vademecum

Acquisti pubblici, quante difficoltà: i consigli per migliorare processi e investimenti



Indirizzo copiato

L’efficienza nell’ambito degli acquisti pubblici è un tema sempre più rilevante, tuttavia condizioni come tempistiche lunghe e scarsa digitalizzazione frenano il percorso di miglioramento: ecco come superare i fronti critici

Pubblicato il 22 set 2023

Manuela Brusoni

SDA Bocconi, Osservatorio Masan




Il tema della gestione efficiente ed efficace degli acquisti e investimenti pubblici, tra aggiornamenti del Codice appalti e PNRR è progressivamente diventato più importante.

Nonostante le iniziative per far fronte ad alcune difficoltà riscontrate, come per esempio i problemi legati alle catene di approvvigionamento, restano diversi fronti critici da affrontare. Tra questi, i lunghi tempi degli affidamenti, la digitalizzazione che appare ancora come una promessa lontana, i concorsi banditi considerati un flop, la formazione ancora legata a logiche tradizionali. È quindi necessario andare a interrogarsi in modo più profondo su quali sono i fattori critici e di successo per orientare i processi di acquisto e investimento al valore.

Acquisti pubblici, quali sono le difficoltà

Il Governo nelle sue proposte di modifica del PNRR riconduce le difficoltà riscontrate:

  • all’aumento dei costi legati all’investimento,
  • alle criticità̀ legate alle catene di approvvigionamento,
  • agli squilibri tra domanda e offerta o impreparazione del sistema produttivo
  • ai limiti di capacità amministrativa che hanno portato a ritardi nelle fasi di avvio dei progetti e di gestione degli affidamenti.

Le prime tre criticità sono ascrivibili a fattori “di mercato” esterni all’Amministrazione, l’ultima a fattori interni. È chiaro però che la capacità di gestire correttamente processi di approvvigionamento e investimento, non solo consente di prevenire o mitigare i rischi di mercato, ma anche di impostare un rapporto pubblico-privato volto alla creazione di valore con conseguente sviluppo del sistema produttivo nel suo complesso.

Il problema è che spesso si cerca di affrontare le patologie non andando a curare veramente le cause. Per patologia si intendono tutte le distorsioni, volute o involontarie, a cui sono soggetti i processi di acquisto e investimento pubblici, tra cui naturalmente i fenomeni di corruzione, gli sprechi di risorse – tempo, inadeguatezza delle soluzioni scelte, inadempienze contrattuali-, spesso inevitabili per la carenza di informazioni, e di risorse di tempo e persone.

Il contesto

Per far fronte a questi aspetti si è cercato di agire su più fronti:

  • semplificazione procedurale;
  • digitalizzazione;
  • reclutamento di esperti esterni;
  • formazione.

Queste iniziative, tuttavia, sembrano non avere ottenuto i risultati sperati.

In primo luogo, la continua ricerca di riduzione dei gap informativi tra domanda e offerta, la continua attenzione al cambiamento dei servizi, e dei relativi processi di erogazione, delle PA, richiede in parallelo l’analoga attenzione ai cambiamenti negli assetti e nelle soluzioni offerte dai produttori e fornitori. In un approccio manageriale si potrebbe definire marketing di acquisto e sourcing.

In secondo luogo, resta centrale l’esistenza di un ciclo degli acquisti integrato e completo e di un progetto organizzativo che lo renda sistematico e sostenibile. L’articolazione a rete degli acquisti pubblici, che aggrega una pluralità di bisogni, di professionalità e di livelli e responsabilità organizzative rischia oggi di non realizzare un flusso continuo di informazioni, una esigenza di integrazione e continuità di analisi dei dati, di decisioni, per la formulazione di una strategia di gara, di aggiudicazione, di monitoraggio e controllo delle condizioni contrattuali, di apprendimento e accumulo di esperienze e sviluppo continuo di competenze. Cosa ancor più complessa nel sistema a rete, orizzontale e verticale, che oggi si è costruito attraverso i processi di centralizzazione degli acquisti.

In terzo luogo, l’approfondimento delle competenze rilevanti e cruciali in ciascuna fase (come detto analisi del mercato, identificazione dei fabbisogni, programmazione, definizione della strategia di gara e sua realizzazione, gestione del contratto, monitoraggio, valutazione e analisi critica dei risultati, comprensione della evoluzione delle varie industry per riavviare in modo sempre più esperto e “a valore aggiunto” il processo di acquisto successivo).

La verticalizzazione e la specializzazione, necessaria in modo sempre più approfondito, per l’attuazione di ciascuna fase, data la scomposizione di prerogative e competenze relative agli appalti pubblici in istituzioni diverse, rende vitale una forte integrazione tra i soggetti e un flusso informativo affidabile e continuo, per sviluppare da un lato il potenziale dell’aggregazione- non solo risparmi, ma sviluppo di competenze specializzate e team multidisciplinari e multiprofessionali finalizzati a migliorare il “value-for-money” delle risorse pubbliche investite, dall’altro l’identificazione di problematiche da intercettare e risolvere in tempo reale, se non prevenire, per garantire efficienza, efficacia e economicità.

