Sperimentazioni

Budd-e, il robot al servizio di ciechi e ipovedenti: vantaggi e sfide future



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Gli strumenti assistivi ordinari non sono sempre in grado di rispondere alle esigenze delle persone con disabilità visiva. In questo contesto è nato Budd-e (Blind-assistive aUtonomous Droid Device), un robot autonomo, finanziato da Politecnico di Milano attraverso il programma Polisocial Award 2021 e premiato da Agenas, testato dall’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano

Pubblicato il 6 giu 2024

Marcello Farina

Dipartimento di Elettronica, Informazione e Bioingegneria, Politecnico di Milano

Emanuele Lettieri

Responsabile Scientifico dell’Osservatorio Life Science Innovation, Politecnico di Milano

Guido Meregalli

ASST GOM Niguarda Milano



Budd-e: un robot al servizio di ciechi e ipovedenti

I problemi legati alla disabilità visiva coinvolgono attualmente circa il 4% della popolazione mondiale. Un’analisi condotta su scala mondiale nel 2020 ha sottolineato che, su circa 8 miliardi di persone, 49,1 milioni sono completamente cieche, 33,6 milioni hanno gravi problemi di vista e 221,4 milioni hanno problemi di vista moderati.

Tra il 2010 e il 2030 è previsto un aumento delle persone con disabilità visive di circa il 25% a causa dell’invecchiamento della popolazione.

Sperimentazione in corso! Niguarda arriva BUDD-e, robot per guidare le persone non vedenti…

Uno dei principali problemi per le persone ipovedenti è la difficoltà a orientarsi in ambienti sconosciuti. Ciò crea barriere e disuguaglianze, per esempio nell’accesso a edifici e servizi come centri commerciali, ospedali, hotel e aeroporti, nell’utilizzo di mezzi di trasporto pubblico e nella pratica dello sport.

L’uso di strumenti assistivi ordinari può presentare difficoltà. Emerge quindi la necessità di fornire nuove soluzioni che possano garantire assistenza alle persone con disabilità visiva e contribuire ad alleggerire il ruolo dei caregiver, per esempio attraverso lo sviluppo di innovativi strumenti tecnologici assistivi adatti e dedicati.

Ecco com’è nato Budd-e, il robot al servizio di ciechi e ipovedenti, e quali sfide affronterà in futuro.

Budd-e: un robot dedicato all’assistenza alle persone con disabilità visiva

Gli strumenti assistivi ordinari non sono sempre in grado di rispondere alle esigenze delle persone con disabilità visiva. Fare affidamento esclusivamente sul bastone bianco e sui cani guida non fornisce una soluzione definitiva al problema dell’autonomia nei contesti individuati, soprattutto in luoghi non comunemente frequentati. L’assistenza da parte di guide, personale di supporto, accompagnatori e caregiver è dunque fondamentale per le persone non vedenti e ipovedenti.

In questo contesto è nato Budd-e (Blind-assistive aUtonomous Droid Device), un robot autonomo in grado di guidare le persone cieche o ipovedenti in ambienti aperti e dinamici.

Il suo sviluppo è stato l’obiettivo del progetto Budd-e, finanziato da Politecnico di Milano attraverso il programma Polisocial Award 2021, il programma di impegno e responsabilità sociale dell’Ateneo. Il progetto, risultato finalista del premio Make To Care 2023 promosso da Sanofi, ha visto la partecipazione e il
supporto delle maggiori associazioni di persone non vedenti del territorio come Fondazione Istituto dei Ciechi di Milano ONLUS e il Consiglio Regionale Lombardo dell’Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti Onlus-APS.

I dettagli

Il sistema è schematizzato in Figura 1 e consiste in una piattaforma robotica, un verricello e un cavo, avente una parte inestensibile e una elastica, collegata a una maniglia.

Il sistema è schematizzato in Figura 1 e consiste in una piattaforma robotica, un verricello e un cavo, avente una parte inestensibile e una elastica, collegata a una maniglia.

Budd-e, un robot al servizio di ciechi e ipovedenti
Figura 1 . Struttura del robot guida BUDD-e

Il sistema veicolare scelto è Yape, un robot autonomo attualmente utilizzato per le consegne dell’ultimo miglio e prodotto da Yape s.r.l. Dotato di sensori (per esempio GPS e LiDAR) per la navigazione autonoma e la localizzazione, si avvale di un opportuno algoritmo che permette a BUDD-e di adattarsi
al movimento dell’utente che si trova dietro di lui mantenendo costante la distanza fra loro.

Come funziona

L’insieme composto dal verricello, dal cavo e dalla maniglia (si veda la Figura 1) è un dispositivo, denominato Smart Tether System, che permette di mantenere costante la forza percepita dall’utente attraverso la maniglia in modo che questi venga guidato in modo naturale.

La sperimentazione all’Ospedale Niguarda di Milano

L’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda ha ospitato la sperimentazione del robot Budd-e nei percorsi interni alla struttura ospedaliera. Per l’ASST Niguarda si è trattato di una sperimentazione che non solo ha confermato l’interesse del sistema sociosanitario lombardo per le
persone in condizione di fragilità
, ma ha reso ancor più evidente la fiducia delle strutture ospedaliere nella ricerca e nell’innovazione tecnologica quali leve determinanti per la soluzione dei concreti problemi dell’utenza, in particolare quella più svantaggiata.

I test, descritti in maggiore dettaglio sul sito di Agenas, sono stati condotti, con l’aiuto e la partecipazione di volontari ciechi e ipovedenti, sul percorso che reca dall’ingresso dell’ospedale al reparto di cardiologia (all’interno del Blocco Sud), comprese deviazioni facoltative, ad esempio alla toilette e al bar.

Esso è stato selezionato per rappresentare un tipico cammino complesso, ma
accessibile che potrebbe essere percorso, nella vita di tutti i giorni, da utenti affetti da disabilità visive.

I vantaggi di Budd-e, il robot per ipovedenti

Pur con alcuni limiti che la sperimentazione ha evidenziato, il progetto Budd-e ha dimostrato grande utilità in riferimento all’obiettivo di fornire a persone non vedenti o ipovedenti una tecnologia di accompagnamento che, mentre consente loro di raggiungere la propria destinazione all’interno di strutture normalmente molto ampie e complesse quali sono gli ospedali, garantisce
loro un irrinunciabile senso di autonomia rispetto al contesto in cui devono muoversi.

Le sfide future

Sia la Direzione ospedaliera che quella del Politecnico che le associazioni coinvolte, oltre a giudicare molto positivamente il cammino di collaborazione fin qui svolto, ritengono non solo che la sperimentazione debba ora procedere verso ulteriori e più diversificate casistiche, ma che possa anche estendersi all’ideazione, sia pure in forma prototipale, di un concreto servizio all’utenza
ospedaliera
, un servizio accessibile, prenotabile, configurabile, effettivamente fruibile da persone non vedenti o, in genere, in condizione di fragilità.

Altre tipologie di utenti (anziani soli, persone poco orientate, soggetti non accompagnati eccetera) potranno un domani beneficiare dei servizi di
Budd-e, magari integrando al suo interno un alloggio per il trasporto di beni o documentazioni, sempre a vantaggio dell’utente fragile.

Si sta ora lavorando al prosieguo del progetto Budd-e con l’ambizione di testare la soluzione in altri ambienti, quali stazioni ferroviarie, aeroporti, centri commerciali e parchi cittadini.

A novembre 2023 il progetto Budd-e è stato premiato a Roma da Agenas (Agenzia Nazionale per i Servizi sanitari regionali), nella sezione Innovazioni in sanità digitale.

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