Semplicità e trasparenza sono le parole d’ordine del nuovo portale Consip Acquisti in Rete. Soprattutto per chi non lo usa ma ha letto il comunicato stampa.
Noi no. E neanche le centinaia di utenti che abbiamo già incontrato in aula nella prima settimana di nuovo MePA. Noi facciamo parte dei 201.439 utenti che ogni giorno lo utilizzano per stipulare contratti pubblici.
A chi ci chiede la prima impressione sul nuovo portale, rispondiamo che è bello ma molti testi sembrano decisi il venerdì sera quando la fretta porta a scegliere nomi inopportuni che poi ti condizionano per anni. E ti ritrovi a usare il termine “Iniziative” per indicare ciò che il Codice degli Appalti chiama “Strumento di acquisizione” oppure “Prodotto” per indicare ciò che i Capitolati Tecnici chiamano “Scheda di Catalogo”, ed altri ancora, senza freni. E’ semplificazione questa?
Ci accoglie la home page proponendoci di cercare direttamente nel catalogo, suggerendoci il termine “pc portatili”. Cerchiamo esattamente il termine “pc portatili” e la ricerca restituisce di tutto ma neanche un pc portatile. Eppure nel catalogo ce ne sono migliaia. Se ripeti la ricerca dopo esserti autenticato ne trovi uno solo, uno su 10 milioni di Offerte nel Catalogo.
Ma c’è di più. In barba all’art. 57 del Codice degli Appalti che definisce il Catalogo elettronico come uno strumento per presentare le Offerte per la partecipazione a procedure di appalto, Consip sia nella sezione “Catalogo”, sia nello strumento “Cerca nel catalogo” inserisce anche le Convenzioni e il Sistema Dinamico di Acquisizione che non hanno nulla a che vedere con il Catalogo che è uno strumento proprio del MePA.
Acquisti pubblici, le criticità del nuovo portale Consip
Gli informatici, si sa, non vanno molto d’accordo coi giuristi. Ma sono i giuristi che dovrebbero comandare quando si realizza un portale per effettuare acquisti pubblici. E Consip è una Società di informatica, lo dice anche il nome: Concessionaria Servizi Informativi Pubblici. Una ipotetica “Consegip”, Concessionaria di Servizi Giuridici Pubblici avrebbe lavorato assai meglio. Gli informatici a volte confondono la trasparenza con la pubblicità, la semplicità con l’accessibilità. Quando una informazione è ambigua o errata, anche se è pubblica, la trasparenza non c’è. Se un portale per appalti pubblici è accessibile e navigabile secondo tutti gli standard internazionali ma i testi e gli strumenti sono diversi da quelli previsti dal Codice degli Appalti,la semplicità non c’è.
Un portale per gare e appalti pubblici che non usa la terminologia giuridica, non sarà mai semplice. Qui non siamo su Amazon.
Alla riapertura del portale, Consip ci ha fatto trovare una brochure minimale in una pagina intitolata “Da oggi si cambia!” Ma torniamo ai 201.439 utenti che da sette anni utilizzavano la precedente piattaforma Acquisti in Rete, a cui da un giorno all’altro è cambiato lo strumento di lavoro senza che potessero beneficiare di un corso di formazione, un manuale di istruzioni o un vero prototipo. Che cosa hanno fatto questi utenti?
Il 19 febbraio alle 9:00 si sono lanciati sulla nuova piattaforma per capire come era fatta e imparare ad usarla. Indovinate qual è stato il risultato?
Qualche disattenzione di troppo
Numerose disattenzioni hanno messo a dura prova gli utenti nella prima settimana ma sicuramente saranno superate presto: i filtri scompaiono e ricompaiono a seconda se la pagina è visualizzata a griglia o elenco, numerosi beni e servizi come ad esempio tutte le manutenzioni di impianti, i servizi sociali ed altre forniture non erano presenti nel Portale e non è stato possibile lanciare gare su essi, ma sono errori su cui Consip è al lavoro e che saranno corretti a breve, quindi non ne parliamo più e cerchiamo le vere novità.
