I cinque avvisi del Ministero dell’Innovazione e Transizione Digitale relativi a bandi per la digitalizzazione dei Comuni possono risultare complicati da comprendere: ecco un vademecum con i dieci concetti fondamentali per capirli al meglio.
Lump sum, erogazione dei fondi per obiettivi
Nell’articolo 1 di ogni bando si parla di Lump Sum. “Lump sum tax” è un’espressione inglese («imposta in somma fissa») usata per indicare un sistema di imposizione fiscale forfettario non strettamente legato alla base imponibile. Negli avvisi è un concetto importantissimo e innovativo: l’erogazione dei fondi avviene per obiettivi (secondo il modello introdotto dal Fondo Innovazione) e non per spese . Quindi se un ente certifica secondo le modalità indicate nell’articolo 13 di ogni avviso che si sono conseguiti gli obiettivi, si riceveranno i fondi, senza dover allegare fatture.
Digitalizzazione dei comuni, ecco tutti i bandi: punti di forza e nodi aperti
La struttura degli avvisi
A differenza di altri bandi di altri ministeri che pur essendo dello stesso ministero avevano struttura diverse (ad esempio la parte di Dotazione Finanziaria era una volta l’articolo 4 una volta l’articolo 5) i bandi del DTD sono a struttura uniforme, ovvero il sommario indicato ad inizio bando (cosa non scontata in tutti i bandi) è strutturalmente simile.
esempio:
- articolo 4 è sempre Dotazione Finanziari,
- articolo 13 è sempre Modalità di Erogazione e rendicontazione.
Ma non solo.
Anche gli allegati hanno sempre la stessa struttura:
- allegato 1: vocabolario
- allegato 2: note tecniche (1 o più)
- allegato 3: facsimile domanda di contributo
- allegato 4: principi DNSH
- allegato 5: facsimile domanda di erogazione
Questo rende la lettura e la fruizione dei bandi molto simile e snella. Tanto vero che ai più “informatici” in riferimento agli allegati 2 sul bando cloud, veniva quasi da chiedere la possibilità di avere un elenco delle sole differenze tra documenti per il 99% uguali. Facendo infatti una comparazione di due allegati di tipo 2 del bando sul cloud (ad esempio l’allegato riferito ai comuni sotto i 2.500 abitanti e tra 2.501 e 5.000) si può notare come le differenze importanti siano indicativamente attorno alle 20 dal punto di vista testuale e quelle informative ancora meno (numero di abitanti, servizi e importi).
Infine anche il portale padigitale2026.gov.it. progettato non secondo “antiche interfacce modulari” ma con una UX più moderna e accattivante, rende la candidatura (e la classificazione del bando cloud) più facile da completare, al netto delle conoscenze necessarie alla compilazione.
L’articolo 13 sulla rendicontazione
L’articolo 13 è fondamentale per ogni bando perché esplicita chiaramente cosa si dovrà presentare per la rendicontazione. Prendendo ad esempio il bando cloud, il comma 3 in particolare dice:
“Alla domanda di erogazione del finanziamento predisposta dal Soggetto Attuatore di cui al precedente comma 1, dovranno essere allegati:
a. il certificato di regolare esecuzione del RUP;
b. l’eventuale check list applicabile compilata secondo le linee guida di cui all’Allegato 4.
c. contratto/i con il/i fornitore/i di Cloud Qualificato utilizzato/i come destinazione della migrazione.
Il Soggetto Attuatore, come previsto dall’Allegato 2, dovrà dare comunicazione del rilascio in esercizio del singolo servizio tramite la piattaforma compilando i Questionari di Assessment con lo stato completato”.
Quindi per raggiungere l’obiettivo servono dei documenti che lo certifichino, ma non fatture e spese. Il contratto in particolare serve a certificare la migrazione superando la sola autodichiarazione, non per vedere il quadro economico.
La retroattività
I bandi permettono di rendicontare non solo le attività eseguite nel futuro, ma anche attività eseguite nel passato. In particolare ad esempio per il bando cloud si parte da attività avviate (quindi non concluse, ma avviate) a partire dal 01.02.2020. Ovvero si possono rendicontare attività indietro di due anni.
In particolare:
Misura | Termine Partecipazione | A decorrere da |
---|---|---|
1.4.3 pagoPA | 02.09.2022 | 01.04.2021 |
1.4.3 App IO | 02.09.2022 | 01.04.2021 |
1.4.4 Identità Digitale SPID e CIE | 02.09.2022 | 01.02.2020 |
1.2 Abilitazione al Cloud per le PA Locali | 22.07.2022 | 01.02.2020 |
1.4.1 Esperienza del Cittadino nei servizi pubblici | 02.09.2022 | 01.02.2020 |
La data di erogazione dei fondi
Vero che ai bandi è possibile candidarsi entro il 02.09.2022 (tranne che per il cloud la cui data è anticipata al 22.07.2022), del resto la data di partenza per richiedere i fondi è per tutti il 15.10.2022, una sorta di possibile “maxi click day” in cui tutte le pubbliche amministrazioni correranno a chiedere l’erogazione dei fondi per i servizi già completati (che con buon probabilità potrebbero essere: spid e cie, pagoPA e IO).
Questo comporterà alcune domande da porsi:
- aspetto e dichiaro più servizi?
- faccio subito la domanda con i servizi che ho per non rischiare di perdere i fondi?
Questa domanda vale sia per la candidatura che per la parte di erogazione.
