IL CASO

Mepa, troppi problemi: un esposto Anac per aiutare PA e imprese

Con l’obiettivo di spingere Consip a restituire agli Enti Pubblici e alle imprese uno strumento realmente efficiente, Porzio & Partners presenta un esposto all’Anticorruzione sui malfunzionamenti del Mercato elettronico della PA: il catalogo è pieno di offerte illegittime, fornisce informazioni ingannevoli, funziona male

Pubblicato il 30 Lug 2018

Francesco Porzio

Porzio & Partners

public procurement

Adesso basta. Abbiamo fatto un esposto un esposto all’ANAC in merito alle criticità del Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA) realizzato da Consip. A fronte di tutti i problemi, capaci di compromettere la legittimità, la trasparenza e l’efficienza delle procedure di acquisizione espletate dagli Enti, ci sentivamo rivolgere sempre le stesse domande: “Ma come è possibile che uno strumento, obbligatorio per legge per tutti gli Enti Pubblici, funzioni così? Ma come è possibile che nessuno faccia nulla, che nessuno ne parli?”.

Ecco perché siamo arrivati all’esposto. L’obiettivo è aiutare Consip a produrre il massimo valore attraverso il MePA, con ogni mezzo a disposizione.

I malfunzionamenti del MEPA

La situazione è grave e continua a peggiorare. Dolo per fare un esempio dei tanti problemi segnalati:

  • il sito di e-commerce di un qualsiasi grande negozio di elettrodomestici ha funzionalità di ricerca e confronto competitivo di offerte di gran lunga superiore al MePA;
  • l’impossibilità di eseguire confronti di offerte sul MePA vanifica l’utilità di oltre 8 milioni di offerte che le Imprese hanno faticosamente inserito nel Catalogo e, per giunta, le grandi modifiche introdotte nel portale dal 19 febbraio scorso hanno oggettivamente aggravato la situazione anziché migliorarla;
  • il Catalogo è ricco di offerte illegittime, finanche con prezzo pari a zero o, addirittura, negativo;
  • si ravvisano vizi nella procedura di abilitazione delle Imprese;
  • ci sono informazioni errate o ingannevoli fornite dal portale Consip;
  • sono molto frequenti i “fuori servizio” del sistema;
  • non è presente alcun controllo sulle procedure, neanche automatizzato;
  • alcune funzionalità per scegliere le Imprese da invitare alle gare sono illegittime.

Per questi ed altri motivi, abbiamo chiesto all’ANAC di verificare i processi del MePA da parte di Consip per accertare le difformità segnalate da quanto previsto nella disciplina del MePA e di fornire a Consip raccomandazioni imperative affinché ponga tempestivamente fine alle numerose criticità.

Siamo fiduciosi che qualcosa si possa fare, senza dissipare l’enorme lavoro svolto, ma ascoltando veramente i reali utilizzatori del portale e le loro necessità. Altrimenti, non avrebbe senso sostenere di essere al fianco della PA che cambia, come recita lo slogan che sintetizza l’essenza di Consip.

La decisione

La motivazione a farlo ce l’ha fornita la stessa Consip, perché quando il MePA funziona è davvero utile e prezioso e quindi sappiamo che cosa sia l’eccellenza. Quando noi stessi lavoravamo in Consip, anni fa, lo insegnavano agli altri così come oggi ancora lo troviamo scritto nella brochure Consip: “Siamo e vogliamo essere protagonisti dell’innovazione al servizio del Paese. Siamo e vogliamo essere riconosciuti come un’eccellenza. Un’eccellenza nelle persone, nei processi e nelle tecnologie. Un’eccellenza nei risultati.” E’ questa la Consip che vogliamo, questi gli strumenti che ci aspettiamo di ricevere. Non ne possiamo più di vedere Enti e Imprese scontenti di Consip.

