L’Italia nel 2019 vuole accelerare sugli appalti innovativi: il Governo ha stanziato cinquanta milioni di euro per il procurement dell’innovazione, i primi bandi partiranno già quest’anno. “Si tratta di risorse aggiuntive – spiega ad AgendaDigitale.eu Andrea Cioffi, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo economico – che sono disponibili, già autorizzati anche alla spesa, per quest’anno”.
Le priorità, puntare su città sempre più smart e servizi alle persone, in un Paese dove aumenta l’età media della popolazione. Il procurement come uno strumento di crescita industriale e sociale: “Useremo i fondi per fare appalti innovazione: stiamo lavorando per individuare quali sono i fabbisogni delle persone, delle città, dei paesi. Vogliamo porre alle aziende una domanda: se io ho questa necessità, tu come rispondi?”, commenta Cioffi intervistato a margine dell’evento organizzato da Digital 360 il 2 aprile a Roma, dedicato alle tecnologie emergenti come intelligenza artificiale, blockchain e Internet delle cose.
Risposte ai bisogni di innovazione
Il progetto Smarter Italy del Governo ha contemplato anche la realizzazione della piattaforma di eprocurement appaltinnovativi.gov, pensata per diffondere i bandi pre commerciali. E grande attenzione riguardo agli appalti innovativi sembra essere riversata proprio nella fase di selezione, pensata come “una domanda posta senza dare la soluzione, questo è il procedimento su cui lavoreremo”, commenta Cioffi. Il sottosegretario ha presentato un esempio di come concettualmente funzionerà uno dei possibili prossimi appalti innovativi: “Riguardo al settore industriale, uno degli obiettivi è andare verso le emissioni zero nel 2050. In questo senso una delle grandi sfide è stoccare l’energia, anche di lunga gittata, soprattutto lo stoccaggio stagionale, ma dobbiamo lavorare anche su altri settori. Per esempio, come produciamo l’idrogeno? Magari c’è un metodo che noi non conosciamo, ma qualcuno sì”.
Di conseguenza, si attendono le risposte alla richiesta di innovazione domandata: “Magari propongono le loro idee cento persone, da una primissima selezione ne escono dieci meritevoli, poi con il secondo step affiniamo la domanda, si scava ulteriormente, si possono dare anche una parte di premi a chi supera le selezioni – ipotizza Cioffi -. Piano piano si procede finché non si individua una soluzione e a quel punto si passa all’attuazione di un prototipo, si realizza qualcosa”. La concretizzazione dell’idea diventa manifestazione dell’indirizzo da intraprendere: “Quella cosa che viene realizzata, diventa lo strumento attraverso il quale si sta indirizzando l’industria”.
Possibilità per le piccole imprese
Le possibilità date a chi supera le selezioni si pongono in un’ottica di ampio respiro: “Si può presentare non solo un prototipo, ma anche un brevetto per esempio o una macchina, si può diventare comproprietario di un software. Si parte da una domanda di innovazione per arrivare a un prodotto”, sottolinea Cioffi. L’obiettivo è la sua diffusione: “Si può fare in modo che questo prodotto sia utilizzabile anche dalle pubbliche amministrazioni”.
Nel progettare gli appalti innovativi, la strada intrapresa sembra essere quella della totale apertura a un’ampia platea di potenziali fornitori di servizi. Non sono escluse dai progetti le PMI: “Servono persone che hanno voglia di testarsi. L’idea deve essere concretizzata. Magari c’è qualche azienda che risponde alle domande, magari qualche piccola impresa che noi non conosciamo che fa quella cosa, partecipa alla gara e ce lo mostra, si crea anche una sana competizione. Noi dobbiamo trovare soluzioni performanti”.
Appalti innovativi 2019, le priorità
Ma quali sono le priorità contemplate per realizzare i prossimi appalti innovativi? Due i punti principali su cui il sottosegretario Cioffi si è concentrato: da una parte le città del futuro, connesse e con servizi tecnologici per facilitare la fruizione dell’ambiente urbano da parte dei cittadini, dall’altra invece la risposta all’esigenza della popolazione di sempre maggiori servizi alla persona, per l’aumentare dell’età media a livello europeo. Dunque “Smart cities, per fare in modo che funzioni tutto bene, e bandi per dare i servizi alle persone”, riassume Cioffi. Il fenomeno sociale dell’invecchiamento della popolazione pone di fronte sfide che spaziano dalle esigenze di sostegno, di assistenza, di semplificare i compiti della quotidianità. Ecco dunque che il procurement dell’innovazione può contribuire a rispondere a tali bisogni. Cioffi sottolinea: “I cittadini invecchiano, secondo le statistiche nel 2030-2035 la popolazione europea sarà più vecchia in media di cinque anni, che è tantissimo. Quindi si pone la sfida di una grande domanda di servizi alle persone“. La risposta adeguata potrebbe venire proprio dalle tecnologie emergenti: “Possiamo utilizzare forse l’intelligenza artificiale, l’internet delle cose, possiamo unirle insieme, per rispondere alle domande delle persone che invecchiando affrontano problemi diversi”, riflette Cioffi.
Per sostenere la situazione però è risulta necessario “creare innovazione. Siccome gran parte della forza lavoro, quella dei baby boomers, sta uscendo dal mondo del lavoro ci sarà una domanda di lavoratori inevasa”. I baby boomers sono le persone nate nel ventennio del secondo dopoguerra, che hanno vissuto il boom del benessere negli anni Cinquanta e Sessanta e hanno posto le basi nei decenni successivi dell’attuale sistema economico e lavorativo. Stanno invecchiando, molti sono già pensionati, altri si apprestano a diventarlo. Facile intuire come nei prossimi anni “ci sarà molta domanda di lavoro. Dobbiamo fare in modo che ci sia una forza lavoro altamente qualificata e diversa dalla forza lavoro precedente, il che sarà una scommessa fantastica – conclude con ottimismo Cioffi -. Sono molto contento di vivere in questa era”.