Il punto

Inchiesta Consip, le nuove armi digitali e normative contro la corruzione

L’inchiesta sulla corruzione appalti Consip mette in luce le falle di un sistema che non riesce a garantire la trasparenza degli appalti: i punti deboli del sistema pubblico di acquisti della PA, il ruolo dell’Anac su prevenzione, attività regolatoria, applicazione Codice Appalti, casi e iniziative di condivisione dei dati

Pubblicato il 13 Mar 2017

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Senza entrare nel merito delle vicende giudiziarie, la cronaca di consegna una vicenda di corruzione, di cui è accusato un imprenditore romano, Alfredo Romeo, per una somma di 100mila euro pagati al funzionario Consip Marco Gasparri e altri rapporti, anche con Tiziano Renzi, padre dell’ex premier. L’imprenditore è in custodia cautelare, fino a giovedì 16 marzo, quando si pronuncerà il tribunale del riesame. Un giro di rapporti, che coinvolge anche l’imprenditore toscano Carlo Russo, l’amministratore delegato di Consip Luigi Marroni, il ministro dello Sporto, Luca Lotti, e che ha un preciso obiettivo: ottenere appalti Consip.

L’inchiesta proseguirà nella ricostruzione dei fatti, comunque sia c’è una vicenda giudiziaria che ruota intorno a episodi di corruzione nell’aggiudicazione degli appalti. Consip è la centrale di committenza nazionale per gli acquisti nella PA. Evidentemente, le regole sulla trasparenza, non bastano a prevenire possibili episodi corruttivi. Alle possibilità che i mercati telematici possono offrire per aumentare la trasparenza e la regolarità degli appalti, e alla poco fluida situazione anche normativa italiana, è dedicato un divertente pezzo di Nicola Casagli propone una vicenda che mette in luce le disfunzioni e le complicazione dei sistemi di approvvigionamento delle pubbliche amministrazione e si conclude con la provocatoria proposta di utilizzo degli strumenti web di commercio elettronico, convenienti “in termini di libertà di scelta, semplicità di utilizzo, prezzo e modalità di fornitura”, che si caratterizzano perché “semplici e immediati da usare” e basati “su un rigoroso processo di feedback degli utenti che rende praticamente impossibili le truffe e i disservizi”.

La trasparenza degli appalti è al centro delle riflessioni di Ida Nicotra sul ruolo dell’Anac per prevenire la corruzione anche con l’attività regolatoria, e l’applicazione dell’articolo 29 del Codice Appalti, in base al quale tutti gli atti delle commissioni aggiudicatrici e degli enti aggiudicatori relativi alla programmazione di lavori, opere, servizi e forniture, nonché delle procedure di affidamento di appalti pubblici devono essere pubblicati nella sezione “Amministrazione trasparente”.

Sul campo, anche per potenziare la trasparenza e la legalità di appalti delicati come quelli della ricostruzione nei luoghi dei terremoti in Centro Italia, ci sono le iniziative di Cittadinanzattiva per la condivisione dei dati relativi alle procedure e all’andamento degli appalti, fra cui la partecipazione a “Ricostruzione trasparente”, un progetto di OnData, Associazione per la promozione della trasparenza e della cultura dei dati attraverso le competenze digitali e il giornalismo investigativo, che sta mettendo a punto una piattaforma digitale per pubblicare, classificare, raccontare e condividere i dati sulla ricostruzione, con l’obiettivo di facilitare il monitoraggio. Il carattere innovativo della piattaforma, descritto da Lorenzo Perone, consiste nella pubblicazione dei dati sulla ricostruzione mentre questa avviene, e fornendo ai cittadini la possibilità di intervenire monitorando l’andamento sul territorio degli appalti rispetto ai risultati delle gare, alle assegnazioni, all’andamento dei cantieri. I primi dati saranno online in aprile, con la descrizione del territorio dal punto di vista sociale, demografico, economico prima del sisma, e nel giro di pochi mesi sarà pienamente operativa la piattaforma che abbina i dati sugli appalti a grafici, tabelle, e mappe con la distruzione sul territorio.

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