario ma addirittura motivi di sicurezza nazionale, l’8 agosto scorso il Dipartimento del Tesoro americano ha quindi inserito Tornado Cash e i relativi indirizzi di portafoglio smart contract in una blacklist; tutti gli utenti americani che d’ora in avanti interagiranno con quegli indirizzi saranno passibili di essere soggetti a sanzioni penali.

Ovviamente questa drastica presa di posizione del governo americano ha suscitato immediate reazioni. Se è vero infatti che Tornado Cash possa essere stato utilizzato dai criminali per fini illeciti, altrettanto vero è che Tornado Cash ed altri servizi di mixer sono ampiamente e legalmente utilizzati per fini leciti da un ampio numero di utenti. Del resto, esigenze di protezione dell’anonimato nel compimento di operazioni finanziarie sono assolutamente comprensibili, ed i sostenitori di Tornado Cash hanno messo in evidenza come il servizio rappresenti semplicemente uno strumento neutrale che può essere utilizzato sia per fini leciti che illeciti.

Vi è anche chi si è affannato nel mettere in evidenza la possibilità che i servizi di mixer siano utilizzati per finalità meritevoli di tutela. Lo stesso fondatore di Ethereum si è dichiarato in difesa del servizio, scrivendo su Twitter di aver utilizzato lui stesso Tornado Cash per donare a cause ucraine senza sottoporre le organizzazioni beneficiarie a un ulteriore controllo.

Possibili effetti della decisione riguardante Tornado Cash

La decisione del Tesoro di vietare Tornado Cash potrebbe rivelarsi un punto di svolta significativo per le criptovalute sotto diversi profili.

  • In primo luogo, mostra l’estrema decisione del governo degli Stati Uniti nel tentativo di circoscrivere da un punto di vista regolamentare l’operatività in criptovalute. Di particolare importanza appare anche il fatto che quella di Tornado Cash rappresenti la prima decisione che impone delle sanzioni non a carico di una di persona fisica o giuridica ma su un codice operativo,  un meccanismo controllato dalla logica del software. Similmente, si potrebbe ipotizzare che altri tipi di organismi decentralizzati, inclusi altri contratti intelligenti, potrebbero presto essere messi nel mirino.
  • Ma ancora più importante appare il tentativo insito nella decisione del Tesoro da parte del governo degli Stati Uniti di spingere le criptovalute verso sistemi e piattaforme più centralizzati e più facili da regolamentare. In altri termini, si vorrebbe che i requisiti che caratterizzano ogni portafoglio crittografico fossero comunque soggetti a verifiche di compliance e controlli di conformità, così da impedire ai criminali informatici di utilizzare queste tecniche crittografiche per fini illeciti

Di fatto, pare che il messaggio inviato dal Dipartimento del Tesoro abbia intanto iniziato a sortire i primi effetti; Circle, l’emittente della USD Coin (USDC), la seconda stablecoin più grande, ha congelato oltre $ 75.000 di fondi collegati agli indirizzi Tornado Cash. E Github, una piattaforma di sviluppo software di proprietà di Microsoft, ha cancellato gli account degli sviluppatori Tornado Cash.

Ma gli appassionati di criptovalute resistono ai tentativi delle autorità centrali di vigilanza di controllare le politiche o le transazioni. Nei giorni scorsi, i difensori di Tornado Cash hanno lanciato la propria offensiva contro la decisione. In primo luogo, hanno attirato l’attenzione su un difetto logico percepito nella decisione: che chiunque interagisca con un contratto Tornado Cash lo stia facendo illegalmente.

Ma all’orizzonte si profila una battaglia legale che potrebbe essere molto più grande, dal momento che alcuni importanti avvocati esperti di criptovalute hanno iniziato a lanciare l’idea di contestare la decisione per motivi costituzionali, sul presupposto che vietare l’utilizzo di un software sia equiparabile a vietare il diritto di espressione di un individuo. Per non parlare delle pesanti ripercussioni in tema di tutela del diritto alla privacy che possono discendere dalla decisione del Tesoro.

Al di là della ricerca delle argomentazioni legali più idonee a contrastare la decisione, restano sullo sfondo immutati alcuni snodi cruciali che dovranno essere risolti nel tentativo di contemperare esigenze di repressione del crimine e sicurezza con progresso ed innovazione.

Siamo probabilmente di fronte ad un periodo che sarà segnato da scelte di campo difficili ma inevitabili:

  • quanto sacrificare o compromettere dei valori di apertura dal basso e di democratizzazione della finanza insiti nelle nuove tecnologie legate alla blockchain;
  • come reprimere le attività illegali in sistemi costruiti per essere resistenti alla sorveglianza; e se cooperare con i governi o opporvisi, con il rischio magari di generare forme di controllo ancora più stringenti.

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