L’Italia sta affrontando una significativa trasformazione digitale in ambito sanitario, guidata principalmente dall’implementazione del Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0 e sostenuta dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Ma senza un’inversione di rotta decisa e strutturata che consenta di risolvere le sfide legate all’interoperabilità e alla frammentazione, si rischia il fallimento.
L’evoluzione della Sanità col PNRR
Il PNRR ha assegnato 15,63 miliardi di euro alla Missione 6 Salute, che punta a rafforzare il sistema sanitario, migliorare l’accesso ai servizi e promuovere la salute pubblica. Gli obiettivi principali includono il potenziamento delle infrastrutture sanitarie, la digitalizzazione dei servizi, e la promozione della prevenzione e della ricerca nel settore sanitario.
Case della comunità e ospedali di comunità
Un aspetto fondamentale è la creazione di “case della comunità” e “ospedali di comunità”, che forniscono servizi di cura e supporto in modo capillare sul territorio nazionale.
Il PNRR ha destinato 2 miliardi di euro per le Case di Comunità e 1 miliardo per gli Ospedali di Comunità, con l’obiettivo di migliorare l’assistenza territoriale e garantire un accesso più equo ai servizi sanitari. Questo processo è finalizzato a migliorare la continuità assistenziale, facilitando la connessione tra sanità pubblica e privata, e a rivoluzionare l’accesso ai servizi sanitari per i cittadini.
Il Fascicolo Sanitario Elettronico (FSE) 2.0
Il FSE 2.0 rappresenta un passo avanti rispetto alla versione precedente, introducendo funzionalità come ricette elettroniche, cartelle cliniche e referti online. Esso permette ai pazienti di accedere ai propri dati attraverso un cruscotto pubblico, disponibile dal 12 giugno 2024, favorendo una maggiore trasparenza e controllo personale delle informazioni sanitarie.
Il sistema è progettato per distinguere i farmaci erogati dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN) e include strumenti come il taccuino personale e le lettere di invito per screening, contribuendo a evitare prescrizioni inappropriate e riducendo le liste d’attesa. Questa innovazione mira a migliorare l’efficienza amministrativa e creare un sistema più integrato e meno costoso.
I progressi della seconda fase del progetto FSE
La seconda fase del progetto Fascicolo Sanitario Elettronico, finanziata dal PNRR, ha visto l’implementazione su tutto il territorio nazionale dopo una fase pilota condotta in sei regioni. Queste regioni pilota, tra cui Basilicata, Campania e Piemonte per l’incremento dell’alimentazione dei fascicoli, ed Emilia-Romagna, Lombardia e Puglia per la portabilità dei dati, hanno mostrato risultati promettenti. Ad esempio, in appena sette mesi, la Regione Basilicata è passata dal 27% al 95% dei documenti disponibili sull’FSE, mentre la Campania ha raggiunto il 53% partendo da un mero 1,5%. Questi progressi indicano un potenziale positivo per l’implementazione del FSE a livello nazionale, grazie anche a un finanziamento di 610 milioni di euro per il potenziamento dell’infrastruttura digitale e delle competenze dei professionisti sanitari.
La protezione dei dati personali nel FSE
Dal punto di vista della protezione dei dati personali, il FSE adotta un sistema che individua i principali titolari del trattamento dei dati in base alle finalità perseguite. Per le finalità di cura, i dati sono trattati secondo livelli di accesso differenziati, a seconda del tipo di servizio svolto, con i titolari del trattamento che includono il SSN, i servizi socio-sanitari regionali e i professionisti sanitari che hanno in cura l’assistito. Per le finalità di prevenzione e profilassi internazionale, i titolari del trattamento sono le regioni e il Ministero della Salute.
Il consenso del paziente
Il consenso del paziente è fondamentale per l’accesso al FSE, soprattutto per dati di categoria particolare, con il diritto di oscuramento che consente di nascondere specifici dati o documenti.
