buone pratiche

“La gara che vorrei”, un decalogo per la Sanità

Le buone pratiche da seguire per gli acquisti pubblici in sanità, come si parte dalle esigenze dei cittadini e si assicurano innovazione, risparmi e trasparenza: la raccomandazione civica di Cittadinanzattiva La gara che vorrei

Pubblicato il 30 Lug 2018

Isabella Mori

Cittadinanzattiva

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Il tema degli acquisti pubblici della PA è un argomento particolarmente “dinamico” da un punto di vista del dibattito pubblico ma assolutamente “in stallo” dal punto di vista dei passi in avanti fatti dalla PA dall’entrata in vigore del Codice degli appalti. Indubbiamente il Codice andrebbe modificato poiché ha dimostrato di essere “monco” in alcune parti e “incongruente” con le procedure esistenti in altre. Tuttavia, riteniamo che il dibattito pubblico sul tema degli acquisti della PA debba essere spostato non tanto sull’introduzione di nuove norme e l’abrogazione delle vecchie ma piuttosto sull’efficientamento delle procedure e su un reale coinvolgimento nelle stesse di tutti gli stakeholder, cittadini inclusi.

Le esigenze dei cittadini

Nei processi di acquisto della PA la sfida che attende tutti gli attori è quella di garantire di più e meglio, rispetto a quanto fatto sinora, un perfetto equilibrio tra la necessità di utilizzare al meglio le risorse economiche disponibili, ridurre le inefficienze e garantire così conti in ordine, nonché aumentare il grado di trasparenza delle procedure e prevenire fenomeni corruttivi, mantenendo alti gli standard dei servizi che hanno una ricaduta diretta sui cittadini. Ci piacerebbe che il nuovo Governo nel trattare il tema degli acquisti della PA tenesse in considerazione, o meglio partisse, da quelle che sono le esigenze dei cittadini che di fatto sono coloro che usufruiscono dei servizi , il loro punto di vista dovrebbe essere tenuto in considerazione anche in tema di processi di acquisto della PA. Di recente, Cittadinanzattiva ha promosso La gara che vorrei, una raccomandazione civica per fare acquisti in sanità trasparenti, di qualità e rispettosi dei diritti dei cittadini. Il documento è stato realizzato attraverso il confronto con gli stakeholder che si occupano del tema e con il contributo non condizionato di Assobiomedica. La gara che vorrei mira ad avvicinare i processi di acquisto nel mondo della sanità ai bisogni delle persone e a garantire qualità e innovazione diminuendo gli sprechi. La Raccomandazione civica contiene una sorta di decalogo di buone pratiche da seguire per gli acquisti della PA in sanità che vorremmo offrire come spunti al nuovo Governo.

La gara che vorrei: il decalogo

Ecco quali sono i punti principali de “La gara che vorrei”, una sorta di “decalogo” delle buone pratiche da seguire.

  1. Coinvolgere, in ogni fase della gara e anche nella valutazione successiva, cittadini, pazienti e professionisti sanitari. Per avere garanzia di qualità, sicurezza, innovazione, personalizzazione del bene o servizio oggetto della procedura. Per coinvolgere in modo trasparente questi soggetti, è necessario formalizzare regole chiare.
  2. Innovare gli attuali sistemi di valutazione dell’impatto delle procedure centralizzate degli acquisti in sanità. Bisogna affiancare alla misurazione economica sistemi per valutare la qualità dell’assistenza ricevuta dai pazienti e gli esiti di salute prodotti.
  3. Fare una mappatura precisa e coordinata dei bisogni. È necessario cogliere le esigenze delle comunità locali interessate e delle strutture che erogano loro servizi, per descrivere con esattezza ciò che serve e, di conseguenza, acquistarlo.
  4. Selezionare le tecnologie da comprare attraverso una rigorosa procedura di Hta (health technology assessment). Solo così si possono riconoscere le innovazioni e assicurare il coinvolgimento delle associazioni di cittadini e pazienti con le loro evidenze.
  5. Garantire la personalizzazione del trattamento sanitario.
  6. Implementare l’informatizzazione e la trasparenza nel percorso delle gare di appalto in sanità. Con il fine di rendere più accessibile e verificabile la procedura delle gare stesse. Individuare momenti di confronto pubblico sul tema per diffondere la cultura della rendicontazione a un pubblico più ampio.
  7. Formalizzare un modello di governance delle centrali di acquisto. È necessario chiarire diversi punti. Chi fa che cosa; con quali modalità; chi vigila, sul rispetto delle procedure e anche su eventuali duplicazioni; chi verifica e interviene per assicurarsi che il livello di qualità, sicurezza, innovazione e personalizzazione garantito dalle centralizzazioni sia il migliore e lo stesso su tutto il territorio nazionale.
  8. Richiedere alle istituzioni più coinvolgimento nelle diverse fasi dei processi di acquisto. Dalla mappatura dei bisogni alla messa a punto del capitolato, dall’esecuzione del contratto alla valutazione degli esiti in termini di salute e qualità.
  9. Garantire la trasparenza dei risparmi ottenuti con l’aggregazione della domanda e la centralizzazione degli acquisti. Questo scopo può essere raggiunto solo attraverso la pubblicazione sistematica dei dati.
  10. Garantire che i risparmi ottenuti siano reinvestiti nel settore della sanità. Con il fine di migliorare l’accesso ai servizi e alle prestazioni e fare vera innovazione.

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