I numeri

Come il procurement diventa leva per l’efficienza della PA: i dati di Consip

A fine 2020 è stata pari 16,4 miliardi di euro il valore della spesa della PA passata su strumenti Consip, come il Mepa, lo Sdapa e le gare in ASP, una cifra raddoppiata rispetto a quattro anni prima: un dato importante per capire il ruolo del procurement nell’innovazione della PA

Pubblicato il 21 Mag 2021

Partenariato Pubblico Privato

Il ruolo di Consip nel sistema degli approvvigionamenti pubblici è stato molto spesso associato ai risparmi di prezzo, conseguiti attraverso le iniziative di acquisto centralizzate (Convenzioni e Accordi quadro). Si tratta di numeri significativi – circa 13 miliardi di euro di risparmi messi a disposizione della PA nell’ultimo quadriennio – legati anche al progressivo allargamento del perimetro di offerta merceologica di Consip, che ha consentito di fissare best practice di prezzo per un numero crescente di categorie di spesa.

Di pari rilevanza è stata però, nello stesso periodo, la crescita dell’utilizzo da parte della PA di tutti gli strumenti di e-procurement messi a disposizione dalla piattaforma Mef-Consip. Ed infatti, a fine 2020, è stata pari 16,4 miliardi di euro il valore della spesa della PA passata su strumenti Consip, raddoppiando il valore degli acquisti effettuati solo quattro anni prima (8,2 miliardi di euro nel 2016).

Il ruolo degli strumenti di negoziazione

Il maggiore utilizzo di questi strumenti è significativo della crescita di innovazione e di efficienza dei processi di acquisto pubblici e del contributo sostanziale che, negli ultimi quattro anni, è arrivato dagli strumenti di negoziazione disponibili sulla piattaforma degli acquisti Mef-Consip:

  • il Mepa – Mercato elettronico della PA (per gli acquisti sotto la soglia comunitaria),
  • lo Sdapa – Sistema dinamico di acquisto (dedicato agli acquisti sopra soglia),
  • Gare in ASP – Application Service Provider (per lo sviluppo e la realizzazione di specifiche procedure di gara da parte di singole amministrazioni).

Dal 2016 al 2020, infatti, il ricorso al Mepa, allo Sdapa, alle Gare in Asp è cresciuto esponenzialmente (+175%) e il loro peso complessivo rispetto al totale degli acquisti su tutti gli strumenti Consip è passato dal 46% al 63%.

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Quanto sopra per evidenziare come “il ruolo di Consip nel corso degli anni si sia “evoluto” da esclusivo strumento di risparmio a leva di efficienza per tutto il sistema degli acquisti pubblici. Ha messo a disposizione delle PA nuovi strumenti per innovare e rendere più efficienti le procedure di gara, ha contribuito a diffondere la cultura della digitalizzazione nel settore pubblico, ha facilitato l’incontro fra la domanda e l’offerta ponendosi sempre di più come una vera e propria “cerniera” tra le amministrazioni e il mercato”, spiegano dall’azienda.  Oltre a fornire soluzioni di acquisto “a scaffale”, Consip “supporta, dunque, le PA nell’individuare le migliori soluzioni d’acquisto per le loro esigenze e fornisce assistenza tecnica e merceologica sull’utilizzo degli strumenti di negoziazione, contribuendo a diffondere sempre più la cultura dell’innovazione nella PA”, viene precisato.

Il Mepa: uno strumento al servizio dei Comuni e delle Pmi

Nel 2020, il valore acquisti effettuati dalle amministrazioni sul Mepa è stato di 5,6 miliardi di euro (frutto di oltre 620mila contratti di acquisto conclusi fra PA e fornitori), con un aumento di +15% rispetto al 2019 e del +138% rispetto al 2016, a conferma del trend di crescita costante di questo strumento, che dura ormai da anni.

