IL PUNTO

Codice Appalti, la corsa per evitare la debacle dell’innovazione

C’è anche il parere favorevole delle commissioni parlamentari sul correttivo Codice Appalti, con alcune correzioni (importante il no a deroghe sull’appalto integrato). Mentre si attende l’approvazione del Governo entro il 19 aprile, ecco i punti critici sull’innovazione digitale, le prime analisi e l’iter

Pubblicato il 10 Apr 2017

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Il Correttivo del Codice Appalti è ormai quasi arrivato alla tappa finale, quella dell’approvazione definitiva da parte del Governo, che deve arrivare entro il 19 aprile, data ultima prevista dalla delega: l’ultimo via libera, quello delle commissioni parlamentari, è arrivato il 6 aprile, con un parere favorevole condizionato. Diversi i punti critici sollevati dai deputati e senatori sul testo, che contiene oltre un centinaio di correzioni alla norma entrata in vigore il 19 aprile 2016.

In primo luogo, si rilevano una serie di criticità relative alle procedure per consentire alla PA di acquistare innovazione digitale: come rilevano Paola Conio e Luca Gastaldi, Osservatorio Agenda Digitale Politecnico di Milano, il correttivo registra una serie di passi indietro rispetto al testo attualmente in vigore, che rischiano di impattare negativamente sul mercato e che sono in contraddizione con le direttive europee.

Fra le osservazioni più rilevanti quella relativa all’appalto integrato: le commissioni dicono no alla possibilità, per le stazioni appaltanti, di ricorrere all’affidamento di progettazione ed esecuzione lavori quando ci sono necessità di urgenza. Come spiega Paola Conio (commentando anche la proposta del ministro Graziano Delrio di sottoporre il testo a una nuova revisione fra due anni), si tratta di un rilievo che difficilmente il parlamento poteva non dare, vista l’indicazione contenuta nella delega di ridurre al minimo il ricorso all’appalto integrato. Si tratta di un punto su cui si è espresso analogamente al Parlamento anche il Consiglio di Stato, e che va incontro anche alle critiche di architetti e ingegneri: fra gli altri, l’Oice (organizzazioni italiane di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica), e il CNI (consiglio nazinonale ingegneri) hanno a più riprese denunciato il rischio di un passo indietro sugli appalti integrati.

Altre osservazioni dei parlamentari riguardano i vincoli sul subappalto (mantenendo obbligatoria l’indicazione nell’offerta una terna di subappaltatori), 12 mesi in più per le gare relative alle concessioni in scadenza.

Da sottolineare che il Governo, nell’approvare definitivamente il correttivo, dovrà tener conto oltre che del parere parlamentare anche di quelli espressi dal Consiglio di Stato e dalla Conferenza Stato Regioni. Non solo: ci sono anche le osservazioni dell’Unione Europea, contraria a porre limiti al subappalto.

Come detto, l’approvazione dovrà arrivare entro il 19 aprile: è questa la data indicata dalla legge delega (11/2016), che all’articolo 8 autorizza il Governo, entro un anno dall’entrata in vigore del Codice (19 aprile 2016) ad adottare disposizione integrative e correttive. Continueremo, nelle prossime settimane, ad approfondire i dettagli del correttivo, cercando di esaminarne a fondo tutti gli aspetti (acquisti digitali, novità sul fronte dell’anticorruzione, green procurement).

Nel frattempo, proponiamo una nuova provocazione di Nicola Casagli, docente dell’Università di Firenze, che cerca di applicare le “complicatissime” regole degli appalti 2017 alla grande tradizione dell’architettura, dell’ingegneria, e dell’arte italiana.

La prima settimana di aprile ha visto anche un altro importante appuntamento in materia di procurement, quello con il Forum della Conservazione di Agid (Agenzia per l’Italia Digitale), che ha un interessante risvolto relativo alle procedure di acquisto grazie all’impegno di Anorc nel monitoraggio sulle procedure di assegnazione Consip del servizio di conservazione digitale dei documenti.

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