CUP – Codice unico di progetto: una sequenza alfanumerica indispensabile e obbligatoria per legge per tracciare i progetti di investimenti pubblici e consentirne il monitoraggio. Uno strumento utile per garantire trasparenza in caso di utilizzo di fondi pubblici in numerose situazioni, come per esempio per lo stanziamento di cifre per la realizzazione di grandi opere ma anche per il sostegno economico a corsi di formazione o ricerche. Approfondiamo il tema e vediamo quindi di che cosa si tratta, a cosa serve il CUP e come richiederlo per via telematica.
CUP, che cos’è e a cosa serve
Il CUP – Codice unico di progetto è un codice composto da quindici caratteri tra lettere e numeri che serve per identificare un progetto di investimento pubblico. Per tali progetti è obbligatorio avere il CUP che va necessariamente richiesto e assegnato sin dalle prime fasi di avvio del piano, quando vengono stanziati i fondi. Il codice unico di progetto aiuta a riconoscere un dato progetto sino alla sua conclusione e anche oltre, venendo conservato nei database. È stato introdotto per legge nel 2003. Non va confuso con il CIG (relativo ai contratti pubblici e utile nel tracciare le fasi di procurement).
Bisogna avere il CUP se si finanziano progetti con soldi pubblici, provenienti dalle casse delle pubbliche amministrazioni ma anche derivati da società a partecipazione pubblica diretta o indiretta. Sono compresi tra i progetti per cui il codice è richiesto per esempio le opere pubbliche, le misure di sostegno alle imprese o ai privati, servizi come la formazione. Insomma vengono contemplati tutti i progetti finanziati con fondi:
- Nazionali
- Regionali
- europei
Il CUP – Codice unico di progetto serve per dare maggiore trasparenza agli scambi finanziari pubblici, tracciando i fondi e aiutando così a tenere sotto controllo il loro utilizzo, prevenendo anche possibili interferenze della criminalità in quanto consente di capire facilmente a chi e cosa sono stati destinati i finanziamenti pubblici. Inoltre, il codice unico di progetto aiuta anche a monitorare l’andamento del progetto.
Sistema CUP, come registrarsi
Il primo step che è necessario affrontare se si deve richiedere il Codice unico di progetto è quello di registrarsi al Sistema CUP per essere accreditati e dunque poter accedere all’area privata. Sul sito del Dipartimento per la programmazione e il coordinamento della politica economica presso la Presidenza del Consiglio dei ministri è disponibile un vademecum completo sulla Procedura di accreditamento al Sistema CUP. Viene chiaramente spiegato che sono necessari per completare l’intera procedura tre giorni lavorativi.
Sono quattro le fasi previste nel percorso di accreditamento al Sistema Cup, che devono essere svolte dal soggetto che richiede il codice unico di progetto. Innanzitutto, chi compila la richiesta deve inserire i dati relativi all’ente e al servizio cui si appartiene, oltre ai dati della persona fisica che utilizza materialmente il sistema. La seconda fase è la richiesta da parte del sistema di conferma dei dati, cui segue la conferma o la modifica dell’utente. Per ultimo, saranno recapitati via email username e password per accedere al Sistema CUP.
Una volta che ci si è accreditati, si potrà richiedere il Codice unico di progetto in via telematica accedendo alla sezione personale e inserendo i dati del progetto sostenuto da fondi pubblici. Viene richiesto di specificare di quale progetto si tratta, descrivendolo. Per esempio bisognerà indicare se il progetto riguarda lavori, acquisizione di beni o misure di sostegno. Vanno anche specificati chiaramente il settore di riferimento del progetto ma anche il settore in cui il beneficiario dei fondi pubblici opera principalmente, vanno sottolineati poi la località in cui opererà il progetto e anche l’indicazione della copertura economica di tale progetto. I dati vengono raccolti e archiviati nell’anagrafe progetto e nell’anagrafe soggetti. In seguito alla richiesta, sarà fornito il CUP – Codice univoco di progetto che andrà a identificare il progetto che si è descritto nella procedura. Non sarà cambiato mai, rimanendo a disposizione nelle banche dati anche dopo la chiusura del progetto. Chiusura che andrà indicata tra le informazioni inizialmente inserite per la richiesta del codice.
Cosa fare se si sbaglia
Siccome le informazioni che descrivono il progetto possono essere soggette a errori, possono essere modificate leggermente in corso d’opera: il codice però rimarrà lo stesso nonostante tali cambiamenti, perché il progetto è sempre lo stesso. Se ci si accorge di un errore entro settantadue ore dal momento in cui si è avanzata la richiesta per il codice unico di progetto, si potrà apportare la modifica necessaria in modo diretto attraverso il menù “Gestione” e precisamente nella sezione “modifica CUP”. Tuttavia se è passato più tempo sarà necessario inviare una domanda di modifica del codice unico di progetto nell’omonima area nella sezione “Comunicazioni” in “Messaggi”, come chiaramente spiegato sul sito del Dipartimento.
Nel sistema sono disponibili anche le sezioni Revoca CUP e Chiusua CUP, la prima da utilizzare nel caso in cui il progetto venga revocato e la seconda quando il progetto finisce. Entrambe le circostanze infatti vanno segnalate adeguatamente, non si può evitare tale passaggio necessario ai fini della trasparenza nelle procedure.
OpenCUP, che cos’è
Proprio in quest’ottica di trasparenza, il Dipartimento ha messo a disposizione il sito OpenCUP, in cui è possibile consultare i dati relativi ai progetti finanziati con fondi pubblici e dotati di Codice unico di progetto. Le informazioni inserite sul portale provengono dall’Anagrafe dei Progetti del Sistema CUP. L’iniziativa è sorta in seno al PON Governance e Capacità istituzionale e se inizialmente contava 800.000 progetti inseriti, si poneva l’obiettivo di mappare tutti i progetti (che come spiegato sullo stesso sito OpenCUP, al 2017 erano circa quattro milioni) e, entro il 2020, diventare interoperabile con altri database pubblici. OpenCUP è disponibile online.
Dal sito è possibile effettuare il download dei dati relativi agli investimenti pubblici e fare ricerche relative ai progetti, in modo veloce e intuitivo. Il sito infatti presenta un menù semplice che consente di effettuare le ricerche partendo dai dati che si hanno a disposizione o di cui ci si interessa. È possibile effettuare le ricerche per classificazione, localizzazione, soggetto oppure attraverso i dati disponibili in modalità open (da qui il nome del portale). L’obiettivo ancora una volta è offrire un servizio trasparente per permettere a tutti di capire come vengono investiti i fondi pubblici.