Lo scenario

Proroga NSO, l’obbligo slitta a febbraio 2020: pro e contro

L’entrata in vigore del NSO – Nodo Smistamento Ordini era prevista per il primo ottobre 2019, ma la data è stata rinviata al febbraio 2020: vediamo tutti i motivi e i vantaggi di questa scelta

Pubblicato il 10 Ott 2019

Paolo Catti*

Associate Partner VPS

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Dopo l’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione elettronica B2B, siamo alle soglie di un altro momento “epocale” per lo sviluppo digitale del nostro sistema Paese: a breve entrerà in azione il Nodo Smistamento Ordini (NSO), obbligatorio per tutti gli enti pubblici afferenti al Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e di conseguenza per tutti i loro fornitori. Inizialmente previsto per il primo ottobre 2019, l’obbligo è stato soggetto a proroga e si prevede la sua ufficializzazione nel febbraio 2020. Analizziamo la situazione.

NSO, cosa cambia per le aziende

Farà quindi il suo ingresso, per ora in un contesto molto ben perimetrato, l’ordine elettronico obbligatorio: in quanto “obbligatorio” sarà necessario doverlo gestire; in quanto “elettronico” sarà indispensabile farlo con strumenti informatici. Vediamo perché ciò rappresenta un ulteriore passo verso la costruzione di sistemi pervasivi e digitali a supporto del business.

NSO non è altro che il “cugino” del Sistema di Interscambio (SDI) che oggi riceve, indirizza e di fatto “valida” le fatture che circolano in Italia, in rigoroso formato elettronico e strutturato. NSO farà altrettanto per gli ordini di acquisto di beni e servizi, intercettando quelli di tutta la Sanità Pubblica Italiana e indirizzandoli verso tutti i suoi fornitori: produttori e distributori del farmaco e di dispositivi medici o protesi, ma coinvolgerà anche operatori che offrono servizi, lavoro o materiali indiretti e consumabili.

Le imprese private dovranno quindi essere in grado di gestire sia un nuovo canale di comunicazione telematico sia le tre diverse modalità operative introdotte per la gestione degli Ordini: l’Ordinazione semplice, l’Ordinazione completa e l’Ordinazione preconcordata.

I motivi della proroga

Inizialmente prevista per il primo ottobre, la data di partenza dell’obbligo è stata spostata indicativamente al primo febbraio 2020 (siamo in questi giorni in attesa del decreto che riporterà la data definitiva). Una decisione – quella del rinvio – da considerare saggia e prudente nel contesto attuale, con buona pace di chi ha investito e oggi può definirsi “già pronto”. Purtroppo, infatti, diverse vicissitudini legate a molteplici fattori hanno impedito di effettuare test e sperimentazioni sufficienti a garantire la massima efficacia del sistema in esercizio: il rinvio consentirà quindi di approfondire la sperimentazione tecnologica e di evidenziare meglio eventuali esigenze od opportunità di miglioramento. Piccola proroga a parte – invero accolta con approvazione dalla gran parte degli addetti ai lavori – l’atteso “momento di lancio” rimane comunque “epocale” – come si può facilmente immaginare – per almeno due importanti motivi. Il primo è che cresce, nell’intero Paese, l’esigenza di trasformazione digitale innescata dalla normativa che in questo caso va a colpire – dopo la fattura – un altro fondamentale documento delle relazioni B2B: l’Ordine, che attiva tanto i processi amministrativo-contabili quanto quelli fisici (di consegna beni e/o di erogazione servizi). La seconda motivazione è che sta partendo un progetto che si incastra perfettamente con l’insieme di quelli che lo hanno preceduto, condividendone l’ambito applicativo (il ciclo dell’Ordine). È quindi lecito attendersi che – quando il progetto sarà a regime e lo si potrà definire, come tutti auspichiamo, vincente – anche l’Ordine Elettronico seguirà dinamiche analoghe a quelle della Fattura Elettronica, con l’estensione a più PA e, magari, anche ai privati (peraltro nel pieno rispetto di disegni e progetti in tal senso da tempo presenti in Europa).

È dunque importante e centrale che l’esperienza di NSO si dimostri – fin dai suoi esordi – efficace e funzionante così come si è dimostrata quella della Fatturazione Elettronica (che, al netto di qualche “mal di pancia” nel transitorio iniziale, non ha evidenziato segnali di debolezza infrastrutturale). Ben venga, allora, una piccola proroga che consenta di fare esperienza e di affinare gli strumenti e le procedure. Il rischio concreto – in caso di cattivo funzionamento – avrebbe potuto essere quello di minare tutto quanto di buono fino a oggi è stato faticosamente messo in piedi. Non solo con riferimento agli Ordini ma, più in generale, su quell’approccio di innovazione digitale “orientata e sostenuta dalla normativa” che in Italia – volenti o nolenti – stiamo mettendo in pratica, peraltro anche inanellando risultati tutt’altro che trascurabili.