I problemi che frenano l’adozione del FSE
Nonostante i progressi, l’adozione del FSE è ancora disomogenea tra le regioni italiane. La frammentazione dei sistemi sanitari regionali ha creato un ecosistema eterogeneo, con differenze significative nei contenuti e negli standard utilizzati. La mancanza di regole condivise per la codifica e la registrazione dei metadati dei documenti clinici ha portato alla proliferazione di sistemi locali, ostacolando l’interoperabilità e limitando l’efficacia del FSE a livello nazionale. Questa frammentazione rappresenta un ostacolo significativo per l’interoperabilità del FSE, in quanto diversi sistemi di conservazione e codifica sono utilizzati nelle varie regioni e strutture sanitarie.
Il problema della mancanza di interoperabilità
Sebbene il Codice dell’Amministrazione Digitale (CAD) garantisca l’autenticità e l’integrità dei documenti digitali, esso non affronta il problema dell’interoperabilità. I manuali di conservazione dovrebbero includere specifiche che assicurino l’uniformità di formati, metadati e codici a livello nazionale. Attualmente, numerose regioni utilizzano sistemi di codifica locali non coordinati con gli standard nazionali, causando una scarsa intercomunicabilità dei dati e compromettendo sia la qualità delle cure che l’efficienza del sistema sanitario.
Strategie per garantire il pieno successo del FSE
Nonostante i passi avanti, dunque, il Fascicolo Sanitario Elettronico in Italia è ancora lontano dall’essere un sistema pienamente funzionale e integrato. La sua attuazione è stata rallentata da una gestione disomogenea tra le regioni, con una mancanza di interoperabilità che ha limitato l’efficacia del FSE per molti cittadini. Questo ha avuto ripercussioni anche durante la pandemia di COVID-19, dove la mancanza di un sistema di gestione nazionale del FSE ha reso più difficile l’implementazione di una strategia vaccinale efficace.
La possibilità di avere un sistema centralizzato avrebbe potuto migliorare l’efficienza delle procedure, come la chiamata nominativa dei cittadini in base alle priorità, la vaccinazione a domicilio per i soggetti fragili e la riduzione dei costi legati all’uso di piattaforme di prenotazione esterne.
La necessità di un approccio multidisciplinare
Per superare queste sfide e garantire il pieno successo del FSE e della Missione 6 del PNRR, è necessario un approccio multidisciplinare che combini competenze informatiche, normative e organizzative. L’interoperabilità dei sistemi deve essere al centro degli sforzi, attraverso la creazione di un linguaggio comune con terminologie e codifiche standardizzate, e la regolamentazione dei manuali di conservazione per assicurare l’uniformità dei formati e dei metadati. Inoltre, è fondamentale sviluppare protocolli di sicurezza rigorosi per proteggere i dati sanitari da accessi non autorizzati e violazioni.
Formazione e sensibilizzazione dei professionisti della salute e uso di tecnologie avanzate
La formazione e sensibilizzazione dei professionisti della salute sull’importanza dell’interoperabilità e sull’uso del FSE sono altrettanto cruciali. L’uso di tecnologie avanzate come i big data e l’intelligenza artificiale offre opportunità uniche per migliorare la qualità delle cure attraverso il FSE. La medicina predittiva e preventiva può consentire una diagnosi precoce e una gestione proattiva delle malattie croniche, contribuendo a ridurre i costi e migliorare la qualità della vita dei pazienti. Inoltre, gli algoritmi di deep learning possono supportare i medici nelle decisioni cliniche, elaborando una quantità di informazioni molto maggiore rispetto a quanto possibile manualmente.
FSE: serve una visione a lungo termine
Il Fascicolo Sanitario Elettronico rappresenta una svolta cruciale per la sanità italiana, con il potenziale di migliorare l’accesso ai servizi, la qualità delle cure e l’efficienza del sistema. Tuttavia, la piena realizzazione di queste potenzialità dipende dalla risoluzione delle sfide legate all’interoperabilità e dalla disponibilità di risorse finanziarie e umane adeguate. Solo attraverso un impegno congiunto e una visione a lungo termine si potrà trasformare il panorama sanitario del paese, creando un sistema più integrato, efficiente e incentrato sui bisogni dei cittadini.