la proposta

Come rinnovare il turismo con il digitale, il programma di 10 Volte Meglio

Identità digitale come carta nazionale del turista. Blockchain. Un “ambiente digitale” univoco in cui tracciare flussi e comportamenti e analizzare le enormi quantità di dati disponibili attraverso i molteplici sensori IoT, le carte di pagamento, il roaming. Queste e altre idee di 10 Volte Meglio per innovare il turismo

Pubblicato il 14 Feb 2018

Edoardo Colombo

esperto di turismo e innovazione

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Nonostante il turismo sia la più digitale delle industrie non è mai diventata protagonista dell’innovazione del nostro Paese.

Per questo il nuovo gruppo politico 10 Volte Meglio propone di costituire un unico Ministero del Turismo e dell’Agenda Digitale, così come ha fatto la Spagna dove il Ministero ha quasi 1000 dipendenti a fronte dei 26 del MIbact.

Un segnale chiaro di attenzione verso un settore che cresce il doppio degli altri e che può rapidamente creare occupazione e sviluppo ed essere motore dell’economia.

La proposta per il turismo digitale

Nel recente confronto tra forze politiche “Turismo Italia. Strategie e proposte per la crescita” organizzato al Senato da Federturismo in collaborazione con l’Osservatorio Parlamentare sul turismo e con Competere, ho potuto esporre questa e altre proposte.

Una serie di azioni che hanno l’obiettivo di raddoppiare il contributo del secondo settore economico del Paese al PIL nei prossimi 10 anni.

Iniziative che intendono attivare il volano positivo innescabile dalla crescita del turismo mondiale, rendendoci più competitivi in un mercato sempre più digitale.

Il giudizio sul documento presentato da Federturismo è molto positivo, e passando in rassegna i suoi 17 punti programmatici mi è stato possibile aggiungere idee innovative ed azioni concrete, con lo spirito propositivo che caratterizza 10 Volte Meglio.

Federturismo chiede un Ministero del Turismo, sia che sia una struttura di Governo con portafoglio sia che sia anche una Direzione Generale del Ministero per lo Sviluppo Economico.

Secondo noi questo non sarebbe sufficiente in quanto difficilmente avrebbe autonomia di spesa, per questo rilanciamo proponendo di unire le deleghe del Turismo con l’Agenda Digitale.

Sull’innovazione ci sono fondi che vengono indirizzati su altri settori come manifattura – esempio Industria 4.0 – sanità, giustizia, mobilità, sicurezza ma mai sul turismo pur essendo l’industria che si è più trasformata per effetto della rivoluzione digitale.

È necessario un cambiamento radicale che influirebbe anche sulla governance.

La riforma costituzionale, bocciata poi dal referendum, era stata timida nei confronti del turismo, consentiva solo di accentrare la promozione e interveniva sulla regolamentazione della classificazione alberghiera e delle guide turistiche.

Aveva però introdotto una modifica rivoluzionaria nell’art.117 al comma R. dove si dice che lo Stato ha legislazione esclusiva nel coordinamento informativo statistico e informatico dei dati dell’amministrazione statale, regionale e locale.

Con un capolavoro politico parlamentare di Stefano Quintarelli e Antonio Palmieri venne introdotto con voto favorevole unanime, nonostante tutti i pareri fossero contrari, la dicitura aggiuntiva “dei processi e delle relative infrastrutture e piattaforme informatiche.”

Nel turismo avrebbe potuto avere un effetto molto rilevante, risolvendo l’eccesso e la confusione che il turista incontra in numerosi portali e app regionali, mettendo ordine e creando le condizioni per realizzare un ecosistema digitale del turismo fondato su un coordinamento digitale centrale che è sempre stato difficile attuare.

Qualsiasi sia la governance c’è un bisogno estremo di dati attualizzati che possano dare indirizzi precisi a chi deve attuare azioni di marketing. Ogni azienda sceglie il proprio target sulla base delle quote di mercato, dei cluster di prodotto, della stagionalità, del potenziale di crescita.

