L’innovazione gioca un ruolo strategico in numerosi ambiti e la Sanità rappresenta uno dei terreni più fertili per l’applicazione delle nuove tecnologie, con ricadute positive sia per quanto riguarda un generale miglioramento dell’efficacia e dell’efficienza dell’intero settore sia per l’implementazione di soluzioni specifiche atte a ridisegnare la relazione medico-paziente.
Nonostante l’Italia sia uno dei Paesi europei con il più elevato tasso di invecchiamento e un conseguente rapido incremento delle richieste di cura – l’indice di vecchiaia nel 2021 ha toccato il 187,6% – l’attuale spesa in sanità digitale presenta ancora ampi margini di crescita. Tuttavia, complice la pandemia da Covid-19 che ha messo in evidenza le criticità del Sistema Sanitario e grazie ai fondi previsti dal PNRR, si stanno sviluppando numerose iniziative e compiendo investimenti per dotare il Paese di infrastrutture e tecnologie che favoriscano una reale innovazione per far fronte in maniera sempre più puntuale al fabbisogno di Salute della popolazione.
Sanità digitale, ecco come sta cambiando il nostro rapporto con medici e ospedali
Per meglio indirizzare gli sviluppi del settore occorre però rispondere a una domanda fondamentale, ossia: quali sono gli effettivi bisogni dei cittadini-pazienti e degli operatori del Servizio Sanitario Nazionale?
Il punto di vista dei cittadini
Le tecnologie digitali possono avere un ruolo cruciale per abbattere le disuguaglianze nell’accesso alle cure, permettendo di superare i tradizionali limiti spazio-temporali. Affinché tale obiettivo si realizzi è però necessario che il cittadino divenga parte attiva nel processo di innovazione.
Secondo lo studio condotto dall’Osservatorio Sanità Digitale del Politecnico di Milano, durante lo scorso anno il canale digitale è stato scelto dal 57% degli italiani per ricercare informazioni relative a problemi di salute, percentuale che aumenta al 75% se si analizzano solo le ricerche effettuate prima di svolgere una visita medica. Similmente, le nuove tecnologie stanno modificando il flusso di comunicazione con i professionisti della Sanità e l’e-mail è oggi il canale principe per comunicare con il proprio medico, con l’86% delle preferenze. Al tempo stesso, dall’indagine “Le nuove frontiere della salute nel PNRR” a cura Ipsos e Consumer’s Forum, emerge un gap nelle competenze digitali, soprattutto in relazione ai cittadini più fragili, il 32% dei quali non si ritiene sufficientemente preparato all’uso dei servizi sanitari digitali. Non solo, ben 7 pazienti su 10 temono che la digitalizzazione possa compromettere il rapporto di vicinanza con il proprio medico di fiducia.
A partire dallo scenario sopra delineato è possibile evidenziare due elementi chiave per un’effettiva transizione digitale del Sistema Sanitario: da un lato la necessità di un approccio graduale accompagnato da un percorso di educazione alla tecnologia, dall’altro il ruolo centrale del Medico di Medicina Generale come intermediario di fiducia del cittadino e, pertanto, fondamentale nel cammino verso una Sanità più informatizzata.
Il punto di vista dei Medici di Medicina Generale
L’informatizzazione nel campo della Medicina Generale è un percorso avviato già da diversi anni, sviluppatosi su iniziativa dei singoli professionisti prima ancora del riconoscimento dell’indennità di collaborazione informatica nell’Accordo Collettivo Nazionale. Negli anni i Medici di Medicina Generale si sono digitalizzati per migliorare la qualità del servizio e velocizzare i processi di assistenza; ciò ha portato alla creazione di una serie di sistemi gestionali che rispondono alle esigenze dei medici di famiglia, dettate a loro volta dai bisogni manifestati dai pazienti. Oggi tali sistemi sono chiamati a tenere conto delle problematiche e delle questioni legate al trattamento dei dati personali e, al tempo stesso, a garantire una maggiore interoperabilità del dato clinico.
Nel corso della tavola rotonda realizzata da MioDottore con la partecipazione di esponenti del Sistema Salute, tra cui Silvestro Scotti (Segretario Generale FIMMG) e Antonio Gaudioso (già Capo Segreteria Tecnica Ministro Speranza), si è delineata la necessità di transitare a un ecosistema digitale aperto, che favorisca lo scambio di informazioni tra medico e paziente e consenta l’interconnessione di dati e informazioni. Solo attraverso interoperabilità del dato – e una forte garanzia di privacy – è possibile permettere ai professionisti di svolgere al meglio le loro funzioni e di migliorare simultaneamente l’esperienza dei pazienti con il digitale.
Ad oggi l’incomunicabilità delle banche dati esistenti comporta la moltiplicazione dei task burocratici dei professionisti e obbliga i pazienti a conservare documenti e referti cartacei. Non solo, a livello sistemico, la mancata interconnessione tra piattaforme impedisce di utilizzare il pieno potenziale dei dati che la Medicina Generale è in grado di fornire. Una digitalizzazione che sia aderente alle effettive esigenze di medici e pazienti e che tuteli tutti i soggetti coinvolti non può dunque prescindere dal dialogo aperto tra professionisti della Salute, pazienti e fornitori di soluzioni informatiche, con l’obiettivo di avviare processi virtuosi di cooperazione tra le parti. Tra questi, è centrale l’istituzione di percorsi di qualità che prevedano una validazione da parte degli ordini professionali delle soluzioni informatiche ad uso clinico: un processo che può garantite non solo il pieno rispetto degli standard qualitativi, ma anche il riconoscimento dei professionisti della Sanità quali soggetti attivi della trasformazione digitale.
La proposta: un approccio graduale alla digitalizzazione del Sistema Sanitario
Per favorire un reale cambiamento paradigmatico nella Sanità Digitale, tenendo conto del panorama descritto, occorre individuare un punto di incontro che contempli sia gli attuali ostacoli vissuti dai cittadini sia la necessaria digitalizzazione richiesta dal personale sanitario. È dunque necessario che il Paese, le aziende informatiche e il Sistema Salute collaborino per avviare processi innovativi atti a garantire tanto un alleggerimento della pressione sugli ambulatori quanto un’elevata accessibilità da parte dei cittadini-pazienti.
Una prima soluzione può individuarsi nel favorire l’accesso online a visite mediche, coinvolgendo il paziente nelle varie fasi del suo percorso, dalla prenotazione al follow up. Si tratta, infatti, di un processo con ricadute positive per tutti gli attori coinvolti: da un lato, garantisce l’empowerment del paziente, rendendolo parte attiva ed esponendolo a una tecnologia con cui ha già familiarità poiché simile ad altri sistemi di prenotazione online; dall’altro, interviene su uno degli aspetti che impatta maggiormente sugli ambulatori, ossia la gestione della sala d’attesa. La proposta è dunque digitalizzare in prima battuta e a livello nazionale un aspetto burocratico e amministrativo, creando le basi per un graduale passaggio verso la trasformazione digitale dei sistemi assistenziali evoluti.
In ultima analisi, il rischio di un’informatizzazione accelerata non deve essere sottovalutato e la reale rivoluzione della Sanità non può prescindere dalla creazione di un ambiente supportivo, dove avviare virtuosi processi di cooperazione e ascolto, per scongiurare una risposta di rifiuto da parte dei pazienti e dei professionisti sanitari stessi.