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AGILE: assistenza “as a service” per l’anziano fragile



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Entro il 2050, la popolazione anziana raggiungerà circa 2 miliardi, con un aumento significativo dei costi sanitari. La fragilità è una condizione clinica critica. Il progetto AGILE mira a migliorare l’assistenza agli anziani fragili utilizzando tecnologie avanzate dell’Industria 4.0, con un focus su prevenzione, cura e riabilitazione

Pubblicato il 18 set 2024

Luigi Romano

Prof. Ordinario Sistemi per l'Elaborazione dell'Informazione Università degli Studi di Napoli Parthenope, Presidente Centro Regionale Information Communication Technology (CeRICT) scrl



sanità

L’invecchiamento della popolazione a livello mondiale sta accelerando a ritmo esponenziale. Si stima che i 461 milioni di persone di età superiore ai 65 anni nel 2004 diventeranno circa 2 miliardi entro il 2050. Ciò avrà un forte impatto sui costi del sistema sanitario.

L’espressione più problematica dell’invecchiamento della popolazione è la condizione clinica della fragilità. La fragilità si sviluppa come conseguenza del declino funzionale in più sistemi fisiologici, che complessivamente si traduce in una vulnerabilità dello stato di salute determinata da eventi stressogeni relativamente minori. Supportare gli anziani fragili con servizi di assistenza evoluti è un tema di massima priorità.

Il progetto agile: innovare l’assistenza agli anziani fragili

Il progetto AGILE è una proposta di contratto di sviluppo industriale ai sensi dell’art.9 del Decreto del Ministro dello Sviluppo Economico del  09.12.2014. La mission di AGILE (Sviluppo di un sistema Assistenziale integrato domiciliare-residenziale mediante controllo in remoto per la prevenzione e la riabilitazione delle patologie neurodegenerative, cardiovascolari, endocrino-metaboliche e nutrizionalinell’anziano fraGILE) è – in estrema sintesi – rendere agile la vita dell’anziano fragile, attraverso un’assistenza di qualità, non intrusiva e di facile utilizzo, resa possibile da un sapiente impiego delle tecnologie dell’Industria 4.0.

Per fornire un’assistenza di qualità, AGILE fa un uso massiccio di quattro delle “Key Enabling Technologies” dell’industria 4.0 e precisamente: Horizontal Vertical Integration, Industrial Internet of Things, Cloud e Cybersecurity.

Raccolta ed elaborazione dei dati: un processo integrato

AGILE collezionerà enormi quantità di dati e li processerà in tempo reale, estraendo da essi una visione integrata della situazione. La raccolta dei dati avverrà in maniera non invasiva, cioè con un basso impatto sullo stile e sulle abitudini di vita del soggetto monitorato (l’anziano fragile, appunto). La raccolta del dato grezzo avverrà presso la residenza del paziente, utilizzando tecnologie dell’Internet of Things (IoT) che possono facilmente integrarsi in un ambiente domestico e sensori wearable che possono essere indossati dal paziente senza fastidio.

L’elaborazione dei dati raccolti avverrà sul cloud, utilizzando i migliori prodotti che saranno disponibili al momento per lo sviluppo di applicazioni di Big Data Analytics (come ad esempio alcune soluzioni Open Source di successo del progetto Apache. Particolare attenzione sarà rivolta alla cybersecurity, requisito irrinunciabile in un dominio applicativo quale l’assistenza, in cui azioni maliziose possono portare a conseguenze gravissime non solo sui sistemi, ma anche (e soprattutto) sugli utenti. Il “ciclo di vita dei dati” (cioè il processo che porta dal dato grezzo al servizio) in AGILE si avvale di un ecosistema dinamico, in cui i vari stakeholder interagiscono in maniera continua ma non intrusiva, per la massimizzazione della soddisfazione di ciascuno e la minimizzazione dei costi globali di funzionamento.

Un approccio multidimensionale per la gestione della fragilità

Si stima che da un quarto alla metà delle persone di età superiore a 85 anni rientrino nella categoria dei “frail aged” people e che queste persone abbiano un rischio significativamente maggiore di cadute, disabilità, assistenza a lungo termine ed infine di morte. La proposta progettuale ha come obiettivo il miglioramento della qualità assistenziale dell’anziano fragile con una particolare attenzione per la presenza di sarcopenia e/o di malnutrizione, nell’attuale ed imprescindibile contesto economico di contenimento dei costi. Nell’ambito delle condizioni patologiche che maggiormente determinano fragilità, data la loro elevata incidenza epidemiologica e l’elevato impatto socio-economico, saranno prese in considerazione le malattie neurodegenerative, cardiovascolari endocrino metaboliche e a significativa componente nutrizionale. Il raggiungimento di un obiettivo così ambizioso in presenza di un vincolo tanto stringente quale quello rappresentato dai costi, sarà reso possibile dall’adozione di strategie fortemente innovative del management assistenziale (sia per quanto riguarda la pratica clinica nei suoi aspetti di prevenzione, cura e riabilitazione dell’anziano fragile, sarcopenico e/o malnutrito che per quanto attiene la gestione organizzativa da parte delle strutture assistenziali), che saranno supportate da un utilizzo efficiente delle emergenti tecnologie dell’Industria 4.0.

