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Appalti pre-commerciali, nuova era grazie ad Appaltinnovativi.GOV: ecco cosa cambia

La piattaforma appaltinnovativi.GOV, introdotta quest’anno da Agid nell’ambito del progetto governativo Smarter Italy, prevede la pubblicazione di appalti pre-commerciali, che forniscono servizi innovativi. L’iniziativa è spunto per una riflessione sulla direzione intrapresa dal procurement della PA negli ultimi anni

Pubblicato il 18 Mar 2019

Francesco Porzio

Porzio & Partners

Procurement

Lanciata nell’ambito dell’iniziativa Smarter Italy, progetto da 50 milioni di euro che prevede la pubblicazione di gare per l’innovazione, la piattaforma di procurement appaltinnovativi.GOV ci proietta in un mondo che ritenevamo impensabile: la manifestazione di un’attenzione per gli appalti pre-commerciali.

Si trovano infatti appalti pre-commerciali di varia natura, dagli esoscheletri intelligenti per persone colpite da ictus ai sistemi per la rilevazione precoce degli eventi franosi passando per il rilevamento delle frodi alimentari, la decontaminazione delle aree industriali dismesse o l’utilizzo delle informazioni prodotte dai social network e da Internet nella gestione di emergenze e nell’organizzazione di soccorsi. In tutti questi casi è necessario il ricorso agli appalti pre-commerciali ed è di grande utilità una piattaforma che raccoglie le informazioni su questi appalti che diversamente sarebbero state pubbliche come da obbligo di legge ma certamente non reperibili nel mare infinito della rete.

L’evoluzione degli obiettivi

Innovazione è ormai un termine logoro. Per questo motivo spesso si cercano nuove parole o nuovi slogan per rinnovare l’entusiasmo e la tensione verso un solo obiettivo che inseguiamo da anni, spostando di poco l’enfasi su diversi ambiti di azione che non fanno la differenza. Un cambio di approccio, meno orientato al marketing e alla comunicazione ma più efficiente, potrebbe ricercare il miglioramento continuativo misurando le prestazioni e ripercorrendo le stesse azioni in modo ciclico assicurando la massima continuità con quanto intrapreso da chi era alla guida in precedenza.

Nel 2005 le priorità erano rafforzare la cultura e l’attitudine all’innovazione degli italiani, sviluppare le infrastrutture e i contenuti digitali, realizzare strumenti digitali per l’autenticazione e il pagamento, rendere disponibili e accessibili a tutti i contenuti della PA in forma digitale, creare un mercato per beni e servizi che stimolasse l’innovazione, agevolazioni fiscali per chi investe in innovazione, sostenere il Made in Italy. E il tutto declinato su varie direttrici: scuola, salute, giustizia, sicurezza, infomobilità, logistica, turismo, beni culturali. Sembrava così avveniristico che le sole critiche che ricordo erano rivolte ad un eccessivo ottimismo. Che cosa è cambiato in quasi quindici anni? Gli obiettivi sono gli stessi, i mezzi pure. Cambiano le parole chiave che identificano le tecnologie del momento o quelle che attirano l’attenzione degli investitori o dell’opinione pubblica. Era prevedibile che andasse così.

L’innovazione delle infrastrutture di Procurement

Ammettere che stiamo ancora lavorando sugli stessi obiettivi avrebbe forse attirato minore consenso popolare ma è quello che fanno tutte le aziende importanti: si chiama Continual Service Improvement, in fondo non è male neanche come impatto comunicativo ed avrebbe il pregio di assicurare continuità di azione, cosa che spesso manca al nostro Paese. Innovazione come detto è inevitabilmente un termine abusato, perché guai a chi non innovasse nel rifare ogni giorno quello che fa da anni. L’innovazione infatti non dovrebbe essere considerata un valore o una virtù ma un prerequisito essenziale, una caratteristica innata dell’uomo, che lo contraddistingue in ogni attività. Innovare quindi è giusto, ma non basta, perché attuare cambiamenti senza una strategia può anche essere dannoso laddove introduce discontinuità nelle regole e nelle priorità che guidano il mercato tali da frenare lo sviluppo.

Nonostante gli avvicendamenti alla guida del Paese, negli ultimi 15 anni i progetti di innovazione infrastrutturale hanno mantenuto fermi gli obiettivi e la coerenza, infatti Consip e AgID hanno progressivamente stipulato numerosi contratti quadro con i quali le PA possono realizzare progetti di sviluppo, ammodernamento e digitalizzazione. L’attenzione di Consip e AgID è andata non solo alla completezza di gamma – dalle infrastrutture di rete fino alle applicazioni – ma soprattutto alla continuità, ossia la disponibilità in qualsiasi momento di un Contratto Quadro da cui approvvigionare rapidamente i beni e i servizi necessari. La continuità è un requisito irrinunciabile per le Amministrazioni, una volta che hanno deciso di rinunciare a bandire gare in autonomia per ricorrere a Contratti Quadro stipulati da centrali di acquisto. Ricominciare a fare una gara significherebbe introdurre un ritardo di almeno un anno nel time to market.

