Appalti pubblici

Un anno di nuovo MePA e Codice degli Appalti: cosa ci attende



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Col nuovo codice appalti efficace dal primo luglio e lo scoccare del primo anno dalla presentazione del nuovo Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA), non mancano le novità e i bilanci per chi si occupa di appalti pubblici. Facciamo il punto su cosa è stato fatto e cosa resta ancora da fare

Pubblicato il 19 lug 2023

Fabio Della Marta

Porzio&Partners



appalti pubblici

Sembra ormai un’abitudine, quasi un appuntamento fisso per chi si occupa di appalti pubblici. Con l’avvento della bella stagione ci si trova di fronte a grosse novità: quest’anno abbiamo il nuovo Codice degli Appalti che ha assunto efficacia a partire dal 1° luglio 2023, l’anno scorso Consip nello stesso periodo ci ha deliziato con la presentazione del nuovo Mercato Elettronico della Pubblica Amministrazione (MePA). Sotto l’ombrellone, vediamo come è andata.

Nuovo Mepa, Consip ha fatto la rivoluzione

Già dai primi mesi del 2022 Consip avviò una campagna di comunicazione per avvertire le Amministrazioni in merito al go-live del nuovo portale, previsto per maggio 2022. La fase preliminare ha riguardato soprattutto le Imprese, per le quali è stata predisposta una procedura di pre-abilitazione ai nuovi Bandi di ammissione, necessaria soprattutto in virtù del fatto che Consip ha provveduto ad una completa rivisitazione delle categorie merceologiche. A fine maggio, quindi, tutti pronti.

Quando tutti abbiamo aperto per la prima volta il nuovo portale, si è compiuto il miracolo. Quello che Consip aveva cercato invano di fare da anni, cioè “fidelizzare” i funzionari delle Pubbliche Amministrazioni e garantir loro confidenza con il MePA, improvvisamente si realizzò. La sorpresa fu enorme nel constatare come l’intervento di Consip non si era limitato ad una “rivisitazione” della piattaforma e ad una riclassificazione delle categorie merceologiche, bensì aveva assunto le proporzioni di una vera e propria “rivoluzione” con maschere di compilazione degli strumenti di negoziazione completamente rinnovate. Ed anzi, addirittura con nuovi strumenti. Fu quindi importante l’iniziale senso di smarrimento degli utenti i quali, volenti o nolenti, si erano ormai abituati alle vecchie funzionalità. Ancora oggi è quindi frequente incontrare in aula funzionari pubblici che dicano “ho fatto tanta fatica per abituarmi al MePA che Consip me lo ha cambiato tutto”. Forse è vero, non siamo mai contenti, cerchiamo di capire criticamente chi ha ragione.

Nuovo Mepa, le novità (e i vantaggi) per le PA

Il nuovo MePA ha portato a nostro modo di vedere alcune novità molto importanti che aiutano le Amministrazioni a salvaguardare la loro risorsa più preziosa: il tempo (e anche le Amministrazioni pian piano se ne accorgeranno).

  • Uno dei problemi più grandi del “vecchio” MePA era la ricerca della corretta categoria merceologica sulla base della quale impostare la negoziazione. Peraltro nella vecchia piattaforma il primo passo da compiere era proprio la scelta della categoria merceologica, sulla base della quale poi si impostava, solo successivamente, la negoziazione. Si perdeva in quella fase molto tempo, soprattutto in virtù dell’assenza di un motore di ricerca per codice CPV (che, ricordiamo, è il cardine principale sul quale i Capitolati d’oneri basano l’ammissione dei Fornitori al MePA e la legittimità delle procedure eseguite dagli Enti Pubblici). L’introduzione del motore di ricerca per codice CPV consente quindi non solo di far risparmiare tempo e fatica ma soprattutto riduce di molto il rischio di commettere errori gravi, come ad esempio eseguire una negoziazione non legittima poiché nella categoria merceologica errata.

Se a questo si aggiunge che la scelta della categoria merceologica è stata integrata all’interno delle maschere di compilazione delle negoziazioni, il gioco è fatto. Con due mosse, gran miglioramento, e benedetto sia il pulsante “avvia negoziazione”.

