Satira digitale

La Cappella Sistina e il codice appalti: sarebbe andata così

Un dialogo immaginario tra Papa Giulio II della Rovere e il suo primo architetto Donato Bramante per cercare di ricostruire come sarebbe andato il restauro della Cappella Sistina a opera di Michelangelo Buonarroti se a quei tempi fossero state in vigore le attuali norme sugli appalti e i lavori pubblici

Pubblicato il 21 Mag 2018

Nicola Casagli

università di Firenze

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La storia racconta che Papa Giulio II della Rovere fece restaurare la Cappella Sistina, nella quale si erano aperte vistose lesioni per cedimenti strutturali.

Completato il lavoro, ebbe l’idea di rifare la decorazione della volta che era stata irrimediabilmente danneggiata dal dissesto e dai lavori di consolidamento.

Tutti sappiamo come è andata a finire, col capolavoro di Michelangelo Buonarroti.

Ho cercato di immaginare l’esito della storia se ai tempi di Papa Giulio II fossero state in vigore le attuali norme sugli appalti e i lavori pubblici.

Di seguito il dialogo immaginario fra il Papa e il suo primo architetto Donato Bramante.

[Papa] – Io la Sistina la farei affrescare al Buonarroti, che ne pensa architetto?

[Bramante] – Eccellente idea Santità, ma non si può. Al Buonarroti abbiamo già affidato l’appalto della Sua Sepoltura e il nuovo codice obbliga all’avvicendamento dei fornitori.

[Papa] – Nuovo codice? Ma non ne era stato approvato uno solo pochi anni fa?

[Bramante] – È vero Santità, ma il codice appalti ormai cambia tutti gli anni. Deve essere adeguato alle direttive europee, poi si deve fare la delega al governo e il decreto legislativo, poi va fatto il correttivo per rimediare agli errori, e dopo le modificazioni del correttivo e poi le rettifiche alle modificazioni…

[Papa] – Che c’entrano le direttive europee? Noi regniamo Urbi et Orbi. Che ce ne frega dell’Europa.

[Bramante] – Santità, lo sa che c’è il Sacro Romano Impero. Da quando lo controllano gli Asburgo pretendono rigore sui conti e procedure burocratiche uniformi in tutti i paesi membri dell’Unione.

[Papa] – Di Sacro Romano all’Impero non è rimasto più niente da quando è finito in mano ai tedeschi. Quasi quasi li scomunico tutti.

[Bramante] – Sarebbe controproducente Santità, fra i tedeschi spirano venti di riforma. Ho sentito dire che Martin Lutero sarà chiamato a insegnare all’Università del Wittenberg. Non c’è da aspettarsi niente di buono.

[Papa] – Suvvia affidiamo comunque l’incarico al Buonarroti. Come vuoi che se ne accorgano alla corte imperiale di quello che facciamo a Roma.

[Bramante] – Ahimè Santità, qui abbiamo l’ANAC, l’Autorità anticorruzione che controlla tutto, ispeziona ed emana continuamente linee guida.

[Papa] – Io di Autorità ne riconosco una sola. E che direbbero queste linee guida per curiosità?

[Bramante] – Che le stazioni appaltanti devono seguire rigorose regole di trasparenza e non discriminazione, oltre che…

[Papa] – Che c’entrano le stazioni? Qui siamo la Santa Sede, mica un servizio di posta per il cambio dei cavalli. Codesti principi mi paiono una grave violazione del dogma del Libero Arbitrio.

[Bramante] – Santità, lo sa come sono questi burocrati tedeschi, negano alla radice il libero arbitrio, credono nella predestinazione, pensano che tutti siano uguali e che uno valga l’altro, sono convinti che si debba dare a tutti le stesse opportunità d’impresa, con procedure aperte e trasparenti.

[Papa] – Se non posso scomunicarli, manderò la mia Guardia Svizzera Pontificia ad annientarli.

[Bramante] – Troppo tardi Santità, ci sono le leggi e dura lex sed lex. Rischiamo una procedura di infrazione e il commissariamento della Troika.

[Papa] – Troika? Deve essere la Trinità della Chiesa ortodossa russa. Meglio non rischiare. Via allora, facciamo decorare la Cappella a quel giovane urbinate…come si chiama…Raffaello, mi pare sveglio.

[Bramante] – Non si può Santità, ha già l’appalto per la Stanza della Segnatura e quella di Eliodoro. Si ricordi che siamo obbligati a rispettare scrupolosamente il principio della rotazione dei fornitori.

[Papa] – Ma se Galileo non è ancora nato come fa a esserci codesto stupido principio? E poi stia tranquillo architetto, sappiamo noi come neutralizzarlo, ci siamo già organizzati, il Tribunale della Santa Inquisizione è già avvisato e sa cosa si dovrà fare a tempo debito.

[Bramante] – Avevo anche pensato di affrescarla io la Sistina ma non posso, perché sono RUP: responsabile unico del procedimento.

[Papa] – Di Unico c’è solo l’Onnipotente, caro architetto, e anche su questo possiamo discutere perché c’è il dogma della Trinità.

[Bramante] – Santità, se applichiamo alla lettera il codice bisognerà fare una gara.

[Papa] – Gara? Che gara? Queste competizioni atletiche erano di moda fra i pagani. Fortunatamente Noi le abbiamo soppresse.

[Bramante] – Santità, se facciamo una gara europea ci vorranno anni, e poi ci saranno i ricorsi, bisognerà aspettare il responso del TAR, che non è affatto rapido e certo come la nostra Inquisizione. Io avrei un’idea migliore se posso permettermi.

[Papa] – Io non ci capisco più nulla. Mi pare burocrazia bizantina ortodossa combinata con il servo arbitrio luterano. Qui bisogna ripristinare i sani buoni principi della Santa Chiesa Cattolica Apostolica Romana.

[Bramante] – Io proporrei di fare un’estensione dell’appalto del Sismabonus con cui abbiamo fatto il consolidamento strutturale della volta e della parete meridionale alla Sistina. Lo abbiamo affidato a una cooperativa rossa emiliana che fa global service, che vuol dire un po’ di tutto. Sono anche fornitori ufficiali Consip, così non c’è bisogno di fare una gara.

[Papa] – Rossa che significa?

[Bramante] – È il colore del sangue che abbiamo versato per concludere la procedura di affidamento sul portale CONSIP.

[Papa] – Ma questo CONSIP cos’è? La nostra CONgregazione per la Santa Inquisizione Pontificia?

[Bramante] – No Santità, è la CONcessionaria Servizi Informativi Pubblici. Gestisce in regime di monopolio il programma di razionalizzazione della spesa pubblica. È stata istituita dagli Asburgo come arma segreta in previsione del sacco di Roma.

[Papa] – Però l’idea della cooperativa mi piace, sa di solidarietà cristiana. Ma questa cooperativa ha buoni pittori per affrescare la nostra volta?

[Bramante] – Mi hanno detto che le decorazioni le subappaltano a uno qui di Roma, un certo Mario detto Er Tinteggiatore. Ci costerebbe cinquemila ducati.

[Papa] – Secondo me il Buonarroti ce la faceva meglio per tremila.

[Bramante] – rebus sic stantibus, non ci sono alternative a Mario Er Tinteggiatore.

[Papa] – E così sia.

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