La fase di progettazione
Ogni bando richiede di aver già ragionato su cosa si vuole fare (o indicare quanto si è già fatto). Si tratta quindi di una candidatura progettuale e puntuale, non quantitativa. Ad esempio per il bando cloud, dovrò specificare i servizi che migrerò e relativa modalità di migrazione (Lift&Shift o Repurchase/Refactoring/Replatform), oppure per pagoPA i servizi che poterò o ho portato su pagoPA, non solo il numero di servizi.
Le scadenze
Per ogni bando è previsto:
- un periodo di candidatura (come detto entro 02.09.2022, tranne che per bando cloud che è il 22.07.2022)
- un periodo di assegnazione al fornitore dei lavori che inizia dopo l’atto di finanziamento (6 o più mesi dal decreto di finanziamento, dipendente dall’avviso e dalla dimensione dell’ente). L’atto di finanziamento è redatto entro 5 giorni dall’analisi della candidatura che avviene ogni 30 giorni per le domande emesse negli ultimi 30 giorni
- un periodo di esecuzione che parte dall’assegnazione al fornitore e dura 9 mesi o più)
Il tutto secondo un cronoprogramma che mira a conseguire gli obiettivi-Paese del PNRR sotto indicati:
Il principio DNSH – Do No Significant Harm
Il principio Do No Significant Harm (DNSH) prevede che gli interventi previsti dai PNRR nazionali non arrechino nessun danno significativo all’ambiente: questo principio è fondamentale per accedere ai finanziamenti del RRF. Inoltre, i piani devono includere interventi che concorrono per il 37% delle risorse alla transizione ecologica.
In ogni bando è incluso l’allegato 4 che indica quali checklist considerare per seguire il principio DNSH in particolare per:
- computer
- cloud (ad. esempio la ISO 14.001 o equivalenti).
Non sono presenti i server proprio perché i comuni non dovrebbero comprarli, come teoricamente non dovrebbero acquistare pc per gli avvisi (possono eventualmente farlo con i fondi rimasti).
Importante che i CSP su cui si porteranno i servizi con il bando cloud e il bando servizi digitali oltre a essere CSP qualificati nel marketplace Agid siano anche “DNSH compliant” anche perchè nella rendicontazione (articolo 13) questa checklist di compliance al DNSH va dichiarata.
Come impiegare i fondi
Prima considerazione. Nell’ipotesi che si riceva più di quanto si è speso (cosa non improbabile), cosa fare della differenza?
Il consiglio è:
Indire di disporre la destinazione delle risorse in un fondo nella disponibilità del PEG assegnato al RTD. I tempi del PNRR sono lunghi e le nuove implementazioni comporteranno nuovi canoni ripetitivi che non potranno ricadere sul bilancio corrente almeno fino a quando gli interventi non produrranno in tempi congrui effetti positivi anche sul piano economico.
Nei bandi che prevedono canoni (es. cloud) è previsto il contributo per il primo anno di pagamento del canone cloud, del resto il canone andrà pagato anche per gli anni successivi, quindi quanto indicato sopra riteniamo sia un ottimo consiglio.
Seconda considerazione. Ricordiamo che tutti i fondi erogati sono in conto capitale e non in spesa corrente, perlomeno dalle ultime indicazioni ricevute.
Terza considerazione. Sarebbe importante fare in modo che i fondi che avanzeranno, non vengano spesi in “asfaltature di strade” ma in digitale, come previsto dai bandi e dalla strategia nazionale. Vedi considerazione uno.
Quarta considerazione. Spendere il meno possibile incassando il più possibile ovvero avanzando il più possibile è sicuramente una “bad practices”. Se ci si rende conto che raggiungendo gli obiettivi del bando si ottengono dei risparmi consigliamo di:
- fare “digitalizzazione utile”, ovvero
- scegliere (ad esempio) per il bando servizi digitali, servizi da migrare con strutture diverse come indicato nell’allegato 2 del bando, allo scopo di poter riusare la struttura per altri servizi in futuro oppure per altri servizi sempre nel bando
- realizzare anche le parti opzionali (es. per spid e cie, inserire anche accesso con eidas)
- evitare di usare i fondi per fare mera informatizzazione: comprare pc, comprare apparati, non reingegnerizzare processi
- massimizzare l’utilizzo dei fondi e non dei risparmi: l’obiettivo è trasformare la PA mediante trasformazione digitale. Usare tutti soldi per raggiungere questo obiettivo è lo scopo primario, quindi lo scopo primario non è fare il minimo necessario avanzando soldi, ma usarli tutti per fare di più di quanto richiesto dall’avviso e generare impatto interno (backoffice) e esterno (aziende e cittadini) all’ente.
- formare il personale interno all’ente al cambiamento in corso rendendolo partecipe
La governance
Per riuscire in tutti gli obiettivi indicati è importante fare una cabina di regia dei progetti che includa:
- ragioneria
- ufficio preposto
- ufficio RTD
- segretario comunale
- amministratori
Eventualmente
- software house (se di fiducia)
- enti terzi (in house, centri di competenza, personale del mitd sui territori) che aiutino a stagliare una roadmap e supportino in una pianificazione di medio periodo delle attività finanziabili dai bandi nell’ottica del piano triennale
Fare di più con le economie di scala
Importante è valutare anche le ottimizzazioni e le economie di scala. Facciamo alcuni esempi:
- un servizio digitale del bando servizi digitali può essere inserito anche nel bando cloud? la risposta e’ SI (almeno a quanto è dato sapere ad oggi).
- Questo servizio potrebbe essere pagato con pagoPA, acceduto con SPID e CIE e quindi concorrere anche a questi bandi: SI (almeno a quanto è dato sapere ad oggi).
L’ottimizzazione di questi ragionamenti potrebbe portare ad interessanti considerazioni. Ricordiamo del resto di usare le ottimizzazioni per “fare di più” non per risparmiare di più!