  • Consip ha introdotto a maggio 2022 il Confronto di preventivi, fratello maggiore della Trattativa Diretta in quanto consente di richiedere preventivi a due o più fornitori contemporaneamente. Può sembrare un pieno anacronismo perché tale introduzione è avvenuta in pieno periodo di vigenza del D.L. 77/2021 che, riformulando le previsioni dell’art. 36 del D.lgs. 50/2016, rendeva possibile l’affidamento diretto anche senza il confronto di più operatori economici. La scelta di Consip fu in realtà chiesta a gran voce dalle Amministrazioni che, incuranti della benevolenza del suddetto D.L. nato in contesto emergenziale, desideravano comunque disporre di uno strumento in grado di chiedere più preventivi contemporaneamente senza dover ricorrere allo “stratagemma” di copiare più volte una Trattativa Diretta o, peggio, ricorrere ad una più complessa Richiesta di Offerta. Oggi che il nuovo Codice degli Appalti ha reso permanente la possibilità di negoziare con un solo Fornitore introdotta dal D.L. 77/2021, il confronto di preventivi introdotto da Consip benché sembri ancora anacronistico conferma la sua grande utilità e gradimento da parte delle Amministrazioni rappresentando lo strumento di gran lunga maggiormente utilizzato.
  • Gli strumenti di negoziazione disponibili sono raddoppiati rispetto a prima (quando esistevano solamente Trattativa Diretta e Richiesta di Offerta) perché, oltre all’introduzione del confronto di preventivi, Consip ha previsto ben due maschere per la compilazione delle Richiesta di Offerta da utilizzare in caso di procedura negoziata: Richiesta di Offerta Semplice (da utilizzare in caso di aggiudicazione secondo il criterio del minor prezzo e con articolazione in un solo lotto ed una sola categoria merceologica) e Richiesta di Offerta Evoluta (da utilizzare in tutti gli altri casi più complessi, es. aggiudicazione con il criterio del miglior rapporto qualità prezzo e possibilità di articolazione in più lotti e più categorie merceologiche). Tale scelta aiuta enormemente le Amministrazioni che hanno la necessità di configurare una Richiesta di Offertaper implementare una procedura negoziata caratterizzata da un’architettura snella senza dover necessariamente passare, come accadeva con il vecchio portale, per una serie di menù e domande maggiormente complesse e che richiedevano competenze in tema di appalti pubbliche che non tutti gli addetti alla predisposizione di procedure di gara al minor prezzo possiedono.
  • Da ultimo, la creazione di maschere di compilazione molto simili fra loro per tutti gli strumenti di negoziazione, con gli stessi menù ove possibile, rende più semplice l’apprendimento delle nuove funzionalità e l’avvicinamento alle Richieste di Offerta per quegli utenti che nel vecchio portale si limitavano all’impostazione di sole Trattative Dirette.

Queste scelte strategiche rivelano finalmente l’intenzione di creare un portale in grado di avvicinarsi alle esigenze degli utilizzatori. Molto bene dunque, è questa la strada giusta.

Il passaggio al nuovo Codice c’è stato

Non è stato facile, ma 126.452 Imprese abilitate al MePA nel mese di giugno appena concluso hanno dovuto aggiornare tutte le dichiarazioni inerenti al possesso dei requisiti generali per partecipare a gare ed affidamenti pubblici secondo le regole stabilite dal nuovo Codice D.Lgs. 36/2023. Il Codice non ha richiesto altre modifiche, ma con l’occasione Consip ha anche aggiornato le Regole del Sistema di e-Procurement eliminando sanzioni a carico dei Fornitori, di cui già da tempo era dubbia la legittimità, quali l’esclusione del MePA in conseguenza della risoluzione di un Contratto per qualsiasi motivo o anche solo per l’applicazione di una penale di qualsiasi importo. Consip ha anche aggiornato il contenuto delle dichiarazioni di requisiti non obbligatori per la partecipazione al MePA ma che possono essere utilizzati dagli Enti per scegliere le Imprese da invitare alle procedure.

Non è stato facile né per le Imprese aggiornare le dichiarazioni né per gli Enti bandire le ultime gare entro il 30 giugno ossia prima che diventasse efficace il nuovo Codice. Le Imprese hanno dovuto aggiornare le dichiarazioni per non restare escluse dal MePA, gli Enti entro il medesimo termine hanno dovuto bandire le ultime gare pronte prima che l’efficacia del nuovo Codice li costringesse a riscrivere tutti gli atti basati sul previgente Codice D. Lgs. 50/2016.

La coesistenza delle operazioni massive ha provocato rallentamenti del Sistema e talvolta malfunzionamenti, ma alla fine il Sistema ha retto.