Senza queste informazioni ogni scelta non è motivabile e l’azione delle Regioni è inevitabilmente disomogenea.

Un ulteriore punto riguarda la promozione ma preferirei che il confronto riguardasse gli strumenti che si mettono a disposizione di chi la deve esercitare, più che parlare degli assetti societari.

Per esempio la Carta Nazionale del Turista, prevista decreto legge 31 maggio 2014, n. 83.

“Una Carta del turista, anche solo virtuale,  che  consenta,  mediante  strumenti  e canali digitali  e  apposite  convenzioni  con  soggetti  pubblici  e privati, di effettuare pagamenti a prezzo ridotto per  la  fruizione integrata di servizi pubblici di trasporto e  degli  istituti  e  dei luoghi della cultura” non è mai stata realizzata.

Identità digitale come Card nazionale del turista

10 Volte Meglio propone di definire uno standard condiviso di identità digitale che attraverso un QR code personale consenta di fare le stesse funzioni della Card.

Oggi le card sono limitate a città o aree specifiche, grazie a una versione digitale su smartphone si potrebbe viaggiare in tutto il Paese facendo checkin in albergo, esibendo biglietti di trasporto sui treni o entrando a un evento e in un Museo.

Uno standard a cui i principali player con una base clienti significativa potrebbero uniformarsi consentendo al turista un’esperienza seamless – senza soluzione di continuità – nei principali punti di interesse del Paese.

I turisti cinesi per fare un esempio sono molto abituati a usare il QR code di WeChat e le indicazioni dei principali tour operator evidenziano lo smarrimento di chi viaggia in Italia dove si trovano a interagire con un contesto così digitalmente arretrato.

A meno di non pensare a un’esperienza autenticamente medievale, nel rispetto della nostra autenticità e tradizione che sono i nostri punti di forza, è necessario fare un salto di qualità che veda potenzialmente un’integrazione con l’identità digitale europea eIdas e SPID.

Blockchain per il turismo

10 Volte meglio alla richiesta di digitalizzazione dell’offerta turistica per favorire l’accesso diretto al mercato online propone di sperimentare un ecosistema digitale ancora più innovativo fondato sulla blockchain, la prossima rivoluzione di internet.

Un approccio coraggioso ma indifferibile per favorire la disintermediazione dalle principali piattaforme di prenotazione, che drenano risorse delocalizzando quote di PIL e conseguentemente di imponibile.

Per questo si deve superare anche l’approccio dei cosiddetti feudi tecnologici generati dalle Smart City.

Modelli e piattaforme concentrate solo sul servizio al proprio cittadino e con modalità di accesso tutte differenti.

Servono sistemi che garantiscano interoperabilità pensando a cittadini che si muovono nell’accezione della Smart Destination o in senso più esteso della Smart Nation.

Un “ambiente digitale” univoco in cui tracciare flussi e comportamenti e analizzare le enormi quantità di dati disponibili attraverso i molteplici sensori IoT, le carte di pagamento, il roaming.

In termini di Industria 4.0 si potrebbe inoltre favorire la diffusione di un’eccellenza italiana che è la domotica, IoT e beacon, che potrebbe trovare negli alberghi e nei musei una vetrina di prodotto e di sampling utilissima per sviluppare la domanda.

Come finanziare il nuovo turismo digitale

Per finanziare le numerose proposte 10 Volte Meglio ha trovato una possibile soluzione nel processo di restituzione dell’IVA ai turisti non comunitari, proponendo che sia messo a gara sul modello australiano.

Una misura già ipotizzata al punto 55 del “Piano Gnudi” superando l’attuale monopolio di operatori privati internazionali e fissando una soglia minima di rimborso per legge, onde evitare le esagerazioni in essere (fee del 30%).

Una modalità che potrebbe attrarre turismo spender sensibile al vantaggio del maggior rimborso rispetto a Paesi competitor nello shopping tourism che è un prodotto molto appetito, generando anche importanti fondi utili alla promozione.

