I fondi

PNRR, ridisegnare gli appalti pubblici per rivoluzionare la PA: gli obiettivi

Semplificazione delle norme e digitalizzazione delle procedure sono le spinte che convergono nel PNRR sul tema degli appalti pubblici, puntando al traguardo di accelerare il percorso di innovazione del Paese partendo dalla PA

Pubblicato il 07 Giu 2021

Ida Angela Nicotra

consigliere dell’Autoritá Nazionale Anticorruzione

Veronica Varone

Dottore di ricerca in Diritto Amministrativo Università Sapienza di Roma, esperta trasparenza Anac

Nuovo-codice-appalti

Un capitolo importante del PNRR è dedicato alla riforma del sistema nazionale degli appalti pubblici. In questa materia si assiste alla convergenza di due spinte: semplificazione delle norme e digitalizzazione delle procedure. Proprio gli investimenti previsti nel PNRR con la Missione “digitalizzazione”, ai quali è dedicato il 27 per cento dei 222,1 miliardi di euro totali del programma, sono pensati per garantire un deciso salto di qualità nel percorso di innovazione del Paese a partire dalle pubbliche amministrazioni che, per essere competitive, devono essere meno burocratizzate e più digitali.

Sotto il versante dello snellimento della macchina amministrativa, il disegno innovatore si prefigge il compito di rimuovere gli ostacoli amministrativi e procedurali che compromettono la qualità delle prestazioni erogate alla collettività mediante la semplificazione del quadro regolatorio, divenuto sempre più complesso (e a tratti contraddittorio) anche a causa della stratificazione normativa che si accumulata per decenni. La riforma si prefigge di intervenire sulle leggi in materia di pubbliche amministrazioni e di contratti pubblici, sulle norme che sono di ostacolo alla concorrenza e sulle regole che hanno facilitato frodi o episodi corruttivi.

Le misure di semplificazione, per essere effettive, devono passare attraverso un sistema di digitalizzazione delle procedure. Il Piano si propone pertanto l’obiettivo di garantire la piena interoperabilità tra enti pubblici e le loro basi informative, che consenta di snellire le procedure pubbliche grazie alla piena realizzazione del principio (e obiettivo/standard della CE) del “once only”, un concetto di e-government per cui cittadini e imprese debbano poter fornire “una sola volta” le loro informazioni ad autorità ed amministrazioni.

Appalti nel PNRR, obiettivo il rilancio dei cantieri

La semplificazione delle norme in materia di appalti pubblici e concessioni è obiettivo essenziale per l’efficiente realizzazione delle infrastrutture e per il rilancio dell’attività edilizia: entrambi aspetti essenziali per la ripresa a seguito della diffusione del contagio da Covid-19. Tale semplificazione deve avere a oggetto non solo la fase di affidamento, ma anche quelle di pianificazione, programmazione e progettazione.

Come il procurement diventa leva per l’efficienza della PA: i dati di Consip

In particolare, nel campo delle infrastrutture strategiche delle telecomunicazioni si prevede una riduzione degli oneri burocratici per un rapido e capillare sviluppo delle reti nelle aree ancora prive di copertura, per rendere effettivo il diritto alla connessione alla banda ultra – larga. Nel comparto aeroportuale verranno introdotti criteri certi e trasparenti per il rilascio di concessione della gestione dei porti.

La semplificazione, secondo il Piano, passa attraverso la riduzione del numero di norme ma anche del numero delle stazioni appaltanti, attraverso il rilancio di quel sistema di qualificazione delle amministrazioni aggiudicatrici rimasto finora inattuato. Rientrano tra le misure di semplificazione, inoltre, destinate a produrre effetti sull’operatività in concreto delle gare, anche le riduzioni dei divieti attualmente previsti sia con riferimento all’istituto dell’appalto integrato che con riguardo al subappalto.

La Recovery Procurement Platform

La semplificazione, tuttavia, da sola non basta per avviare un percorso di sostegno alle politiche di sviluppo, anche in considerazione del fatto che le misure finora predisposte hanno complicato il quadro preesistente, a dispetto dei nomi adottati (si pensi, ad esempio, ai vari decreti semplificazioni). A tal fine, il Piano punta sul combinare le misure preesistenti con la digitalizzazione e il potenziamento delle capacità organizzative delle amministrazioni. Le stazioni appaltanti cioè sono chiamate a indire gare innovative (la cosiddetta Recovery Procurement Platform), avvalendosi degli strumenti che seguono.

Formazione agli operatori del procurement

In primo luogo, le attività di formazione e di supporto degli operatori. È previsto un programma articolato di formazione professionale e di tutoraggio affidato a funzionari specializzati nella gestione delle procedure di acquisto attraverso modalità digitali. Sono contemplati differenti livelli di apprendimento sui temi del modulo di gare digitali e del sistema dinamico di acquisto. Tematiche più specifiche si occuperanno dell’uso di accordi quadro per l’acquisizione di servizi di sviluppo applicativo o delle formule di aggiudicazione.

Il ruolo di Consip e degli strumenti dell’e-Procurement

Un’ulteriore linea di intervento concerne la definizione di strumenti di acquisto avanzati. Le pubbliche amministrazioni avranno a disposizione contratti ad hoc finalizzati al conseguimento rapido ed efficace dei progetti e del loro utilizzo. Il ruolo di Consip sarà di mettere le proprie competenze tecniche per lo svolgimento di tutte le misure per la realizzazione dei contratti, attraverso la valutazione dei bisogni, la pianificazione delle procedure e la preparazione della documentazione di gara.

L’evoluzione dei processi di approvvigionamento pubblico comprende inoltre importanti novità nel sistema di eProcurement, attraverso la digitalizzazione end – to – end del processo di approvvigionamento. Il nuovo corso prevede, a questo proposito, da forme di Smart Procurement, implicanti la digitalizzazione completa delle procedure di acquisto, all’interoperabilità del Sistema eProc con i sistemi gestionali delle pubbliche amministrazioni, degli operatori economici e degli altri soggetti coinvolti nei processi di approvvigionamento pubblico (organismi di controllo e monitoraggio, aggregatori di appalti, ecc.), fino ad arrivare all’utilizzazione dei sistemi di intelligenza artificiale e machine learning per l’osservazione e l’analisi delle tendenze nell’uso degli strumenti di acquisto, delle dinamiche di mercato dei comportamenti di stazioni appaltanti e operatori economici. Lo stesso fascicolo dell’operatore economico dovrà diventare interamente digitale.

Infine, sullo sfondo le banche dati, strumento indispensabile per garantire anche un monitoraggio della spesa pubblica nazionale ed europea, a partire da quella esistente, la Banca dati nazionale dei contratti pubblici (BDNCP) alla cui implementazione è preposta l’ANAC.

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