La tecnologia blockchain migliorando l’interoperabilità, la sicurezza e la trasparenza dei sistemi sanitari, per le sue caratteristiche intrinseche, è in grado di assicurare in maniera più efficace ed efficiente il monitoraggio delle malattie infettive. Non solo: anche la necessaria tracciabilità in tempo reale dei contagi, identificando potenziali focolai e assicurando l’adozione contestuale delle necessarie misure contenitive per evitare epidemie/pandemie.
È inevitabile per i governi sviluppare strategie e investire risorse per il potenziamento tecnologico dei sistemi sanitari al fine di conseguire un radicale cambiamento che sia funzionale alla costruzione di un nuovo e più efficiente ecosistema della salute basato su regole e dati certificati, validati su network “inviolabili”, come quelli della blockchain, all’interno dei quali le informazioni circolano più velocemente e in maniera sicura.
Epidemia e tracciabilità
L’arrivo del coronavirus sta sconvolgendo la vita di molte persone in tutto il mondo. In Italia, soprattutto nell’aree settentrionali, il sistema sanitario è vicino al collasso e i contagi continuano ad aumentare. Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), nello scorso briefing di Ginevra, ha dichiarato che “…tutti i Paesi possono ancora cambiare il corso di questa pandemia”, riferendosi alle misure contenitive che ogni paese può e deve adottare al fine di limitare la diffusione del virus così come già avvenuto in Cina. Tuttavia, nonostante siano stati conseguiti progressi notevoli in tutto il mondo in ordine alla consapevolezza verso l’adozione di provvedimenti stringenti come quelli adottati dal Governo cinese, la scarsa tracciabilità dei casi positivi resta ancora una problematica di rilievo in grado di incidere fortemente sulla capacità di diffusione della malattia.
Al fine di coadiuvare l’operato dei governi e dei sistemi sanitari nazionali, dunque, si rende necessario adottare un approccio multisettoriale che, facendo leva sulle potenzialità offerte dall’innovazione digitale, sia in grado di assicurare omogeneità di trattamento e la necessaria tracciabilità dei contagi. In questa direzione sembra andare, l’invito del Ministro per l’Innovazione tecnologica e la digitalizzazione, Paola Pisano, denominato “solidarietà digitale”, che ha come finalità, quella di mettere a fattore comune tutte le innovazioni in ambito digitale per supportare non solo la sanità ma tutti i cittadini a fronteggiare l’attuale momento di crisi.
Ogni situazione emergenziale, per quanto negativa possa essere, porta con sé la necessità di ripensamento delle logiche con le quali vengono gestite le attività e, quindi, l’opportunità di sviluppo di nuove soluzioni trasformative in grado di creare nuovo valore per cittadini, imprese e pubbliche amministrazioni. La sicurezza sanitaria è una responsabilità condivisa che non può essere raggiunta da un singolo governo e necessita della collaborazione di tutti. Il modo migliore e più efficace di intervenire è quello di agire direttamente sulla fonte del problema.
L’impiego della blockchain per la prevenzione
Partendo da tale presupposto, dunque, risulta necessario sviluppare un modo diverso di osservare e analizzare nella complessità il fenomeno “malattia infettiva”, le sue determinanti e le strategie da porre in atto per prevenire e attenuare il contagio, attraverso un dialogo aperto, collaborativo e continuo tra comunità locali, soggetti istituzionali, imprese, enti non profit, mondo della ricerca e soprattutto quello delle nuove tecnologie. Questo approccio, potrebbe partire dalla realizzazione di un progetto pilota rivolto alla creazione di un sistema di controllo preventivo, basato su tecnologia blockchain, in grado di coinvolgere numerosi aspetti della società a livello global, tra cui quello relativo alla rapida e sicura circolazione delle informazioni correlate alla trasmissione del virus.
