Quattro bandi pubblicati entro la fine dell’anno, gli altri entro il 2020: procede la programmazione delle sedici gare Consip per l’ICT, misure di public procurement in supporto al Piano triennale Agid. L’obiettivo è dare una spinta alla digitalizzazione della pubblica amministrazione attraverso acquisti mirati e lavorando in parallelo a un modello di governance.
Una situazione che è in evoluzione e potrebbe essere soggetta a modifiche, complice anche il cambio di Governo.
La situazione attuale
Con l’approvazione del nuovo Piano triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione 2019-2021, consultata anche Agid, Consip ha proceduto ad aggiornare il programma delle gare. I bandi mirano proprio a creare un framework di supporto al piano triennale per l’informatica. L’aggiornamento più recente è di luglio ed è stato comunicato da Consip pubblicamente sul proprio sito ad agosto. Delle sedici gare in programma, quattro sono al via. In parallelo, Consip sta portando avanti una gara dedicata ai SAS, due gare sugli ecosistemi verticali sono già state pubblicate, relative al Miur e al Ministero della Salute. La situazione generale è la seguente:
- Gare già pubblicate: Evoluzione del SIDI – Sistema informativo dell’Istruzione (2018), NSIS – Sistema Informativo del Ministero della Salute (2019)
- Gare che si prevede di pubblicare nell’ultimo trimestre dell’anno: Digital Transformation, Public Cloud (IASS/PASS), Data Management, Servizi applicativi in ottica Cloud.
Nel corso dell’anno, ad agosto Consip prevedeva anche l’avvio delle consultazioni di mercato. Nelle intenzioni dell’azienda saranno pubblicate: Public Cloud SAAS, Sicurezza on-premise e on-service, Connettività UL, Sanità Digitale.
Le azioni previste entro la fine del 2019 dunque non mancano. La pubblicazione delle gare ICT era già stata preannunciata. Molti operatori del settore e rappresentanti delle pubbliche amministrazioni si aspettavano un rapido raggiungimento dell’obiettivo totale nel corso del 2019. Ma il percorso è complesso, soprattutto dal punto di vista normativo: il framework di leggi è articolato e complesso, per di più in evoluzione. Questo ha contribuito a creare una situazione di incertezza, per cui Consip si è trovata in difficoltà a portare a compimento queste gare di interesse nazionale.
Consip prevede anche di introdurre nei capitolati di gara un codice di condotta tecnologico, “ovvero un elenco di criteri da rispettare nello sviluppo tecnologico della PA, che stabilisce i principi ispiratori con cui sviluppare le tecnologie a servizio della Pubblica Amministrazione”, come spiegato dall’ente sul proprio sito istituzionale.
Gli obiettivi: verso la razionalizzazione
Le gare Consip ICT puntano a dare supporto al piano triennale Agid. Le gare riguardano proprio la complessità del piano strategico di digitalizzazione del Paese, con bandi per acquisire tra le altre cose ecosistemi digitali, security, interoperabilità. Attraverso le gare ICT si vogliono anche coinvolgere le PMI, far durare di meno i contratti d’appalto per garantire maggiori controlli sull’efficienza dei servizi.
Consip come centrale di committenza è, quindi, sempre più chiamata a dare un grande impulso all’innovazione e, attraverso i propri strumenti di acquisto, dovrà garantire sempre più trasparenza, digitalizzazione e controllo della spesa pubblica. I risultati di utilizzo della piattaforma di e-procurement sono già in parte evidenti: nel primo semestre 2019, la centralità dell’uso di questo strumento ha permesso la pubblicazione di ben oltre 550 gare pubblicate dalle amministrazioni territoriali per un valore di 3,3 miliardi di euro. Abbiamo una piattaforma, un piano strategico in atto: interventi di ottimizzazione e creazione di ulteriori percorsi virtuosi ed innovativi; servizi ed introduzione di nuovi ecosistemi, poli strategici nazionali che dovrebbero convertirsi sempre più in poli di eccellenza su cui costruire logiche di ottimizzazione.
Le sfide
Tra le sfide più urgenti emerge l’attenzione da dedicare all’informazione, alla formazione degli attori coinvolti. Bisogna dare più fiducia ai manager degli acquisti, programmando un’attività di formazione digitale delle figure che devono avere le caratteristiche giuste per innovare davvero, senza trascurare la promozione della cultura della sicurezza informatica. Non va poi trascurata la razionalizzazione dei data center ai fini dell’introduzione del Cloud Pubblico. La razionalizzazione dei data center è un tema molto caldo, soprattutto dopo i risultati del Censimento del Patrimonio ICT della PA; censimento a cui pochi enti hanno aderito. I dati raccolti, anche se parziali, hanno evidenziato che i criteri di classificazione sono forse troppo “ambiziosi” e, soprattutto, che – secondo tali parametri – i data center censiti sono da considerarsi non adeguati per i Poli Strategici Nazionali.
Il percorso verso il cloud dovrebbe prendere in considerazione quale siano effettivamente le realtà esistenti in termini di data center, gli investimenti effettuati ad oggi ed, al contempo, attuare una strategia modulabile per quanto riguarda la gestione dei dati, individuando quali abbiano una valenza strategica dal punto di vista della sicurezza del Paese e dell’infrastruttura nazionale. Si potrebbe valutare di iniziare ad integrare il Cloud Pubblico con quei data center che fossero considerati sufficientemente avanzati tanto da rappresentare un polo d’eccellenza in grado di gestire i dati strategici per la sicurezza del Paese, tenendo conto che sono stati già fatti investimenti e che ci sono delle esigenze che vanno, comunque, considerate e preservate .
Sicuramente anche il Codice degli appalti necessita di aggiustamenti, soprattutto per gestire le esigenze di acquisizione nel mondo dell’informatica in continua evoluzione. Il trascorrere dei mesi può pregiudicare la capacità di stare al passo con l’innovazione legata al cloud. Il confronto ed il dialogo continuo saranno un alleato prezioso per decidere le linee di evoluzione da intraprendere.
Conclusione
Consip si trova a svolgere un compito non facile in quanto deve conciliare il rispetto di un quadro legislativo – non certo caratterizzato da iter veloci – e la necessità di essere up-to-date in relazione a quello che il mercato offre: sarà necessario identificare soluzioni che non siano solamente le migliori dal punto di vista economico, ma anche dal punto di vista progettuale. A fronte di ciò sarebbe auspicabile un mercato aperto e competitivo, ma obbediente a requisiti di qualificazione alle gare ben precisi. Il tema dei termini della qualificazione è determinante per attuare un percorso di selezione qualitativa, un filtro indispensabile per evitare che soluzioni apparentemente equivalenti risultino, in realtà, non qualitativamente all’altezza.
Ricordiamoci che un Paese dove la Pubblica Amministrazione non è il driver della trasformazione digitale è un Paese che ha meno potenzialità nella competizione mondiale.