Acquisti pubblici, come rendere più efficienti i processi

In sintesi, sono essenziali:

  • la programmazione con una visione anticipatoria, non la riproduzione lievemente aggiustata dei consumi passati. La visione statica della programmazione, cioè la riproduzione dell’andamento dei consumi, non è mai stata un criterio adeguato neppure in tempi di innovazione meno veloce e travolgente: ciò ha portato spesso a un sovradimensionamento degli acquisti e/o a una obsolescenza delle forniture inappropriate. A maggior ragione oggi, data la complessità dell’architettura degli acquisti, deve diventare un principio di azione fondamentale;
  • la pianificazione dell’attività di acquisto, intendendosi con ciò non un mero elenco di gare da eseguire, ma un’analisi anticipata del rischio per ciascuna gara: la pianificazione delle fasi, gli elementi di incertezza, le attività non direttamente sotto il controllo del RUP / DEC / DL, le contromisure eventuali da predisporre, il tutto anche in forza delle lezioni apprese in attività precedenti analoghe e in forza di una adeguata e tempestiva analisi e consultazione del mercato dei fornitori
  • l’importanza della formazione, sia per radicare le competenze chiave, non più solo giuridiche e di contenuto, ma trasversali e manageriali (tra cui, ad esempio capacità di analisi critica, di analisi dei dati, di risk management), sia per un processo di formazione/ apprendimento permanente che oggi costituisce ancora di più il fondamento di una corretta, trasparente e integra attività di acquisto. Si aggiunga a ciò il processo di trasformazione digitale che ha coinvolto in modo sempre più organico gli appalti pubblici, non solo per la disponibilità di piattaforme di e-procurement, ma anche per la disponibilità e possibilità di una mole di dati utili- ma solo a chi li sa e li vuole analizzare.

Il ruolo della formazione

Attualmente la formazione “formale” (quella che avviene nelle scuole e nelle università) è diventata un fattore “igienico” a cui è necessario aggiungere, con ruolo sempre più rilevante quella “non-formale” e “informale”, vale a dire la formazione continua, l’aggiornamento e l’applicazione concreta in ambito lavorativo professionale, in alcuni casi prevalente. Ne sono prova anche i più consolidati ordini professionali che si stanno organizzando per riconoscere in modo specifico competenze sempre più legate a un mondo produttivo in evoluzione, e quindi sempre più trasversali e specializzate.

Ecco perché una qualificazione di sostanza e non di forma delle stazioni appaltanti e delle persone che ne fanno parte, con programmi brevi e focalizzati su un articolato ventaglio di competenze in evoluzione, giuridiche come base, ma manageriali come elemento “motivante”, deve guidare il decision maker a definire criteri di assessment della capacità reale di ogni punto della rete degli acquisti in modo rotondo e integrato.

Per esempio, il programma attuale di SDA Bocconi, identificato con l’acronimo MASAN, Management degli Acquisti in Sanità, si articola in blocchi logici, non disciplinari, secondo la tabella seguente:

COMPRENDEREANALIZZAREGESTIRECAMBIARE
Aspetti giuridiciAuction designGestione delle scortePPP
Procurement managementDesign thinkingLean procurement
Struttura logica del programma
Marketing d’acquistoLeadershipInnovare negli acquisti
Project managementNegotiationIT procurement
Selezione e valutazione dei fornitoriTeam management
Total cost of ownershipDiscussione progetti
Corsi in DLRisk management
Contract management

Come sintesi della ricognizione di un percorso evolutivo allineato alle esigenze degli interlocutori si può auspicare, come ulteriore elemento di innovazione, la possibilità di poter procedere a un riconoscimento specifico delle competenze del responsabile degli acquisti in Sanità “a tutto tondo”, incrementale e migliorativo rispetto ai titoli di studio, ma fondamentale per la sostenibilità del sistema attuale di acquisti e appalti in Sanità. Ciò porterebbe a riconoscere e a sottolineare l’importanza della formazione e del lifelong learning come investimento non solo individuale ma collettivo e istituzionale.

EU Stories - La coesione innova l'Italia

Tutti
Analisi
Video
Iniziative
Social
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia
Programmazione europ
Fondi Europei: la spinta dietro ai Tecnopoli dell’Emilia-Romagna. L’esempio del Tecnopolo di Modena
Interventi
Riccardo Monaco e le politiche di coesione per il Sud
Iniziative
Implementare correttamente i costi standard, l'esperienza AdG
Finanziamenti
Decarbonizzazione, 4,8 miliardi di euro per progetti cleantech
Formazione
Le politiche di Coesione UE, un corso gratuito online per professionisti e giornalisti
Interviste
L’ecosistema della ricerca e dell’innovazione dell’Emilia-Romagna
Interviste
La ricerca e l'innovazione in Campania: l'ecosistema digitale
Iniziative
Settimana europea delle regioni e città: un passo avanti verso la coesione
Iniziative
Al via il progetto COINS
Eventi
Un nuovo sguardo sulla politica di coesione dell'UE
Iniziative
EuroPCom 2024: innovazione e strategia nella comunicazione pubblica europea
Iniziative
Parte la campagna di comunicazione COINS
Interviste
Marco De Giorgi (PCM): “Come comunicare le politiche di coesione”
Analisi
La politica di coesione europea: motore della transizione digitale in Italia
Politiche UE
Il dibattito sul futuro della Politica di Coesione
Mobilità Sostenibile
L’impatto dei fondi di coesione sul territorio: un’esperienza di monitoraggio civico
Iniziative
Digital transformation, l’Emilia-Romagna rilancia sulle comunità tematiche
Politiche ue
Fondi Coesione 2021-27: la “capacitazione amministrativa” aiuta a spenderli bene
Finanziamenti
Da BEI e Banca Sella 200 milioni di euro per sostenere l’innovazione di PMI e Mid-cap italiane
Analisi
Politiche di coesione Ue, il bilancio: cosa ci dice la relazione 2024
Politiche UE
Innovazione locale con i fondi di coesione: progetti di successo in Italia

Articoli correlati