L’immagine del portale è nuova, i contenuti sono stati riorganizzati. L’aspetto è gradevole e il portale sembra navigabile anche da smartphone ma dopo l’autenticazione la home page è incompleta e inservibile.
La sezione in inglese è molto scarna ed inequivocabilmente tradotta con Google Traduttore. Nè Consip nè l’Italia si meritavano questo imbarazzo: Consip è una Best Practice internazionale e il nostro Paese è all’avanguardia nell’e-Procurement.
I filtri: un buon inizio, ma si poteva fare meglio
Consip ha finalmente introdotto i filtri che servono per effettuare le ricerche nel Catalogo. Cercando un computer portatile, dopo diversi tentativi attiviamo i filtri sulle caratteristiche tecniche che purtroppo operano solo sulla dimensione dello schermo, memoria RAM, e marca (quest’ultimo difficilmente utilizzabile in un appalto pubblico).
E’ un buon inizio, considerando che nel MePA aspettavamo i filtri da 16 anni, ma è davvero poco rispetto a quello che ci si aspettava da Consip. Gli Enti avrebbero voluto scegliere le caratteristiche tecniche su cui attivare i filtri e le caratteristiche da visualizzare nella tabella dei risultati, potendo scegliere tra tutte. Non è fantascienza, sono cose che si possono fare da anni e che abbiamo già visto alcuni anni fa in altri mercati elettronici.
Come in passato, si completa il filtraggio e il confronto sul foglio Excel. Se comandassero i giuristi, in Consip, avrebbero fatto certamente meglio, ricordando che esiste il Decreto 28/11/2017 che individua le caratteristiche essenziali di ogni prodotto in Convenzione Consip che fungono da riferimento di prezzo. Quel Decreto definisce l’insieme minimo di caratteristiche che un Ente si aspetta di trovare nei filtri, e nel caso del computer portatile: dimensione dello schermo, RAM, potenza del processore, peso, capacità disco, sistema operativo.
MePA: perché la ricerca della semplicità non basta
I bandi che disciplinano il MePA, ossia la legge, organizzano gli appalti in categorie merceologiche, sottocategorie e codici CPV. Che piaccia o no, l’organizzazione del MePA deve essere questa, altrimenti si rischia di perdere tempo o di eseguire procedure illegittime. E agli utenti questa organizzazione piace, perché usa standard della Comunità Europea.
Sul MePA purtroppo non la ritroviamo, perché il portale Consip usa delle arbitrarie “aree merceologiche” e “classi merceologiche” non definite in alcun documento, anziché seguire i bandi. E’ semplicità questa? Forse lo è all’apparenza per chi vede il portale la prima volta e ignora che ogni acquisto è disciplinato da Codice degli Appalti, Capitolato d’Oneri, Capitolato Tecnico e Regole del sistema di e-Procurement.
Nella ricerca della semplicità, gli informatici sembrano inoltre ignorare che nel Catalogo del MePA sono legittimi solo beni e servizi disciplinati nei Capitolati Tecnici pubblicati da Consip e che Consip non controlla le Offerte inserite dai Fornitori. Purtroppo la ricerca delle Offerte nel Catalogo a testo libero o per codice, a differenza delle precedenti, non restituisce nè i codici CPV nè la categoria nè la Scheda di Catalogo relativa ai risultati (quindi i riferimenti alla documentazione che disciplina il MePA), rendendo molto difficile verificare se le Offerte trovate sono legittime oppure illegittime.
Solo in calce all’Offerta di Catalogo visualizzata gli informatici hanno scritto il nome della Scheda di Catalogo, ma involontariamente o comunque in un modo che rende l’informazione inutilizzabile. L’hanno infatti chiamata “prodotto generico” scrivendo: “Se questa offerta non risponde alle tue esigenze, puoi effettuare una Richiesta di offerta partendo dal prodotto generico «Telefoni mobili»”. Nella versione scaricabile dell’Offerta di Catalogo è stata inserita la frase “il Fornitore è il solo ed esclusivo responsabile della correttezza, completezza e veridicità delle informazioni contenute nel proprio Catalogo”, che poi è come dire “non ti avverto che l’Offerta potrebbe essere illegittima e che io non le controllo, non ti dò le informazioni che ti servono per controllare se è illegittima, ma se viene fuori che è illegittima la responsabilità non è mia ma solo del Fornitore”.
