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Come oggettivare le competenze cliniche del medico internista: la sperimentazione

La competenza medica non può essere di per sé garantita da titoli accademici o da autoreferenzialità specialistiche. Ecco perché e in che modo Fadoi e Università Bocconi hanno sviluppato dei criteri di valutazione del medico internista obiettivi e riproducibili su tutto il territorio nazionale, con un sistema digitale

Pubblicato il 26 Nov 2018

Andrea Fontanella

Presidente nazionale Fadoi

Antonino Mazzone

Fadoi - responsabile del progetto

Franco  Vimercati

Presidente Fism

medicinainterna

C’è un tema, di grande attualità in ambito sanitario che è quello della valutazione oggettivabile delle competenze professionali del dirigente medico. La definizione di cos’è un buon medico è infatti molto dibattuta a livello nazionale e internazionale ed è sempre più di attualità per la determinazione dei requisiti professionali.

Perché valutare le competenze del medico internista

Una società scientifica come Fadoi – che ha come mission fondamentale quella di contribuire a migliorare, attraverso la formazione e la ricerca clinica, le capacità tecnico-scientifiche e professionali dei Medici Internisti ospedalieri – ha almeno tre motivi per affrontare la verifica e lo sviluppo professionale del medico internista:

  • la necessità di garantire una prestazione sanitaria di qualità che metta al centro il paziente;
  • il bisogno di saper rispondere con appropriatezza alle nuove sfide generate dai cambiamenti epidemiologici, che hanno portato alla prevalenza di polipatologie, comorbilità, politerapie con poche evidenze scientifiche sul paziente reale;
  • acquisire la credibilità, essendo quella medica una professione che ha il privilegio di auto-determinarsi grazie alla propria storia ed etica professionale. Pertanto, insieme a Fism, Fadoi sta sperimentando attivamente un percorso di accreditamento professionale, per ora volontario, e finalizzato alla valutazione delle competenze del singolo definendo alcuni standard professionali a garanzia del paziente.

Come determinare la clinical competence

In relazione al decreto Gelli-Bianco abbiamo inoltre sviluppato, insieme ad altre società scientifiche, le raccomandazioni cliniche in alcuni settori ove non esistono linee guida e/o medicina basata su evidenze scientifiche forti e condivise. Si è, quindi, intrapreso un percorso con il supporto metodologico di SDA Bocconi, cominciato con la creazione di un gruppo di lavoro per determinare gli item valutativi con metodologie validate scientificamente. Con il supporto dell’ISS abbiamo cominciato a lavorare su come stimare con obiettività e nel tempo le competenze del medico internista.

La clinical competence è il risultato delle conoscenze, dell’abilità e delle capacità tecniche, delle qualità professionali, manageriali, relazionali e operative di ogni singolo specialista nel contesto sanitario di riferimento. Tutto questo presuppone un bilanciamento ottimale di alcune componenti quali il sapere, il saper fare e il saper essere, nella prospettiva di una corretta interazione tra medico e paziente nelle decisioni pratiche per la risoluzione di problemi clinici semplici e complessi. Purtroppo la competenza medica non può essere di per se garantita da titoli accademici o da autoreferenzialità specialistiche. In quest’ottica Fadoi dal 2011, in collaborazione con l’Università Bocconi, ha sviluppato dei criteri di valutazione del medico internista obiettivi e riproducibili su tutto il territorio nazionale. La sperimentazione si è concretizzata in una valutazione pratica delle competenze cliniche del medico Internista al Congresso Fadoi svoltosi a Bologna nel 2018.

I dirigenti medici internisti volontari che si sono cimentati nella prova sono stati oltre ottanta provenienti da varie aziende ospedaliere italiane ed hanno sostenuto il test durante il congresso Fadoi. Gli obiettivi della valutazione sono stati: il ragionamento multi logico, la valutazione delle patologie in rapporto alle comorbidità e al disease clustering. Non più linee guida viste come paradigma ma come punto di partenza per un ragionamento più organico e multidimensionale. In pratica passaggio dai RCT (Randomized Controlled Trials) al RW (Real Word). Passaggio dallo status di studente/studioso a quello di professionista competente.

I cluster di valutazione

I criteri di stima sono basati su tre cluster di valutazione:

Le domande (raccolte in un book)

  • Piattaforma online per permettere di assegnare da un panel di esperti tre livelli di difficoltà per ogni domanda, grazie al metodo Rand.
  • Sistema dei Tag per l’indicizzazione di ogni domanda
  • Selezione di domande mediante algoritmo di randomizzazione in grado di generare una distribuzione omogenea dei Tag e dei livelli di difficoltà.

Editing di casi clinici reali

  • Piattaforma online per permettere a panel di esperti di assegnare con metodo Rand livelli differenti di difficoltà e di appropriatezza diagnostica e terapeutica.
  • Sistema dei Tag per l’indicizzazione dei casi clinici per ottenere, insieme alle domande del Book, una prova il più possibile bilanciata.

Video per la valutazione delle procedure cliniche pratiche.

Il portale a disposizione del candidato prevede le istruzioni per la realizzazione del video, la cui finalità è quella di valutare il rapporto medico/paziente nella somministrazione del consenso informato, permettere, inoltre, la registrazione di procedure tecniche (in questa fase, abbiamo scelto, toracentesi e paracentesi). Un panel di esperti valuta ogni blocco video sempre con metodo Rand.

La valutazione delle competenze cliniche effettuata con questo sistema ha un’oggettività di oltre l’80%, e ha ottenuto il consenso e la customer satisfaction di oltre il 95% dei valutati.

Indicatori per parametrare la qualità delle cure

La qualità delle cure deve essere parametrata in base ad indicatori specifici. Scienza clinica ed esperienza del medico devono essere complementari nella gestione del paziente reale delle nostre U.O. Infatti esperienza, conoscenza scientifica, medicina basata sull’evidenza e buon senso clinico costituiscono gli elementi fondanti della competenza medica necessaria per curare oggi pazienti adulti, anziani critici, fragili e con dimissioni difficili.

In realtà lo sforzo che sta portando avanti Fadoi ha un duplice significato per la crescita del valore professionale del medico internista, perché creando e mettendo a disposizione uno strumento operativo con cui valutare che cosa sa e sa fare un internista, permetterà, una volta applicato, anche se in via sperimentale, di comprendere meglio le necessità formative dei nostri medici e, non meno importante, la possibilità di poter disporre di un potente strumento di pianificazione dell’aggiornamento professionale.

Questo progetto rappresenta, pertanto, un primo importante passo nella definizione di un nuovo ruolo delle società scientifiche, quali promotrici dello sviluppo e del monitoraggio continuo della professionalità individuale del medico e potrà essere l’inizio di una metodologia di verifica delle capacità professionali che non deve essere intesa come valutazione autoritaria ma come uno strumento di continuo miglioramento come previsto nel codice deontologico.

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