Siamo arrivati ad un passo dall’inviare il messaggio PEC all’Autorità, pronto da giorni nella cartella delle bozze, per poi aspettare ancora un po’ ed esser certi di aver prima usato tutta la diplomazia possibile. Essendo la nostra azione esclusivamente ispirata da principi costruttivi, abbiamo deciso di effettuare dapprima un tentativo bonario con Consip, segnalando a mezzo PEC le criticità ravvisate, chiedendo di attuare gli opportuni interventi risolutivi ed offrendo disponibilità per approfondimenti e necessità. Non abbiamo ricevuto alcuna risposta, nemmeno un “abbiamo preso atto” ma, anzi, la situazione del MePA è andata progressivamente peggiorando. Per questo, dopo oltre due mesi da questo tentativo, il 28 giugno 2018 abbiamo deciso di procedere con il coinvolgimento dell’ANAC.

Le motivazioni dell’esposto

L’idea ci balenava in testa da molto tempo, alimentata dai continui inviti di funzionari e dirigenti pubblici che ogni giorno abbiamo in aula o che abbiamo aiutato ad aggiudicare appalti telematici ed ai quali abbiamo il privilegio e la responsabilità di trasferire la nostra ventennale esperienza in materia di acquisti pubblici e strumenti di acquisizione Consip.

Tornando in ufficio dopo le lezioni ci siamo sempre più spesso confrontati su questi temi, con la palese certezza che oramai tali criticità stessero recando un notevole disagio ai soggetti pubblici e privati obbligati ad usare il MePA, bisognosi di un radicale cambiamento da parte di Consip ma impossibilitati nel far sentire la propria voce. Per certi versi, a chi offre servizi di consulenza professionale e formazione su questi argomenti converrebbe mantenere, se non alimentare, tale clima di confusione ed incertezza.

Noi invece preferiamo che il nostro valore aggiunto possa aiutare le Amministrazioni a fare acquisti in modalità rapida ed efficiente, piuttosto che passare ore a spiegare come, inspiegabilmente, in un catalogo elettronico nel 2018 ancora non esistano filtri che consentano di selezionare le caratteristiche specifiche desiderate per un bene o un servizio che si sta ricercando.

Preferiamo che il nostro valore aggiunto possa essere di aiuto alle Imprese nello sviluppo di nuovi canali e modalità di vendita verso la Pubblica Amministrazione, piuttosto che aiutarle nel superare ingiustificabili errori della procedura di abilitazione al Mercato Elettronico che rischiano di allontanarle dall’utilizzo dello strumento facendo loro perdere opportunità interessanti. E così, memori anche della nostra passata e felice esperienza come dirigenti o consulenti Consip, abbiamo pensato di “aver qualcosa di utile da dire”, consci di doverlo, in qualche modo, a tutti i discenti che si affidano a noi ed ai tanti che non vengono ascoltati ma lavorano al servizio della collettività.

Noi crediamo che uno strumento di tale importanza e con tali impatti sui processi operativi degli Enti Pubblici, soprattutto in un periodo come quello che stiamo vivendo di continue riduzioni di organico che affliggono soprattutto le piccole Amministrazioni e che rischiano di avere conseguenze nefaste sulla qualità del rapporto con i cittadini-utenti, debba porsi quale obiettivo irrinunciabile anche e soprattutto l’efficienza dell’azione amministrativa. Crediamo che uno strumento di tale utilità, obbligatorio sostanzialmente per ogni tipologia di acquisto di beni/servizi sotto la soglia di rilevanza comunitaria, non possa correre il rischio di vedere, in futuro, qualche miope organo politico che, considerate criticità e lamentele, decida di sopprimerlo tout court. Crediamo che una Centrale di Committenza dell’importanza e dell’utilità di Consip, dalla quale tutti noi abbiamo imparato, non possa commettere tali “errori” o “superficialità”, ma attraverso il rigore giuridico e l’efficienza operativa debba contribuire a mantenere il procurement pubblico italiano agli alti standard qualitativi che molti paesi d’Europa ci invidiano.

L’obiettivo non è demolire il MePA, ma al contrario spingere Consip a restituire agli Enti Pubblici e alle imprese uno strumento realmente efficiente.

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