i dati

Tutelare il Made in Italy dalla contraffazione, una sfida che il digitale può vincere

Per quanto si cerchi di salvaguardare il made in Italy, molti sono ancora i fenomeni legati alla contraffazione, che secondo le indagine OCSE alimentano un giro d’affari del valore di 32 miliardi di euro. ll ruolo delle tecnologie, gli esempi virtuosi

Pubblicato il 14 Feb 2023

Gabriele Ferrieri

Presidente ANGI – Associazione Nazionale Giovani Innovatori

Innovation-in-Italy

L’Italia e i suoi prodotti rappresentano da sempre un vanto nel mondo. Il made in Italy non è soltanto tra i brand più apprezzati in termini di reputazione e di visibilità, ma anche tra i più venduti nei mercati internazionali con una considerazione di altissimo profilo delle aziende nostrane, rappresentanti delle principali categorie merceologiche, tra cui: manifattura, lusso, food & beverage, nuove tecnologie e digital health.

Cosa può fare il nuovo governo per un Digital Made in Italy

In aggiunta l’implementazione dell’innovazione digitale ha condotto anche alla creazione di numerose startup innovative e imprese giovanili che, proprio all’insegna del made in Italy, hanno saputo costruire nuovi ponti commerciali, sia verso gli Stati Uniti che verso il sud-est asiatico, come evidenziato anche dalle ultime indagini promosse dal dipartimento del MAECI – Ministero degli Esteri e della Cooperazione Internazionale che ogni anno sostiene tali imprese tramite i progetti del Global Startup Program inerenti la partecipazione, in fiere e non solo, per presentare i loro prodotti o in attività di tutoring o di mentoring per validare al meglio il loro business plan, per favorire anche la raccolta di fondi dal mondo dei venture capital per sostenere lo sviluppo di tali aziende.

I numeri del made in Italy

Nonostante i morsi dell’ultima parte della crisi pandemica e del contesto geopolitico, i dati inerenti le esportazioni sono stati superiori alle aspettative, andando oltre quota 600 miliardi secondo le ultime rilevazioni Istat. Tra i settori maggiormente in crescita quello del food & beverage che ad esempio per il mondo del vino che in Italia rappresenta un mercato da 14 miliardi e un valore per l’export che nel 2022 ha toccato gli 8 miliardi (nonostante gli alert sanitari emersi dalla comunità europea sul discorso etichette).

Se si guarda invece al settore abbigliamento e all’interior design, il 2023 rappresenta un anno che potrebbe veder superare ogni record precedentemente raggiunto, grazie sia alla valorizzazione dei marchi nel mondo sia all’utilizzo delle nuove tecnologie che stanno rendendo sempre più customizzato a favore del cliente finale.

La lotta alla contraffazione

Tuttavia, per quanto si cerchi di salvaguardare il made in Italy e diversi sono stati anche i meccanismi correttivi attuati dalla comunità europea e dai mercati internazionali per salvaguardare l’export internazionale italiano, molti sono ancora i fenomeni legati alla contraffazione, in modo particolare la falsificazione sfrutta in modo illegale il brand del made in Italy per la vendita di prodotti nei vari mercati con ingenti perdite e danni sia economici che d’immagine per il nostro paese.

Secondo le ultime stime i danni diretti e indiretti a svantaggio delle imprese superano i 30 miliardi, questo il sintesi il business della contraffazione del made in italy nel mondo. Tra i settori maggiormente colpiti quelli della moda, del cibo e bevande, fino ad arrivare anche ai farmaci.

Il ruolo della blockchain a sostegno del made in Italy

Ricorrendo alla tecnologia blockchain, il progetto nello specifico punta a offrire alle Pmi l’opportunità di creare un nuovo canale di comunicazione con i potenziali contatti mediante il quale “raccontare il valore dei propri prodotti in modo trasparente ed affidabile. Tutti gli eventi delle varie fasi di una determinata filiera possono pertanto essere tracciati in modo sicuro ed immutabile. Per il Made in Italy, il vantaggio del tracciamento su tecnologia blockchain potrebbe essere determinante per contribuire a valorizzare l’unicità e la storia dei prodotti ed a salvaguardare e proteggere il marchio dai fenomeni di contraffazione”, spiega l’ICE. Fenomeni che secondo le indagine OCSE alimentano un giro d’affari del valore di 32 miliardi di euro, di cui il 30% circa è costituito dai settori agroalimentare e tessile-abbigliamento.

Aziende e export: gli esempi virtuosi

Come si era accennato all’inizio del nostro approfondimento, tante sono le aziende e startup innovative che si sono distinte nel mercato italiano ed internazionale per la promozione e la valorizzazione dei prodotti del made in Italy e pertanto ad alimentare i numeri dell’export dei prodotti italiani verso i nuovi mercati emergenti. Scopriamo alcune di queste.

Partendo da quelle che stanno aiutando a digitalizzare il made in italy, da segnalare sicuramente Velasca, che permette di configurare in 3D e ordinare online abiti, camicie, cappotti e altri capi tailor made maschili seguendo lo stile e la tradizione della grande sartoria italiana.

Passando poi per quelle che valorizzano il mondo food e beverage italiano, troviamo la startup My Cooking Box che ha sviluppato l’opportunità di richiedere ordini di questi cosiddetti le “box” con tutti gli ingredienti mixati in maniera perfetta e con tutte le indicazioni per allestire e organizzare i propri piatti più ricercati con ingredienti e prodotti di grande qualità.

Infine, con la startup Artemest arriviamo a toccare il mondo del fashion e del design, la quale ha creato un market place che porta alla vendita a livello internazionali di tutti i prodotti italiani artigianali di design realizzati da più di 500 produttori di lusso indipendenti.

La rivoluzione del Made in Italy attraverso l’innovazione è in atto e siamo solo agli albori di quella che potrebbe diventare una fase di grande sviluppo per il nostro Paese.

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