Il campo dei videogiochi è un mondo meraviglioso che nel tempo è diventato sempre più vasto e variopinto. Il catalogo odierno comprende giochi per ogni occasione, stato d’animo, giornate in solitaria o in compagnia. Non è un segreto che sia un passatempo apprezzato da molti a tutte le età. Ma se provassimo ad andare oltre? Il videogioco non si esaurisce solamente nel suo essere “divertente”. Molti studi hanno dimostrato come possa intervenire sullo sviluppo cerebrale e cognitivo, ma potremmo soffermarci anche sullo stimolo sociale offerto da questa forma di divertimento.
I gamers spesso condividono una vera e propria passione per i giochi da piattaforma e l’essere umano sente il bisogno di condividere ciò che lo coinvolge, per soddisfare il bisogno di sentirsi in relazione con gli altri, soprattutto con persone che sono caratterizzate dagli stessi interessi, in modo da creare una connessione con essi. Di conseguenza, il videogioco può diventare oggetto di argomentazione, stimolare il discorso, offrire spunti per critiche, apprezzamenti e riflessioni e fare in modo che un insieme di persone diventi un gruppo e utilizzi il gioco come canale di socializzazione e rafforzamento dei legami.
Cosa accade quando i ragazzi si confrontano su un gioco
Quando esce un nuovo videogioco la prima cosa che si fa è provarlo e la seconda è esprimere il proprio parere e ascoltare quello degli altri per confrontarsi sulle diverse caratteristiche del gioco, elencare i punti di forza, commentare la grafica, la modalità di gameplay e dare sfogo anche alle critiche più severe sugli aspetti meno apprezzati.
Un gioco di strategia potrebbe portare a una discussione su come poter affrontare le situazioni di gioco più complicate e stimolare l’elaborazione logica per trovare la soluzione più appropriata. I giochi di avventura grafica, come “Beyond: due anime” o giochi di ruolo come “Undertale”, che sono basati sulle decisioni prese dai giocatori per l’evoluzione della storia, aiutano la riflessione sulle proprie scelte e la condivisione dei diversi punti di vista con cui la storia è stata affrontata e, soprattutto, cerca di contrastare la tendenza umana a prendere in considerazione solamente il proprio punto di vista, ma anzi, aiuta ad aprirsi a nuove interpretazioni e a nuovi modi di vedere le cose.
Il gruppo dei pari, fin dalla prima infanzia, è un luogo fondamentale per la crescita psicologica e sociale di una persona. Se inizialmente il rapporto si fonda principalmente sul gioco fisico, successivamente subentrano altri elementi come i valori, i principi e gli interessi, utilizzati per intavolare le discussioni. Un momento molto delicato e propizio per questo sviluppo è l’adolescenza, perché i ragazzi sono nel pieno dello sviluppo del pensiero critico, lo stadio operatorio formale secondo Piaget, in cui cambiano il modo di pensare e di vedere le cose e sono spinti da una curiosità tutta nuova che può e deve essere sfruttata. Ogni ragionamento porta a nuove scoperte e ad altre domande alle quali l’adolescente cercherà di dare una risposta che condurrà ad una nuova scoperta di sé stesso e del mondo.
Come i ragazzi usano le proprie capacità di pensiero parlando di videogame
Quindi, potremmo pensare che non sia l’argomento della discussione, quanto il modo con cui viene affrontato che può aiutare i ragazzi ad utilizzare le proprie capacità di pensiero e ad accrescerle anche parlando di videogames.
Ho assistito in prima persona all’interazione di un gruppo di adolescenti appassionato di videogiochi. Ho osservato la loro curiosità e la loro passione esprimersi in argomentazioni e discussioni all’interno di un gruppo di amici affiatato che dava spesso il via ad un confronto di idee acceso sui videogiochi del presente e del passato.
Il loro punto di riferimento, un educatore appassionato di giochi da piattaforma, ha dato loro la possibilità di avere un luogo di ritrovo dove conoscersi ed esprimersi senza troppi timori, creando un contesto di parità e di apertura verso l’altro, un elemento fondamentale per abbattere tutte le barriere sociali che possono ostacolare l’interazione reciproca. I gamers del gruppo hanno sfruttato questo clima per coinvolgere e far appassionare anche chi non aveva una grande esperienza di videogames, attraverso discussioni e partite virtuali avvincenti.
L’esperienza di creare un proprio videogioco
Alcuni membri hanno espresso la loro volontà di creare un proprio videogioco attraverso le loro conoscenze del tema e la raccolta dei punti di vista dei loro amici. Tra di loro c’è un ragazzo che ha già una minima esperienza nel campo. Ha creato un videogame con RPG maker, un programma utilizzato da molti per realizzare dei piccoli giochi e che, in questo caso, ha permesso di dare vita ad un gioco molto semplice e creato con l’intento di divertirsi nella realizzazione e far divertire gli altri nell’esperienza di gioco, Justice Cat. Nonostante la sua semplicità, questo è stato un primo passo che ha fornito lo spunto ai ragazzi per immaginare sé stessi nello sviluppo di un videogame più serio. Tra di loro c’è chi è particolarmente appassionato di disegno e di conseguenza è stato designato all’aspetto grafico del progetto; chi è più ferrato negli aspetti tecnologici avrà il compito di dedicarsi alla parte più tecnica; c’è anche chi ha già delle idee sulla trama e su come renderla poco banale e particolare, per realizzare un’esperienza di gioco che possa diventare personale e intensa, prendendo spunto da tutti gli altri videogames giocati e facendosi ispirare da quelle caratteristiche che sono state più apprezzate dai giocatori e cercando di trovare rimedio a quelle che, invece, sono piaciute di meno.
Il loro scopo principale è quello di poter creare qualcosa di grande, qualcosa che lasci il segno e permetta di sapere che nel mondo esiste qualcosa ideato e realizzato da loro, come fanno gli artisti quando sentono la necessità di esprimere qualcosa e lo fanno condividendo la propria arte con chi gli sta attorno.
Il gruppo ha considerato anche le difficoltà economiche che necessariamente emergono dal loro progetto. Per questo la loro idea è quella di creare prima un gioco meramente commerciale, necessario solamente a vendere e a guadagnare il denaro utile a realizzare quello che è il loro vero e proprio obiettivo e che non vuole essere solo un prodotto da lanciare nel commercio spietato, ma vuole essere qualcosa di più, qualcosa per cui ne vale la pena.
Conclusioni
Sono molto curiosa di sapere se la loro idea andrà a buon fine, ma anche se non dovesse accadere penso che il loro progetto non ancora realizzato abbia già avuto un gran successo. Ha legato queste persone e ha fatto trovare, a ciascuno di loro, qualcuno con cui parlare e condividere la propria personalità, un’attività data molto per scontata al giorno d’oggi e che, invece, permette di accrescere il benessere personale e di agire sulla propria salute globale.
I ragazzi possono essere di grande stimolo anche per gli adulti. Sono gli adolescenti a ricordarci quanto sia importante parlare di ciò che ci appassiona, per stimolare la nostra curiosità, la nostra capacità critica e la possibilità di costruire nuovi progetti ed elaborare nuove idee. Si parla di qualcosa che spesso viene perso in età adulta, quando le nostre menti sono perse negli impegni e nelle responsabilità quotidiane. In adolescenza c’è tutto da guadagnare e ogni azzardo può aprire a strade nuove e misteriose, senza farsi fermare dalla paura di perdere tutto, una preoccupazione che arriva in età adulta e che, a volte, limita la nostra capacità di scelta.