L’approccio cautelativo al NSO

NSO, per funzionare bene e da subito, ha bisogno di poche ma importanti attenzioni:

  • la garanzia che qualsiasi Ordine (così come qualsiasi altro documento previsto dalle Regole Tecniche) sia sempre tracciato nel suo “status” a prescindere dal canale di comunicazione utilizzato (diretto o tramite intermediario, su rete Peppol o no), con la certezza di sapere sempre se è stato recapitato, rifiutato, oppure se è disperso o arenato in qualche step del processo;
  • la condivisione, tra tutti gli attori coinvolti, di tutte le codifiche necessarie per inoltrare l’Ordine nel modo corretto e per rispondere a quel documento in modo completo e coerente con quanto richiesto dalla norma in proposito (dai Codici Univoci degli Uffici Ordinanti degli Enti agli indirizzi elettronici degli Operatori Economici, oltre che necessariamente dai Codici univoci dei Punti di Consegna, …);
  • la capacità intrinseca di sostenere, dal punto di vista infrastrutturale, volumi crescenti e rilevanti nel tempo, in coerenza con la normativa europea, che fissa chiare responsabilità rispetto all’affidabilità e alla sicurezza di infrastrutture informatiche essenziali, alle quali NSO appartiene in quanto impatta potenzialmente anche sul fronte della salute dei cittadini – si pensi agli Ordini per farmaci o dispositivi medici;
  • la forza di essere coerente con tutti i più importanti progetti europei che stanno affrontando il percorso di digitalizzazione di tutto il Ciclo dell’Ordine e partono dall’eProcurement pubblico, per dettare da subito regole di forte interoperabilità basate su standard che possano essere da traino anche per il settore privato, anticipando quello che presto arriverà come richiesta dall’Europa;
  • la massima trasparenza e l’onesta condivisione verso tutti gli attori coinvolti sullo stato dell’arte dell’iniziativa e le sue evoluzioni prospettiche, perché il miglior retaggio di questo progetto ambizioso possa essere – come è stato per il Forum italiano sulla fatturazione elettronica – proprio il “tavolo di lavoro e confronto trasversale” costruito in questi mesi coinvolgendo Legislatore, Enti pubblici, Operatori Economici ed Esperti.

L’attenzione alla salvaguardia di tutti questi importanti elementi è un requisito imprescindibile per la buona riuscita del progetto. Merita pertanto il massimo rispetto l’assunzione di responsabilità che ha preferito differire di qualche mese l’avvio a regime piuttosto che accettare anche solo l’ipotesi di metterla a rischio. L’alternativa sarebbe stata quella di prestare il fianco a un potenziale “inciampo” del progetto e – ancor più grave, in potenza – mettere in discussione la credibilità di quanto si sta costruendo nell’alveo dell’innovazione digitale accompagnata da stimoli normativi nel nostro Paese.

Conclusioni

Con il procedere nella strada dell’innovazione – alzando la posta con iniziative sempre più pervasive e ambiziose, sulla scorta dei risultati raccolti in precedenza – è sempre più importante non farsi cogliere “in fallo” quando si affronta ogni nuovo passo. Un approccio cautelativo e rispettoso che – nell’insieme e non solo nel singolo progetto – deve confermare la bontà del percorso di evoluzione intrapreso. Più si avanza in questa direzione, più è sostanziale innescare dinamiche virtuose che non prescindano dal tutelare anche gli investimenti effettuati per adeguarsi alle richieste normative: investimenti tanto pubblici – che spesso attingono a risorse scarse e difficili da identificare – quanto privati – che con difficoltà riescono a pianificare le loro spese in un mercato come quello italiano, così poco incline alla crescita.

Una decisione coraggiosa e corretta, quindi, quella di introdurre una breve e ponderata proroga. Auspichiamo non serva a snaturare il progetto ma a irrobustirlo, e dimostra sensibilità verso la professionalità e l’impegno di chi ha lavorato alacremente e con cura (anche per chi lo ha fatto per costruire un’infrastruttura critica per l’intero Paese, spesso con poche risorse a disposizione e dovendo acquisire un bagaglio informativo e di competenze pesantemente sottostimato in tempistiche tutt’altro che sufficienti). In prospettiva, NSO può essere – come è stato SDI prima di lui – un importante gradino nella crescita digitale, economica e culturale del Paese. È quindi fondamentale raccogliere questa posticipazione con lo spirito giusto:

  • un’occasione per intensificare l’azione di sensibilizzazione e informazione/formazione verso chi solo con l’approssimarsi della scadenza ha colto la rilevanza e intuito gli impatti di questa importante discontinuità;
  • un’opportunità per perfezionare test e rodare processi e procedure alla luce del nuovo scenario, per minimizzare rischi e ostacoli e coglierne appieno i benefici.

Senza dimenticare, infine, la possibilità concreta – nonché espressamente prevista – di una partenza anticipata su base volontaria: in totale analogia con quanto da molti vissuto nell’approccio alla fatturazione elettronica tra privati solo poco più di un anno fa (sebbene, ormai, la fattura cartacea sembri già diventata uno strumento preistorico…).

*L’articolo è stato sottoscritto da numerosi esperti:

Roberto Bellini, Direttore Generale Assosoftware

Robert Braga, Presidente Prodigitale

Andrea Caccia, esperto di fatturazione elettronica, sicurezza informatica e standard

Paolo Catti, Associate Partner VPS

Salvatore De Benedictis, Dottore Commercialista

Gabriele Faggioli, Presidente Clusit

Luigi Foglia, Segretario Generale ANORC

Sergio Fumagalli, Associate Partner P4I

Riccardo Genghini, Presidente ANORC

Andrea Lisi, Presidente ANORC Professioni

Giovanni Manca, Vicepresidente ANORC

Daniele Marazzi, Consigliere Delegato, Consorzio DAFNE

Mara Mucci, Segretario Generale ANORC Professioni

Alessio Pennasilico, esperto di Information & Cyber Security

Alessandro Selam, Direttore ANORC

Cristina Teofoli, Presidente Consiglio Esecutivo Prodigitale

Daniele Tumietto, esperto di blockchain & DLT, fattura elettronica, IoT, eIDAS e standard

Simonetta Zingarelli, Direttore ANORC Professioni

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