Si può fare ancora meglio: i problemi da risolvere

Consip ha fatto molto, ma potrà certamente migliorare continuamente. Tralasciando le difficoltà che spesso si sperimentano nell’utilizzo del MePA, in termini di rallentamenti e malfunzionamenti vari, l’impressione che ha volte si ha è quella di “leggerezza” e imprecisione nelle didascalie, nella descrizione dei menù e via discorrendo. È vero che una volta si vantava di aver tradotto i termini giuridici in sinonimi semplici, ma per il giurista i termini semplici sono solo quelli del Codice degli Appalti. Anche le icone informative, contrassegnate dalla lettera “i”, sovente replicano la didascalia anziché spiegare il significato e non risultano quindi di alcun aiuto. Come tutti sappiamo bene, la responsabilità nell’utilizzo del MePA è completamente a carico della Stazione Appaltante; pertanto, sarebbe opportuno guidare maggiormente gli utenti con menù esplicativi chiari e con il rimando ad articoli del Codice che potrebbero ridurre il rischio di errori ed aumentare l’apprezzamento degli utenti e la loro esperienza di utilizzo.

Registriamo poi con rammarico il persistere di alcuni problemi di natura “tecnica”, magari banali e se vogliamo risolvibili con “stratagemmi” vari, che però non fanno che rallentare l’azione delle Amministrazioni, spesso in momenti convulsi e critici. Ci riferiamo in particolare agli annosi problemi correlati all’uso della firma digitale da apporre sui documenti generati dal Sistema che non vengono riconosciuti validi quando vengono ricaricati nel medesimo Sistema, che continuano a rallentare l’operatività degli utenti.

Chiudiamo invece, ahimè, col desiderio di una miglioria per sanare un problema sorto con la nuova piattaforma che non ci saremmo aspettati: quando l’Amministrazione carica nel Sistema il documento di stipula (generato automaticamente dal portale o quello eventualmente redatto dall’Amministrazione stessa) il MePA si limita a notificare al Fornitore l’avvenuta stipula senza inoltrare il documento. È l’Amministrazione che, su indicazione della stessa Consip, deve provvedere ad inviare il documento al Fornitore “extra sistema”! Il termine “extra sistema” non vorremmo mai vederlo qui.

Il Catalogo, nulla di nuovo

Il Catalogo merita una riflessione dedicata, perché da sempre rappresenta forse la più importante mancata opportunità del MePA al punto da portare tanti a chiedersi come sia possibile che Consip decida di lasciare il Catalogo in queste condizioni e a supporre che Consip voglia indirizzare l’utenza lontano dall’uso del Catalogo.

Senza infierire più di tanto, perché sul Catalogo del MePA di cose ne sono state scritte molte e molte se ne scriveranno, continuiamo a registrare la limitatezza nella disponibilità e nell’efficacia dei filtri per la navigazione nel Catalogo. A volte ci sono, a volte non ci sono. A volte agiscono su caratteristiche che non presentano alcun interesse, non è possibile selezionare opzioni multiple in corrispondenza di un singolo filtro, sono presenti troppe offerte illegittime (prezzi troppo bassi o eccessivamente alti, offerte non consentite dai capitolati tecnici, offerte mal descritte, spese di spedizione extra, etc.). La conclusione è che molto spesso le Amministrazioni ancora prediligono l’utilizzo di una Trattativa Diretta. Ed è un peccato, perché se ci pensiamo bene il Catalogo dovrebbe essere proprio il principale elemento distintivo di un Mercato Elettronico, un formidabile strumento di efficienza e competitività, il principale elemento innovativo di un Mercato Elettronico rispetto ad una piattaforma per gare telematiche.

Sembrerebbe quasi che il MePA si stia avviando a diventare uno strumento con cui un Ente deve sollecitare Offerte visto che il Catalogo è sempre meno utilizzato. A pensar male si fa peccato ma qualche volta ci si indovina. Ma noi siamo ottimisti, e speriamo in un rilancio del Catalogo che attendiamo da oltre un decennio.

Che cosa aspettarsi per il futuro

Mancano poche cose, ma importanti. Innanzitutto che Consip prosegua speditamente sulla strada intrapresa di ascoltare le Amministrazioni per apportare le modifiche in grado di semplificare il loro lavoro.

Attendiamo la reazione di Consip alle nuove Regole tecniche per le piattaforme di approvvigionamento digitale recentemente pubblicate da AgID. Ci attendiamo delle modifiche di portata tutt’altro che trascurabile al Sistema e auspichiamo che vengano fatte in considerazione di quanto sopra.

Auspichiamo anche una progressiva interoperabilità con le banche dati ANAC, analogamente ad altre piattaforme di negoziazione.

Il Catalogo richiede una decisione coraggiosa e strategica che lo porti verso una maggiore fruibilità poiché nelle condizioni attuali l’utilità è inferiore a quella potenziale.

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