Dopo aver conseguito il primo obiettivo di digitalizzazione ed alfabetizzazione grazie all’adozione di infrastrutture e servizi in stato di maturità sul Mercato – il cosiddetto “stato dell’arte” – ci si accorge che per innovare ancora occorre chiedere ancora di più al Mercato e partecipare ai processi ideativi e produttivi. E qui ci viene in aiuto il Codice degli appalti che oltre alle comuni gare aperte e ristrette prevede altre procedure via via più adeguate agli appalti innovativi: dagli appalti per soluzioni già esistenti sul mercato ma così nuove che le Amministrazioni non sanno come valutarle fino agli appalti di beni e servizi così innovativi che sul mercato ancora non sono giunti allo stato di maturità.

Gli appalti pre-commerciali 

Adesso l’attenzione del nostro Paese si è estesa anche alla tipologia di appalti per soluzioni non ancora giunte allo stato di maturità sul mercato e dunque non ancora disponibili. Questi appalti sono profondamente differente dai precedenti perché, pur movimentando una spesa inferiore ossia milioni di euro anziché i consueti miliardi, sono il catalizzatore di una innovazione guidata non dal mercato di fornitura ma direttamente dalla Pubblica Amministrazione che collabora con il mercato per sviluppare l’innovazione.

Parliamo del progetto Smarter Italy, nell’ambito del quale ha già visto la luce l’iniziativa Appaltinnovativi.GOV,  la piattaforma realizzata da AgID per promuovere gli appalti d’innovazione nelle Pubbliche Amministrazioni italiane favorendo lo sviluppo dell’offerta di soluzioni innovative. Il portale Appaltinnovativi.GOV facilita l’incontro tra la domanda e l’offerta di soluzioni innovative offrendo una selezione delle procedure già indette dalle PA italiane, organizzate per categoria, tipo di procedura e fase di avanzamento della procedura. L’enfasi maggiore è sugli appalti pre-commerciali (37 iniziative sul portale), su cui la Commissione al Parlamento Europeo nel 2007 richiamava l’attenzione degli Stati membri, aventi ad oggetto servizi di ricerca e sviluppo di soluzioni che non hanno ancora raggiunto la fase di commercializzazione ma che prevede una condivisione di rischi e benefici tra Ente e Impresa: l’Ente non si riserva in via esclusiva l’utilizzo dei risultati dell’attività di Ricerca e Sviluppo ma non remunera interamente la prestazione. Un approccio di tipo win-win.

Di pari pregio sono le procedure di Dialogo competitivo, con una numerosità che scende a 3 sole procedure sul portale Appaltinnovativi.GOV, che affrontano soluzioni con grado di maturità commerciale tale che la Pubblica Amministrazione indice una gara in cui per fasi successive vengono decisi prima i requisiti dell’appalto in modo trasparente e collaborativo insieme a tutti i candidati e poi si passa alla fase di negoziazione da cui uscirà un solo vincitore. Le procedure competitive con negoziazione, che contano una sola procedura nel portale, sono meno numerose poiché con esse ci si avvicina sempre più ad appalti di beni e servizi in fase di maturità ove l’aleatorietà è solo nei requisiti dell’appalto ed è provocata dal carattere innovativo dell’appalto stesso. Ma queste procedure è giusto che siano poche e potrebbero finire per scomparire poiché rappresentano un momento di transizione tra la fase in cui si acquistano soluzioni innovative ma già mature sul mercato e quella in cui l’Amministrazione partecipa alla fase di ricerca e sviluppo delle soluzioni innovative.

Puntare a rapidità e semplicità

Nel portale Appaltinnovativi.GOV  trovano infine collocazione anche le Procedure negoziate senza previa pubblicazione di bando solo per esigenze di trasparenza. Esse infatti sono le procedure dove per ragioni tecniche non vi può essere concorrenza ma è comunque d’obbligo applicare il Codice degli appalti. A riguardo, non dispiace affatto riscontrare che in questa sezione ad oggi non sia presente alcuna iniziativa.

La piattaforma Appaltinnovativi.GOV e l’approccio degli appalti pre-commerciali aiutano le Imprese a sviluppare soluzioni innovative in modo più rapido e mirato fornendo idee, obiettivi e risorse economiche, evitando il ricorso diretto a quegli aiuti di Stato che potrebbero restare troppo lontani dai fabbisogni degli Enti o dell’utenza. In altri termini anziché fornire fondi o strumenti che potrebbero non integrarsi nei processi lavorativi quotidiani, si parte dal problema che si vuole risolvere e si forniscono al Mercato di fornitura obiettivi e risorse per mano dell’Ente committente che chiede di studiare soluzioni nuove e originali.

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