Le applicazioni basate su tecnologia blockchain possono contribuire in maniera significativa a migliorare la sicurezza sanitaria globale aiutando le strutture preposte, a gestire in modo più efficace ed efficiente i dati relativi alla diffusione delle malattie e più in generale quelli attinenti alle cartelle cliniche dei pazienti. A differenza di un database centralizzato tradizionale gestito da un singolo soggetto, la blockchain è una tecnologia che si configura come una rete di singoli computer, detti “nodi”, che rendono disponibili, in tempo reale, uno all’altro le loro risorse di memoria e di calcolo senza che ci sia un’autorità centrale a poterli gestire ed eventualmente manipolare.
In un sistema di questo tipo tutte le transazioni o le modifiche ai dati vengono registrate con aggiornamenti sincronici. Se usata in maniera capillare dalle strutture sanitarie e dai presidi ospedalieri, la “catena di blocchi” potrebbe essere in grado di automatizzare la condivisione e l’archiviazione delle informazioni attinenti alla salute in maniera più rapida e sicura, segnalando eventuali situazioni critiche alle autorità preposte.
Blockchain, le applicazioni in Sanità
La blockchain è un database immutabile, sicuro e distribuito in cui vengono utilizzati algoritmi crittografici per convalidare tutte le transazioni che vengono effettuate dai partecipanti al network. In questo modo tutte le informazioni sanitarie, ivi comprese quelle relative alla diffusione del virus, vengono archiviate in ciascun “nodo”, rappresentato nel nostro caso specifico da ogni struttura coinvolta nel garantire la salute pubblica dei cittadini e condivise nella rete tempestivamente in maniera sicura e affidabile.
In ambito sanitario, soprattutto in una situazione emergenziale come quella attuale, il controllo degli accessi, la provenienza, l’integrità dei dati e la trasparenza sono fattori fondamentali. Nei sistemi tradizionali, tutto ciò presuppone che ci sia da parte dei pazienti una fiducia incondizionata nei confronti del “titolare” delle informazioni, ossia l’istituzione sanitaria di turno che detiene i dati, nonché nel rapporto che quest’ultima ha con i soggetti che si occupano di archiviare e gestire questi dati. Tutti, generalmente, confidiamo nel fatto che le istituzioni sanitarie si prenderanno cura delle informazioni sulla nostra salute e nel fatto che quest’ultime manterranno i nostri dati riservati e al sicuro.
Tuttavia, nonostante l’alto grado di affidabilità di chi detiene l’informazione e l’apposita tutela normativa in ambito data protection (es. Regolamento UE 2016/679), nell’ambito della gestione di questi sistemi tradizionali, sono sempre più i casi di condivisione non autorizzata, intrusioni nella vita del paziente pubblicate sui social network o furti di dati sensibili che erodono costantemente la fiducia dei cittadini nelle istituzioni sanitarie. Con un sistema blockchain è possibile ovviare a tali problematiche, eliminare la funzione dell’istituzione centrale che detiene e gestisce il dato e allo stesso tempo mantenere inalterata la fiducia e la sicurezza tra le parti coinvolte nella trasmissione e circolazione delle informazioni cliniche/sanitarie dei pazienti. La fiducia, nel caso di specie, viene riposta nella rete blockchain invece che nell’istituzione sanitaria di turno.
Le applicazioni basate su questa tecnologia offrono, altresì, una trasparenza migliore rispetto ai registri e ai sistemi attuali. Qualsiasi variazione all’interno di un sistema blockchain è visibile a tutti gli utenti e una volta che le transazioni vengono effettuate, in linea generale, non possono essere alterate o cancellate. Con i sistemi tradizionali, invece, è possibile modificare il database e nascondere le eventuali variazioni agli altri utenti. Questa mancanza di trasparenza all’interno dei sistemi tradizionali ha permesso per anni di alterare o manipolare i dati senza che i soggetti coinvolti lo sapessero. Con la blockchain, la maggior parte degli attori coinvolti deve approvare le transazioni e le eventuali variazioni prima che quest’ultime vengano aggiunte alla blockchain e, pertanto, si ha un aumento significativo della trasparenza dell’intero sistema.