Superare i limiti del sistema sanitario attuale

Ciò consentirà il superamento del limite fondamentale del sistema sanitario attuale, che è in gran parte organizzato intorno a quadri patologici specifici, e promuoverà invece l’adozione di un approccio multidimensionale, che meglio si adatta alla natura del problema da risolvere, che in moltissimi casi è di tipo multiorgano.

La sindrome di fragilità è infatti un concetto pratico e unificante nella pratica dell’assistenza sanitaria e nella definizione dei percorsi terapeutici di queste persone che dirige l’attenzione lontano dalle diagnosi specifiche dell’organo, verso un punto di vista più olistico anche in termini d’intervento nutrizionale. Sul piano pratico ciò richiede che i dati clinici non vengano più gestiti come dei silos separati di informazioni con una dinamica troppo lenta, che vengono analizzati in isolamento e tipicamente in tempo differito, ma come delle sorgenti continue di eventi caratterizzati da una dinamica in costante evoluzione, che sono strettamente integrate fra loro e su cui l’esperto del dominio esegue analisi multidimensionali, sulla base di correlazioni complesse, che coinvolgono spesso grosse moli di dati, sia storici che raccolti in tempo reale.

La fragilità: un fenomeno complesso e variabile

È importante sottolineare che fino a tre quarti delle persone di età superiore a 85 anni potrebbero non essere fragili, sollevando la questione di come si sviluppa la fragilità, come potrebbe essere prevenuta e come può essere rilevata in modo affidabile. Alcuni ricercatori ritengono la fragilità una sorta di “accelerazione” dei processi che portano all’invecchiamento, mentre altri ne hanno ipotizzato un processo fisiopatologico specifico.

Vi è, comunque, accordo sul fatto che la fragilità sia da intendersi come espressione di una ridotta riserva funzionale, ovvero di una progressiva inefficienza dei meccanismi deputati a mantenere l’omeostasi biologica. Alla riduzione della riserva omeostatica consegue la marcata vulnerabilità del soggetto fragile di fronte a condizioni stressanti, come una malattia acuta o un cambiamento avverso nelle condizioni ambientali. È per questo che la fragilità può essere meglio caratterizzata mediante la valutazione di funzioni complesse ed integrate, specie durante l’applicazione di stimoli che richiedono al soggetto di attingere alle proprie riserve fisiologiche.

L’importanza del monitoraggio e dell’assistenza continua

L’esempio forse più convincente è dato dalle alterazioni dell’efficienza fisica per la salute (health-related fitness), come ad esempio la riduzione della velocità del cammino, che è sì fenomeno universale nell’invecchiamento, ma in misura assai variabile da individuo a individuo in relazione a numerosi fattori e si accentua in particolare quando lo stato di salute è precario. Poiché il cammino è un’attività molto complessa, al suo rallentamento possono contribuire alterazioni del sistema nervoso centrale e periferico, insieme alla riduzione dell’efficienza cardiorespiratoria e della capacità di lavoro del muscolo scheletrico. All’atto pratico, quel che conta è che la risultante di queste alterazioni sia un fenomeno semplice da rilevare e quantizzare e che abbia una stretta correlazione con lo stato di salute generale: caratteristiche, queste, che il cammino possiede tutte, giacché la sua riduzione di velocità risulta un formidabile predittore di morte nell’anziano.

Agile: assistenza as a service per l’anziano fragile

In linea con il delivery model del cloud computing noto come “Everything as a Service”, AGILE si propone di fornire all’anziano fragile “Assistenza as a Service”, nel senso che l’anziano fragile potrà fruire di un servizio di assistenza sanitaria di elevata qualità così come fruisce di una qualsiasi utility di uso comune (come ad esempio l’energia elettrica, l’acqua corrente o il gas). I servizi assistenziali di AGILE saranno implementati secondo il paradigma del Software as a Service e non richiederanno da parte dell’utente finale nessuna particolare abilità informatica. Utilizzare i servizi di AGILE sarà facile e intuitivo come utilizzare alcune delle più popolari soluzioni SaaS (come ad esempio Google Docs o Dropbox). L’output del progetto sarà un sistema assistenziale integrato domiciliare-residenziale che utilizzi il controllo in remoto per la prevenzione e la riabilitazione delle patologie neurodegenerative, cardiovascolari, endocrino-metaboliche e nutrizionali nell’anziano fragile.

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