L’economia italiana, che rimane una delle più importanti del mondo, è fondata in larga parte su un tessuto industriale composto di piccole e medie imprese. Questo tessuto industriale si trova oggi minacciato dalla drastica difficoltà nel trovare nel mercato del lavoro le persone con le competenze tecniche necessarie per soddisfare il proprio fabbisogno professionale.
In particolar modo, l’industria del settore Moda e Accessorio, vive oggi un momento particolarmente complicato perché, entro il 2026, è stimato un fabbisogno di circa 90 mila professionisti sia per sostituire chi andrà in pensione sia per la crescita che le nostre aziende stanno vivendo.
In questa prospettiva si inserisce Train For Digital: un progetto di Confindustria Moda con Fondazione ITS Mita, PIN (Polo Universitario della città di Prato – Università di Firenze), dedicato alla formazione mirata per l’industria della Moda e dell’Accessorio, che punta a rafforzare le competenze digitali dei lavoratori del settore.
Moda, sostenibilità e digitalizzazione: la sfida delle competenze
La sfida della formazione è trasversale e riguarda sicuramente un numero ampio di professioni tecniche più tradizionali, come modellisti, orafi da banco, conciatori o tessitrici. Tutte professioni che, tuttavia, si sono arricchite negli anni di nuove competenze legate all’Industria 4.0, competenze digitali che ancora troppo poco sono presenti all’interno dei percorsi formativi scolastici.
Al contempo, la nostra industria sta affrontando un percorso di trasformazione molto profondo, sia sul fronte della sostenibilità che su quello della digitalizzazione. L’utilizzo dei Big Data è fondamentale anche per le Piccole e Medie Imprese, perché permette di migliorare la previsione della domanda e, di conseguenza, la gestione dell’inventario, al fine di ridurre gli sprechi di materiali, energia e risorse. Ma queste due transizioni, digitale e green, hanno bisogno di competenze nuove che le possano immaginare, progettare e realizzare. Competenze tecniche che, ad oggi, sono troppo difficili da trovare sul mercato.
Le Academy aziendali non sono una soluzione per tutti
Se le aziende più grandi si stanno muovendo per trovare soluzioni di breve periodo, con la creazione di Academy aziendali che forniscano ai candidati le competenze specifiche di cui hanno bisogno, questa soluzione non è applicabile per le PMI e non è ipotizzabile possa essere una risposta al problema nel lungo periodo. Entro il 2030, infatti, andranno in pensione quasi due milioni di lavoratori, di cui il 6% circa nella nostra industria, e l’inverno demografico porterà nel Paese circa 1.3 milioni in meno di persone. È chiaro quanto questi numeri, messi insieme, evidenzino una tempesta imminente che solo uno sforzo congiunto di privato e pubblico potrà contrastare.
Mismatch fra mondo del lavoro e sistema educativo: servono politiche di ampio respiro
La grande sfida di cui dobbiamo essere consapevoli e di cui dobbiamo farci carico è quella del contrasto al mismatch fra la domanda del mondo del lavoro e l’offerta del sistema educativo. Da dove partire è chiaro. In Italia abbiamo circa 25 mila studenti iscritti agli Istituti Tecnici, contro i 120 mila della Francia e gli 800mila della Germania. Segno che su questi istituti pesa ancora oggi uno stigma sociale che, tuttavia, è ampiamente fuori tempo massimo. I nostri istituti tecnici sono infatti spesso delle eccellenze, in grado di garantire tassi di occupabilità superiori al 90% entro pochi mesi dal diploma.
Chiaramente per scardinare questi schemi culturali è necessario tempo e sono necessarie politiche di ampio respiro, che le Istituzioni devono essere in grado di fare. Ma con la media di un Governo ogni anno e mezzo, i governanti non hanno spesso il tempo tecnico per poter fare cambiamenti davvero ad ampio respiro. Grazie anche all’impegno di Giovanni Brugnoli, Vicepresidente di Confindustria con Delega al Capitale Umano, abbiamo avviato ora un dialogo costruttivo con il Ministro Valditara che crediamo possa dare importanti risultati, come era stato con il Ministro Bianchi prima di lui. Per questo tutti, a prescindere dalla fede politica di ognuno, dovremmo sperare nella stabilità di Governo, in modo da riuscire a fare una programmazione del lavoro che sia effettiva e duratura.
Il progetto Train For Digital
Come Confindustria Moda, quindi, ci siamo muovendo sia per trovare soluzioni condivise che possano portare a soluzioni di lungo respiro, sia siamo impegnati per aiutare le PMI che non dispongono della possibilità di aprire Academy aziendali proprie, nel trovare personale formato con le competenze digitali in grado di rispondere alle specifiche necessità. In collaborazione con Fondazione ITS Mita, PIN (Polo Universitario della città di Prato – Università di Firenze), abbiamo lanciato “Train For Digital”, progetto nazionale di formazione selezionato con 916 mila euro dal Fondo per la Repubblica Digitale – Impresa sociale. “Train for Digital” è un progetto dedicato a favorire l’ingresso di oltre 300 giovani nel mondo del lavoro, composto da diverse Academy.
Queste saranno sono fruibili sia online che in presenza, gratuite e adatte a tutti i livelli di istruzione, e hanno l’obiettivo di rispondere in maniera mirata alle specifiche esigenze di ogni realtà, grazie al supporto anche dello IED Istituto Europeo di Design Spa Società Benefit (che si occupa della formazione in ambito retail e visual digitale) e di Remira Italia (che si occupa della formazione nell’ambito IT per il mondo moda). Articolato in più tappe in diverse parti d’Italia (a partire da Scandicci e Napoli, fino alla Puglia, le Marche, il Veneto, per arrivare poi a Bergamo, Varese e Biella), “Train for Digital” si svolge attraverso numerosi eventi che coinvolgono le aziende del territorio, aspetto fondamentale per il matching tra studenti e imprese. Obiettivo di questo progetto è il coinvolgimento in percorsi di formazione e orientamento al lavoro di oltre 300 giovani NEET, ragazzi tra i 15 e i 34 anni che non studiano, non lavorano e non cercano un’occupazione.
La digitalizzazione è un elemento altamente persuasivo della nostra industria oggi, con un impatto trasformativo importante. Le nuove tecnologie stanno infatti cambiando (in meglio) il volto delle nostre imprese. Se prima nell’immaginario collettivo la fabbrica era legata a lavori pesanti e non appaganti, oggi la realtà è profondamente diverse. Non solo i centri di produzioni sono ormai dei veri e propri laboratori, che dovremmo sforzarci di far conoscere di più, ma essendo lavori che richiedono competenze tecniche e digitali specifiche, anche la remunerazione non è più quella del passato.
Conclusioni
Per concludere, contribuire ad una maggiore diffusione delle competenze digitali in tutto il Paese, vuol dire mettere anche l’Industria nelle condizioni di crescere meglio e in maniera più spedita. In particolar modo l’industria della Moda e dell’Accessorio che, come pochissime altre, vanta distretti di eccellenza dal Nord al Sud del Paese e da Est a Ovest, in grado di produrre bellezza e ricchezza.
La digitalizzazione, e la diffusione della cultura digitale, è la chiave per salvaguardare e valorizzazione tutto il saper fare italiano, la capacità unica di produrre il bello e ben fatto che ci viene riconosciuto in tutto il mondo.