A fine 2020 sul Mepa risultavano abilitate 156mila imprese (vs 136mila del 2019), di cui oltre il 98% Piccole e medie imprese, che offrono un totale di 8,7 milioni di articoli fra beni e servizi, oltre ai lavori di manutenzione. Quest’ultimo ambito di spesa – i cui bandi sono stati avviati nella seconda metà del 2016 – si colloca ormai fra i più rilevanti e ha fatto registrare, per la prima volta nel 2020, un valore degli acquisti di oltre 1 miliardo di euro, accanto al comparto beni ICT e cancelleria (oltre 1 miliardo di euro). A seguire le altre categorie più numerose sono i servizi legati al Building management (702 milioni di euro), i servizi professionali (656 milioni di euro) i beni sanitari (619 milioni di euro) e i servizi ICT (390 milioni di euro).

Sono dati che confermano la grande fiducia di amministrazioni e imprese in uno strumento che consente, al tempo stesso, di rispettare pienamente le norme sulle procedure d’acquisto in ambito pubblico, ma anche di snellire notevolmente i tempi e di coinvolgere il mercato, in particolare le PMI operanti sui territori locali, nel mercato delle forniture pubbliche. Non a caso, particolarmente significativo è il ricorso al Mepa da parte dei Comuni italiani, che nel 2020 vi hanno effettuato acquisti per 1,7 miliardi di euro (ovvero il 30% degli acquisti complessivi su questo strumento). Inoltre, più del 90% dei Comuni italiani è risultato attivo sul Mepa nel 2020 effettuando almeno una transazione.

Lo Sdapa: Sanità, ma non solo

Altrettanto significativi i dati sull’utilizzo da parte delle PA del Sistema dinamico di acquisto (Sdapa). Se in termini di valore degli acquisti il 2020 ha sostanzialmente confermato i livelli dell’anno precedente (sfiorando i 3,8 miliardi di euro ), con un dato comunque triplo rispetto al 2016 (+201%), il grande balzo in avanti si registra in termini di valore delle gare bandite dalle PA – i cosiddetti “appalti specifici” – che passano dai 2,5 miliardi di euro del 2019 ai 5,5 miliardi di euro del 2020.

Di particolare importanza, nel corso del 2020, è stato il fatto che lo Sdapa ha facilitato il regolare svolgimento degli appalti nel periodo più critico dell’emergenza Covid-19 (l’80% del valore delle gare bandite è relativo al settore sanitario). In particolare, il “bando Farmaci” ha consentito:

  • l’acquisizione di oltre 2 milioni di dosi di vaccino antinfluenzale (+25% vs 2019) per il fabbisogno di 6 Regioni (Abruzzo, Basilicata, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Molise, Umbria)
  • dell’acquisto di farmaci per i reparti di terapia intensiva, per un importo complessivo di 43,4 milioni di euro, con un incremento di oltre 6 volte rispetto al 2019

Da segnalare, fra le altre categorie merceologiche, anche il settore ICT (con quasi 600 milioni di euro di gare bandite) e le derrate alimentari (oltre 200 milioni di euro).

Le gare in ASP: lo strumento per la digitalizzazione delle PA

Anche nel caso delle gare in ASP (Application Service Provider) il 2020 è stato un anno di crescita esponenziale. Sono state, infatti 1.564 – per un valore di 4,3 miliardi di euro – le gare bandite nel 2020 dalle pubbliche amministrazioni, utilizzando a titolo gratuito per i propri acquisti autonomi la piattaforma di e-procurement, con un aumento del +24% rispetto al 2019 e del +1050% rispetto al 2018, anno di avvio del sistema, a conferma dell’elevato e crescente gradimento delle amministrazioni verso uno strumento che consente grande efficienza e personalizzazione dell’acquisto: “La disponibilità della piattaforma di negoziazione per le Gare in Asp e l’assistenza fornita da Consip serve infatti a supportare le PA (inclusi i Soggetti aggregatori) nel rispettare le prescrizioni del Codice degli appalti, che dal 2018 prevede l’obbligo di eseguire comunicazioni e scambi di informazioni nelle procedure d’appalto utilizzando mezzi di comunicazione elettronici”, ha reso noto Consip.

Nel 2020, la piattaforma in ASP ha visto anche l’avvio per la prima volta di gare per lavori e concessioni, che ha registrato un buon riscontro: sono state svolte 43 gare per appalti di lavori (da 24 stazioni appaltanti, per un importo complessivo pari a 87,7 milioni di euro) e 31 gare per l’affidamento di concessioni (da 18 stazioni appaltanti per un importo complessivo di 74,8 milioni di euro).

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