L’accordo di collaborazione tra Agid e Sogei per la definizione e lo sviluppo di servizi e prodotti innovativi attraverso la Piattaforma per gli appalti di innovazione appaltinnovativi.gov.it ha l’obiettivo di sviluppare la funzione di Innovation procurement broker pubblico. L’obiettivo dell’iniziativa, prevista dal Piano Triennale per l’informatica nella Pubblica Amministrazione, è agevolare la domanda pubblica di innovazione, promuovere la cultura degli strumenti per appalti di innovazione sia verso la domanda sia verso il mercato favorendone l’incontro e la collaborazione.
Per valutare quanto sia importante l’accordo, consideriamo che la Pubblica Amministrazione oggi ha due sfide da affrontare per poter spendere in tempo e soprattutto in modo profittevole i fondi del PNRR: pensare soluzioni efficaci per perseguire gli obiettivi e aggiudicare rapidamente gare su appalti innovativi.
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Cosa prevede l’accordo Agid-Sogei
L’accordo tra AgID e Sogei prevede che per tre anni si attui la condivisione delle conoscenze, competenze ed esperienze tecnico-scientifiche dei due enti, favorendo l’offerta di ideazione, progettazione e realizzazioni innovative, valorizzando la riduzione dell’impatto ambientale e l’apporto delle persone ai processi di lavoro.
Il contesto di appaltinnovativi.gov.it
Va evidenziato in questo scenario che per avere possibilità di successo, quando acquista innovazione la Pubblica Amministrazione dovrebbe sempre più spesso impiegare le procedure di appalto promosse dalla Piattaforma appaltinnovativi.gov.it oggetto dell’Accordo che superano la rigida suddivisione di ruoli tra Enti e Imprese in favore di un approccio con cui l’Ente esprime un requisito iniziale per l’individuazione dei bisogni da soddisfare e le Imprese collaborano in modo trasparente alla ideazione dell’appalto:
- il dialogo competitivo che consente di avviare un dialogo con i Fornitori per elaborare una o più soluzioni in grado di soddisfare le necessità e sulla base delle quali essi sono invitati a presentare le offerte;
- la procedura competitiva con negoziazione che consente di invitare i Fornitori a presentare un’offerta iniziale che costituisce la base per la successiva negoziazione che avviene con la presentazione di nuove offerte a seguito di modifiche delle specifiche tecniche (fermi i requisiti minimi e i criteri di aggiudicazione);
- il partenariato per l’innovazione che consente di realizzare prodotti e servizi innovativi non ancora disponibili sul mercato e di acquistarli senza ricorrere a un distinto appalto, integrando la fase pre-commerciale di ricerca e sviluppo con quella commerciale di acquisto da parte dell’Ente.
Procurement digitale, la situazione della PA
Per capire dove si trova la Pubblica Amministrazione, guardiamo le statistiche che Porzio & Partners elabora ogni anno su gare e affidamenti pubblici e in particolare sulle oltre 400.000 gare bandite lo scorso anno. Nel 2021 solo l’1% delle gare per beni e servizi (corrispondenti a solo lo 0,5% della spesa) aveva ad oggetto le tre procedure innovative, e in particolare solo lo 0,02% delle gare e della spesa aveva ad oggetto Partenariato per l’Innovazione.
Tipo di procedura | Importo a base di gara | Quantità di procedure |
Procedura aperta | 69,52% | 71,45% |
Procedura ristretta | 29,95% | 27,46% |
Procedura competitiva con negoziazione | 0,35% | 1,00% |
Dialogo competitivo | 0,16% | 0,08% |
Partenariato per l’innovazione | 0,02% | 0,02% |
Ciò dimostra che la Pubblica Amministrazione italiana ha ancora modestissima esperienza nelle tipologie di procedure di gara che si dovrebbero adottare per gli appalti innovativi e questo rende quanto mai necessaria l’iniziativa di collaborazione attraverso la Piattaforma appaltinnovativi.gov.it che intende gestire tutto il percorso dell’innovazione “demand driven”, dall’emersione del bisogno fino all’acquisto di soluzioni innovative passando attraverso lo sviluppo di esse.
L’innovazione resta fine a sé stessa quando si pensa che per innovare sia sufficiente acquistare beni e servizi innovativi per digitalizzare attività fino ad oggi svolte in modo non digitale. Il mero acquisto di servizi innovativi per portare innovazione è la visione miope di chi non sa quel che deve fare e cerca consenso sui media, è la politica del “bonus” – oggi purtroppo gettonatissima – con cui si incentiva un acquisto senza preoccuparsi dell’effettiva efficacia rischiando di portare alla disillusione verso l’acquisto e soprattutto rinunciando a creare un ecosistema virtuoso di Imprese e Clienti che crescono nel medio periodo grazie a quell’acquisto. Ed è proprio ciò che solitamente accade per mancanza di tempo e competenze quando arrivano tanti soldi tutti insieme, e ciò che oggi si vuole evitare.
La necessità di ridisegnare i processi
Per innovare occorre cambiare i processi e il modo di eseguire una attività sfruttando la tecnologia, non a caso da un po’ di tempo si è iniziato a parlare più propriamente di “trasformazione digitale” e non più di “digitalizzazione”. “Ingegnerizza i processi prima di digitalizzare, anziché digitalizzare l’esistente” era il monito di CNIPA quasi venti anni fa. Ancora oggi AgID sa benissimo che solo questa è la strada che porta all’innovazione, infatti anche su questo aspetto verte la Piattaforma degli appalti di innovazione nel voler qualificare la domanda pubblica e promuovere lo sfruttamento dei modelli organizzativi dell’Open Innovation.
La Piattaforma appaltinnovativi.gov.it promuove il modello di Open Innovation applicandolo sia con l’acquisizione di strumenti e competenze provenienti da soggetti esterni quali startup, università, istituti di ricerca, consulenti e aziende non concorrenti, sia con la disponibilità a soggetti esterni di informazioni e risorse che possono essere meglio sfruttate e valorizzate con l’apporto esterno.