Lo scorso 15 maggio la Commissione Europea ha pubblicato la versione finale della “Guidance on Innovation Procurement”, una linea guida non vincolante sul public procurement di innovazione che contiene molte indicazioni utili per le stazioni appaltanti che vogliano intraprendere questa strada.
Ue, innovazione e appalti pubblici
L’innovazione è stata posta dalle Direttive Europee del 2014 al centro del sistema degli appalti pubblici, considerata un fattore cruciale per l’effettiva crescita del sistema.
Tuttavia, l’innovazione non può svilupparsi in assenza di un contesto favorevole che deve essere propiziato da adeguate scelte anche di carattere politico e sostenuto dall’azione amministrativa.
In questo processo virtuoso, la domanda pubblica costituisce una leva straordinaria.
La Guida è ricca di spunti e molto interessante, qui ne esaminiamo solo alcuni.
Why, who, how
Perché, chi, come. Sono questi i tre interrogativi (perché l’acquisto di innovazione è importante, chi vi ha interesse, come può essere concretamente fatto) cui la Guida cerca innanzitutto di dare – con esiti in alcuni casi sorprendenti – risposta.
Nell’immaginario collettivo, l’innovazione è spesso correlata all’idea di una maggiore spesa e forse per questa ragione si tende istintivamente a pensare che in un’economia caratterizzata da scarsità di risorse disponibili, la promozione dell’innovazione non debba e non possa costituire una priorità.
Acquisti di innovazione e spending review
Sorprende, allora, che la prima risposta della Guida al “perché” promuovere acquisti di innovazione è proprio legata all’esigenza di ottimizzare i costi e ottenere un effetto virtuoso di “spending review”.
Gli esempi concreti che sono riportati nella Guida dimostrano come un approccio diverso e innovativo ad un vecchio problema possa determinare consistenti risparmi.
In secondo luogo, l’innovazione consente di intercettare bisogni sociali nuovi o non adeguatamente soddisfatti, contribuendo a supportare efficacemente l’evoluzione e i cambiamenti sociali.
Domanda pubblica, innovazione e promozione delle PMI
Altro obiettivo che può essere utilmente raggiunto è la promozione delle PMI innovative e delle start-ups che spesso hanno difficoltà – connesse alla dimensione e alla forza economica – a far penetrare le innovazioni sviluppate nel mercato. La leva della domanda pubblica può rappresentare la chiave di volta per la loro stessa sopravvivenza, consentendo a questa fondamentale componente delle economie locali di testare sul campo le proprie soluzioni innovative. In questo senso, lo strumento del pre-commercial procurement rappresenta una straordinaria opportunità.
Infine, ultimo ma non ultimo, la leva della domanda pubblica può essere in grado si far evolvere l’intero sistema verso l’innovazione, contrastando attivamente l’assenza sul mercato di riferimento di prodotti ad alta qualità.
Il ruolo della politica
La Guida sottolinea l’importanza di una cornice politica favorevole all’innovazione, con un mandato chiaro e strategie dirette a stimolare l’acquisto di innovazione ed incentivare chi innova.
A sommesso avviso di chi scrive, tuttavia, molto spesso l’innovazione è percepita – tanto dagli elettori quanto dalla classe politica – come un concetto astratto e distante dai bisogni reali e concreti della società, quando non addirittura come un fattore suscettibile di mettere a rischio il lavoro per le fasce più deboli e meno istruite della popolazione, sicché difficilmente se ne fa un obiettivo prioritario dei programmi di governo.
Si tratta di una percezione del tutto distorta. Se gli elettori fossero messi a conoscenza del fatto che, attraverso l’innovazione, è possibile soddisfare bisogni sociali profondi e favorire concretamente lo sviluppo economico di tutto il sistema, favorendo le piccole imprese e liberando risorse che potrebbero essere allocate più efficacemente, probabilmente la valutazione del gradimento di programmi politici che stimolano l’innovazione sarebbe ben diversa.
Attrarre innovatori e attrarre innovazione dovrebbe essere uno dei punti principali di una strategia politica lungimirante.
Strumenti nuovi per l’innovation procurement
Albert Einstein – con un detto molto inflazionato – definiva follia ripetere sempre le stesse cose aspettandosi di ottenere risultati diversi.
Questa considerazione si attaglia bene anche al procurement pubblico.
Le procedure tradizionali hanno manifestato tutte le loro ontologiche carenze nel favorire efficacemente l’acquisto di innovazione e per tale ragione sono stati messi a disposizione delle stazioni appaltanti degli strumenti nuovi, più adeguati a favorire l’innovation procurement.
Consultazioni preliminari e procedure interattive
Ad esempio, le consultazioni preliminari di mercato, che possono concretamente aiutare le stazioni appaltanti a ridurre i deficit informativi che spesso penalizzano l’acquisto di innovazione, o le procedure interattive quali la competitiva con negoziazione o il dialogo competitivo che consentono una messa a punto progressiva delle soluzioni maggiormente rispondenti alle esigenze pubbliche.
Sono amici dell’innovazione anche i concorsi di idee e gli appalti per ricerca e sviluppo.
Appalti pre-commerciali e partenariato per l’innovazione
Un ruolo strategico, poi, possono giocare gli appalti pre-commerciali e la nuova procedura del partenariato per l’innovazione. Come messo in risalto dalla Guida, la principale caratteristica innovativa di quest’ultima procedura consiste nel fatto che l’innovazione può svilupparsi durante l’esecuzione del contratto, diversamente a quanto accade nelle altre procedure, nelle quali il momento dell’acquisto coincide anche con la definizione cristallizzata di ciò che si intende acquistare.
Diffondere la cultura dell’innovazione
Dovremmo tutti leggere la Guida del 15 marzo, non tanto e non solo perché vi si trovino delle indicazioni utili ad intraprendere la strada dell’innovazione, ma soprattutto perché ci dovrebbe confortare l’idea che la cultura dell’innovazione si diffonda progressivamente e che ognuno di noi, nel ruolo che ricopre, ne possa far parte attiva. Questi documenti, ricchi di esempi concreti, possono aiutare a superare quella che più volte abbiamo definito “la solitudine dell’innovatore”, quel senso di smarrimento che può provare chi si ostini a voler esplorare un territorio non consueto alla ricerca di percorsi migliori, senza avere nessuna incitazione, nessun riconoscimento, ma anzi esponendosi alle critiche e ai sospetti di chi non concepisce possano esistere strade diverse da quelle tradizionalmente battute.