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Supply chain, pianificare è vitale: cosa dicono i dati PoliMi



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I dati dell’Osservatorio supply chain planning del Politecnico di Milano fotografavano la situazione delle aziende italiane, tra le quali cresce la consapevolezza dell’importanza di pianificare le attività legate alla catena di fornitura

Pubblicato il 21 nov 2024

Matteo Sgatti

Regional sales manager Remira Italia



Digitalizzazione dei processi aziendali
Digitalizzazione dei processi aziendali

Secondo i dati raccolti dall’Osservatorio supply chain planning del Politecnico di Milano in partnership con Remira Italia, vi è finalmente una crescente percezione dell’importanza della pianificazione della catena di fornitura da parte delle imprese per migliorare la competitività sul mercato e la resilienza. Un tema importante e interessante da approfondire anche alla luce delle novità introdotte dalla direttiva Nis2, per capire la rilevanza della supply chain in ambito cybersecurity.

Gestione supply chain, quali tecnologie supportano le aziende

Rispetto al passato, oggi esiste una vasta gamma di strumenti tecnologici che permette di ottenere risultati tangibili e immediati nella gestione della supply chain. L’analisi predittiva, l’intelligenza artificiale e l’integrazione di dati in tempo reale sono solo alcuni degli esempi che offrono la possibilità di anticipare le variazioni della domanda, ottimizzare i flussi di approvvigionamento e ridurre i tempi di risposta. Queste soluzioni donano una visione più chiara e integrata della catena di fornitura, facilitando una gestione proattiva che consente alle aziende di essere resilienti in un contesto economico sempre più volatile.

Tuttavia, stando ai dati raccolti della prima edizione dell’Osservatorio Supply Chain Planning, tra le aziende italiane emerge chiaramente la difficoltà nell’adottare soluzioni tecnologiche avanzate per la supply chain. Sebbene esistano già da tempo strumenti in grado di supportare la digitalizzazione della catena di fornitura (come gli APS, Advanced Planning e Scheduling), la maggior parte delle aziende continua a operare manualmente su fogli di calcolo basati su dati accessibili solo per ciascun reparto e senza una visione d’insieme, impedendo quindi il dialogo tra le varie business unit.

Questa scelta deriva, probabilmente, da una combinazione di fattori culturali e strutturali: molte aziende tendono a essere conservatrici nelle loro operazioni, preferendo strumenti già conosciuti e utilizzati da anni, come i fogli di calcolo. L’implementazione di nuove tecnologie rappresenta indubbiamente un ostacolo poiché richiede investimenti significativi in formazione e risorse, un cambio di mentalità organizzativa e un forte mandato da parte del management.

Ciò che molto spesso viene ignorato, invece, è che l’utilizzo di piattaforme digitali che integrano i dati tra le varie business unit è la chiave per favorire un dialogo omogeneo all’interno dell’azienda. I vantaggi che può generare sono molteplici: una maggiore trasparenza, una comunicazione più efficiente, decisioni strategiche basate su dati condivisi e coerenti, e una maggiore reattività alle variazioni di mercato.

La necessità di monitorare le prestazioni della supply chain

Dai dati dell’Osservatorio emerge, inoltre, che le aziende italiane dimostrano un limitato grado di maturità nella conoscenza dello “stato di salute” delle proprie supply chain. Solo un terzo delle imprese, infatti, misura un numero sufficientemente completo di KPI per la valutazione dell’efficacia e dell’efficienza della supply chain. Senza una misurazione accurata di questi parametri il rischio è significativo: le aziende perdono opportunità di miglioramento, non riescono a individuare inefficienze o rischi emergenti e finiscono per prendere decisioni basate su intuizioni piuttosto che su dati concreti. Da cosa è dovuto tutto ciò?

Molte aziende faticano a identificare e monitorare i giusti KPI perché non hanno implementato sistemi integrati che consentono di avere una visione completa e dinamica delle prestazioni. Ciò che manca è quindi una cultura dei dati adeguata all’interno delle aziende stesse.

Fortunatamente, stando ai dati, per le aziende è sempre più importante predisporre ruoli dedicati alla pianificazione della supply chain all’interno del team di lavoro: vi è infatti una differenza poco marcata tra le PMI (25%) e le grandi imprese (24%). Un segnale molto positivo che indica la crescente percezione dell’importanza della pianificazione della catena di fornitura e della gestione del cambiamento tra tutte le imprese, indipendentemente dalla loro dimensione.

Guardando, poi, al mutevole scenario economico e geopolitico che in questo periodo di incertezza sta colpendo le imprese, il 42% dichiara di non prevedere alcun processo strutturato per la gestione del rischio e 1 su 2 non attua alcun tipo di processo di revisione della supply chain, ma fa affidamento solo sull’esperienza dei dirigenti.

La mancanza di consapevolezza e di risorse dedicate sono gli ostacoli principali che impediscono alle aziende di prevedere dei processi strutturati per la gestione del rischio e per la revisione e riprogettazione della supply chain. Molte organizzazioni, soprattutto le PMI, faticano a integrare questi processi nei loro modelli operativi poiché li considerano un costo aggiuntivo piuttosto che un investimento. Spesso, ciò che manca, è proprio una visione olistica che associ l’idea che a una buona gestione del rischio corrisponde una migliore pianificazione strategica. In assenza di processi strutturati, le aziende rimangono vulnerabili di fronte a shock improvvisi, che potrebbero essere mitigati da un approccio preventivo e integrato alla gestione del rischio.

Conclusione

In conclusione è possibile affermare che le esigenze di pianificazione si sono evolute notevolmente nel corso degli ultimi anni, dovute anche – e soprattutto – all’attuale scenario economico e geopolitico che richiede una sempre maggiore flessibilità, velocità e precisione. Tuttavia, c’è ancora una resistenza culturale al cambiamento, molte aziende si affidano a metodi tradizionali e sottovalutano il potenziale impatto positivo che una pianificazione integrata e tecnologicamente avanzata può avere sul business.

In questo contesto è fondamentale che il management adotti un approccio proattivo poiché l’efficacia di queste soluzioni dipende dalla volontà di investire in queste tecnologie capaci di portare benefici concreti. Solo un cambio culturale all’interno delle aziende, supportato anche da partner tecnologici affidabili, permette di comprendere appieno il valore della tecnologia e poterne accelerare l’adozione.

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