La Sanità del futuro si baserà sempre di più sul paradigma “One Health”: un approccio olistico che contempla non solo la salute propriamente fisica ma un vero ecosistema del benessere, includendo ogni aspetto di questa sfera attraverso nuovi modelli di gestione abilitati dall’innovazione.
Il PNRR, indicando gli indirizzi da intraprendere nel settore sanitario nell’ambito della propria Missione 6, valorizza proprio il modello One Health, attribuendo alla digitalizzazione l’elemento fondamentale per la sua implementazione.
La possibilità di curarsi in un centro facilmente accessibile, vicino a casa, o di ricevere assistenza direttamente al proprio domicilio, senza dover subire lo stress e i costi di un viaggio, o ancora di poter avere ricette e diagnosi in via telematica sono caratteristiche di una Sanità che pone la persona al centro.
Perché il digitale abilita l’approccio One Health
Il digitale consente l’abilitazione di percorsi innovativi in Sanità, volti a rendere semplice e più efficace il patient journey, cioè l’esperienza dei pazienti nel loro percorso di accesso ai servizi sanitari dalla presa in carico al follow up, mettendo sempre in primo piano il benessere della persona. Prerogativa per concretizzare in maniera efficace questi propositi è un approccio data-driven governance. La gestione strategica dei dati è una priorità da considerare a qualsiasi livello, nelle aziende sanitarie locali, negli enti regionali, nonché in ambito di interventi nazionali.
L’esperienza della pandemia ha certo portato nuova consapevolezza sull’importanza dei dati, ma il loro valore come asset prioritario era emerso in modo prepotente già da prima, ed è destinato a imporsi anche in futuro. Per il settore sanitario il governo dei dati permette di capire i fenomeni in corso, consentendo di indirizzare le scelte nella giusta direzione, siano esse decisioni di natura sanitaria, amministrativa o gestionale. Fondamentale, per valorizzare appieno il potenziale di questo approccio, è abbinare alla tecnologia una forte competenza di dominio.
PNRR, quali occasioni per la Sanità digitale
Gli investimenti previsti dalla Missione 6 – Salute nel PNRR per la digitalizzazione in Sanità sono circa 4,2 miliardi di euro, di cui 2,45 destinati alle regioni e alle aziende sanitarie, 1,67 al Ministero della Salute. In questo ambito, vengono individuati fronti prioritari come la data-driven healthcare, in riferimento all’uso della tecnologia, ad esempio, l’intelligenza artificiale utilizzata in modo predittivo permette il miglioramento del patient journey e l’attuazione di politiche di medicina di iniziativa, un modello assistenziale “proattivo” nella gestione delle malattie croniche.
Emerge da questo contesto come il tema si allacci all’ambito dell’interoperabilità del dato e, di conseguenza, alla necessità di costituire una data platform dedicata (Healthcare Analytics Platform). Si tratta di un ecosistema di dati raccolti che derivano da diverse fonti e devono essere visualizzati e gestiti estraendo valore. In questo modo, le varie direzioni sanitarie possono prendere decisioni adeguate, perché guidate da corrette misurazioni. Questa modalità operativa non riguarda solo l’aspetto tecnologico, ma come già sottolineato richiede soprattutto una competenza di dominio: la priorità è capire dove andare a prendere il dato e come esporlo, come controllarne la qualità e renderlo fruibile in maniera intelligente.
Rivoluzione Sanità, perché la data governance è la priorità
Tutto ciò porta di fatto a evidenziare l’importanza del governo dell’innovazione, delle risorse e delle competenze, aspetti che però allo stato attuale necessitano ancora di miglioramenti da parte di aziende sanitarie e Regioni. Infatti, va puntualizzato che il governo dei dati aiuta a captare i fenomeni prima che si manifestino, in quanto capire e misurare determinati trend clinici può aiutare a prevedere determinati outcome e anticipare una serie di attività che devono essere messe in atto a tutela della popolazione. Un dato non corretto e qualitativamente povero induce a commettere errori di valutazione, che portano l’ente a sottovalutare o sopravvalutare i fenomeni e, dunque, a prendere decisioni non corrette.
Anche prima dell’emergenza, tuttavia, il tema del non avere un dato qualitativamente corretto era rilevante e impattante sulla società. Per esempio, si pensi alla questione delle liste d’attesa nella Sanità pubblica o per certi privati convenzionati, in quanto i tempi per accedere ai servizi, come esami o terapie, possono risultare molto lunghi. Da uno studio Artexe, emerge che circa il 70% dei servizi per cui si creano attese sono prescrizioni inappropriate, soprattutto perché dotate di codici che rendono la prestazione prioritaria quando non lo era ma anche perché a volte sbagliate dal punto di vista medico. Una condizione che crea disservizi.
Per fare un altro esempio, nella misurazione di un fenomeno epidemiologico, se le schede anagrafiche dei pazienti sono scorrette si creano gravi problemi: l’impatto di errori come l’età dei pazienti e gli accessi al pronto soccorso è rilevante e porta a ulteriori sbagli nelle elaborazioni successive e a prendere decisioni inadeguate. Insomma, per sfruttare appieno il potenziale della tecnologia odierna e valorizzare le competenze di dominio, bisogna partire dalle fondamenta e verificare innanzitutto se il dato sia corretto. Segue poi un aspetto legato all’identificazione dei trend, che deve essere portato avanti da soggetti che conoscono i processi sanitari. In seguito, si affronta l’aspetto dell’estrarre significato e infine di prendere decisioni per strutture importanti e complesse come quelle della Sanità.
Il caso: Artexe per la gestione dei dati sanitari
Artexe si pone come partner non solo tecnologico, ma in grado di accompagnare gli enti sanitari nel percorso della digital transformation con un know-how specifico legato al settore sanitario per rispondere adeguatamente alle esigenze. A questa conoscenza si affianca una soluzione tecnologica, come la suite Clinika.
Clinika consiste in un’analytics platform che abilita la data-driven governance, disegnata appositamente per il mondo sanitario che si integra con le piattaforme gestionali della struttura e funge da aggregatore di dati e documenti, ma soprattutto estrae conoscenza dagli stessi permettendo alla struttura di prendere decisioni più consapevoli e corrette. Permette di realizzare dashboard e report adeguati ai target individuati, come per esempio la direzione sanitaria in un ospedale o il settore amministrativo.
La piattaforma può essere utilizzata sia a livello aziendale, sia in enti regionali e nazionali, utilizzando dati che derivano da diversi applicativi gestionali: per esempio, i sistemi di accoglienza o i sistemi ospedalieri e altre soluzioni verticali. Tuttavia, è importante ricordare il ruolo delle competenze di settore: il dato non è sufficiente da solo, una volta raccolto servono le giuste competenze di dominio per estrarre valore.