Vista la sua straordinaria ricchezza, l’Italia dovrebbe infatti posizionarsi nella fascia di mercato che non conta solo le presenze, ma tende ad alzare la qualità del suo turismo attirando viaggiatori che lascino un contributo allo sviluppo territoriale.

Sul tema della tassa di soggiorno si propone un cambio radicale di paradigma.

Il turista/cittadino temporaneo quando visita una città deve godere dei diritti di un fruitore della stessa, almeno nella misura corrispondente alla tassa che gli viene imposta.

Per questo non la si deve pensare come una gabella con cui ripianare i bilanci.

Se tutti i principali player digitali mondiali fanno a gara per profilare i nostri comportamenti per poter essere chirurgici nel proporci pubblicità mirata i Comuni perdono una straordinaria opportunità.

Invece di incassare in forma anonima al termine del soggiorno, attraverso gli albergatori nel ruolo sgradito di sostituito di imposta, si deve anticipare l’incasso al momento dell’arrivo cogliendo l’occasione di dare il benvenuto e ringraziare il turista e riconoscendogli lo status di cittadino.

A fronte di una semplice registrazione, vedi idea QR code, con integrazione al nodo PagoPA si possono riconoscere coupon di servizi quali per esempio accessi alla wifi pubblica, sconti sui noleggi bici, e soprattutto azioni di marketing personalizzate, gestibili dalle DMO e pensate per prolungare la permanenza o per decongestionare i punti più visitati.

Sul tema delle professioni digitali la convergenza di 10 Volte Meglio con Federturismo è totale.

Secondo un recente rapporto dell’OCSE in Italia si può creare un numero enorme numero di posti di lavoro nelle professioni digitali che vanno formati attraverso una forte interazione con gli operatori di settore.

Per crearli si deve superare il concetto di istruzione evolvendo all’educazione, offrendo cioè competenze adeguate per affiancare gli operatori nel gestire la presenza online e su mobile, il posizionamento commerciale, la reputazione e le recensioni, fino alla cybersecurity visto l’imminente entrata in vigore del GDPR di maggio.

Rilancio del Mezzogiorno

Parlando di rilancio del Mezzogiorno 10 Volte Meglio si può prendere a modello il successo di Matera 2019 capitale europea della Cultura, che ha saputo progettare il proprio rilancio con una prospettiva a lungo termine.

Il sud può porre inoltre l’enfasi sull’enogastronomia e sul Food Tourism come forma di sviluppo sostenibile più vantaggiosa e rispettosa del territorio, protagonista e componente attrattiva non imitabile e non replicabile.

Per definire un target a cui guardare 10 Volte Meglio pensa agli italiani nel mondo, con le seconde e terze generazioni, un pubblico dell’emozione del proprio vissuto, interessato a luoghi di origine normalmente fuori dal circuito dei poli principali.

Il Columbus Day negli Stati Uniti è per esempio una festa dell’italianità che va utilizzato come vetrina e occasione di promozione.

Va pensato anche un piano industriale che vede nell’invecchiamento un’opportunità e non una minaccia sociale.

Le persone nell’età del tempo libero e le persone a ridotta capacità motoria meritano attenzione perché sono un obiettivo di mercato prezioso e servono investimenti infrastrutturali per garantire accessibilità e assistenza.

Una fascia di persone che possono trovare nell’offerta ricettiva del mezzogiorno le migliori condizioni per migliorare qualità della vita e benessere salutistico, attenuandone il costo sociale.

Un modo di redistribuire capacità di spesa, trasferendo ricchezza su aree che grazie a questa iniezione di consumi locali, potrebbero vivere una stagione più lunga creando sviluppo e occupazione.

10 Volte Meglio è un partito che è stato costituito da imprenditori e per questo intende applicare al turismo un approccio strategico e industriale, convinti che rispetto a quanto fatto fino ad ora, si possa fare molto meglio.

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