Spesa pubblica, le parole sono importanti!
Per raffinare la ricerca delle Offerte nel catalogo, troviamo filtri progressivi per “Classe merceologica”, “Merceologia” e “Scheda Tecnica”, altri nomi di fantasia che non hanno nulla a che vedere con “categoria merceologica”, codice CPV e “Scheda di Catalogo” usati nella disciplina del MePA.
Semplice? Intuitivo? Forse si, per chi non conoscesse la legge né la documentazione che disciplina il MePA.
Chi conosce la documentazione giuridica sa anche che il Catalogo non esaurisce la totalità dei beni e dei servizi appaltabili sul MePA, anzi, la maggior parte dei beni e dei servizi non è nel catalogo ma può essere oggetto di negoziazioni. Consip non lo dice sul portale ma, si sa, la legge non ammette ignoranza quindi gli utenti devono trovare nel portale anche i beni e i servizi non presenti nel Catalogo. Ma dove? In effetti, messo da parte il “Catalogo”, l’unica area dove cercarli si chiama “Iniziative”, proprio quelle che il Codice degli Appalti chiama “Strumenti di acquisizione”. Ma, ahimè, anche l’area “Iniziative” è organizzata in “Aree merceologiche”.
All’utente non resta che scaricare tutti i 45 Capitolati Tecnici e cercare lì dentro, come facevano gli antichi. Una volta trovato in uno dei Capitolati Tecnici l’oggetto dell’appalto da stipulare ed il nome della relativa “Scheda di RdO”, si torna nel MePA e si clicca su “CREA RDO” (“RDO” in questo caso è evidentemente l’abbreviazione di “Richiesta di Offerta oppure Ordine Diretto oppure Trattativa Diretta”) e in una finestrella grande meno di 1/4 dello schermo compaiono, cinque alla volta, i nomi delle migliaia di beni e servizi acquistabili. Anche consumando la rotellina del mouse, non è facile trovare quello che ti serve, perché i nomi dei beni e dei servizi non sono quelli della documentazione giuridica che disciplina il MePA (ossia i codici CPV, Schede di Catalogo” a “Schede di RdO”) nè sono quelli del gergo tecnico, ad esempio il computer fisso (da tavolo o da pavimento) nella finestrella si chiama “PC Desktop” e nella documentazione giuridica si chiama “Personal Computer”. Inoltre i nomi di alcuni servizi si trovano erroneamente alla lettera “s” perché sono stati chiamati “servizi di…” così come i nomi di alcuni beni sono alla lettera “a” poiché chiamati “apparecchi per… ”, “apparati per…” o “apparecchiature per…”, oppure sono alla lettera “d” di “dispositivi…“ o alla “p” di “prodotti…”. Non è possibile stampare la pagina, quindi per salvare la pagina devi filmare la finestrella col cellulare mentre scorri la rotellina del mouse. E pensare che fino a una settimana fa tutti i beni e i servizi si trovavano comodamente in una unica pagina espandibile su più livelli che si poteva scorrere, salvare e stampare!
Perché vogliamo una piattaforma perfetta
In conclusione, Consip ha fatto un gran lavoro che ancora richiede urgenti interventi e rivisitazioni per centrare l’obiettivo di trasparenza, semplicità e legittimità. Il giudizio espresso è tanto severo quanto è importante il ruolo di Consip come centro di competenza per razionalizzare la spesa pubblica.
Le aspettative degli Enti e del Paese sono molto elevate. Il Programma di Razionalizzazione della Spesa Pubblica ha avuto il tempo per crescere e quest’anno è diventato maggiorenne: la piattaforma Consip dunque deve essere perfetta!
Se avessi a disposizione quattro solo parole per indicare a Consip una strategia per migliorare il portale direi: “lasciate fare ai giuristi!”